Scarsamente popolata da tribù a cultura molto primitiva, l'Australia fu scoperta da navigatori olandesi all'inizio del XVII secolo. Questo vasto territorio oceanico fu però per lungo tempo trascurato dalle potenze coloniali europee, e solo dopo la spedizione guidata da J.Cook (1768-1771), che prese possesso di una piccola area della costa sud-orientale, denominandola Nuova Galles del Sud, il governo britannico cominciò ad interessarsi del nuovo continente. Dapprima si decise di farne un centro di deportazione, ma presto i primi gruppi di deportati si unirono coloni liberi, attratti dal rapido sviluppo dell'allevamento. Servendosi del lavoro dei deportati gli ufficiali inglesi, ai quali erano state assegnate vaste estensioni di terra, costituirono una casta dominante, entrando presto in conflitto con i vari governatori inglesi e opponendosi alla concessione di terre ai deportati che avevano scontato la pena. Al conflitto tra la casta militare e i governatori fu posto fine da Th.M. Brisbane, divenuto governatore del Nuovo Galles del Sud nel 1821, che incoraggiò l'insediamento dei coloni liberi ponendo fine alla politica di insediamento penale. Nel 1821 la popolazione era salita a circa 37.00 persone, di cui 4.500 coloni liberi. Nel frattempo era cominciata l'esplorazione all'interno e, con la conquista di nuove terre, l'allevamento acquistò un'importanza economica predominante. Ciò non mancò di creare contrasti tra i latifondisti agrari e gli allevatori (squatters) che, non possedendo terre, si insediavano nelle regioni di recente esplorazione. Le nuove esigenze politiche portarono al varo, nel 1850, di una Costituzione che istituiva camere miste per due terzi di nomina elettiva. Con la scoperta, nel 1851, di giacimenti auriferi, l'immigrazione assunse un ritmo frenetico, tanto da far salire la popolazione nel giro di 10 anni da 300.000 a 1.000.000 di abitanti. Esauritosi il periodo febbrile della ricerca, i nuovi coloni ripiegarono sulle attività tradizionali, contribuendo a trasformare profondamente le basi della società australiana. L'agricoltura intensiva acquistò un più ampio sviluppo, e fu varata una riforma agraria che consentì la formazione della media e della piccola proprietà. Contemporaneamente andò costituendosi un'industria locale interessata soprattutto alla lavorazione della lana. La nascita e la crescita del partito laburista favorì lo sviluppo di una legislazione sociale molto avanzata, mentre la dirigenza liberale si impegnava a dare al paese una nuova organizzazione politica creando un Consiglio federale. Nel 1901 le varie colonie australiane si unirono in un Commonwealth, costituito da sei Stati fondatori: Nuovo Galles del Sud, Victoria, Queensland, Australia Meridionale, Australia Occidentale, Tasmania. Questi Stati conservarono una notevole autonomia interna e ciò non mancò di provocare contrasti giuridici tra il governo federale, al quale erano delegati gli affari esteri e la difesa, e i singoli Stati. Fu adottata una politica protezionistica e razziale che portò all'espulsione degli immigrati asiatici e a una rigorosa limitazione dell'immigrazione europea (Immigration Restriction Act del 1902). Furono inoltre stabilite tariffe doganali molto alte per proteggere l'economia locale. Questa politica protezionistica fu accentuata dai laburisti, vincitori nelle elezioni del 1910. Il governo laburista perfezionò la legislazione sociale e rese più capillare l'intervento dello Stato in campo economico. La partecipazione alla prima guerra mondiale fruttò all'Australia l'assegnazione, come mandato, dell'ex colonia tedesca della Nuova Guinea. Essa inoltre ottenne dal governo inglese il riconoscimento della piena indipendenza nell'ambito del Commonwealth britannico. La crisi economica mondiale del 1929-30 ebbe gravi ripercussioni sull'economia australiana. I provvedimenti adottati dal governo per risollevare il paese dalla crisi ebbero come conseguenza la scissione del Partito laburista nel 1934 e l'ascesa al potere di due nuove formazioni: il Partito agrario e il Partito dell'Australia unita. I laburisti ritornarono al governo nel1942, mentre il paese era impegnato nella guerra contro il Giappone. Il primo ministro J.Curtin adottò una politica di rigoroso dirigismo economico, e nonostante l'impegno bellico riuscì a garantire la stabilità monetaria ed ad incrementare la produzione industriale. Nell'immediato dopoguerra le frontiere furono riaperte all'immigrazione, che però fu riservata esclusivamente ai bianchi e fissata su una quota annua ci circa centomila unità. Il ritorno nel 1949 della coalizione conservatrice (Liberal Party e Country Party), capeggiata da R.Gordon Menzies, comportò il consolidamento dell'alleanza con gli Stati Uniti e l'adozione di una politica estera tendente a creare una barriera protettiva nel sud-est asiatico contro l'avanzata comunista. Nel 1951 veniva firmato il trattato di difesa dell'ANZUS (Australia, USA, Nuova Zelanda). Nel 1954 l'Australia aderiva alla SEATO, l'organizzazione per la difesa del Sud-Est asiatico. A questa tendenza della politica estera corrispose un irrigidimento anche nella politica interna, favorito dall'indebolimento dell'opposizione del partito laburista, spaccatosi in due tronconi nel 1955. Non mancarono tuttavia di manifestarsi fermenti e proposte, tra cui quella di istituire un ordinamento repubblicano, tagliando ogni residuo legame istituzionale con la Gran Bretagna. Tra le altre più importanti richieste dell'opposizione di sinistra figurava inoltre quella di abbattere la barriera razziale nell'immigrazione e di adottare una politica di neutralità e di maggiore collaborazione coi paesi asiatici. La linea politica seguita dalla coalizione di governo, riconfermata nelle elezioni del novembre 1966 (85 seggi, contro 45 laburisti), non subì alcun sostanziale mutamento in seguito al ritiro (1966) di R.Gordon, sostituito da H.Holt. Dopo la tragica scomparsa in mare del novo primo ministro nel gennaio 1968, a guidare la coalizione liberal-agraria fu chiamato J.Gorton, esponente della destra liberale, che confermò la politica di stretta alleanza con gli Stati Uniti. Il rigido perseguimento di tale linea politica costò alla coalizione di governo una grave flessione nelle elezioni politiche dell'ottobre 1969, mentre i laburisti, capeggiati da E.Gough Whitlam, sfioravano la maggioranza assoluta e ottenevano 59 seggi contro i 66 dei liberal-agrari. Nel marzo 1971 il gabinetto Garton veniva messo in minoranza e il partito liberale designava come nuovo primo ministro W. Mc Mahon. Non si trattava di un uomo nuovo, capace di affrontare la crescente avanzata laburista, ma di un conservatore, assai meno deciso dell'ex premier Garton ad azioni orientate in senso progressista. Le elezioni del dicembre 1972, per il rinnovo triennale della Camera, riportavano al governo i laburisti capeggiati da G.Whitlam, dopo 23 anni di gestione conservatrice. Il programma laburista si basava, nell'ambito internazionale, su una politica di disimpegno favorevole alla costituzione di una zona neutrale nel Sud-Est asiatico e al superamento di patti come l'ANZUS e la SEATO; in politica interna, su un programma di maggiori spese sociali nell'ambito dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione, dell'urbanistica, dei trasporti pubblici. I programmi del governo laburista tenevano conto della trasformazione dell'Australia da paese di coloni e di allevatori in un paese industriale e urbanizzato. Una svolta importante per lo sviluppo industriale fu determinata, nel corso degli ani Settanta, dal settore minerario, con la scoperta di ingenti giacimenti di ferro, nichel, carbone, bauxite, uranio. In vista di uno sviluppo che dovrebbe porre l'economia australiana tra le più importanti del mondo, i governi australiani hanno modificato anche il loro tradizionale atteggiamento nei confronti delle aree di provenienza degli immigrati, non più a grande maggioranza anglosassone, ma in buona parte ammessi dai paesi più poveri dell'Europa mediterranea. Sciolto anticipatamente il parlamento e indette nuove elezioni nel maggio 1974, il primo ministro Whitlam riusciva a portare nuovamente il partito laburista alla vittoria, sia pure di stretta misura. Duramente contrastato sul piano della politica economica dai conservatori, Whitlam vedeva indebolita la propria posizione da una serie di scandali finanziari e usciva sconfitto dal braccio di ferro e dichiarato deposto nel novembre 1975 dal rappresentante della corona britannica che procedeva alla convocazione di nuove elezioni indette per il 13 dicembre. Come previsto, la vittoria andava alla coalizione liberal-agraria, capeggiata da M.Frazer, che conquistava 91 seggi, contro i 36 dei laburisti che, per poco, non dimezzavano la loro rappresentanza. La grave sconfitta non costava tuttavia a Whitlam la perdita della leadership laburista che gli veniva riconfermata nel gennaio successivo. La svolta impressa alla politica economica dal nuovo governo conservatore appariva evidente nel bilancio preventivo 1976-1977, agevolazioni fiscali alle imprese, contenimento della spesa pubblica, soprattutto nell'ambito dei servizi sociali, a vantaggio della difesa.


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