"Finis Terrae Cotii" ovvero "dove finiscono le terre dei Cozi". Con questo nome Fenestrelle entra nella storia; Roma, infatti, estende il suo dominio diretto fino al "Gir del Roch" mentre sopra si colloca l'amministrazione della dinastia dei Cozi. Successivamente la zona entra a far parte dell'Impero alla cui caduta seguono fasi oscure, caratterizzate da lotte tra signorotti ed abbazie per il possesso dei pochi territori pianeggianti. La grande svolta avviene con l'arrivo di una famiglia nobile d'oltralpe, i Conti d'Albon, poi sostituiti dalla dinastia dei Delfini di Vienne, che gestiscono il reame creando circoscrizioni amministrative per la riscossione dei tributi e la giustizia. Il potere si concentra nella cittadina di Castel del Bosco, ma verso la metà del '600, tutte le funzioni sono trasferite a Fenestrelle, a Chateau Arnaud, una tozza costruzione a base quadrata eretta a tal proposito. Nel 1349 il Delfinato è annesso alla Francia mentre il resto del Piemonte è governato dai Savoia che intendono costituire uno stato indipendente. Ma i domini dei nemici rappresentano una spina nel fianco per la corte di Torino, con un attacco potrebbero arrivare nella capitale e occuparla. Per evitare ciò, il duca Carlo Emanuele I invade i territori, sconfitto, si ritira a Perosa dove fa edificare un fortino sul Bec Dauphin mentre i francesi fanno erigere una ridotta poco più a monte. Grazie alla presenza di forze contrapposte, la Valle vive un periodo di pace politica, ma non religiosa, moltissime sono le lotte tra Valdesi e Cattolici. Il seicento è subito tragico per i piemontesi, Richelieu conquista Pinerolo e le aree circostanti ma i Savoia subiscono senza arrendersi: nel 1684 diviene re Vittorio Emanuele II. Il giovane stabilisce con Luigi XIV un patto che li mantiene in pace, ma il sovrano francese vigila strettamente sul suo operato. Infastidita dal suo strapotere, l'Europa si coalizza contro questo regime (formando la Lega d'Augusta) e permette al re di liberarsi da tale soggezione. Con questo conflitto Fenestrelle torna alla ribalta: è l'epoca delle imprese dell'armata di Catinat. La costruzione dei forti, Tre Denti e Mutin, eseguiti dagli architetti del Re Sole, risale a questi anni. Nonostante le sconfitte interne, il contrasto si conclude in maniera favorevole al Regno Piemontese che riannette Pinerolo. Il periodo di tregua, legato ai lavori nelle fortificazioni, dura poco: nel 1701 scoppia, a seguito dei problemi legati alla successione al trono di Spagna, la grande guerra dell'epoca. Vittorio Amedeo II si schiera accanto alla Francia ma, a causa delle continue umiliazioni, lascia la coalizione, alleandosi con l'Austria. Re Luigi allora assedia Torino: per 117 giorni la città è bombardata, ma si difende e resiste finché nel 1806 l'esercito, integrato dall'armata austriaca, gli infligge una storica sconfitta. Liberata la capitale, il re sabaudo inizia la "Campagna delle Alpi", che consiste nel occupare i territori ancora francesi per raggiungere le Valli Chisone e Susa; sul versante valsusino la conquista è facile, il Forte d'Exilles si arrende dopo pochi giorni, mentre nella zona del Chisone è tutto più difficile: il Mutin si oppone, ma una lunga opera di accerchiamento consente di colpirla, il 31 agosto questo baluardo della dominazione francese è costretto alla resa. L'effettiva appartenenza di queste aree al Regno di Sardegna è sancita ufficialmente nel 1713 con il trattato di Utrecht. Poi, visti i tentativi dei francesi di riconquistare le terre, Vittorio Amedeo incarica l'ingegnere Antonio Bertola di verificare i sistemi di difesa alpini; data la scarsità di mezzi finanziari, egli non può che rafforzare i forti Mutin e Tre Denti, invertendo la direzione dei cannoni ed edificando la Garitta del Diavolo. Non soddisfatto del suo operato, elabora un progetto che prevede la costruzione di una grande muraglia avente come scopo la protezione della vallata. Esso rimane in sospeso per molto tempo, fino a quando il Re, finalmente consapevole della vulnerabilità di Fenestrelle, affida la sua realizzazione a Ignazio Bertola, che riprende e completa gli studi paterni. Nel 1728 iniziano i lavori che si concludono nel 1850 con la costruzione della Ridotta Carlo Alberto. Intanto, i nemici sono sempre più ostili, ma il nuovo re Carlo Emanuele III si dimostra all'altezza della sua posizione, stringendo patti ed alleanze con le grandi potenze europee. Nel 1741 il Piemonte è coinvolto in un'altra tragica guerra legata alla successione al trono d'Austria: alleato degli austriaci, si trova nuovamente a combattere contro i vicini. L'esercito francese tenta di invadere le zone di confine, attaccando nei pressi del Colle dell'Assietta, ma non riesce a sfondare, anzi è duramente sconfitta. In età napoleonica, il Regno di Sardegna torna ad essere francese: la fortezza diventa presidio delle sue armate ed importante prigionia militare. In quel periodo subisce l'unico attacco della sua storia: una violenta prova di fuoco effettuata dalle armate austro-russe per ricacciare il popolo d'oltralpe dal Piemonte, risultata vana. Durante la Restaurazione, l'esercito di Carlo Emanuele III riprende possesso della piazzaforte divenuta celebre non per l''attività militare, ma per la triste funzione carceraria: nella "Siberia d'Italia" sono reclusi molti esponenti politici e religiosi contrari al potere dell'epoca. Adattatisi all'evoluzione delle artiglierie, con l'adesione alla Triplice Alleanza, la muraglia viene rafforzata da nuovi edifici quali il Forte Serre Marie e il Colle delle Finestre. Il XX secolo è caratterizzato da numerosi cambiamenti tecnologici che dimostrano l'impossibilità di svolgere quel ruolo di sentinella. Viene così parzialmente e poi completamente disarmata e, mentre tra le due guerre è utilizzata come grande magazzino, durante il secondo conflitto perde la sua importanza strategica e militare, ma è coinvolto nella lotta partigiana: nel maggio 1944 è fatta saltare una parte della Ridotta Carlo Alberto (per impedire l'avanzamento dell'armata tedesca). A seguito del trattato di pace (1946), i militari abbandonano la Piazzaforte che diventa un magazzino a cielo aperto, immerso in un'ampia vegetazione: non si parla più di opera d'arte ma soltanto dei ruderi di Fenestrelle. Negli anni novanta, avviene la rinascita: un gruppo di appassionati fonda l'Associazione Progetto San Carlo con l'obiettivo di ripristinarla. Ottenuti i permessi dall'Agenzia del Demanio, essi iniziano i lavori di restauro e promuovono le prime visite guidate, dalle quali ricavano i proventi necessari all'acquisto di attrezzi e materiali. Il forte torna alla vita e nel 1999 diventa il monumento simbolo della Provincia di Torino. Il presente fa ben sperare per il futuro: da guardiano posto a protezione del Piemonte, sta diventando sempre più un monumento storico capace di attirare più di 50.000 i turisti. Non più, quindi, elemento di divisione fra i popoli, ma luogo di incontro culturale ed artistico.



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