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Oltre alle Cinque terre che tutti conoscono, c'è un territorio ancora più particolare che si estende da Riomaggiore a Portovenere che tutti chiamano Tramonti: Monesteroli, Fossola, Schiara, Navone e Persico. Ancora cinque terre, ancora un paesaggio unico, solo che qui le auto non arrivano davvero.Sulla strada che da Riomaggiore conduce a La Spezia, una litoranea molto bella lunga solo 15 Km poco prima della galleria di Biassa, sulla destra c'è una strada sterrata, qui dovremmo lasciare l'auto e in pochi minuti potremmo raggiungere la piazzola dove gli abitanti arrivano con le auto, e scendendo lungo il sentiero in pochi minuti arriveremo alla chiesetta. La Fossola di questi paesi è quello  più vicino alla strada, qui arriva acqua e luce e il mare è lontano, il sentiero in verità scende ad una baia molto bella che si apre subito dopo il promontorio di Monesteroli, ma negli ultimi anni c'è stata  una grossa frana e l'accesso al mare, già faticoso ora è praticamente impossibile, sembra.......che siano arrivati i fondi della comunità europea e che presto questo sentiero sarà riaperto a tutti.  Dall’abitato di Fossola una volta si poteva raggiungere Portovenere, il lembo estremo della costa a sud con un sentiero che correva a metà costa, ma oggi questo sentiero come quello che permetteva di  raggiungere il mare è franato. Dalla piazzetta sopra le case della Fossola si può soltanto scendere sino alla piccola chiesetta o raggiungere il nucleo più vecchio dell’abitato che si trova sul promontorio  più a sinistra verso Monesteroli. Per proseguire il percorso a piedi bisogna salire al Monte Parodi, dalla piazzetta della Fossola una scalinata sale e conduce alla palestra nel verde e da qui si può raggiungere Monesteroli e proseguire per Schiara, Campiglia e Portovenere. Arrivati alla chiesina di Sant’Antonio al Monte Parodi il sentiero a destra conduce a Monesteroli e vi consiglio di percorrerlo solo  se siete a posto con le vertigini. Dopo aver serpeggiato nel bosco, il sentiero scende dolcemente e la vegetazione scompare e ci trova nel tipico paesaggio ligure, tra muri a secco e viti in parte abbandonate, ma in poco tempo ci si avvicina al mare e qui il sentiero cambia, inizia la scalinata della Gaionda, mozzafiato è quello che viene spontaneo pensare. 700 scalini di cemento sul crinale tra mare  e mare e si scende ad un grappolo di tetti, di minuscole case tra bouganville, viti e fichi d'india, veramente non sai più dove ti trovi, sospeso aggrappato a questo promontorio. Arriva solo l'acqua in questo minuscolo paese e una teleferica realizzata con il motore di una vecchia vespa e un cavo che precipita giù in questo strapiombo mozzafiato servire a portare il resto. Questi paesi sono accessibili  anche dal mare, risalendo i sentieri naturalmente ma non è possibile lasciare le imbarcazioni alla fonda qui, non ci sono ripari e il mare è spesso violento e la parte dei sentieri più ripida e difficile da percorrere è sempre quella più vicina al mare.Risalendo si può ammirare una vista stupenda sullo scoglio Ferale, e la costa del Persego e ancora Portovenere e le sue isole. Tornati al Monte Parodi e imboccando il sentiero che si dirige a Sud, attraversata la pineta dopo la fontana di Nozzano, si giunge in poco tempo ad uno spiazzo, il parcheggio a cui giungono gli abitanti di Schiara autorizzati a  percorrere l'unica strada in parte asfaltata e in parte sterrata che attraversa il Parco. Qui si gode un panorama molto bello sulla baia del Ferale e lo scoglio stesso. Poi si percorre il sentiero che sui muretti a secco in pochi minuti ci porta sull'altro versante. I terreni sono tutti curati, i muretti a secco tenuti perfettamente e le viti producono uve stupende. Anche se non siete amanti del vino, se riuscirete a fare amicizia con qualcuno o a trovavi a qualche festa speciale e gustare il vino che si fà in queste cantine, Rinforzato o Schiacchetrà vero, bianco o ancora meglio nero rimarrete estasiati, è  un vino speciale, diverso da quello seppure buono che trovate in commercio. Aggirato il promontorio ci troviamo davanti alla costa del Navone con le sue spiaggette di ciottoli e sullo sfondo abbiamo  Portovenere e le isole. Il sentiero scende ora tra le casette a schiera, non è un insediamento turistico moderno, sono tante casette quasi tutte uguali costruite su una costa a picco sul mare, cantine in parte ristrutturate, tutte rivolte verso il mare. camminando tra queste case il sentiero giunge alla chiesetta e alla piccola piazza, dove gli abitanti si riuniscono, da qui il sentiero è scavato nella roccia e sempre per chi non soffre di vertigini arriva al mare in venti minuti. Si arriva sulla costa davanti al Ferale su di uno scoglio. Qui l'acqua è veramente stupenda come in tutta questa costa del resto e la sua trasparenze non ha nulla da invidiare a quella delle coste sarde. Risalendo sino al bivio per la fontana di Nozzano per la strada inizialmente sterrata o per un sentiero che attraversa le case di Schiara si arriva ad un bivio dal quale si può raggiungere tra vigneti e le piane terrazzate l’abitato di Campiglia. Campiglia è un paese con 150/200 abitanti sul crinale del monte che ha mantenuto intatto il suo paesaggio e sul quale  potrete scoprire informazioni interessanti e curiose visitando il sito: www.campiglia.net Da Campiglia si può ammirare il golfo della Spezia e il mare aperto e ci si trova al centro di una rete di sentieri. In senso orario dopo il sentiero che la collega a Schiara e Monesteroli abbiamo il sentiero che sale alla chiesina di Sant’Antonio al Monte Parodi, il sentiero che conduce a Biassa, il sentiero che scende a Marola, il percorso AGV che conduce alle cave della Castellana, il sentiero 1 che arriva sino a Portovenere, il sentiero per l’Albana e la Via Tramonti che scende al mare. Via Tramonti permette di raggiungere il Navone e il Persico o Persego, un paesaggio ancora diverso. Il sentiero parte da sotto la chiesa di Campiglia e subito lo sguardo si perde tra i vigneti e il mare, sino a Portovenere e oltre sulle isole e si scende dolcemente sino ad una casa in pietra e ad un piccolo spiazzo con vista sul mediterraneo, poi si cambia marcia gli scalini sono ancora in pietra ma scendono velocemente sino ad un grappolo di case costruite intorno ad un Mirto e tra i fichi d'India si scende al mare. L'ultimo tratto è un po' accidentato e bisogna stare attenti ma in 15 minuti si arriva al mare, davanti allo scoglio aradi o crocetta. Il paesaggio del Navone è ancora diverso e vi si giunge prendendo un bivio a destra sul sentiero che da Campiglia porta al Persico. Da qui si scende al Chioso, un paesino in pietra stupenda e attraversato il Chioso con scalini un po' irregolare e ripidi il sentiero giunge ad un altro grappolo di case, quasi tutte diroccate Il Navone. e ancora sino al mare. Le case che troviamo sono cantine o piccole case rurali in pietra, senza la corrente elettrica costruite con sacrificio portando a spalla cemento e sabbia lungo queste scalinate. Oggi il trenino ha aiutato gli abitanti per la vendemmia e per la ristrutturazione delle case, ma al Chioso e al Navone ancora oggi non arriva neppure quello. Il problema è che non ci sono molti posti in cui alloggiare lungo il percorso, a Campiglia ultimamente hanno aperto una locanda ed è possibile trovare camere in affitto dai privati ma se non trovate lì alla sera dovete rientrare a Spezia o Portovenere o Riomaggiore e quindi organizzare queste passeggiate in itinerari giornalieri

La costa nella zona del Ferale

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Monesteroli


La scalinata della Gaionda


Vista dello scoglio Ferale


Navone


Navone, fichi d’india e vitigni


Campiglia, il sentiero

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