RUROUNI
- SHINTA -

CAPITOLO 5
DA UOMO A UOMO

Dedica: Questo capitolo lo dedico tutto a Excel-sana perché mi è stata di grande incoraggiamento con le sue parole nella prosecuzione della storia. Grazie mille! ^_^

*****

Il vento serale faceva volare in una danza soave e armoniosa leggeri petali di ciliegio, che si spandevano nell'aria andando a formare un elegante scia rosa, rallegrando così il lento imbrunire del paesaggio, con il sole che, rosso e grande all'orizzonte, andava finalmente a riposarsi.

Ma lui non poteva andare a riposare. Non temeva il sopraggiungere delle tenebre, in fondo sono state il suo ambiente naturale per tanto tempo; e quel vento fresco…in altri casi lo avrebbe accolto con piacere…sì, lo avrebbe accolto con piacere come avrebbe sicuramente fatto la sua Kaoru ed insieme sarebbero rimasti fuori a godere del suo soffio delicato, di quell'alito della natura che avrebbe trasportato le loro parole d'amore, di nuovo amore, un amore che è sempre esistito tra loro e che finalmente erano riusciti a svelarsi…se solo Kaoru fosse qui con lui…
Ora questo venticello primaverile era una fastidiosa tortura che gelava il sudore sulla fronte, penetrava attraverso lo yukata trasformandosi in brividi freddi sulla schiena del samurai…
Mescolandosi agli altri brividi…Kaoru…cosa gli staranno facendo?
Sensazioni che durano un attimo. Poi di nuovo la solita risolutezza, la solita espressione sicura. Bisognava agire, non c'era tempo da perdere.

Kenshin: Sanosuke, tu vieni con me. Non sappiamo quanto siano forti perciò potrei aver bisogno del tuo aiuto!
Hmpf…! - rispose con un ghigno l'amico - pensi forse che ti avrei lasciato andare da solo? Non vedevo l'ora di menare un po' le mani contro gente di un certo calibro…e poi, anche io sono molto devoto a Kaoru!
Kenshin si rincuorò delle parole dell'amico, che forse, anche se non lo voleva dare a vedere, era ancora più preoccupato di lui per le sorti della signorina.
- Yahiko e Yutaro, voi invece rimarrete qui a difesa della palestra! Andiamo Sano!

Yahiko rimase di sasso! Basta, non ne poteva più di essere considerato un moccioso, un buono a nulla, uno incapace di combattere assieme agli altri… si era reso perfettamente conto di essere migliorato tantissimo durante il periodo di pace, i ripetuti allenamenti con Yutaro, e anche quelli che faceva di notte da solo, che certo Kenshin non poteva non aver notato, lo avevano fatto crescere sia nella sicurezza in sé stesso, sia nell'abilità con la shinai; inoltre, il giovane spadaccino si sentiva il primo responsabile del rapimento di Kaoru, non faceva che ripetersi nella mente che avrebbe dovuto stare più attento, che dopo la lettera di sfida di Kanryu bisognava stare con la guardia alzata, mentre lui oramai si era troppo abituato a questo periodo di pace…
Kenshin e Sano si stavano già allontanando quando furono bloccati….

Non…non ci penso nemmeno a restare qui… - parole che mormorò timidamente a testa bassa, come un bimbo che deve confessare una marachella alla madre;

Kenshin: Cosa dici Yahiko?

Ho detto…HO DETTO CHE VENGO ANCHE IO CON VOI! - questa volta Yahiko esplose tutta la sua rabbia e il suo rimorso in faccia a Kenshin, che d'altro canto si aspettava una simile reazione dal ragazzo… Yahiko stava crescendo, e non voleva più essere messo da parte. Ma Kenshin non poteva mettere in gioco anche la sua giovane vita, la vita di uno spadaccino che, seppur abile, non aveva mai preso parte ad una vera battaglia…

Yahiko… - esordì Kenshin, col viso rilassato di chi parla con uomo di cui si può fidare, un uomo maturo che può capire le sue ragioni… - credi forse che difendere la palestra della signorina Kaoru non sia un compito importante..? Abbiamo già visto purtroppo di cosa è capace quell'essere viscido, credi che sia assurdo ipotizzare un attacco alla nostra palestra? Senza un preciso motivo, solo per vendetta, per sfregio…

Yahiko restò di nuovo senza parole. Sentiva che ciò che diceva Kenshin non era sbagliato, che forse se non avesse difeso la palestra mentre i suoi amici riportavano la signorina Kaoru a casa avrebbe commesso lo stesso sbaglio di prima, cioè di aver sottovalutato la situazione… quasi sicuramente Ken sarebbe riuscito a salvare la sua Sensei, ma se ciò avesse comportato la perdita della palestra, la cosa a cui Kaoru tiene da sempre… non sarebbe stata soltanto una stupida dimostrazione di egoismo per lui? Kenshin aveva ragione. Aveva ragione ma…

Perché??? - tuonò il giovane, lasciando trasparire dalla sua voce l'imminenza di un pianto di rabbia - perché invece non provi TU una volta, a capire le mie ragioni?? Se Kaoru è in pericolo è anche colpa mia, è la mia insegnante e le devo la vita, se non mi avesse ospitato con sé sarei ancora un ladruncolo al servizio di qualche pezzo grosso della malavita!!! E' giunto il momento di muoversi anche per me, di mettere a frutto gli insegnamenti della sua scuola, di lottare al vostro fianco!!
Cosa credete? - continuò dopo un profondo respiro, mentre Kenshin, Sano e Yutaro lo guardavano e, anche se non avrebbero voluto che fosse coinvolto, capivano che ormai per il ragazzo era giunto il momento di diventare un uomo - Pensate forse che mi manchi il coraggio?? Mi manchi l'abilità, l'astuzia??? Ho già difeso questa palestra dall'attacco delle 10 spade, con la forza e la sicurezza che ho acquisito dagli allenamenti e dall'assistere ai tuoi duelli Ken, ho battuto quella specie di uomo uccello, e per difendere i nostri amici non mi sono tirato indietro nemmeno di fronte a quel gigante con l'armatura, nonostante sapessi che non avevo alcuna possibilità! Perciò non voglio assolut…

Adesso basta Yahiko! - lo interruppe bruscamente Kenshin, poi si avvicinò al ragazzo e gli si parò di fronte, fissandolo negli occhi, a cercare la conferma che nell'animo del ragazzo non ci fosse paura o sentimento di costrizione per essere in qualche modo la causa del rapimento. Vi lesse solo la sicurezza di un uomo che ha preso la sua decisione irrevocabile, di un animo puro che è disposto a sacrificare la sua vita per proteggere chi gli è a fianco… gli sembrò di vedere i suoi occhi…negli occhi di Yahiko.
- Promettimi, che torneremo tutti sani e salvi. E che ci lascerai intervenire qualora ti trovassi in pericolo.

Non lo aveva mai fissato in quel modo, c'era qualcosa di nuovo nel suo sguardo, qualcosa che riempì il giovane di una gioia infinita, ancora più delle parole che Ken aveva appena pronunciato e che gli permettevano di aggregarsi a lui e Sano… era lo sguardo che gli aveva visto rivolgere a Sanosuke, a Saito, ad Aoshi… uno sguardo sicuro, vero e profondo. Da uomo a uomo.

E poi, - continuò Kenshin - non credo che tu possa permetterti di fare pazzie… - Yahiko, lo guardo stupito, non comprendendo appieno il significato di queste ultime parole; Ken si chinò leggermente, e infilando una mano nella tasca dello yukata del ragazzo estrasse un nastro di velluto rosso, che fuoriusciva per qualche centimetro dalla giacca…
Anche tu hai qualcuno per cui vale la pena di vivere no? - gli disse in fine sorridendogli bonariamente, dopodiché porse il nastro a Yahiko, che lo legò al polso destro.

Yahiko: Andiamo alla villa di Kanryu. E una volta sistemata la faccenda e liberata la signorina Kaoru, mi impegnerò a non aver paura dei miei sentimenti.
Kenshin: Già… non si deve aver paura dell'amore che si prova per una persona. Non lo farò più.

*********

Timidamente la luna, entrando col suo bagliore riflesso, si sforzava di illuminare l'interno di quella piccola e scura stanzetta in cima ad una torre altissima, composta tutt'intorno di grosse pietre scure e fredde, mentre il pavimento era ricoperto da quasi due dita di polvere…
Le cicale anche quella sera esibivano le loro doti canore, quasi per spezzare il monotono senso di tristezza che può infondere l'assoluto silenzio che altrimenti avrebbe circondato le ampie distese d'erba e stagni finché il sole non fosse sorto di nuovo.
Quel suono, quello stridere frenetico e continuo, che a molti può dare anche fastidio, riempiva Kaoru di tristezza e nostalgia. Proprio il giorno prima, questa "melodia della natura" faceva da sottofondo alle parole sue e di Ken, parole leggere, appena sussurrate, ma così importanti e piene di passione che le erano ormai rimaste impresse nel cuore.
Anche per l'intrepido samurai era sicuramente così. Lei glielo aveva letto chiaramente negli occhi, non era mai stato un bugiardo e anche in quell'occasione le sue parole erano sincere, lo era il suo sguardo, la sua anima; lo erano i suoi baci.
Presto sarebbe arrivato a salvarla, a liberarla da questa prigionia forzata tra le mura della torre della villa di Kanryu, dove due uomini, dopo averla rapita, legata e imbavagliata, l'avevano rinchiusa.
Sì. Kenshin sarebbe sicuramente arrivato subito, avrebbe affrontato assieme a Sano gli scagnozzi di Takeda e poi sarebbe corso da lei per liberarla e riportarla a casa per stare sempre assieme. Lei avrebbe pianto di gioia sulla sua spalla, e con la voce strozzata dai singhiozzi l'avrebbe implorato di sposarla e di non andarsene più da lei.
Qualche fastidiosa ferita sulle caviglie, solo i topi infatti dividevano quella notte con lei, ogni tanto le faceva digrignare i denti, e, guardando al di fuori della piccola finestra in alto, così in alto da non poterci arrivare, fissava quella grande perla bianca che splendeva nel cielo di nero velluto, immaginando di potervi scorgere da un momento all'altro l'ombra del samurai che arrivava per salvarla. E quest'ansia, la paura di non poterlo più rivedere e soprattutto i ricordi dei bei momenti passati insieme, la facevano piangere.
I passi pesanti che percorrevano le scale verso la porta di duro legno dietro la quale era imprigionata Kaoru, la fecero ricomporre. Qualcuno stava arrivando. Sapeva che non poteva essere Kenshin, così presto, e non voleva mostrarsi disperata al nemico.
Rumore di lucchetti che vengono aperti, la pesante catena che cadde in terra e la porta si spalancò.
La piccola fiaccola che illuminava l'accesso alle scale non fece in tempo a far entrare il suo bagliore nella "prigione" della signorina Kaoru, perché fu immediatamente oscurata dall'enorme sagoma di Sasuke, venuto a far visita alla prigioniera.
Costui accese una candela estratta dalla tasca dei pantaloni, e con un ghigno di superbia fissò Kaoru negli occhi. La ragazza, inizialmente spaventata perché non aveva mai visto Sasuke prima, ed era perciò sorpresa dalla sua incredibile mole, lo scrutò negli occhi con rabbia e decisione…

Sasuke: Oh oh oh…tranquilla bambina… non voglio farti del male… per lo meno per adesso…ahahah!! Credo che il tuo valoroso eroe verrà a momenti… non vedo l'ora di poter regolare alcuni conti; e poi, dopo che lo avrò ucciso… - puntò la punta della spada sotto il mento di Kaoru e fece sì che sollevasse il volto per poterla guardare negli occhi - …avremo tempo per divertirci un po' anche noi due vero?
La ragazza aggrottò le sopracciglia e il suo sguardo si riempì d'odio.
Sasuke: Tsk…stai forse pensando che non riuscirò a sconfiggere il tuo adorato Kenshin? Illusa. Questa notte, Battosai Himura, che ora si fa chiamare Kenshin e sembra abbia perso la sua vena assassina e combattiva di un tempo…questa notte lui…conoscerà l'inferno!
Rumore di passi che riecheggiavano per la spirale di scale. Questa volta meno pesanti, ma più veloci, affrettati. Uno dei servitori di Kanryu aprì in fretta la porta, si piegò dalla stanchezza su sé stesso reggendosi sulle ginocchia e ansimando copiosamente per riprender fiato annunciò:
- Singor Sanosuke…anf… Kenshin…Kenshin Himura e i suoi compagni…anf… sono arrivati!

POSTFAZIONE AL CAPITOLO
Finalmente!! Quanto tempo ho fatto passare dal 4° capitolo alla stesura di questo 5°! Credo sia piuttosto corto rispetto agli altri, ed a differenza di quanto detto nel capitolo precedente…ancora nn ci sono stati scontri. Inoltre un'importante annotazione! Nel capitolo "i sentimenti di Yahiko" ho dato a Tsubame il nome di Tae e viceversa, praticamente sempre! Infatti mi sono sbagliato! é_è Il bello è che ero, già prima di iniziare a scrivere quel capitolo, insicuro di quei due nomi e sono anche andato a controllare sul fumetto!! Mi ricordo di essere andato a guardare nella pagina dove presentavano i personaggi del romanzo… ç_ç ; inoltre nel capitolo 3 ho scritto: "pace interiore che faceva da prologo", ma al posto di prologo avrei dovuto scrivere epilogo. Se la leggete sul mio sito probabilmente non troverete più quegli errori perché avrò provveduto a correggere le pagine. Più che l'errore mi rattrista il fatto che nessuno me lo abbia segnalato! Non la legge proprio nessuno sta storia? ç___ç

Continua...