ROYAL HOTEL
- SAKUYA SEIMEI YURIKA -

Alla nostra adorabile sorellina minore Miyuki per i suoi 18 anni.
Mille di questi gioni sori! Ti vogliamo un mondo di bene!!

NOTA: Yurika si è occupata del pg di Kai, Sakuya di quello di Masa e Seimei della lemon.

ROYAL HOTEL

Kai Sagano stava guardando fuori dalla finestra del suo appartamento. La pioggia batteva sul vetro leggermente appannato per via della condensa. Il vapore che si alzava dalla tazza di tea creava volute ipnotiche di un biancore trasparente che ricordava il battito lieve di una farfalla.
Kai si mordicchiava nervosamente l'interno di un labbro. Quella mattina il telefono aveva già squillato 5 volte e non era neanche mezzorgiorno. Ovviamente non aveva mai risposto. Tanto sapeva già a chi apparteneva la voce che avrebbe sentito all'altro capo della cornetta. Una voce con cui ancora non voleva avere a che fare.
Era da qualche giorno che continuava quella schermaglia. L'altro lo cercava con insistenza, ma lui si era fatto negare. Non poteva perdonarlo! Non questa volta!
Ma no, stava mentendo a se stesso. In verità non ce l'aveva affatto con lui. Era solo molto triste e avvilito. Voleva sentirsi amato, invece si sentiva un peso a malapena sopportabile. Voleva essere forte e tutto quello che riusciva a fare era piangere come uno stupido moccioso. Voleva essere il migliore, ma la realtà era che non valeva niente.
Prese in mano la tazza fumante e bevve un lungo sorso. Il telefono ricominciò a squillare, ma lui non ci fece nemmeno caso. Continuò a bere il suo tea accompagnato con lo sguardo perso nel vuoto. Lo stesso vuoto che lo stava divorando dentro.

Quella doveva essere la sesta volta che provava a chiamarlo.
Possibile che non ci fosse a casa?
No certo che c'era, solo che non voleva rispondergli, era così ovvio. Lui lo conosceva troppo bene, sapeva tutto di lui, ogni particolare...
Eppure come un idiota lo aveva fatto soffrire.
Come poteva sperare di vivere quell'amore (impossibile tra l'altro) se non era neanche in grado di renderlo felice?
A che sarebbe servito dirgli che per lui era tutto, che l'intero mondo girava intorno al suo bel viso, se nemmeno era in grado di farlo sorridere?
Masa era seduto alla sua scrivania, sommerso dalle carte. Era un tipo preciso e il lavoro per lui veniva sempre prima di tutto, a volte persino prima del suo bon, del suo piccolo signorino Kai...
Non era stata colpa sua se era dovuto tornare a Osaka, ma che idiota che era stato! Doveva almeno avvertirlo, dirgli che era urgente e che non poteva permettere che qualcuno sospettasse qualcosa... Certo lui aveva cresciuto il signorino, quindi nessuno lo guardava male se diceva che doveva andare da lui o che doveva fare qualcosa per renderlo felice...
Già renderlo felice...
Quel sorriso, quegli occhi, quella bocca... aveva ceduto ai suoi sentimenti, aveva provato a far finta di essere con lui una coppia 'normale', ma poi quella telefonata lo aveva riportato alla realtà.
"Devi tornare."
Tornare alla vita vera. Lui era Masanori Araki, braccio destro del capo della famiglia Sagano, una delle più importanti di tutti i clan yakuza dell'intero Giappone e la persona della quale era innammorato era... un ragazzo di appena 20 anni... il suo bon, Kai Sagano.
Voleva davvero rovinargli la vita? Doveva parlare con lui, solo questo aveva importamza ora.
Se avesse sentito la sua voce, tutto sarebbe andato a posto, ne era sicuro.
Alzò di nuovo la cornetta e compose il numero.
Tuuu... tuuu... tuuu...

Driiin... driiin... driiin...
"Basta, cazzo, vuoi smetterla? Non ti sopporto più!!!"
Kai scaraventò il telefono dall'altra parte della stanza staccandone la spina. Quel suono insistente lo stava facendo impazzire!
Perchè doveva sempre essere tutto così complicato? Perchè non si avverava mai ciò che desiderava?
Suo padre, quando aveva saputo che era gay, lo aveva cacciato di casa, mentre non si era fatto alcuno scrupolo di benedire l'unione tra suo fratello e Semejima senpai, non appena ne era venuto a conoscenza. L'uomo di cui era innamorato lo trattava ancora come un bambino capriccioso, anteponendo a lui il suo dannatissimo lavoro e il rispetto che provava verso il suo capo clan.
All'improvviso gli tornò in mente la notte passata qualche tempo prima al RyoKan. Prima che tutto venisse rovinato dal suo stupido comportamento, Masa gli era sembrato vicino come non aveva mai sentito.
Eppure una cosa ancora lo tormentava corrodendogli il cervello e il cuore come un forte acido. Masa non aveva mai espresso chiaramente i suoi sentimenti verso di lui. Anche quando Kai aveva confessato tutto il suo amore per lui non aveva replicato.
Che dunque il suo timore fosse vero? Che Masa lo cercasse solo perchè... solamente perchè gli ricordava sua madre, l'unica donna che l'uomo avesse mai amato? A quel pensiero sentiva lo stomaco stretto da uno spasimo e le viscere contrarsi. Se fosse stato davvero così il suo amore sarebbe stato sufficientemente grande da fargli accettare il ruolo di sostituto?
Non lo sapeva e aveva una fottutissima paura. Non poteva andare avanti nell'incertezza, ma non sapeva come fare per affrontare la realtà.
Guardò il telefono muto rovesciato sul pavimento.
"Questa volta dovrai dirmi come stanno realmente le cose, Masa. Questa volta dovrai andare fino in fondo!"

Ancora niente. Anzi stavolta era stato peggio. Il telefono aveva dato improvvisamente occupato e poi più nulla. Se avesse riprovato di nuovo, forse...
Stava per alzare di nuvo la cornetta quando qualcuno bussò alla porta.
"Avanti."
La sua solita aria clama e rilassata, che incute un certo timore referenziale e una stima infinita.
Mentre l'uomo di fronte a lui gli parlava di come una banda di ladruncoli stesse cercando di farsi strada in un quartiere che era sotto la loro 'giurisdizione', la mente di Masa era molto lontana, era a Tokyo, dove il suo bon si trovava.
Era così fragile e indifeso, lui questo lo sapeva, ma lui aveva ceduto ugualmente e, come risultato, aveva ottenuto solo una sconfitta: gli aveva fatto ricordare la violenza subita.
Se solo pensava che anche quello era successo per colpa sua...
Era stato difficile tacere di fronte ad una dichiarazione così diretta e visto che non poteva farsi avanti con le parole, lo aveva fatto con le azioni, e aveva rovinato tutto.
Ma come poteva?
Contravvenire a ogni regola, a ogni tradizione, isultare il nome del capo... Insultare... il suo amore era un insulto?
Per chi? Perchè?
Si era innamorato prima della madre e ora del figlio... era una cosa normale?
Forse no. Ma di sicuro era avvenuto.
E non perchè Kai fosse così danantamente uguale a su madre, non perchè il suo sorriso era identico a quello di quella donna così dolce, no.
Era innammorato di Kai e basta.
Della sua fragilità nascosta dietro a una finta forza, della sua determinazionme, della sua ostinazine, della sua testardaggine, dei suoi occhi sempre così dolci e allegri, delle sue lacrime da bambino benchè fosse ormai un uomo, e sì, anche del suo sorriso.
Di quello di Kai, non di quello di sua madre visto sul suo volto. Era difficile da spiegare a parole, ma era una cosa così semplice per il suo cuore. Quando aveva ammesso a se stesso di amare quel ragazzo più della sua stessa vita, molto più di quanto avesse amato sua madre, beh gli era sembrata la cosa più naturale del mondo. L'amore non è complicato, siamo noi a renderlo tale.
Certo tutta quella situazione, la famiglia, il clan in generale...
Ma i sentimenti? Quelli erano limpidi e precisi.
Doveva rimadiare finchè era in tempo, doveva assolutamente dire al suo bon... al suo Kai quello che provava, lo doveva a lui e al suo cuore che ormai era stufo di mentire e di nascondersi.
Voleva un modo per farsi perdonare, ma che fare?
Poi un'illuminazione.
Il Royal Hotel di Shizuoka!
Come aveva fatto a non pensarci prima?? Era inverno e l'hotel era chiuso. Infatti lavorava solo durante la stagione estiva.
Lo avrebbbe fatto aprire apposta per lui... Era un albergo della famiglia, non sarebbe stato difficile dire che doveva far svagare il signorino Kai, in fondo poi era la verità... E lì, loro due da soli, avrebbero finalmente potuto chiarire ogni cosa.
Doveva farlo, doveva riuscire a conquistare di nuovo la sua fiducia, adesso solo di questo si doveva preoccupare, il resto poi sarebbe venuto da sè...

Kai si stava dirigendo con la moto a casa di suo fratello. Quella mattina aveva incontrato all'università il suo adorato Samejima senpai, il quale gli aveva chiesto di passare da loro quella sera per parlare di un certo progetto. Chissà cosa avevano in mente? Bè... almeno si sarebbe svagato per qualche ora senza continuare a sguazzare nella sua malinconia.
Fece di corsa le scale che portavano all'appartamento. Gli piaceva quella casa, non in sè, ma per via dell'atmosfera dolce e distesa che vi regnava. Non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma pensava che suo fratello e il senpai stessero benissimo insieme. Quando si trovava con loro si sentiva come a casa... un po' la stessa sensazione che provava con Masa. Con suo padre no, era diverso. Suo padre per lui era come un estraneo.
"Buona sera Samejima-san. Come va?" esclamò non appena gli fu aperto. Entrò nella saletta e vide Kei seduto per terra che lo guardava storto.
"Ah, c'è anche l'idiota" disse con aria finto-dispiaciuta.
"Senti, questa è casa mia, se non ti piace la mia faccia puoi anche andartene" rispose Enjoji facendo un gestaggio nella sua direzione e venendo prontamento punito dal suo fidanzato.
"Io e Sagano dobbiamo parlare, quindi vedi di non disturbarci. Accomodati pure, ti porterò subito qualcosa da bere" terminò rivolgendo a Kai un sorriso.
Il ragazzo più piccolo si sedette ignorando completamente le occhiate torve del fratello maggiore.
"Allora, senpai, volevi parlarmi di qualcosa?"
"In effetti sì. Vedi Sagano, la palestra di mio nonno sta organizzando un ritiro a Shizuoka per un allenamento speciale. A me farebbe molto piacere se volessi parteciparvi anche tu. Combattere contro di te è sempre molto stimolante".
Lo sguardo negli occhi di Ranmaru fece rabbrividire Kai. Quelli erano gli occhi del demone bianco quando lanciava una sfida. Era impossibile negare loro qualcosa.
Enjoji sbuffò girando il volto da un'altra parte.
"Ma certo Samejima!!! Sarò lieto di accettare il vostro invito. Che bello, passerò del tempo da solo col mio senpai".
Assunse la faccia da maniaco che, sapeva, faceva imbestialire suo fratello. Puntuale come un orologio svizzero, infatti, quello esplose inveendo contro di lui.
"Tu prova solo ad azzardarti a mettere le tue manacce luride su Ran e io ti polverizzo, chiaro???"
Ranmaru fu costretto a trattenerlo per le spalle affinchè non si gettasse addosso a Kai per strangolarlo.
"Smettila Enjoji, non fare il bambino! Saremo in molti e saremo sempre impegnati con gli allenamenti, quindi non hai nulla di cui preoccuparti".
Alle parole del ragazzo Kei sembrò tranquillizzarsi. Si risedette e mise su il broncio incrociando le braccia e guardando il fratello con aria assassina.
"Molto bene Sagano. Questo è l'indirizzo dell'albergo. Ti aspetteremo direttamente lì sabato mattina, dato che noi dobbiamo partire qualche tempo prima per sistemare varie faccende, ti va bene?" chiese il ragazzo porgendo a Kai un fogliettino piegato.
"Ma certo senpai, non c'è problema. Sarò puntualissimo, sarai orgoglioso di me".
Samejima sorrise condiscendente.
"Non ne dubito affatto, Sagano".
Kai rimase con loro ancora un'ora, poi si diresse a casa. Era contento di poter passare del tempo con Samejima lontano da tutto e da tutti, eppure, nello stesso tempo, aveva la strana sensazione di stare scappando dall'inevitabile.
Il ragazzo si aggiustò il casco accendendo la moto. Al resto avrebbe pensato a tempo debito.
Quando Sagano se ne fu andato Kei si girò verso il suo compagno.
"Davvero non mi aspettavo che sapessi recitare così bene".
"Mi sottovaluti, il fatto che non lo faccio spesso non implica che non ne sia capace".
Ranmaru aveva la sua solita espressione impassibile disegnata sul volto.
"Davvero Ran... non capisco perchè tu ti sia prestato a questo giochetto. Non era meglio che se la sbrigassero direttamente quei due?"
Samejima si avvicinò a lui e lo guardò dritto negli occhi.
"Sai bene quanto dobbiamo al signor Araki e fargli questo favore mi sembrava il minimo. In più Sagano è tuo fratello ed è giusto che ci preoccupiamo per lui. Ama moltissimo Araki-san e sta soffrendo. L'unico modo per risolvere la situazione è che quei due si chiariscano".
"Mmh... sì, probabilmente hai ragione tu. Comunque sono contento che la storia dell'allenamento sia tutta una favola, io ti voglio sempre qui al mio fianco" disse Kei stringendosi al suo ragazzo e cominciando a spogliarlo.
"Il solito pervertito!"
"Mh... c'è solo un modo per far tacere questa boccuccia impertinente".
Il metodo Enjoji era infallibile!

Kai scese dalla moto togliendosi il casco e si stiracchiò. Com'era bella e frizzante l'aria di mare d'inverno. Il vento salmastro gli scompigliava i capelli e gli accarezzava il viso con dita lievi.
Chiuse gli occhi qualche istante, inspirando l'aroma pungente che arrivava dalla spiaggia di fronte a lui. Era riamsto sorpreso quando aveva saputo il nome dell'albergo in cui si sarebbe svolto l'allenamento della palestra di Samejima. Il Royal Hotel apparteneva alla Sagano-gumi e, da quanto ne sapeva lui, era aperto solo durante la stagione estiva. Forse avevano aperto apposta per quell'occasione.
Non si interrogò più di tanto sulla faccenda ed entrò nell'atrio ampio ed elegante dell'albergo. Un portiere in divisa lo accolse alla reception.
"Immagino che sia Sagano-san, giusto? Le persone che l'attendono la raggiungeranno nella sala da pranzo alle 12 e 30. Nel frattempo potrà sistemarsi nella sua stanza, 505. Il ragazzo porterà i suoi bagagli".
"Grazie mille".
Rimase un po' male a non essere accolto da Samejima-senpai, ma si consolò al pensiero che presto lo avrebbe rivisto.
La sua camera risultò essere una suite compresa di tutti i comfort (televisione con megaschermo e antenna satellitare, frigobar, jacuzzi e chi più ne ha più ne metta).
Kai era sempre più stupito. Chissà perchè avevano riservato stanze così lussuose per un gruppo di atleti venuti lì per un ritiro!
Aveva voglia di lavarsi dopo il viaggio da Tokyo. Certo che un bell'idromasaggio nella jacuzzi lo allettava molto, ma, guardando l'orologio, si accorse di avere solo mezz'ora prima di doversi recare dagli altri, per cui optò per una più rapida doccia.
Si cambiò d'abito indossando un paio di jeans strappati e un largo maglione a righe di diversi colori. Anche se si trovava in un luogo d'èlite non doveva per forza vestirsi come un pinguino, giusto?
Alle 12 e 25 fu pronto e scese con l'ascensore al piano terra dove si trovava la sala da pranzo.
Si trattava di un bel salone riccamente arredato con grandi vetrate che davano sul mare. Incredibilmente, però, era vuota. Un unico tavolino era apparecchiato ed un uomo vi era seduto dandogli le spalle.
Kai gli si avvicinò portandosi davanti a lui.
"Mi scusi, sa per caso... MASA???????? Tu...tu che diavolo ci fai qui???"
Era troppo scioccato per riuscire ad articolare frasi coerenti, per cui rimase lì a guardarlo allibito con la bocca spalancata e gli occhi dilatati, pronti a schizzargli fuori dalle orbite da un momento all'altro.

Era arrivato molto presto quella mattina, aveva subito controllato che la stanza fosse stata preparata come lui aveva richiesto: la più lussosa dell'albergo. Avava fatto anche preparare un'altra suite in cui avrebbe dovuto alloggiare lui, ma in cuor suo sperava di non dover vedere quel letto nemmeno in cartolina, figuarsi dormirci sopra...
Ridacchiò a questo pensiero mentre usciva dalla doccia. Forse un bagno nella vasca idromassaggio della camera di Kai sarebbe stato meglio, ma era così tanto nervoso che niente sarebbe stato in grado di farlo calmare almeno un pochino.
Doveva giocarsi il tutto per tutto e chiedere aiuto a Samejima era stato il primo passo.
Quel ragazzo era molto maturo, coscenzioso e poi era un grande ascoltatore, riusciva amettere le persone a proprio agio, anche se sembrava sempre così freddo e distaccato. Enjoji era stato davvero fortunato a trovare una persona come lui, non c'era dubbio.
Aveva riflettuto molto sul come poter convincere Kai, che nemmeno gli parlava, anzi, che nemmeno gli voleva rispondere al telefono, ad andare con lui in quell'albergo, ma poi gli era venuto in mente quanto il giovane Sagano tenesse in considerazione Samejima-san: una sotile lama di gelosia gli si conficcò nello stomaco a quel pensiero, poi però si rese conto di non aver nulla da temere. Samejima e Enjoji erano una coppia inseparabile, soprattutto adesso che erano 'sposati', quindi Kai non aveva speranze e poi comunque non era davvero innammorato di Ranmaru... O forse sì? In quel mmento un dubbio si insinuò malefico nella sua testa: e se questo fosse solo un modo per dimenticare Samejima, o peggio: se lui fosse solo un sostituto?
Ma in quel momento, solo nel suo studio, con il cuore che batteva a mille, si rese conto di quello che aveva provato Kai in quel RyoKan. Scoprire che la persona che ami era innammorata di tua madre e che adesso sembra tenga a te solo perchè non ha potuto avere lei, doveva averlo distrutto. Aevava creduto, in quella occasione, che la sua fosse stata una reazione un pò esagerata, come potava scambiare sua madre per lui? C'era una differenza sostanziale, no? Aveva attribuito tutto alla profonda insicurezza di Kai e al fatto che lui non gli avesse mai rivelato i suoi sentimenti.
Aveva sottovalutato il suo dolore.
Altro punto a suo sfavore. Non aveva mai fatto tanti sbagli in vita sua come con il bon... forse perchè non era mai stato innammorato veramente... Fu tentato di lasciar perdere ma poi si disse che non era da Masanori Araki lascirsi scoraggiare così e cedere al primo ostacolo. Rise. Era solo il primo? Beh forse il primo di altri mille, ma che importava?
Avrebbe trovato un modo per risolvere tutto, ne era certo.
Sorrise pensando a quella telefonata, ora che era disteso sul letto, ancora in accappatoio. Aveva bisogno di riflettere prima che arrivasse Kai.
Aveva detto a Kyosuke che sarebbe stato irreperibile per una settimana perchè il signorino avava bisogno di lui e non appena l'uomo aveva provato ad obiettare, gli aveva intimato di lasciar perdere e di non disturbarlo se non in caso di un pericolo relale per il capo o per il clan intero, niente altro. Subito dopo si era dato metalmente dello stupido: non poteva scoprirsi così, dato anche il fatto che Kyosuke cominciava ad essere sospettosso sul legame tra Kai e Masa, ma che altro poteva fare? Kai veniva prima di tutto. Effettivamente avrebbe dovuto dire di non disturbarlo per nessun motivo al mondo, ma... col tempo avrebbe imparato a non preoccuparsi di niente e nessuno che non fosse Kai, anche se forse non gli sarebbe potuto stare accanto come voleva.
Si alzò di scatto dal letto, non era il caso di essere così negativo, doveva essere di ottimo umore per quando Kai sarebbe arrivato.
Driiin. Chi poteva aessere?
"Sì?"
"Araki-san, il suo ospite è arrivato. Sarà nella sala da pranzo per le 12:30, come desiderava."
"Bene, grazie."
Riagganciò la cornetta. Il suo momento era arrivato, si vestì con un completo scuro, come sua abitudine, sistemò la cravatta e si guardò un attimo allo specchio. La cicatrice sull'occhio sinistro non lo rendeva particolarmente affascinante, ma quello era il segno che Kai era il suo tesoro e lui lo avebbe protetto per sempre. Lo aveva promesso.
Si sedette nell'unico tavolo apparecchiato, con le spalle rivolte all'entrata.
"Mi scusi, sa per caso... MASA???????? Tu...tu che diavolo ci fai qui???"
E cosa poteva farci? Era lì per lui. Kai era sconvolto, non sapeva che dire e la sorpresa si leggeva a chiare lettere sul suo viso. Masa si alzò non era buona educazione rimanere seduti all'arrivo del proprio ospite, e poi... doveva essere pronto se avesse cercato di scappare...
"Buongiorno signorino Kai, come sta?" Aveva voglia di abbracciarlo e stringerlo forte, ma adesso non era il momento...anche se forse sarebbe stata la cosa migliore.
"CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI???"
"Si sieda signorino, dobbiamo parlare."
"Scordartelo! Io me ne vado e questa me la pagate sia tu che Samejima-senpai... stare con quel decerebrato di Enjoji è deleterio per lui!" Mentre continuava a borbottare si cominciò a muovere verso l'uscita, ma un braccio gli cinse la vita mentre passava accanto a Masa.
"La prego, dobbiamo parlare sul serio questa volta." Masa guardò Kai cercando di essere il più eloquente possibile. Quella era forse l'ultima occasione che avevano per essere felici, entrambi.

Kai fissò negli occhi l'uomo che lo guardava con sguardo penetrante. Era dilaniato dal desiderio di gettarsi tra le sue braccia e chiedergli di non lasciarlo mai solo. Si morse un labbro per riuscire a rimanere fermo dov'era cercando di regolare la sua respirazione. Masa non accennava a lasciarlo andare. Alla fine sospirò e si sedette di fronte a lui.
"Ecco, sei contento? Adesso parla e vedi di sbrigarti così me ne potrò andare via da questa pagliacciata il prima possibile".
Fissò lo sguardo davanti a sè sul piatto vuoto e rimase immobile con il cuore che gli batteva tanto forte che sembrava volesse schizzargli via dal petto da un momento all'altro. Non aveva mai avuto tanta paura in vita sua!

Masa si sedette a sua volta. Il primo passo era stato fatto, almeno adesso era seduto lì di fronte a lui e forse avrebbero potuto chiarire almeno in parte la situazione.
"Signorino la prego mi lasci spiegare. Lei è arrabbiato con me perchè l'ultima volta me ne sono andato senza darle spiegazioni... anzi senza dirle niente- si corresse allo sguardo omicida che il ragazzo gli lanciò sollevando il viso per un istante -e per questo mi sono sentito molto in colpa, ma ero stato richiamato d'urgenza a Osaka... come posso rimediare a questo mio imperdonabile errore?"
Fissò i suoi piccoli occhi nocciola in quelli castani e grandi del ragazzo di fronte a lui, sperando di trovare in essi anche una sola piccola speranza.

Kai sbuffò.
"Perchè mi chiedi una cosa del genere? Non credi che dovresti arrivarci da solo?"
Era terribilmente arrabbiato. Masa non voleva proprio capire! Tutto quello che gli chiedeva era di poter essere importante per lui.
Insomma, non pretendeva che si sottraesse ai suoi impegni, non era più un bambino e poteva accettare che l'uomo avesse molte cose di cui occuparsi oltre a lui. Solamente voleva poter essere il suo primo pensiero. Anche l'altra volta, poteva fermarsi cinque minuti per dirgli almeno 'Kai, tesoro, mi piacerebbe rimanere, ma quel rompicoglioni di Kyosuke mi ha chiesto di tornare subito ad Osaka. Ovviamente preferirei rimanere con te, ma non posso proprio farlo aspettare, diventa una checca isterica quando qualcosa lo infastidice!'
Il ragazzo cercò di mascherare la risatina isterica che gli salì alle labbra al pensiero di Masa, il suo serio, compito e granito Masa rivolgergli parole del genere. Per fortuna riuscì a riprendersi in fretta e a tornare a guardarlo serio negli occhi.
"Sentiamo, tu cosa avresti intenzione di fare per farti perdonare?"

Panico. Che cosa voleva fare?
Beh un'ideuzza ce l'aveva... Scosse la testa, quello non era certo il momento di abbandonarsi ai suoi più bassi istinti, anche se...
'Cazzo Masa sii serio!' La strigliata che si diede nella sua testa fu molto efficace perchè in men che non si dica era tornato il solito calmo e impassibile uomo che tutti conoscevano, rispettavano (almeno la maggior parte delle persone) e temevano (in molti, e questo a volte era un bene).
"Farò tutto quello che lei mi dirà, qualsiasi cosa sia... e intendo proprio qualsiasi..." Cercò di enfatizzare ancora di più il concetto poggiando i gomiti sul tavolo e appoggiando il viso sulle mani unite, per poter guardare meglio il ragazzo.
Non aveva alcun timore di quello che Kai gli avrebbe potuto chiedere. Lui era davvero pronto a qualsiasi cosa e non solo perchè doveva farsi perdonare. Quello era di certo un modo per dimostrare il suo amore, se lo poteva lasciar scappare? Ovviamente no!
Continuò a fissare il ragazzo dai capelli castani che di fronte a lui non smetteva di guardarlo.

Kai non si mosse di un millimetro per lunghi istanti. Molte cose gli stavano turbinando dentro alla mente. Vagliava e scartava varie richieste considerandole superflue, oppure posticipabili. Aveva un occasione unica e non poteva farsela scappare in quel modo. Poteva finalmente ottenere tutto ciò che voleva dall'uomo che amava, eppure...
Eppure c'era una sola cosa che gli premesse veramente in quel momento,
"Molto bene Masa" disse scandendo le parole, modulando la voce in una lenta melodia "voglio che tu... mi dica esattamente che cosa provi per me. Voglio sapere la verità!"
Lo sguardo dritto, sicuro, leggermente strafottente. La sua era una sfida, se ne rendeva conto. Ma l'unico che poteva uscirne perdente era solo lui stesso.

Masa rimase di sasso.
Di tutte le cose a cui aveva pensato, non aveva considerato la più ovvia. Era normale che Kai volesse conoscere i suoi sentimenti, ma... Non ci riusciva, era più forte di lui.
Non poteva dirgli che lo amava con tutto il cuore e tutta l'anima perchè questo avrebbe significato solo renderlo infelice. Se credeva di essere solo importante, come un figlio, comunque il più importante presto avrebbe trovato qualcuno da amare, qualcuno che gli offrisse certezze e un amore alla luce del sole. Lui che poteva dargli?
Niente. Se solo avesse provato a d avvicinarsi a lui davanti a qualcuno, con un gesto diverso da una carezza da padre o fratello, sarebbe stata la sua fine. Non gli importava la sua sofferenza, no. Solo la felicità del ragazzo che amava era importante.
Tirò un sospiro e si fece forza.
"Gliel'ho già detto signorino, lei è la cosa più importante che ho. Viene prima di ogni altra cosa, solo lei è realmente importante per me. E' questa la verità..."
Era davvero la verità in fondo. Kai era la sola cosa per cui valesse la pena vivere, la sola persona che contasse realmente. Avava solo omesso il perchè fosse così importante. Lo amava, ecco perchè... Lo aveva omesso, non aveva mentito... Allora perchè si sentiva come se il mondo gli fosse crollato addosso in quello stesso istante?

"Sei uno stupido Masa" disse il ragazzo con tono piatto e incolore. Strinse il bicchiere che aveva preso in mano per bere talmente forte da rischiare di mandarlo in frantumi, esattamente come il suo cuore.
"Ti ho dato la possibilità di farti perdonare, ma ancora tu cerchi di fuggire. E va bene, sono la persona più importante per te. Vengo prima di ogni altra cosa, ma non ti degni nemmeno di salutarmi quando te ne vai. Vuoi proteggermi a tutti i costi, ma non ti rendi conto che l'unico a farmi soffrire sei tu".
In quel momento alzò gli occhi divenuti luminosi e roventi per l'ira trattenuta. Una vampata vermiglia dipinse le sue guance. Si alzò di scatto dalla sedia e in un gesto repentino rovesciò il contenuto del bicchiere sull'uomo che gli stava straziando l'anima.
"E' perchè sono il figlio di mia madre, il frutto della donna che amavi, che mi consideri così importante?" la voce, fino a quel momento sicura e tranquilla, si era alzata follemente disturbando il silenzio di quel luogo solitario "Rispondimi, dannazione, rispondimi!!!"
Scoppiò in un pianto dirotto e si lasciò cadere sulla sedia nascondendo il volto nelle braccia incrociate sopra il tavolo.

Ecco lo aveva fatto di nuovo... Come sempre aveva rovinato tutto, e come sempre aveva ricominciato a scappare. Ma la paura di farlo soffrire era troppa per farlo ragionare. Se si fosse fermato un solo isante a considerare la situazione in maniera obiettiva, come era da lui, si sarebbe accorto dell'assurdità di ogni sua azione. Voleva proteggere la persona che amava dal suo stesso amore e invece finiva sempre e inevitabilmente per farlo soffrire più di chiunque altro. Ripensò un istante alle parole appena pronunciate dal ragazzo e per un istante la rabbia si impossessò di lui. Glielo aveva già detto e ripetuto: lui era lui e non sua madre! Era lui che voleva proteggere, era lui che amava, non un vago ricordo sbiadito dal tempo.
Si alzò dalla sedia e si inginocchiò accanto al ragazzo che piangeva disperato, mettendogli un braccio intorno alle spalle, mentre con l'altra mano gli acarezzava i capelli.
"Signorino Kai, mi perdoni di non averla salutata, è stato davvero stupido da parte mia..." Kai continuava a piangere e ovviamente lui sapeva che non era per quanto era successo quel giorno. Respirò a fondo e poi riprese a parlare con quanta più dolcezza poteva.
"Signorino... Lei non è importante perchè è figlio di sua madre come dice... Lei è il mio tesoro... Lei è tutto. Ogni cosa cosa gira intorno a lei, la mia stessa vita... Sua madre... Oh, l'ho amata sì, ma non di vero amore... Non dello stesso amore che provo ora..."
Adesso aveva rischiato davvero il tutto per tutto, adesso si era davvero lasciato andare ai sentimenti, cosa che non era certo da lui, ma non poteva permettere che quell'angelo sceso in terra continuasse a soffrire solo per la sua vigliaccheria. Per ora erano solo loro due la cosa importante, il resto poi si sarebbe risolto, in un modo o nell'altro...

Kai smise di piangere trattenendo il fiato. Aveva sentito davvero Masa dire che lo amava? Bè, no, in effetti lo aveva sentito dire che ora amava e basta... però il succo del discorso non cambiava, vero?
'O dei, fate che intendesse dire proprio quello, se mi illudo un'altra volta ne morirò!'
Sollevò un poco la testa e guardò l'uomo accucciato vicino a lui negli occhi profondi e scuri.
"Chi è la persona che ami, Masa?"
Si sporse verso di lui afferrandogli le mani stringendogliele in modo disperato.
"Ho bisogno di saperlo, ho bisogno di sentirmelo dire! Oh, Masa, ti prego! Soffro tanto..."
Si portò le mani ancora strette alle sue al viso premendosele sulla bocca e baciandone le dita freneticamente.

Quella era la tortura più dolce che avesse mai provato. Quelle labbra che gli baciavano le mani come se da quello dipensesse la loro stessa esistenza era quanto di più bello e dolce si potesse desiderare. Fece uno sforzo sovrumano per togliere le sue mani da quelle di Kai, che a quel gesto lo guardò perplesso. Ora aveva bisogno di lucidità, non poteva continuare a pensare a quante volte aveva desiderato, seppur nascondendolo anche a se stesso, baciare e fare l'amore con quel ragazzo. E lo aveva baciato, e aveva quasi fatto l'amore con lui... Ma adesso il passato non importava, come non importava cosa sarebbe successo nel futuro. Solo il presente era importante e in quel presente lui e Kai potevano finalmente amarsi, non voleva più fuggire.
"Lei... è lei signorino la persona che amo... Io... Ti amo Kai, ti amo con tutto il cuore e con tutta la forza che mi è concessa. Amo solo te, da sempre credo, non lo so... So solo che sei tu la sola persona che ho mai amato realmente. Mi potrai mai perdonare per tutte le volte in cui ti ho fatto soffrire?" E così dicendo rimise le mani dove erano fino a pochi istanti prima, sul viso del ragazzo e mentre lo guardava gli asciugava le lacrime che sembravano non voler accennare a smettere di scendere. Quante volte era stato lui la causa di quelle perle argentee che ora rigavano il viso di Kai? Non voleva pensarci, avrebbe trovato il modo di farsi perdonare ogni singola sofferenza.
Adesso che aveva finalmente ammesso di amarlo avrebbe avuto mille occasioni per renderlo felice... Che importava se stava andando contro ogni regola, contro ogni legge, contro la famiglia, contro quello che doveva essere il suo destino? Proteggere e servire Kai Sagano, questo si era ripromesso di fare e questo averebbe fatto per il resto della sua esistenza.
E tutto solo per amore. In fondo l'amore non guarda la classe sociale, non bada alle regole della società, non tiene conto del sesso, arriva e basta, ti colpisce in pieno petto e ti lascia un segno indelebile. Beh per lui quel segno era arrivato, l'amore lo aveva colpito con le sembianze di un ragazzo dai capelli castani e gli occhi scuri, che fingeva di essere un duro, ma che era solo molto fragile e insicuro. Lo avrebbe rassicurato lui, almeno per adesso. Il tempo non aveva più importanza per loro. Niente ne aveva più, solo loro due e il loro amore dovevano esistere ora.

Kai cinse il collo di Masa con le braccia.
"Ma certo che ti perdono, ti amo così tanto che non c'è niente che non ti perdonerei!"
Il cuore gli batteva così forte che gli faceva male.
Finalmente! Da quanto aspettava quelle parole pronunciate dall'uomo che gli era sempre stato accanto fin dal momento in cui era venuto al mondo!!! Tutta quell'inutile sofferenza, la sua e quella di Masa, tutti quei mesi, anni a domandarsi se ciò che provava era un sentimento giusto o legittimo. Il dolore che lo soffocava la notte facendolo svegliare sudato e tremante con un'irresistibile voglia di piangere.
La tenerezza che lo coglieva ogni volta che ripensava al tempo in cui Masa si considerava il suo fratello maggiore. L'angoscia che lo attanagliava quando si rendeva conto che il suo era un amore irrealizzabile e a senso unico.
Ma ormai tutto questo non aveva più importanza. Ora era finalmente tra le braccia della persona che amava e che lo ricambiava. Non c'era più niente da temere, niente che potesse ferirlo, si sentiva forte, potente, aveva di nuovo il controllo della sua vita.
Del suo cuore no. Quello lo aveva donato da troppo tempo all'uomo serio e gentile che gli era sempre stato accanto. Ormai era troppo tardi per riuscire ad averlo indietro. E in fondo non lo rivoleva!
Si strinse ancora di più a lui e gli strofinò una guancia sul collo forte sentendo guizzarne i muscoli in tensione.
"E' tutto troppo bello! Cosa farei se mi svegliassi e scoprissi che è stato solo un incredibile e meraviglioso sogno? Non riuscirei più a vivere se fosse così!"
Tremò leggeremente nel calore di Masa. Tutta quella felicità lo stava facendo impazzire! Sarebbe stato sempre così? Che importava! Quel momento era sublime e voleva goderselo fino in fondo.

"Certo che non è un sogno, perchè se fosse così, staremmo sognando entrambi, e entrambi non riuscirremmo più a vivere..." Masa continuava astare inginocchiato accanto a Kai, che si stringeva asempre più forte a lui.
Era successo miliardi di volte che si trovassero in quella posizione, ma ora era tutto diverso. Finalmente ora poteva dirgli che il solo stringerlo lo faceva sentire come in paradiso.
"Guardami Kai..." sollevò il viso del ragazzo con due dita, separandosi leggermente dall'abbraccio. "Ti amo... non mi stancherò mai di dirtelo, capito?" E sorrise di nuovo, o meglio non aveva più smesso di farlo. Perchè avrebbe mai dovuto?
Non era mai stato tanto felice in vita sua come in quell'istante. Lo sarebbe stato ancora? E che importava?
Kai gli sorrise di rimando, con gli occhi ancora velati dalle lacrime appena versate. "Sì, ho capito. Anch'io ti amo e te lo ripeterò ogni giorno della mia vita. Ti amo Masanori Araki!"
Masa non riuscì a trattenere una risatina. Vide Kai rabbuiarsi e capì che aveva frainteso. Doveva sipegargli perchè stava ridendo, primo perchè non era da lui e poi perchè era davvero una cosa molto divertente,a lmeno per lui!
"No che hai capito? Rido solo perchè è buffo sentirmi chiamare per nome da te!!"
E scoppiò a ridere più forte.
Kai si imbronciò guardando storto Masa. "Si può sapere perchè ti fa ridere così tanto? Se vuoi non ti chiamo più così. Mmh... vediamo" un lampo di malizia si accese negli occhi del ragazzo "E si ti chiamassi scoiattolino, o cucciolotto o... no, no, ho trovato: orsacchiotto! Che ne dici?" Si avvicinò di più a lui con un sorriso di sfida sulle labbra.
Masa cercò di tornare serio mentre si alzava e si sedeva su una sedia posizionandola dove era lui fino a pochi istanti prima. "Tu provaci e io ti chiamo piccolino..." disse sorridendo a sua volta.
Kai sussultò leggermente. "Fallo e te ne pentirai" sussurò tra i denti con espressione da piccolo teppista di provincia.
Masa scoppiò di nuovo a ridere dopo un istante in cui cercò di rimanere serio. Era troppo divertente guardare Kai che provava a fare il duro, anzi il teppista, quando si vedeva lontano dei kilometri che era fondamentlmente buono... forse solo un pò irrequieto....
Kai guardò un attimo Masa per capire osa gli satesse succendo, poi l'ilarità coinvolse anche lui.
La felicità era troppa per entrambi per cercare di contenerla, e il riso era il miglior modo per scaricare anche la tensione che si era accumulata.
Ma quella tensione forse non era ancora finita.
"Ehm... Araki-san? Mi scusi..."
Masa si voltò sorpreso a gurdare il cameriere in giacca bianca che era appena entrato e stava guardando i due che non facevano altro che sbellicarsi dalle risate, con Kai che stava appoggiato al petto di Masa che gli teneva un braccio intorno alle spalle.
"Si, mi dica..." Masa era tornato serio in meno di un nano-secondo. Va bene farsi vedere allegro da Kai, ma con gli altri doveva tenere un certo atteggiamento.
"Scusi se vi disturbo, ma c'è una telefonata per lei, se vuole può rispondere dalla hall..."
Masa rimase un attimo perplesso, aveva dato istruzioni precise di non essere disturbato se non in casi gravissimi.
Tolse il braccio che cingeva Kai e percepì il disappunto del ragazzo, ma cercò di non badarvi, sicuramente avrebbe capito... O almeno era questo quello che sperava...
"Signorino io devo andare a rispondere. Non so per quanto ne avrò faccia quello che vuole intanto, mi dispiace..." disse infine voltandosi per guardare negli occhi Kai e trovare solo rabbia mista a frustazione.
Aveva il cuore che gli si stringeva e una paura enorme di sbagliare di nuovo, ma non poteva non rispondere, se fosse successo qualcosa al padre di Kai?
Uscì dalla sala seguendo il cameriere, cercando di non voltarsi a guardare il ragazzo che era ancora seduto.
Quando prese in mano la cornetta, pregò che Kyosuke avesse qualcosa di molto, molto, molto urgente da comunicargli, o lo avrebbe ucciso con le sue mani al ritorno!
"Kyosuke?"
"Capo! Come fai a sapere che sono io?"
"Perchè solo tu oseresti telefonarmi... Che cosa è successo?"
"Capo, ti ricordi la riunione per decidere le sorti di quel gruppo di affiliati?"
"E allora?" Masa stava cominciando ad innervosirsi. Davvero lo aveva disturbato per un motivo tanto sciocco??
"Beh, molti degli uomini credono sia meglio farla in settimana, in modo da risolvere la situazione al più presto..."
"No." Che cavolo gli era venuto in mente di rompergli le scatole per anticipare una stupidissima riuniune??
"Ma capo, vedi..."
"Kyosuke ti ho detto di no, la riunione resta fissata per la settimana prossima. Se mi telefoni ancora per sciocchezze simili..." Kyosuke non gli permise di finire la frase.
"Sì, sta tranquillo capo, non ti chiamerò più a meno che non sia davvero urgante."
"Bene"
Masa riagganciò la cornetta. Non sapeva davvero che fare adesso. Se Kai fosse stato arrabbiato, come era giusto che fosse, allora sarebbero stati guai grossi. Proprio adesso che tutto sembrava risolto...
"Il Signorino Kai dov'è?" chiese al camerire che stava riassettando la sala da pranzo ormai vuota.
"Ha chiesto dov'era la piscina."
"Grazie."
La piscina? Forse un modo per farsi perdonare di nuovo ce lo aveva. Salì in camera sperando di aver messo il costume da bagno in valigia.

Ecco, era successo un'altra volta! Masa lo aveva di nuovo lasciato solo per i suoi stupidi impegni! Neanche in quel giorno speciale potevano lasciarli in pace?
Lo sapeva! Era tutto troppo bello perchè potesse durare! Ovviamente non poteva essere felice per più di cinque minuti di orologio!
Kai sbuffò passandosi una mano tra i capelli. Era incavolato nero! Aveva una gran voglia di mettersi a piangere ed urlare! Sì, bella reazione. Proprio da persona matura, tanto per dimostrare a Masa che era un ragazzo affidabile con cui poteva instaurare un rapporto serio e duraturo.
Era troppo nervoso per continuare a stare lì con le mani in mano, e rimuginare su ciò che era appena successo e su ciò che ancora poteva succedere non lo aiutava di sicuro. Decise di trovarsi qualcosa da fare. Tanto Masa gli aveva detto di non aspettarlo, giusto? Bene, avrebbe fatto come gli era stato detto allora.
Si alzò dalla tavola e subito un cameriere gli comparve discretamente al fianco.
"Il signorino non mangia?"
"No, mi è passato l'appetito!"
Stava per allontanarsi quando fu colpito da un'idea improvvisa.
"Senta... questo albergo ha una piscina al chiuso, giusto?"
"Certo, signorino. Si trova nella depandance principale".
"Ah, bene. Grazie".
Kai si diresse subito verso la sua camera dove si cambiò mettendosi il costume da bagno che si era portato dietro per ogni evenienza e un accappatoio. Raggiunta la piscina, vi si tuffò subito dentro, cominciando a nuotare con vigorose bracciate. Decisamente l'idea di venire lì era stata buona! Finalmente si stava rilassando.
Lasciò andare le membra, chiudendo gli occhi e trattenendo il respiro finchè non si trovò nella posizione 'a morto'. Rimase così per qualche minuto. La mente libera dai pensieri. Libera dalle preoccupazioni.
E se Masa se ne fosse andato di nuovo? Se, uscendo dalla depandance, semplicemente non lo avesse più trovato e non avesse lasciato detto niente?
No, non ci voleva pensare adesso! Dopo... dopo se mai ci avrebbe riflettuto e avrebbe trovato una soluzione. Questa volta definitiva.


"Merda!" urlò Masa alla sua valigia, che apparentemente non conteneva nessun costume da bagno.
Aveva ravanato per cinque minuti buoni, ma niente.
Eppure si ricordava vagamente si avercelo infilato.

Rovesciò il contenuto della borsa su letto, ed iniziò a buttare sul pavimento tutto ciò che non fosse almeno simile ad un paio di shorts da bagno.
Alla fine li trovò.
Un paio di boxer di elastam nero, attillati al punto giusto, molto simili a dei corti ciclisti aderenti.
"Merda!" ripetè guardando l'orologio.
Sicuramente Kai lo aveva già dato per disperso.
Si cambiò, prese al volo un asciugamano ed uscì dalla stanza senza nemmeno preoccuparsi di darle un aspetto decente, precipitandosi giù per le scale, diretto verso la piscina.
Si fermò davanti alla porta chiusa.
Fece un respiro profondo, cercando di calmare i battiti forsennati del suo cuore.
"Ragazzi come sono agitato..." si disse prima di entrare.


Kai era ancora disteso sull'acqua, con gli occhi chiusi.
Sentì chiaramente la porta aprirsi, e si concesse di sbirciare appena, per vedere chi fosse il nuovo arrivato.
Quando vide il volto di Masa il suo cuore mancò un battito.
Allora non se ne era andato.
Era rimasto, ed ora era lì per lui.
Avrebbero fatto il bagno insieme e...
Riaprì gli occhi ancora un istante, e il suo sguardo si posò sul corpo perfetto di Masa, sui suoi muscoli torniti, sugli addominali scolpiti, su quei boxer tanto stretti che niente era lasciato all'immaginazione (sbaaaaaaaaav *çç* NDnoi)
Chiuse di nuovo gli occhi.
Il suo corpo stava reagendo in modo inequivocabile a quella visione.
Pensò per un attimo al suo costumino azzurro, e si vergognò.
Era davvero una cosa da bambino.
All'improvviso un urlo squarciò il silenzio della piscina, infrangendosi e moltiplicandosi nel vuoto di quell'ambiente.


Era appena entrato, ma non riusciva a vedere Kai.
Si guardò intorno per qualche istante.
Dove si era cacciato il suo dolce koibito?
Poi lo vide.
Era steso sull'acqua, gli occhi chiusi, i capelli baganti appiccicati alla fronte, la pelle pallida, il corpo immobile.
Sembrava privo di sensi.
"KAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII" urlò l'uomo tuffandosi in acqua e raggiungendo il ragazzo con poche bracciate.

Kai aprì gli occhi, mentre due braccia forti gli avvolgevano la vita,
stringendolo contro un petto caldo.
"Ma... Masa... che succede?" disse Kai stordito.
"Oddio... credevo fossi svenuto... che paura ho preso... non farmi mai uno scherzo simile" rispose Masa raggiungendo le sue labbra e iniziando a baciarle e a morderle, come se fosse l'ultima volta.
Kai si lasciò trasportare dall'emozione del momento e ricambiò quel bacio, lasciando libero accesso alla lingua di Masa, che si intrufolò curiosa nella sua bocca, esplorande ogni centimetro, lottando con la sua per il predominio, e inondandolo di calore.
Kai si staccò per primo, a riprendere fiato, soffermandosi a guardare l'uomo che tanto amava negli occhi.
"Ti amo tanto Masa..." disse in un sussurrò, prima di rituffarsi nella morbidezza di quelle labbra tanto desiderate.

"Anche io ti amo tanto" rispose Masa con dolcezza, perdendosi in quella bocca calda, e che sapeva di buono.
Dal centro della piscina si spostarono verso il bordo.
Masa chiuse Kai tra sè e la ceramica fredda, provocando a Kai brividi d'eccitazione in tutto il corpo: da una parte il calore soffocante di Masa, dall'altra il contrasto gelido delle piastrelle.
La mani di Masa percorrevano ansiose il corpo del ragazzo, che aveva circondato con le gambe la sua vita, cingendolo in un abbraccio voglioso, e facendo premere la sua viriltà ormai tesa contro il suo stomaco.
Tocchi e gesti d'amore, sempre più intimi e sensuali.
Le labbra di Masa vagavano infuocate su quel corpo giovane e perfetto, baciandone la pelle rosa, mordendo i capezzoli duri.

Kai gemeva e si contorceva sotto quei tocchi sapienti, accarezzando dolcemente la schiena muscolosa dell'uomo, al quale cercava di stringersi il più possibile, nemmeno avesse paura che potese fuggire da un momento all'altro.

Masa prese Kai di peso e lo fece sedere sul bordo.
Si sollevo appena sui gomiti, ed ecco che era all'altezza giusta.
Sfilò il costume al ragazzo e si fermò estasiato di fronte a quello che presto sarebbe diventato il suo nuovo strumento di piacere.
Ne baciò piano la punta e leccò i contorni dell'asta, facendo gemere il ragazzo e crescere la propria eccitazione.
Kai muoveva i fianchi contro la sua bocca chiedendo l'appagamento che Masa non tardò a concedergli.
Lo prese completamente in bocca, iniziando a pompare con foga, sempre più forte, lasciando che le sue mani corressero libere lungo il corpo del ragazzo, fino a raggiungere la piccola fessura, della quale presto sarebbe diventato unico padrone.

Ed ecco che Kai venne copioso nella bocca del suo koibito, frastornato e stordito dalla potenza di quell'orgasmo, così diverso da quelli provati fino ad allora.
Sagano si abbandonò nell'abbraccio dell'uomo, scivolando di nuovo nell'acqua, e avvinghiandosi a quel corpo che tanto amava.

Masa lo baciò di nuovo con trasporto, mentre due delle sue dita entravano distratte nella piccola fessura di Kai, facendolo gemere nella sua bocca, per il dolore e la sorpresa.
Kai susultò, ma presto il fastidio venne sostituito da qualcosa di diverso, sempre più forte, che gli provocava scariche di puro piacere lungo tutto il corpo.
Ma ecco le dita scomparire, sostituite da qualcosa di molto più grosso.
Con la coda dell'occhio Kai vide i boxer neri di Masa galleggiare sul pelo dell'acqua, mentre la sua virilità enorme entrava piano dentro di lui.

Masa prese le gambe di Kai fra le sue braccia, sollevandolo per prenderlo meglio, e penetrarlo completamente.
Non appena avvertì i muscoli del ragazzo rilassarsi, entrò di prepotenza in lui, iniziando a spingere con forza e dolcezza, strappandogli gemiti sempre più potenti.

Kai si sentiva colmato fino all'inverosimile.
Pieno il suo corpo, piena la sua mente, pieno il suo cuore...
Sentì una mano grande avvolgere la sua virilità risvegliata ed iniziare a massaggiarla, seguendo il ritmo delle spinte, che si facevano sempre più sostenute.

Masa era al settimo cielo.
Era la miglior esperienza sessuale della sua vita.
E' proprio vero che il sesso è molto più bello se c'è amore.
Sentiva l'acqua lambirgli i fianchi, sollevata dai movimenti quasi sismici che entrambi compivano, uno contro l'altro, uno dentro l'altro, in un coro di gemiti e di bassi ansiti, mentre ogni secondo aumentava la voglia che avevano uno dell'altro, e l'amore che li riempiva raggiungeva vette mai conosciute da nessuno dei due.
Poi una sensazione nuova e strana si fece largo nei loro corpi.
Una scarica potente, che partiva dal basso e saliva su su verso il cervello, fino ad esplodere nel pieno dell'orgasmo, ricolmandoli d'amore.
Si accasciarono uno sull'altro, stanchi e felici, come mai lo erano stati.

Kai si accorse di essere venuto direttamente nell'acqua, e si augurò che fosse cambiata prima dell'apertura dell'albergo.
Soffocò una risata sulla spalla di Masa, che gli accarezzò i capelli umidi, mentre i loro amici del piano di sotto erano già pronti per il secondo round.
Ma nè Kai nè Masa volevano farlo ancora lì.
Per la loro ormai seconda volta avevano bisogno di un letto caldo, e di lenzuola con cui coprirsi dopo, e sotto le quali dormire insieme.
E fu così che si svegliarono la mattina dopo, nel letto della stanza di Kai, avvolti dalla seta morbida delle lenzuola bianche, e ricolmi di quell'amore che da sempre albergava nei loro cuori, ma che quella notte aveva preso la forma di due corpi uniti, un'unione che entrambi speravano sarebbe durata per sempre.

Masa era sveglio già da un pò e se ne stava a contemplare il suo koibito che dormina teneramente rannicchiato tra le sue braccia, con la testa poggiata al suo petto.
Era una sensazione così rilassante. Non che non avessero mai dormito insieme, o che non si fossero mai rovati in quella posizione al risvelgio, ma ovviamente le cosa erano diverse quella mattina, le sensazioni lo erano...
Non credeva di essere mai stato tanto felice in vita sua, era troppo bello per essere vero, sicuramente doveva essere un sogno.
Per un attimo guardò più intensamente il ragazzo che dormiva beato al suo fianco e si disse che per forza doveva esserlo, perchè nella realtà non era possibile che un angelo dormisse accanto a lui, e invece...
Quella notte avevano fatto l'amore, la loro prima volta era stata in una piscina... strano posto, ma sicuramente era stata la più bella esperienza della sua vita. E non solo dal punto di vista puramente fisico, certo che no... Tutta la sua anima era stata coinvolta, non solo il suo corpo.
Finalmente aveva fatto l'amore con il ragazzo che amava... da sempre forse, anzi sicuramente da sempre... Quando era ancora un bambino provava una sorta di affetto paterno per quel marmocchietto, ma poi... Non sapeva bene qunado era successo, ma era successo e basta, si era innamorato del suo bon ,nonostante fosse appunto il suo bon.
Ma che importanza poteva mai avere se adesso era felice?
E lo era, eccome se lo era.
Strinse più forte a sè il corpo del ragazzo che ancora era nel mondo dei sogni sperando con tutto il cuore di essere al centro. Poi riflettè un attimo e si disse che non ne aveva certo bisogno, in fondo lui era la sua realtà, ora.

Kai uscì a fatica dalle dolci trame del sonno. Sentiva un tepore caldo e confortante avvolgerlo. Era felice. protetto, finalmente al sicuro.
Non voleva aprire gli occhi. Preferiva lasciarsi cullare dalle sensazioni che lo portavano alla deriva in un mare di infinita dolcezza.
Lentamente, i ricordi del giorno prima si riaffacciarono alla sua mente.
Aveva fatto l'amore con il suo adoratissimo Masa! Per la prima volta in vita sua si era sentito appartenere completamente a qualcuno come mai prima d'allora era successo. Il corpo di Masa stretto al suo, sentirlo dentro di sè, essere avvolto dalla sua anima incandescente! Tutto questo era mille volte più bello e più appagante di qualunque sogno avesse fatto prima d'allora.
All'inizio aveva avuto un po' di paura, doveva ammetterlo. Ma non era stato come l'altra volta.
Quando aveva avuto la crisi, la volta in cui Masa stava finalemente per dimostrargli i suoi sentimenti, aveva rivussito l'incubo dello stupro. Aveva la sensazione di avere di nuovo le corde che gli graffiavano la pelle delicata dei polsi. Aveva risentito su di sè le mani umide e invadenti di quel ragazzo, il freddo del metallo della pistola e poi la morsa in cui gli stringeva la gola fino a fargli mancare l'aria e soffocarlo.
Kai rabbrividì a quel pensiero.
Poi si ricordò del giorno prima. La sua paura non era nata dal rivivere scene sgradite di quel periodo buio che aveva dominato il suo passato. La paura nasceva dal timore di poter avere una nuova crisi e mandare a monte un'altra volta il fragile pezzetto di felicità che così duramente aveva ottenuto. Ma per fortuna non era successo. Era riuscito ad abbandonarsi completamente alla magia che il corpo caldo di Masa aveva operato su di sè.
Tutto del rifiuto di suo padre quando aveva scoperto che si era innamorato di un uomo. Tutto della delusione di quando aveva scoperto che Samejima sempai era innamorato di suo fratello. Tutto del suo rapimento e del dolore e dell'umiliazione che aveva provato.
Solo Masa aveva importanza. Solo Masa e ciò che provava per lui.
Si mosse stiracchiandosi nell'abbraccio protettivo del suo amante.
Era giunta l'ora di smettere di sognare e tornare alla più felice delle realtà.

"Mmhh..." mugulò Kai strofinando il naso sul collo del suo innamorato. Aprì un occhio e vide il volto di Masa spiegarsi in uno splendido sorriso che gli provocò una scarica elettrica lungo la schiena e che gli fece dolere il cuore.
"Buongiorno" sussurrò sull'orlo delle lacrime senza sapere neanche lui perchè avesse una così gran voglia di piangere.
Masa sorrise raggiante nel vedere gli occhi del suo amore che lo guardava, ma si accorse immediatamente che qualcosa non andava. Kai era chiaramente molto scosso, lo conosceva fin troppo bene, sembrava quasi stesse per piangere.
Ma perchè?
"Buongiorno... tutto bene Kai?" chiede titubate. Forse Kai si era pentito e se così fosse stato...
"S- sì..." Kai non riuscì atrattenersi e alcune lacrime cominciarono a solcargli il viso provocando il terrore negli occhi di Masa.
Il giovane Sagano gli si fece più stretto nascondendo il volto nell'incavo della sua spalla.
"Ti amo tanto Masa! Ti amo talmente tanto che il cuore mi fa male. Eppure non sono mai stato più felice di così in tutta la mia vita! Non è strano? Non è incredibile? Sono al settimo cielo e ho paura perchè se qualcosa dovesse andare storto e io mi ritovassi a precipitare, la caduta mi sarebbe letale da questa altezza!"
Masa sorrise. Era stupefacente come entrambi provassero la stesaa immensa gioia e la stessa grandissima paura.
"TI amo Kai, capito? Niente e nessuno mi porterà via da te e non permetterò a nessuno di toglierti dalle mie braccia, sono stato chiaro? Non andrà storto niente, te lo prometto, e se anche ci dovessero essere dei problemi li supereremo sempre insieme... Io e te non ci lasceremo mai, vuoi? O forse per te è troppo pensare che..."
Masa si interruppe, forse non era quello che Kai voleva passare il resto della vita al suo fianco, forse per lui era solo una cosa passeggera...
Kai alzò lo sguardo e fissò Masa direttamente negli occhi.
"Io voglio te al mio fianco in ogni ora, minuto, secondo della mia vita. Insieme... insieme supereremo tutto. Hai ragione tu, amore mio. Ci basterà stare assieme".
Il ragazzo sorrise finalmente in pace con sè stesso e con il mondo intero. Niente e nessuno avrebbe potuto rubargli la sua felicità finchè avesse avuto Masa accanto a sè.
Masa si rilassò e riprese a sorridere. Avevo lo stesso sorriso di un bambino in un negozio di dolci, il ritratto della felicità. E come sarebbe potuto essere il contrario?
Aveva finalmente il suo amore accanto, sapeva che lui lo amava e che voleva restare al suo fianco. Che poteva volere di più?
Una vita senza pericoli, in cui non era un appertente di uln clan yakuza... Ma che importava se aveva la vera felicità?
Niente.
"Kai sei la cosa più bella che si possa desiderare e solo adesso che tu sei al mio fianco questa si può chiamare vita. Ti amoe ti amerò sempre."
Si abbassò e baciò Kai con tutto l'amore che sentiva. Quello era l'inizio della sua... della loro vita.

OWARI