Pat stava giocando e come suo solito aveva fatto due goal.Il pubblico era impazzito.
Non si era aspettata questo entusiasmo da persone di norma calme di natura,
gli Inglesi. Mentre giocava si era girata verso la gradinata ed aveva
visto una ragazza che la guardava con un desiderio quasi spasmodico. Questo
le fece ricordare quando anche lei aveva fatto la stessa cosa e come era
stata difficile la strada per arrivare al successo. Tre anni prima era
una ragazzina appassionata di calcio ed era menager di una squadra. Aveva
però notato che questo non le bastava.
Lei adorava il calcio ed il suo sogno era di giocare in un campo odoroso
e ricco di erba assieme ad altri giocatori ed avere una calca che la applaudiva.Ma
purtroppo le donne non potevano giocare in modo professionistico a questo
gioco anche se ne sapevano molto di più dei colleghi maschi.Certo
fare la manager e pulire e lavare panni e palloni era un'attività
che una ragazza poteva fare. Giocare no. Quando però finivano gli
allenamenti allora si che lasciava perdere tutto, si legava i capelli
e metteva un berretto con visiera e poi giocava. Lei e il pallone .Non
esisteva altro.
Faceva pallonetti, tirava calci lunghi e sparava il suo tiro segreto,
chiamato "la spirale del serpente". Faceva sempre goal. Ed il
tiro era potentissimo.
Girava come un tiro ad effetto sempre più veloce sempre più
veloce fino a sparire per poi ritrovarsi in rete, con lo stupore generale.
Fino ad ora però nessuno mai l'aveva vista in azione a parte suo
cugino, calciatore
in una squadra di professionisti. Dopo circa un mese che faceva allenamenti
solitari, un ragazzo che giocava nella squadra più famosa del momento
e ne era capitano, l'aveva vista.Ne era rimasto incredulo soprattutto
quando aveva fatto il suo tiro. Aveva deciso che doveva diventare uno
dei suoi ,quel ragazzo. Così il giorno dopo si era andato ad informare.
Aveva visto solo una ragazzina con i capelli rossi che puliva un pallone.
Si era fermato ed aveva chiesto."Conosci un ragazzo che gioca verso
le 17:00 e che porta un cappellino da football?. Gioca in modo fantastico.
Volevo averlo per un provino."Lei lo fissò e sorrise perché
si era resa conto che si parlava di lei.Poi lo guardò meglio e
lo riconobbe.Quel ragazzo era il capitano della mitica Astley e che poteva
essere la chiave
delsuo successo.
"Quel ragazzo io lo conosco, se vuoi gli dico quando e dove deve
venire."
"Alle 18:00 domani al campo della scuola Astley ".
"Ok"
Un urlo di felicità la fece tornare al presente. Ancora nessuno
aveva scoperto il suo segreto ed ora veniva definita come la stella del
calcio professionistico giovanile. Il Kaiser veniva chiamata in Europa.Dopo
tre anni di calcio lei aveva inventato altri tiri, ma ancora ricordava
come si faceva la spirale del serpente. In onore dei vecchi tempi decise
di rifarlo e tirò da fondo campo. Fu un mega tiro e fu un altro
goal. Il portiere
rimase senza fiato. Nessuno mai aveva tirato una bomba così forte
e per di più dall'altra metà campo, quella avversaria.Si
meritava di essere chiamata il Kaiser, ossia l'imperatore. Dove la mettevano
lei giocava. Sapeva giocare in tutti i settori.Era una maga. Infatti l'avevano
messa a giocare insieme al migliore della squadra, il capitano ovviamente,
Alan, che non aveva difficoltà .Anche lui era un campione. Questo
la fece sorridere, perché neanche a farlo apposta, era sempre lui
che tre anni prima aveva giocato con lei contro il resto della squadra,
per farla entrare.Era un'altra squadra con altri ragazzi, ma questo ormai
non aveva mportanza.
Erano diventati con il tempo ottimi amici.Ovviamente neanche lui sapeva
che era una lei.Molti si sarebbero chiesti come aveva fatto a prendere
tutti in giro quel giorno. Si era messa una panciera al livello del seno
e
se lo era appiattito, poi aveva messo una T-shirt larga ed un pantalone
di una tuta con scarpe da ginnastica.Per essere sicuri si era andata a
tagliare i capelli.
E poi finalmente il giorno arrivò. Era emozionata ma decisa.Prima
di lei c'erano altri ragazzi.Lei studiò i movimenti di tutti i
concorrenti ed anche dei giocatori della squadra.Erano tutti lenti i concorrenti
ed i giocatori veloci, a parte uno di essi che era poi quello che l'aveva
chiamata per il provino che era eccezionale. Non solo veloce ma bravissimo
nei movimenti ed in agilità.Lei era alta per la sua età,
ma bassa in confronto a tutti quei ragazzi. Infatti quando arrivò
il suo turno, Marc un ragazzo della squadra, le disse:
"piccolino, perché non torni nella culla dai tuoi genitori?"
Tutti si aspettavano una risposta tagliente oppure un moto di stizza.
Lei li sorprese.
"Non conta l'altezza, ma conta il gioco."
Poi non parlò più e si mise a correre a destra e sinistra
scartando tutti i vari giocatori. Driblando, saltando ed alla fine con
una rovesciata aveva fatto goal.Lei continuò dopo essersi fermata
a parlare con Marc
"Vuoi sapere i tuoi punti deboli?Sei lento e non scarti bene. Devi
avere più forza e più agilità sulle gambe se non
vuoi essere battuto. Se vuoi posso aiutarti.."
A questo punto tutti si zittirono. L'allenatore fece andare via tutti
i concorrenti tranne lei che era passata al livello 2.
"Adesso giocherai con Alan, il capitano, contro gli altri. Dovete
fare gioco di squadra e passaggi ed alla fine per passare definitivamente
tu dovrai fare goal."
Così ripartì. Scoprì che Alan era bravo davvero.
I suoi tiri erano precisi ed arrivavano ai suoi piedi senza sbagliare.
Dopo vari palleggi, scarti e dribling, lei decise di fare un goal da metà
campo. Infatti si preparò e fece il suo tiro micidiale. Fu goal
e così fu ammessa.
Questo fu l'inizio della sua carriera e della sua amicizia con Alan.Un
altro urlo la portò di nuovo al presente. Alan la stava incitando
a passargli la palla.Così fece e si scambiarono un sorriso di intesa.Ovvio
che fece
goal anche lui. La partita era finita.Avevano vinto, per quattro a zero.Come
al solito i giornalisti sportivi le si avvicinarono. Lei che prima era
più che contenta di parlare con loro, adesso non vedeva l'ora di
andare
a fare la doccia.Così fece una delle sue corse a perdifiato per
scansarli.
Uno non mollava e la seguì per un tratto, poi non abituato si fermo'.
Alan da dietro rideva. Sapeva l'avversione che Pat aveva per i giornalisti
in generale. Riuscì ad arrivare agli spogliatoi. Qui lei vide se
c'era qualcuno in giro. Tutti erano andati via, non poteva farsi vedere
come era in realtà. Sarebbe potuto venire l'infarto a qualcuno.
Infine decise che forse era meglio andare a casa sua a fare la doccia.
Se passava qualcuno da lì l'avrebbe vista e lei non voleva niente
di tutto ciò. Certo fingere
un'identità che non era la sua per tre lunghi anni, era massacrante,
ma il raggiungimento dei suoi sogni era molto più importante, anche
se doveva rinunciare ad una vita sentimentale.Come ragazzo era molto ricercato.
Rise. Le fans non le davano tregua e molte dicevano di amarlo. Rise di
nuovo.Ma comunque una vita normale non sarebbe stata possibile ormai.
Non avrebbe mai rinunciato ai profumati campi erbosi di calcio, per nessun
motivo al mondo, neanche per amore. Così invece di farsi la doccia
uscì prese il borsone e si avviò verso la sua "Camilla",
automobile che
l'aveva accompagnata per tutta la sua avventura. Era una cinquecento modello
vecchio, tutta blu, ma funzionava benissimo. Si, poteva comprarsene un'altra
ma perché poi, se lei era l'unica a sapere del suo segreto ?Così
entrò e mise in moto e poi partì verso casa sua. Arrivata
,si spogliò e riempì la vasca da bagno con schiuma e profumi
alla rosa ed entrò. Le ossa si rilassarono istantaneamente. Questa
era la sua unica concessione alla femminilità, si immerse sott'acqua,
era splendido.Rimase così per una buona mezz'ora. Poi si alzò
per prendere un'asciugamano. Mentre se la avvolgeva intorno alla vita
e scendeva dalla vasca si guardò allo specchio. I capelli rossi
che un tempo erano stati lunghi, ora erano tagliati alla
maschietto.
I suoi occhi azzurri erano ricchi di gioia e la sua pelle di solito bianca
era rosea per il calore .Le sue labbra erano morbide e sexy. Le sue ciglia
erano lunghe. Il suo corpo era ricco di forme, forse eccessivamente
ricco.Le unghie erano corte e non lunghe come quando era una menager.
Però ora non doveva più pulire i palloni ed i panni dei
giocatori. Non erano smaltate, ma che importanza aveva? Lo squillo del
telefono la riportò alla realtà.Così andò
a rispondere.Era Alan che voleva sapere se lei (lui) voleva festeggiare
la vittoria con tutti i giocatori la sera. Lei disse di si.
Dopodichè decise di farsi una doccia, per togliersi il profumo
di rose con Patrick Noire.Poi si mise un po' di profumo maschile, Brooksfield
ed indossò l'amata panciera.Poi mise un Jeans con felpa grigia
con cappuccio. Scarpe da ginnastica bianche con una striscia blu, le sue
preferite.Si pettinò e si guardò
nuovamente. Era pronto. Vide un bellissimo ragazzo .Si, poteva far perdere
la testa a tutte. Rise .Prese la giacca, le chiavi e si diresse verso
l'amata Camilla per raggiungere gli amici. Arrivato al campo, si fermò.
Qui c'erano già tutti, come al solito era l'ultimo ma sempre il
più ricercato.
Tutti lo salutarono e si congratularono per la vittoria. L'unico che non
lo fece era Alan, perché era stato anche merito suo. D'altronde
erano entrambi dei campioni. Passò del tempo per decidere cosa
fare, come
in ogni comitiva. Alla fine si decise per un disco pub.Alan e lei non
amavano ballare, come gli altri, però apprezzavano la buona musica
ed il buon cibo. Passarono una splendida serata, anche se dovettero stare
attenti perché anche lì c'erano fans che li riconobbero.
Si ballò, si mangiò.
Una ragazza invitò a ballare Alan, che inizialmente non voleva
andare, ma poi si decise.In fondo era molto timido. Lei ripensò
a suo cugino che le aveva insegnato tutto ciò che ora sapeva. Sentiva
la sua mancanza. Lui Quando vide i due ballare si ricordò che il
suo primo ballo l'aveva fatto proprio con arc. Incredibilmente il suo
secondo proprio con Alan, anche se lui non lo sapeva. All'epoca lei era
in secondo liceo e lui in
terzo.Ad una festa visto che era sola, lui le si era avvicinato e lei
era andata.Sembrava passata un'eternità. Non poteva aver sbagliato.
Non era cambiato molto a parte l'altezza e l'ampiezza delle spalle.Era
parecchio più alto ora, certo e lo sguardo era cambiato.Non era
più quello di un ragazzino ma quello di un uomo. Anche il suo era
cambiato. Era quello di un uomo vero e rise. Il giorno dopo l'allenatore
della squadra, decise che bisognava partire per la Francia, visto che
il campionato mondiale giovanile, continuava là. Pat ed Alan erano
contenti della cosa, anche perché avevano degli amici lì,fatti
nel campionato di due anni prima.Pierre Le Blanc, era un campione. Quest'anno
avrebbero vinto.Non potevano perdere.Pat si
ricordò in che modo lo aveva incontrato.Stava tranquillamente camminando,
quando aveva visto un ragazzo biondo, muscoloso ed alto, che palleggiava
e driblava.Era solo.Lei vide che quel ragazzo amava il calcio, come lei.
Erano simili.
Il fuoco nei suoi occhi era inequivocabile. Lei gli si avvicinò.
Non sapeva il francese, ma in compenso, l'nglese lo parlava benissimo.
"Ciao, sono Pat" "Sono Pierre" "Posso giocare
con te?" "Sì". Così non ci fu più
spazio per le parole. Giocarono, anche se lei era più bassa di
lui di parecchi centimetri, Pierre capì che chi giocava con lui,
era un campione.
Fecero una splendida partita, anche se erano solo in due. Era come se
in campo ci fossero un puma ed un leone; entrambi combattivi e grintosi,
con una gran voglia di vincere. Alla fine sudati ed amici, si strinsero
le
mani.Avevano pareggiato. Tornò al presente.Chissà com'era
cambiato e come il loro gioco era migliorato. Lei,due anni prima, non
era ancora capace di giocare in tutti i ruoli.Ora sì. Certo, l'amore
per il pallone, portava a fare tanta amicizia. Non c' era niente di più
bello al mondo. Partirono con l' Air France, non ci misero molto tempo.
Con il pullman arrivarono all' albergo.
Parigi era splendida.All' albergo c' erano tutti giocatori, anche Pierre.Era
cambiato? Si, moltissimo.Era più alto,molto più alto, più
muscoloso, più bello.I capelli biondi si erano allungati un po'.Doveva
arrivare al
metro e novanta cm, almeno. Anche Alan l'aveva riconosciuto.Entrambi si
avvicinarono al ragazzo.Tra pacche di benvenuto e abbracci, i ragazzi
entrarono in albergo. Poi Pat vide un po' più in là, una
ragazza, anche lei bionda, longilinea. Stava pulendo un pallone.Lei, gli
si avvicinò.In realtà si avvicinò a Pierre che la
presentò.
"Lei è la nostra menager Amy."
"Piacere di conoscerti Amy, io sono Pat"
"Io Alan".
"Ti piace fare la menager?"
"Si"
disse lei e poi abbassò lo sguardo.Il fuoco nei suoi occhi la smentì.A
lei sarebbe piaciuto giocare nei campi profumati ed erbosi, in mezzo ad
una calca che applaudiva, come era successo a se stessa.Si ripromise
di insegnarle. Forse, pensò sapeva già giocare e di nascosto
lo faceva.Così la salutò ed andò via.Il giorno dopo
fu ricco di avvenimenti.
Giocarono quasi tutto il giorno. Lei si divertiva e le piaceva. Non le
pesava per niente. Vedeva molti giocatori stanchi ed affannati. Lei no.
Avrebbe giocato anche tutta la notte, tanta era la voglia. Vide Alan.
Anche lui aveva questa smania e come loro anche tutti i campioni come
Pierre, o come Carl Hainz Schnider attaccante della Germania. Infatti
decise di fare un gran tiro. La sua ultima invenzione. Alan se ne accorse
dallo scintillio che le passò negli occhi. Un giocatore le passò
il pallone e lei fece un salto mortale e poi un tiro mega galattico dove
la palla fece l'effetto di una spirale e poi scomparve per entrare in
rete. Chi ha detto che il meglio del gioco si deve fare solo nella partita,
anche in allenamento.
Tutti rimasero senza fiato come al solito. Un ragazzo che passava di là,
anche lui calciatore rimase incredulo avanti alla bravura di questo campione.
Era solo un anno che giocava ma non aveva mai visto tanta bravura e talento.Sembrava
magia e non calcio. Si mese poi a correre visto che il pallone una volta
entrato in rete faceva un balzo ad effetto e tornava in dietro.
Via un altro tiro, questa volta solo una scivolata. Fu goal di nuovo,
il portiere non se ne accorse neanche. L'unico ruolo che non sapeva fare
era proprio questo. Perché no? Era tempo di imparare. Ma adesso
doveva andare .Era il momento di Amy. Così dopo una bella doccia
calda all'albergo si vestì con una tuta e poi andò. Lì
a Parigi sarebbero rimasti solo 15 giorni giusto il tempo delle eliminatorie
e la partita finale.
Quindinon doveva perdere tempo.Chissà forse Pierre e gli altri
si stavano ancora allenando. Arrivò. Lui stava lì da solo
e stava tirando in rete. Lo capiva.
Anche lei non avrebbe mai smesso, era più forte di lei. In un angolo
da sola con occhi adoranti sul pallone c'era Amy. Come era successa un'altra
volta si avvicinò al ragazzo e lui accortosi della sua presenza
senza parlare ma sorridendo le passò il pallone. Fu magia. Non
c'era modo di descrivere ciò che loro facevano. Era una cosa incredibile,
bellissima.
I piedi tiravano, driblavano, passavano, calciavano, combattevano tra
loro.I visi dei due erano contenti e ricchi di gioia. Dopo un'oretta abbondante
entrambi smisero e si strinsero le mani.
"Non posso crederci. Gli altri se ne sono andati da tempo, ma io
non c'e la facevo, dovevo, volevo giocare."
"Ti capisco, anche per me il pallone è il migliore amico."
Dal borsone prese un'asciugamano e si asciugò il sudore.Poi si
avvicinò ad Amy. La salutò e poi prendendola per mano le
disse
"vuoi imparare a giocare a calcio?"
Lei lo guardò con una speranza senza fine.Non c'era bisogno di
una risposta, infatti Pat si avvicinò al primo pallone che vide
e la incitò ad alzarsi.
Pierre da lontano era rimasto incredulo. Non pensava minimamente che Amy
amasse il calcio come lui. Forse perché le donne non potevano ancora
giocare nelle serie importanti. Pat iniziò a palleggiare. Poi lo
passò a lei e disse
"prova".
Lei provò e sbaglio'. "Non ti preoccupare, riprova.Sbagliando
si impara e combattendo sugli errori si diventa campioni. Non ti creare
problemi solo perché sei una donna."Così lei provò
di nuovo e di
nuovo.
Pierre guardò e vide che per essere la prima volta che giocava
Amy era brava. Infatti ripetè il palleggio solo 10 volte, un numero
minore rispetto ad altri principianti. Anche Pat l'aveva stupito. Era
un campione, ma
sapeva anche insegnare.Non si intimidiva, andava avanti senza problemi.
"Brava!Continua a provare. Io tornerò domani e per tutto il
tempo che starò qui.Dopo continuerai da sola oppure magari ti aiuterà
Pierre.Glielo chiederò io."
Non c'è ne fu bisogno, mentre andò via lui la fermò
"non sapevo che Amy avesse del talento, e tu sei grande ad insegnare."
"Continuerai tu quando andrò via vero?"
"Si, io credo che le donne abbiano le stesse possibilità degli
uomini."
Pat sorrise
"lo credo anche io".
Avrebbe voluto dirglielo. Era così un dolce ragazzo. Peccato. Ma
non poteva per nessun motivo.Lei andò anche per gli altri giorni
ed ogni volta insegnava qualche cosa alla ragazza, ed in più giocava
con quel magico ragazzo.Poi tornava all'albergo si spogliava si faceva
la doccia ed indossava una camicia da notte nera di seta con spalline
sottilissime.Questa era la sua unica concessione alla femminilità.Anche
togliersi la panciera ovviamente. Arrivò il giorno della partita.Tutti
erano impauriti. Lei era eccitata e felice. Si scontrava con altri campioni.
Così anche Alan. Le mise un braccio sulla spalla e le disse:
"Eccitato?"
"Si" "Tu sei il mio miglior amico lo sai?tu mi capisci."
"Anche tu sei il mio miglior amico."
"Dobbiamo vincere"
"Si"
Al campo si strinsero le mani ed incominciarono. Lei giocava con la sua
squadra, la magica Dion.
"Oggi", disse ad Alan, "farò un nuovo tiro, l'ho
creato ieri sul tardi."
Il gioco fu fantastico. In squadra tifavano ovviamente per la squadra
francese, ma il gioco fu così bello che molti iniziarono ad acclamare
anche la Dion giapponese. Dopo 2 ore di gioco, di pioggia,di grandi tiri,
finalmente arrivò il momento del Tiro "doppio Slalom".Pat
corse verso i pali della rete, con uno slancio non da poco si issò
su uno dei due e si lanciò verso il pallone, che gli aveva tirato
Alan e poi con una rovesciata
doppia fece goal.In effetti aveva ideato questo tiro prendendo spunto
dai fratelli Derrick.Vinsero.Il suo urlo di vittoria fu contagioso. Le
lacrime di gioia furono tante. Tutti abbracciarono Pat, che fu colei che
aveva fatto vincere la partita ed Alan.Poi si abbracciarono anche loro
due.La squadra avversaria era triste, ma sapevano di aver giocato più
che bene.Pierre le si avvicinò
"La prossima volta non vincerai, congratulazioni" e sorrise.Pat
era felicissima.Il giorno dopo sarebbero partiti.La Germania era la loro
tappa.Dovevano scontrarsi con Carl Heinz Schnider, un gran campione.Avrebbe
sentito la mancanza di questi ragazzi francesi.Voleva andare a salutare
di nuovo Pierre
più tardi e anche Amy, per darle l'ultima lezione. Vide che i due
capitani si erano scambiati la maglia.Si faceva quando la partita era
stata bellissima ed i giocatori ci avevano messo l'anima.Pensò
meno male che non l'ho cambiata io la maglia con Pierre, sarebbero state
risate.E rise. Notò che pettorali e che toraci avessero entrambi
i ragazzi.Poi girò gli occhi.Si avvicinò ai due e li salutò
di nuovo. Poi andò via.Tornò all'albergo. Voleva rinfrescarsi
e pensare.Invece di farsi il solito bagno si fece una doccia fresca.Poi
si rivestì, con un'altra tuta ed il solito paio di Nike.Uscì
di nuovo e si fece una bellissima passeggiata.Era l'ultima serata che
passavano lì, arrivò al campo di calcio dove avevano disputato
la partita e lì trovò, come immaginava Pierre. Era lì
che calciava la palla al muro.Lei gli si avvicinò.
Mormorò" Pierre".
Lui si voltò.Le sorrise.
"Mi andava di giocare ancora" disse lei, "e chi meglio
di te?"
Così senza parlare giocarono un'oretta.A Pierre quel ragazzo era
molto simpatico, non solo perché aveva
la passione del calcio ed era un campione, in questo momento sembrava
avesse bisogno di tirarsi su il morale.Chissà che gli succedeva.Lei
giocava benissimo come sempre, ma aveva lo spirito a terra.Le dava fastidio
non poter dire la verità ai suoi migliori amici.Sembrava di tradirli.Alla
fine si fermarono.Lei gli fece un sorriso.
"Mi dispiace andar via."
Lui la fissò.Era diventato altissimo in quegli anni.Adesso era
1,90 cm.Lei gli arrivava al petto ed anche di meno.Si stupiva che dopo
3 anni che non si vedevano era rimasta uguale.Non disse niente.Lui le
disse."qualunque sia il motivo per il quale ti senti giù,
non devi, sei un campione e tra due giorni dovrai batterti con un altro
campione, noi ci rivedremo la prossima volta."
"Hai ragione. Sono un campione ed ho tanti amici,Ma molte volte questa
situazione mi pesa. Se io non giocassi per una volta, cosa succederebbe?
Rimarrebbe solo Alan a giocare, e la squadra perderebbe."
"Cos'hai ?" . Pierre era preoccupato. Si rendeva conto che qualche
cosa di grave aveva colpito l'amico.Lui anche aveva lo stesso problema.Tanti
amici e il calcio, sempre e solo quello.vuoi vedere che ha qualche problema
sentimentale?Sorrise e glielo chiese."Hai problemi con la tua ragazza?"Lei
rispose mestamente "No,io la ragazza non c'è l'ho, non ho
il tempo, ma di norma non mi manca, mi basta il calcio, ma oggi mi è
venuto un qualche cosa.Si mi rendo conto che una vita sentimentale mi
inizia a mancare.Noi che andiamo e
veniamo da un posto all'altro non abbiamo il tempo di crearci una vita
sentimentale."
"Hai ragione, anche io non ho una ragazza fissa.Non ho il tempo materiale.Poi
quale ragazza mi capirebbe? Dovrebbe vivere anche lei nel mondo calcistico."Lei
lo guardò in modo un strano."Ti andrebbe che una ipotetica
ragazza giocasse in squadra con te e fosse la tua ragazza?"
"Facile a dirsi, ma sarebbe l'unico modo per averne una,si credo
che col tempo mi ci abituerei.Anche le donne prima o poi giocheranno.""Tu
credi che nessuna donna ancora giochi in modo professionistico sotto mentite
spoglie?""Credo di no, io penso che una ragazza si riconoscerebbe.non
credi?""Non lo so, " .Qui si
fermò.Si distese sull'erba profumata.."proprio non lo so,
chi può saperlo.Ma dimmi come hai fatto diventare così alto?"Lui
rise e le disse " Forse mi sono innaffiato i piedi, non so certo
è che prima ero solo lungo poi mi sono ritrovato un colosso pieno
di muscoli."Pat guardò l'orologio, era tardi, doveva andar
via."E' così bello qui, ci vorrei restare""Magari
un giorno ci resterai.""Già, ora devo andare."Si
alzò, gli strinse la mano"Amy non c'è?Salutamela per
favore.Dille di non mollare.Non mollare neanche tu Pierre.Ciao.Si allontanò.Si
sentiva attratta da quell uomo. Cosa le succedeva? Dopo tanti sacrifici
non poteva rischiare. Pierre la guardò allontanarsi.Era un buon
amico, a lui sarebbe mancato. Il giorno dopo partirono.Lei si
riposò per tutto il viaggio.Con l'avvicinarsi della destinazione,
pensò a come aveva conosciuto Carl, qualche anno prima. Stava camminando
per strada, quando vide un ragazzo alto e biondo che correva all'impazzata.
Dietro di lui un orda di ragazzine che lo inseguivano. Lei poteva capire
quel ragazzo infatti da pochi mesi era diventata professionista ed aveva
anche lei fans che le correvano dietro. Così quando arrivò
al suo livello
lei lo fermò. E poi lo afferrò per un braccio e lo portò
al campo di calcio visto nelle vicinanze.Lì nessuno l'aveva seguito.
Carl era rimasto stupito.Non voleva buttare a terra quel ragazzino, e
si era dovuto fermare. Ma adesso era contento.Le ragazze non si vedevano.
"Come hai fatto"..poi si rese conto che lei non parlava tedesco
e lo disse in inglese.Lei sorrise e gli rispose"anche io ho il tuo
problema, e quando mi rifugio nel
campo da calcio, nessuno mi segue più, perché nessuno pensa
che una persona che sia appena uscita dal campo ci possa tornare.Comunque
io sono Pat e tu?"Lui le rispose "Carl" e approfittarono
per giocare a pallone.
Altri ragazzi si unirono a loro ma ben presto andarono via.Rimasero solo
loro due. Erano arrivati. Chissà come sarà anche Carl. Scesero
e Alan si affianco' alla ragazza.."Ma dov'eri ieri sera?Ti ho cercato""Ero
da Pierre, mi andava ancora di giocare." Non videro i ragazzi tedeschi
per un po'.Poi si incontrarono all'uscita dell'aereoporto.Vide che le
ragazzine si avvicinavano a loro per avere degli autografi e disse ad
Alan che lei cercava di andarsene.
Mentre cercava di andare via, un ragazzo altissimo la fermò. Era
più alto di Pierre ed era muscolosissimo. Aveva dolci occhi verdi
e i capelli biondi. Dopo un po' lei lo riconobbe e gli sorrise. Lui la
portò via.Si fermò al campo di calcio.Poi parlò"Era
tempo che non ci si vedeva. Come va?"
"Io bene, così abbiamo ripetuto la stessa scena di 4 anni
fa.Effettivamente mi dà fastidio essere circondato da ragazzine."
"Anche per me è così."
Carl era molto simpatico e chiacchierava volentieri con quel ragazzo che
era rimasto uguale a quattro anni prima.
"Quest'anno vi batteremo" disse lei.
"No, vinceremo noi"
"Poi si vedrà." Così si salutarono.
Incredibilmente lei si sentiva attratta tantissimo da Carl.Era bellissimo.
Non riusciva a resistere. Aveva deciso.
La sera visto che tutti andavano al caffè per fare quattro chiacchiere
ci sarebbe andata anche lei, però vestita da donna. Voleva divertirsi
una sera e a donna almeno per una volta.Poi domani tornerò il Pat
di
sempre.Si fecero molti allenamenti come sempre. Poi si ritirarono all'albergo.
Lei si fece un bagno profumato, si vestì con un abitino aderente
che le fasciava il generoso corpo, un paio di tacchi, un po' di trucco,
una giacca di pelle e via. Scese per la finestra. Non voleva che qualcuno
la
vedesse, nessuno la doveva scoprire. Arrivò molto prima degli altri.
Entrò nel locale. Carl era già là.Lei si sedette
ad un tavolo da sola e prese ad ammirare il ragazzo.Anche lui l'aveva
notata a prima vista. Era
bella, molto bella e sembrava in apparenza anche sicura di se. Decise
di avvicinarla.
Le si avvicinò.Dopo un po' si sedettero assieme ed iniziarono a
chiacchierare.
Come poteva essere diverso parlare con una persona che conosci da anni
in abiti diversi.Dopo un po' arrivò anche Alan che scrutò
il locale alla ricerca di Pat, ma non lo vide, così si avvicinò
a Carl.Anche lui
rimase stupito da quella ragazza, era fantastica."Posso sedere con
voi?" "Certo siediti anche tu, così ci saranno 2 bei
ragazzi con me."Non si sarebbe mai aspettata che i due arrossissero,
ma lo fecero. Rise sotto ai baffi.
Poi Alan disse a Carl"Hai visto Pat?"Lei abbassò lo sguardo.
"No, io non l'ho visto"
"Come ti chiami?"
Lei mormorò"Patricia e voi?"
"Alan"
"Carl". Chiacchierarono tutta la sera ed inevitabilmente si
parlò i calcio.lei era ferratissima sull argomento cosa che stupì
i ragazzi. Poi Alan vide da lontano un ragazzo bruno e disse"Ecco
Pat".Pat era stupita perchè vedeva che l'amico si preoccupava.Si
alzò "vado a vedere."
"Vedi che non gli sarà successo nulla, semplicemente non avrà
voluto uscire" disse lei. Carl non si era mai sentito così
attratto come con questa ragazza.La desiderava e non gli capitava da tempo
di desiderare così tanto una persona.da quando.."Ti va di
uscire e camminare un po'?"
"Ok, mi piacerebbe." Così uscirono.Lei era vergine, non
aveva mai fatto l'amore con nessuno. Forse era vergognoso che a 27 anni
una era ancora illibata. Rise e pensò non ho avuto tempo di fare
niente in questi anni.Lui la vide ridere e ne volle sapere il motivo"niente,
non preoccuparti."
"Domani dovrò giocare una grande partita. Verrai a vedermi?"
"Si, non preoccuparti, verrò. "E rise di nuovo.Arrivati
a casa di Carl e dopo altre chiacchiere lui l'abbracciò. ed iniziò
a baciarla.Fu una serata favolosa.Carl fu dolcissimo, ed era difficile
pensarlo visto la sua stazza.Lui si era reso conto che pur essendo grande
di età, lei non aveva esperienza e quindi era stato delicatissimo.
Poi quando aveva scoperto che era vergine era stato felicissimo. Si era
accorto di amarla quella tagazzina. Incredibile, lui che pensava non potesse
amare mai più dopo quello che era successo anni indietro.Così
anche per coccolarla un po' di più l'avvolse meglio sotto le coperte
e poi le regalò un medaglione d'oro con la sua foto dentro."Allora
verrai alla partita? Io ti aspetterò"
"Si verrò, "Lui le accarezzò il viso delicatamente
e poi la baciò di nuovo.Il cuore di lei andava a 1000 e non riusciva
a fermarlo.Quando si staccò da lei, disse un po' triste"A
più tardi Dolcezza" Anche lei doveva
andare via.Doveva preparasi per la partita. Così quando Carl era
uscito lei si era alzata ed era tornata in albergo. Dopo una doccia rinfrescante
si era rivestita con la solita panciera , e la tuta. Il medaglione aveva
deciso di portarlo con lei,L'aveva messo sotto la felpa.Era pronta.Si
guardò allo specchio. Era la Pat di sempre e non più quella
ragazzina con tanta luce negli occhi come quella mattina.Arrivò
agli spogliatoi
giusto in tempo per la partita.Si sentiva in forma. Avrebbero vinto anche
questa volta. Pat era + in forma che mai.Doveva sentirsi stanca dopo quella
notte ed invece era felice e giocava meglio del solito se era
possibile.Carl da parte sua si divertiva a vedere quel ragazzo sempre
così allegro e pieno di voglia di vincere ma quel giorno altro
occupava i suoi pensieri.
Patricia, chissà se era venuta.Avrebbe voluto abbracciarla. Invece
non aveva avuto altro tempo da dedicarle. Pat era contentissima. Aveva
giocato alla grande come sempre, ed aveva fatto il tiro per il quale era
famosa il doppio slalom. Aveva notato che il portiere aveva mancato la
sua palla ed era rimasto sconvolto, come se le fosse sparita tra le mani.Rise
di una risata gentile e ricca.Improvvisamente si trovò a dover
affrontare Carl.Un duello di piedi e di palle che apparivano e sparivano
di piedi che passavano da un punto all altro come due animali feroci attorno
alla preda. Pareggiarono.Perché Carl riuscì a prenderle
la palla e tirare in rete. L'idea sempre + pressante che veniva a Pat
era quella di diventare anche portiere.Da chi poteva imparare?Non aveva
molto tempo, ma voleva provare.Avrebbe chiesto a Carl.Dopo la partita
Carl chiese ad Alan "hai visto la ragazza di ieri per caso? Mi aveva
detto che veniva.""No,
ma sicuramente sarà venuta."Pat vide gli occhi di Carl farsi
tristi, ma lei non gli poteva dire niente. Non poteva compromettere il
suo futuro, neanche per lui.Così invece per cambiare discorso la
ragazza chiese a Carl se poteva farle un piacere quella sera.Lui le rispose
affermativamente.
"Vorrei imparare a fare il portiere, tu tiri ed io prendo.Non vedo
altro modo di imparare, che ne pensi?"
"Ottima idea." Ci vedremo qui tra un'oretta.Così successe.Lei
era in porta e Carl tirava e tirava e ritirava. Lei si buttava e ributtava
sulle palle anche se sembravano impossibili.Pensava ecco la sua vera forza.Sapeva
essere spietato, ma anche dolce come un refolo di vento che ti accarezza
il viso.Non doveva pensare a lui, ma a prendere le palle. Purtroppo dopo
2 ore non ne aveva presa neanche una ed era stanca, ma voleva continuare
almeno 1a doveva prenderla.Alla fine ci riuscì e poi cadde a terra
per la stanchezza.Carl si fermò e le andò vicino. Come va?Lei
era stanchissima, ma alzò gli occhi verso i suoi e disse:"
L'ho presa finalmente! Va benissimo ora."Tornarono a casa assieme.Si
salutarono vicino all'albergo e poi lei in camera si fece una doccia,
non si tolse il medaglione che era d'oro e non si sarebbe rovinato con
l'acqua.Era come se si sentisse rinata. L'acqua scorreva sul suo corpo
come se fossero le mani, le labbra, la lingua di Carl. Non poteva continuare
così.Il suo corpo sentiva immensamente la mancanza di quell'uomo
ed anche il suo
cuore. Aveva deciso di andare da lui, proprio adesso.Così si mise
un vestitino carino e a corpo, un paio di morbidi mocassini, un po' di
trucco e andò da lui. Magari dormiva visto che era tardissimo.
Aveva finito l'allenamento con lui mezz'ora prima ed erano le 24.Chissà
se Carl sentiva la sua mancanza come lei sentiva la sua.In effetti lui
si stava crogiolando nella tristezza.
Aveva fatto la doccia ed ora nudo era a letto e la pensava. Dove poteva
essere? Era poi venuta alla partita? Perché era andata via così?
Al toc toc della porta lui si alzò, mise dei jeans ed andò
ad aprire, rimase
stupefatto e poi felicissimo.L'abbracciò stretta e lei si fece
stringere.Non persero tempo anche se Carl avrebbe voluto sapere perché
lei era sparita così e se era andata poi a vederlo alla partita.Fecero
l'amore tutta la notte ed il giorno dopo fecero anche la doccia assieme.Carl
doveva fare gli allenamenti tra due ore circa ed anche lei. Così
si vestirono ed uscirono abbracciati a fare una passeggiata.Lei aveva
la testa appoggiata sul torace di Carl e si sentiva infinitamente felice.
Sentiva e sapeva che presto questa gioia sarebbe stata spezzata proprio
da lei, si perché doveva tornare a essere Pat per sempre. Lei non
poteva fare al meno di giocare, anche se voleva bene tantissimo a Carl,
riusciva a pensare ad una vita senza di lui piuttosto che senza il pallone.D'altronde
le regole erano queste per tutti, nessuno di loro riusciva ad avere una
vita amorosa regolare, e per lei non cambiava per niente, solo perché
era donna.Carl nel frattempo
del tutto ignaro la stringeva forte e la guardava con un amore infinito.
Si dovette fermare perché vide che Patricia aveva sgranato gli
occhi e guardava al di là della strada. Vide anche lui e rimase
stupito.Una ragazza stava urlando contro un ragazzo molto + grande di
lui e lui stava cercando di picchiarla. Carl si era messo a correre verso
di loro cercando di fermare quel pazzo.Si azzuffarono ma Carl ebbe la
meglio. Poi i due guardarono verso la ragazza a terra che piangeva e che
guardava verso quel ragazzo.
"Che è successo?"
Lei rispose" Lui voleva impedirmi di realizzare il mio sogno, cantare.Diceva
che se lo amavo dovevo restare con lui".Pat rispose" Se uno
ama vuole il meglio per la persona anche se questo fa soffrire.
I sogni si realizzano se tu lo vuoi, a costo di immensi sacrifici e rinunce.Ma
se vuoi c'è la fai.!Ora non piangere più. Alzati e ricomincia
a combattere.!"
"Sembra che tu ci sia passata"
"Si io ci sono passata, per realizzare il mio sogno ho rinunciato
a tantissimo ed ancora dovrò continuare.Ma senza i sogni che sarebbe
mai la nostra vita?" Due ore dopo Pat era in campo con la sua solita
tuta e le nike. Lei non poteva rinunciare ai suoi sogni.
Fu mentre si allenava che vide avvicinarsi verso di lei un ragazzo molto
alto e forte che arrivò vicino a lei. "Vorrei battermi con
te, ho sentito che sei molto forte, io provengo dall'Italia e penso di
essere + forte
di te." Così prese il pallone ed iniziò a correre.
Lei non si fece ripetere 2 volte l'invito ed iniziò a correre anche
lei. Fu come con Pierre o Carl.
Nessuno sapeva che era donna e veniva trattata alla pari. Altro che tante
altre cose. Così dopo 1 ora di gioco e di sudore e due goal per
ognuno con colpi micidiali, il ragazzo si fermò e si congratulò
con lei
presentandosi: sono Marco e gioco per la Airone. "Ma è la
squadra di Dan Sullivan."
"Si Dan è il capitano.Lo conosci?"Lei stava per dire
di si, che era il cugino, ma poi disse di no."No, ma voglio incontrarlo,
se è bravo come te, sarà bellissimo sconfiggerlo."Lui
rimase stupito da quello che
aveva detto il ragazzo e anche onorato."Si se vuoi te lo presento
e potrai giocarci quando vuoi, magari domani stesso."Non vedeva l'ora
di rivedere il cugino ed anche di battersi con lui, non l'avrebbe riconosciuta
era da tanto che non si vedevano.Rise e gli rispose affermativamente."Mi
ha fatto
piacere conoscerti di certo ci rincontreremo, il pallone mi ha fatto conoscere
tante persone e tanti campioni tutti divenuti miei amici. Ci vediamo."Dopo
gli allenamenti, andò a farsi una doccia e si ripreparò.Si
guardò
allo specchio, no non l'avrebbe riconosciuta. Era cambiata tantissimo.E
rise.
Era un uomo fatto e rise di nuovo.Carl si stava preoccupando, non aveva
+ notizie di Patricia dal giorno prima.Così uscì anche per
distrarsi, tutto questo era davvero pazzesco. Incontrò per strada
Pat che e lo
fermò.Dove vai? "Oggi mi sono scontrato con un ragazzo bravissimo
si chiama Marco e gioca nella Airone. Stasera mi farà conoscere
Dan il loro capitano.
Vuoi venire anche tu?" Lui decise di si, anche perché aveva
saputo che era bravissimo.Arrivarono al campo di calcio, qui c'erano due
ragazzi, alti muscolosi atletici, entrambi erano alti come Carl, uno era
bruno e
l'altro aveva i capelli rossi come i suoi. Lei lo riconobbe immediatamente
anche se erano 3 anni che non si vedevano.Avrebbe voluto correre da lui
ed abbracciarlo, come quando erano piccoli e giocavano assieme al pallone.Quando
uno dei due cadeva l'altro lo abbracciava e lo incitava a ricominciare.
Avevano stabilito anche un buon feeling, chissà se c'era ancora.
Così dopo le presentazioni del caso, anche se non erano necessario
visto la loro fama iniziarono a giocare subito. Dan era rimasto stupito.
Non da Carl, visto che già sapeva che era un campione ma da Pat,
sapeva che veniva chiamato il Kaiser, ma a parte la sua bravura, la sua
tecnica, lui sentiva anche un grande feeling, come se si conoscessero
da sempre. Non gli capitava
da un sacco di tempo, da quando con la cuginetta da piccola giocava.
Lei era bravissima ma purtroppo era donna. Chissà che cosa aveva
fatto in tutto questo tempo. Lei si era resa conto della distrazione del
cugino tra di loro c'era ancora feeling era bellissimo tutto ciò.
Due giorni
dopo forse avrebbe giocato contro di lui e quindi lo avrebbe sconfitto
anche se era difficilissimo. Forse gli avrebbe detto chi era dopo la partita
e 5 giorni prima della partenza. Dovevano tornare in Giappone, lì
si
sarebbe forse scontrata con la grande New Time la squadra di Holiver Hutton,
Benji Price e Tom Becher.Non vedeva l'ora.Anche se comunque di solito
Benji Price giocava nell'Amburgo, la squadra di Carl, come portiere.Ora
però c'erano le nazionali e quindi il ragazzo era in Giappone.
La partita fu lunga e fantastica come sempre. Dan ne fu felicissimo. Era
da tempo che non si sentiva così soddisfatto dopo una partita.
Le strinse la mano."Sei un campione! Erano anni che non sentivo questo
feeling!" Anche Carl
pensava la stessa cosa. Con quel ragazzo era una continua sfida ed era
fantastico giocare con lui ed essergli amico. Era stanca ma soddisfatta.Il
giorno dopo ci furono i soliti allenamenti, dove Pat diede il meglio,
facendo anche alcuni colpi segreti. Poi decise di parlare ad Alan per
organizzare una partita con Carl e la sua squadra per allenarsi. Nessuno
era contento, sapevano che Carl era un campione a parte Alan e lei che
invece volevano giocare sempre al meglio e mai con giocatori meno bravi
di loro o magari che non si impegnavano.Così si avviò verso
la squadra di Carl, nel parco che stava circa ad 1 km di distanza da loro.Come
sempre le ragazzine lo inseguivano. Era stanca di questo e così
si mise a correre.Era quasi
arrivata al campo dove c'era Carl che la vide e la salutò. Poi
lui iniziò ad avvicinarsi.
Anche Carl vide che c'erano delle ragazzine che avevano seguito l'amico
e rise.Ma mentre si avvicinava al suo amico vide che lei si era voltata
furibonda verso un ragazzo e gli si era buttata addosso per picchiarlo.
In effetti era successa una cosa incredibile. Un giocatore alto e muscoloso
non tanto bravo di una squadra locale di calcio, aveva offeso Carl, definendolo
un uomo noioso ed un giocatore altrettanto scadente che giocava sempre
alla stessa maniera. Ora lei nella sua vita non aveva mai preso a pugni
nessuno e non avrebbe mai pensato di poterlo fare ma dopo le parole di
quel tipo, si era così arrabbiata che senza neanche parlare aveva
iniziato a dargli un pugno in faccia urlando:"Carl non è un
giocatore scarso
e neanche noioso, tu parli così bastardo perché sei invidioso
di lui in maniera incredibile!Allora invece di offendere un giocatore
che dà l'anima e fa tanti sacrifici e rinunce per il suo sogno,
perché non dimostri
la tua bravura?" E continuò con una rabbia cieca a prenderlo
a pugni. Ovvio che il ragazzo anche gliene dava.In effetti Pat sapeva
che avrebbe perso perché era una ragazza ed era 20 cm + bassa di
lui, ma gli amici si proteggevano tra loro. Finalmente Carl arrivò
e cercò di fermarli. Voleva fare da paciere ma sapere soprattutto
cosa era successo.Pat suadata, scarmigliata, stanca iniziò a parlare.
"Carl, io ero venuto a chiederti se vuoi venire a giocare con noi
al campo con la tua squadra. Poi un'orda di ragazzine mi hanno inseguito
ed io sono scappato qui."Il ragazzo con il quale si era presa a botte
disse"Perché mai dovevano seguirti? Chi sei tu?""Io
sono un ragazzo che ha rinunciato a parecchie cose come Carl qui, per
realizzarmi
nel calcio. Io sono Pat Work".Lui rimase sconvolto."Tu sei il
Kaiser?""Si, si può dire che sono il secondo Kaiser europeo,
ovvio che il primo è Carl, qui presente."Carl sorrise, non
riusciva a capire bene cosa fosse
successo, ma vedeva sul volto dell amico un'espressione truce e molto
seria.A quel punto il ragazzo decise di andare via.Ma lei non si arrese
e mentre stava cercando di andare via, lei lo afferrò per il polso
o cercò di farlo, ma alla fine il ragazzo si arrese e si fermò,
lei gli disse "Prima di andare via chiedi scusa a Carl per averlo
insultato avanti a me e per avergli detto che è noioso ed un giocatore
scadente".Finalmente Carl
comprese tutto e fissò quel Pat.Era davvero un grande amico. Nessuno
aveva mai preso le sue difese soprattutto prendendo a pugni la persona
che lo aveva offeso. "Mi dispiace."Si scrollò dalla presa
del ragazzo e corse via. Passarono 2 giorni, lei non sapeva che fare.
Avrebbe voluto dirlo a Carl, lui le voleva bene e avrebbe accettato il
fatto che lei amava il calcio. Non sapeva cosa fare. Ma durante i giorni
in cui era rimasta in Germania si era innamorata di lui, come del calcio.Così
dopo i soliti allenamenti, si era avviata verso il campo dove giocava
Carl. Glielo voleva dire, anche perché lo vedeva sempre + triste
alle partite.Si certo a lui mancava Patricia.Finalmente dopo tanti dubbi
era giunta ad un compromesso. Glielo avrebbe detto in incognito.Vide Carl
che giocava come sempre .Lei gli si avvicinò e lui la vide. La
raggiunse.La stima che provava per quel ragazzo era aumentata tantissimo
dal giorno in cui l'aveva difeso da quel agazzo.
"Ciao Carl"
lui notò che il ragazzo era strano si comportava in maniera diversa
dal solito. Tutti pensavano di lui che fosse freddo perché era
tedesco, ed invece lui aveva tantissimi sentimenti ed era dolcissimo ed
anche
romantico. Si mise a pensare per un attimo a Patricia. Incredibile, lui
se ne era innamorato e lei era sparita.Il bellissimo ragazzo biondo aveva
abbassato lo sguardo su quel ragazzo che gli aveva tirato la manica della
maglietta "Devo parlarti, è importante". Carl non sapeva
cosa fare, vedeva che l'amico era parecchio preoccupato."Che ti succede
Pat?"Pat, era davvero indeciso, come avrebbe potuto dire questa cosa
al ragazzo che amava?Era sicura che poi non sarebbe cambiato niente?Altroché,
di certo Carl le avrebbe
impedito di continuare a giocare.Lei glielo doveva dire.E avrebbe continuato
a giocare, perché pur amando Carl per lei il calcio era tutto."Non
posso dirtelo adesso, vieni con me andiamo da Mc Donald."Così
al tavolino del pub, lei cercava ancora di parlargli e lui si preoccupava
sempre di più."Ma cosa è successo?Mi fai preoccupare
così"Allora lei aprì leggermente la camicetta e tirò
fuori il medaglione da lui regalato.Carl era shoccato, "Cosa significa?""
Io sono il Kaiser certo e mi chiamo Pat certo, ma sono anche Patricia
la ragazza che si è innamorata di te". Carl era ancora + sconvolto."Cosa?"
"Si, io non l'ho detto mai a nessuno, perché questo è
un mondo maschile, ma il calcio a me piaceva così tanto, che ho
deciso che tutti mi avrebbero conosciuto come ragazzo. Infatti io per
3 anni sono stata Pat e sono diventata il kaiser, non sentendo quasi mai
la necessità di crearmi un futuro affettivo, poi ho conosciuto
te, non sapevo che fare.
Tu sei cambiato tantissimo in questi anni ed io ti voglio bene.Mi sembrava
giusto dirtelo. Sei l'unico a saperlo.E l'unico rimarrai, perché
io continuerò la mia vita. Tu sei importante, molto importante,
ma io non posso e non voglio rinunciare a tutto per te." Erano passati
3 giorni, Carl era ancora sconvolto e stava pensando a ciò che
era successo. Pat era Patricia?Mai possibile? Eppure lei gli aveva fatto
vedere il medaglione. Doveva andare al campo a rendersi conto. Si cambiò
e mise pantaloncini e mogliettina
e andò al campo dove una Pat decisamente triste e malinconica giocava
come al solito alla grande, anche se con meno grinta del solito.Rimase
a guardarla e pensò.ecco perché non è cresciuta in
questi anni .maledizione a pensare che l'ho allenata per farne un portiere.
Ho tirato fortissimo.e per tante ore.si sarà fatta male? Non dovevo
tirare così forte. Le cose già stavano cambiando.Carl si
avvicinò a Pat che in quel momento si era presa un attimo di pausa.Si
guardarono.Lui aveva uno sguardo triste e nello stesso tempo dolce e pieno
di affetto. Cercò di far finta di niente, ma ormai non era + come
prima.Era tutto cambiato, anche se lui riusciva a capirla. "Pat,
posso parlarti?"Lei stava bevendo una bibita, anche se sapeva che
durante l'allenamento non avrebbe dovuto, sapeva che la menager avrebbe
protestato, ma a lei non importava."Cosa c'è Carl?" "Ti
ho fatto molto male, quando ti ho allenato per cercare di fare di te un
portiere?""Ecco,cosa volevo evitare, Carl se fossi stato un
ragazzo non me lo avresti chiesto. Io ho rinunciato a tanto a moltissimo
per realizzarmi, e secondo te anche se mi sono fatta male, non vado avanti
lo stesso?In tutti questi anni come avrei fatto a giocare con tanti ragazzi
così forti?Pensa che Dario Belli, il portiere italiano durante
una partita mi diede la mano e mi disse che non aveva mai visto giocare
ragazzo meglio di me, a parte Carl ossia tu e Holiver Hutton.Detto da
un giocatore professionista non è roba da poco.Carl ti voglio bene
ma non posso rinunciare a giocare neanche per te.Mi dispiace." Carl
era molto triste ma si rendeva conto che lei era nel giusto, lui l'amava
e proprio per questo avrebbe dovuto accettarla
così come era."Non ti sto chiedendo di rinunciare a giocare,
ma io mi preoccupo per te, perché ti voglio bene, ricordatelo".Lei
era rimasta stupita dalle parole del ragazzo.Poche persone si sarebbero
comportate
come lui."Sai Carl, tu quando ero Pat sei diventato il mio migliore
amico, e quando ero Patricia il mio ragazzo. Le due parti di me si combattevano
tra loro, non sapevano come comportarsi, alla fine ha prevalso
Patricia, e quindi te l'ho detto." "PPPAAAAAAAAAAAATTTTTTTTTTT!!!!!
Vieni dai, l'allenamento
continua!!!!" Carl la vide alzarsi e andare in campo.Il suo sguardo
era di nuovo malinconico ma adesso anche pieno di amore per lei e le sue
scelte. Patricia era nella sua stanza di albergo stesa sul letto e stava
ascoltando una cassetta di Ligabue,la canzone parlava della sua situazione,
precisa e perfetta..Vai..vieni e vai..nasci solo e solo andrai..il grande
traffico..traffico..che vuoi.Vai vieni e vai...Era giapponese e le piaceva
la musica italiana.
Aveva deciso di farsi una doccia e poi andare ad un concerto. Avrebbe
chiesto a Carl se voleva venire anche lui.Aveva saputo che in *****strasse
c'era un gruppo molto famoso, certo erano americani, I Take that.A quel
punto sentì bussare alla porta.Andò ad aprire, era Alan.Così
alla fine lei invitò anche lui. Si diedero appuntamento per la
sera giù al portone .Lei telefonò a Carl e lui accettò.Si
buttò sotto la doccia, che le sembrava che la ripulisse da tutti
i suoi dubbi e le sue perplessità.Si vestì come al solito
con una tuta e le sue nike. Poi si spruzzò Patrick Noire e scese.
Carl quando la vide rimase stupito. Stava per porle la domanda, quando
vide scendere Alan, ed allora capì tutto. Il terzetto si avviò.Carl
aveva una gran voglia di stringere Pat forte a se, ma non poteva farlo.
Decisero di andare con la macchina di Carl.Così arrivarono al concerto.C'era
tantissima gente, e tra loro ci stavano anche persone che lei conosceva,
intravide il cugino.Sapeva che a Dan piacevano i Take That.La cosa brutta
era il fatto di non potergli dire lei chi era. Comunque riuscirono ad
avvicinarsi a loro.Marco la riconobbe prontamente e la salutò con
calore.Si, Marco era simpatico.Aveva notato che Dan era vestito con Jeans
e camicia, sopra aveva sulle spalle un giubbotto imbottito.In effetti
anche quando erano piccoli, lui si vestiva così.Era il suo abbigliamento
preferito."Sai Pat?Tu somigli in modo impressionante a mia cugina
Patricia.Il feeling che avevamo in campo non l'ho + raggiunto con nessuno.Ieri
invece l'ho raggiunto con
te.Come vorrei incontrarla chissà che cosa ha deciso di fare.La
sua passione per il pallone l'ha fatta diventare maneger per un po' ma
poi a causa dei tanti impegni, non l'ho + vista.""Non preoccuparti
Dan tua
cugina di certo ha fatto strada nel settore che ha intrapreso."Carl
la stava fissando stupefatto.Dan stava parlando di lei.In effetti come
lei anche Dan aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri."Si lo credo
anche io,
ma che voglia che ho di giocare con lei di nuovo.Mi ricordo che quando
uno di noi cadeva l'altro cercava in tutti i modi di spronarlo ad alzarsi
per combattere e poi veniva abbracciato.Sento un sacco la sua mancanza."
"Ehi Dan!" disse Marco"un giorno me la farai conoscere
questa ragazza?"A questo punto Pat si allontanò leggermente
da loro perché le veniva da ridere.Poi si riavvicinò e disse
a Dan "Di certo anche lei sentirà la tua mancanza non credi?Ma
per il momento non pensiamo + a queste cose tristi, pensiamo al concerto
e magari alla partita che affronteremo tra 3 giorni.Dan io ti sconfiggerò.""Lo
vedremo".Il concerto fu fantastico. Lei era contenta perché
oltre a stare col cugino stava col migliore amico Alan e con il ragazzo
Carl, anche se non poteva ne stringerlo ne baciarlo.Ma presto sarebbe
successo.Si concesse un sorriso.Tra le braccia di quel ragazzo così
dolce bello e gentile si sentiva a casa come non gli era mai capitato.
Il giorno dopo Carl rimase ad assistere agli allenamenti di Pat.Lei ne
fu contentissima.Carl un po' meno, quando seppe che lei continuava ad
allenarsi per diventare anche un bravo portiere.Infatti si stava
allenando con Alan.Certo non glielo aveva più chiesto perché
sapeva che lui non avrebbe + tirato palle così forti come la prima
volta.Alan invece non ne sapeva nulla e quindi tirava tranquillamente.
Pat si buttava su
tutte le palle, avanti indietro, di lato, ma quasi nessuna le riusciva
di prendere.
Si rese conto che anche Alan tirava dei forti bolidi.Pat era contentissima
perché lì c'era anche Carl ma era concentrata sui palloni
di Alan, doveva riuscire a prenderne almeno uno, maledizione!Finalmente
ci riuscì. Lei era stremata, e stava a terra col pallone tra le
mani, dopo qualche minuto riuscì ad alzarsi e fece con l'indice
ed il medio il segno di vittoria, come aveva visto sempre fare a Mark
Lenders, nei vari campionati.Carl era preoccupatissimo, immaginava che
la ragazza fosse senza + forze ed aveva ragione, ma sapeva anche che lei
non lo avrebbe mai detto..ricordava che le aveva confessato che aveva
trovato tantissimi ostacoli nel suo cammino, ma li aveva poi superati
tutti.Non si sarebbe fermata ora. In effetti Pat aveva deciso di iniziare
ad allenarsi un'ora prima del previsto perché poi dopo non avrebbe
avuto altro tempo per dedicarsi all'allenamento personale.Avrebbe giocato
con la squadra."Carl, vuoi fare qualche
tiro?"disse Pat.Lui non avrebbe voluto ma alla fine disse di si,
non voleva che lei pensasse che tutto stava cambiando anche se sapeva
che comunque già stava succedendo.Stava preparandosi quando Pat
disse"con tutta la tua forza mi raccomando".Carl la fissò
e poi tirò con tutta la sua forza.Pat si buttò riuscì
a prenderla ma non a fermarla.Era troppo forte per lei. Erano passati
2 giorni doveva giocare con Dan.non doveva pensare a Carl.sapeva che lui
sarebbe venuto a vederla..anche perché successivamente si sarebbero
battuti con loro..se avessero vinto ..cosa che sarebbe successa.lei ne
era certa.Incredibilmente a parte Carl.a vedere questa partita così
importante con giocatori così ad alto livello professionale cerano
Benji Price venuto per l'occasione e poi per vedere in campo i formidabili
Dan e Pat e Holiver Hutton che aveva sentito parlare della bravura di
Pat York.Dan lui lo conosceva di fama e di persona.avevano giocato negli
anni parecchie volte.entrambi videro Carl e si sedettero vicino a lui.Avevano
addosso la tuta della loro squadra.ossia Holly della squadra di Barcellona
e Benji dell Amburgo.Vicino ad Holly c'era una ragazza molto carina alta
slanciata vestita con pull e pantaloni bruna con occhi castani.doveva
essere la fidanzata.Patty.Doveva vincere per se stessa per il suo futuro..doveva
vincere. Entrambe le
squadre entrarono in campo.si strinsero la mano e poi al fischio dell'arbitro
la partita iniziò.La partita fu sbalorditiva. e lunga molto lunga.Dan
e Pat non si risparmiavano.Erano combattivi e si sfidavano continuamente.sembravano
una tigre ed un puma.pronti al combattimento.Ad Holly tutto questo faceva
pensare alle partite tra lui e Mark quando stava nella New Time.Sorrise.Dan
avrebbe faticato parecchio questa volta a sconfiggere Pat. Pat decise
di tirare il suo nuovo bolide..guardò Alan che capì al volo.si
preparò al tiro...anche se non sapeva quello che avrebbe fatto.In
effetti la ragazza aveva ideato un nuovo tiro mentre si allenava con Alan
a fare il portiere.sapeva cosa il portiere pensava al momento e questo
l'avrebbe aiutata e non solo
sorrise..si preparò al tiro..passò la palla a Alan e corsero
assieme fino quasi la porta.poi il ragazzo gliela passò e lei tirò.Il
pallone andò velocissimo ed ebbe un effetto incredibile..una luce
per la potenza
si sprigionò dal pallone...e sparì all'ultimo momento entrando
in rete.Tutti applaudirono..Holiver era rimasto stupefatto..quel ragazzo
era fantastico.come aveva fatto? Quel tiro era ancora + forte dei suoi.Si
doveva
parlargli..conoscerlo.Tutti i giocatori andarono ad abbracciare il ragazzo
subissandolo di urrà.Fu fantastico.anche Dan era rimasto shoccato.La
partita finì in pareggio.avevano fatto anche i calci di rigore.ma
sempre pareggio.Così entrambe le squadre finirono alle finali.
Era contenta davvero contenta..stava per
andare da Carl.quando Alan le si avvicinò e la strinse in un abbraccio
sportivo ed amichevole.Entrarono entrambi nello spogliatoio dove lei si
sciacquò il viso si bagnò un po' i capelli.poi uscì
di nuovo.Carl la avvicinò e si congratulò con lei.voleva
intensamente abbracciarla e baciarla.ma lei al momento voleva solo conoscere
Holiver.infatti gli si avvicinò.Carl lo presentò ad Holly..neanche
qualche secondo e si misero a
chiacchierare.Lui le disse che se voleva visto la sua bravura poteva insieme
a Carl entrare nel Barcellona nella sua squadra.Lei rimase scioccata.sarebbe
stato bellissimo.giocare con Carl, Holly e chissà quanti altri
giocatori di una bravura eccezionale, e così il suo sogno di diventare
famosa a livello mondiale si sarebbe
realizzato.Fece un sorriso smagliante e disse che lei avrebbe accettato.A
questo punto anche Carl accettò.era l'unico modo per stare sempre
con lei.così che potevano vivere e giocare assieme.Sarebbe stato
perfetto.Il contratto con L'Amburgo era quasi scaduto.fantastico.Poi Holly
presentò Patty la sua ragazza..e disse loro che lui Patty la conosceva
da almeno 10 anni ma era da pochi mesi che stavano assieme.Benji dal canto
suo vide l'amico che come sempre nei momenti di imbarazzo si metteva la
mano
nei capelli.e rise.Pat guardò i due e pensò che stavano
davvero bene assieme e che avrebbe fatto volentieri amicizia con quella
ragazza così dolce eppure aggressiva con il suo stesso nome.rise
anche lei."Sei davvero
simpatica sai?""anche tu lo sei.almeno a prima vista ed io difficilmente
mi sbaglio.Ci vedremo presto Pat.ciao "e tutti si strinsero le mani.
L'unica cosa che doveva fare adesso era andare da Dan voleva dirgli che
lui era sua cugina.Così afferrò la mano di Carl e andarono
tutti dal cugino. Nel frattempo Dan
e Marc stavano chiacchierando tra loro e si stavano complimentando perché
avevano pareggiato ed era stato un trionfo visto e considerato che la
squadra di Pat era fortissima.Proprio in quel momento.mentre loro chiacchieravano
entrarono negli spogliatoi maschili i due ragazzi Carl e Pat.Lei aveva
fatto l'abitudine agli spogliatoi maschili.per fortuna .nessuno era nudo
completamente alcuni erano sotto le docce e quindi ugualmente non erano
in vista.Lei fece uscire il cugino fuori dagli spogliatoi e lo portarono
ad un bar nelle vicinanze..molte ragazze vollero il loro autografo.poi
finalmente lei glielo disse"Dan sono Patricia si sono tua cugina.."A
quel punto lui la strinse fortissimo.era così felice.come aveva
fatto a non accorgersene?Solo con lei aveva trovato quel feeling mai con
altre persone anche se aveva sempre giocato bene."Raccontami tutto"Così
lei gli raccontò un po' tutto quello che aveva passato e Carl la
ascoltò molto interessato.anche
lui voleva sapere ciò che era successo..la sua storia.Dopodicchè
ricordarono vecchi episodi successi molto tempo prima.Lei gli disse anche
che avrebbe giocato con Carl nel Barcellona alla squadra di Oliver Hutton."Sei
grande cuginetta". Si salutarono...i due tornarono a casa di Carl.dove
si fecero una ricca doccia assieme.finalmente avevano un po' di tempo
da dedicarsi l'uno all'altra.Si abbracciarono.si accarezzarono..si baciarono..ben
presto fecero l'amore..nella doccia poi successivamente ancora fradici
nel letto.L'amore di Carl la rendeva completa..come le due metà
che si erano unite .La lingua dell'uomo scorreva lentamente sul corpo
della donna...portandole brividi in tutto il corpo.lui non aveva mai carezzato
ne assaggiato pelle +
morbida della sua...Le mani sapientemente sfioravano con delicatezza le
spalle bianche avorio..il seno turgido..la pancia piatta e la lingua ne
seguiva l'esempio..poi lo sguardo dell'uomo si posò sul viso della
donna..mille brividi..tante dolcezze.tante carezze.tanto amore.Il giorno
dopo era la loro giornata libera così entrambi si dedicarono a
passeggiare.Lei era vestita con jeans e magliettina scollata e sotto portava
mocassini alti.lui con pull e Jeans.Entrambi erano bellissimi e in mezzo
alla strada facevano successo. Il giorno dopo decise di giocare a calcio
come sempre.Voleva allenarsi come portiere ma anche come alciatore perché
voleva giocare al meglio nel Barcellona.Così in pratica iniziò
ad usare un lancia palle.Si buttava di qua si buttava di là.i calci
erano potentissimi e lei cercava di prenderli tutti.con le gambe con la
testa e poi li rilanciava in rete a velocità inaudita.Carl che
passava di là rimase sconvolto.Le palle erano
ancora + veloci di quelle che gli tirava lui.Era impazzita?Poi guardò
la donna negli occhi.la sua eterminazione a farcela, la sua voglia di
vincere.Decise di aiutarla.Mentre si avviava si accorse che anche Holly
e Benji erano là e che entrambi erano rimasti stupefatti dall'allenamento
che il ragazzo faceva.Infatti anche Benji si allenava così.Ma lui
era un portiere.invece la ragazza era un attaccante.Dopo 2 ore di allenamento
lei smise.Si asciugò il sudore.Poi vide Carl.sorrise e lo chiamò."Mi
alleni per favore?Come portiere?" uesta volta Benji era rimasto di
sasso.
"Ancora vuoi allenarti?""Si, io non voglio sfigurare nella
squadra del grande Holiver Hutton.Mi allenerò fino llo stremo.
Lei si era messa tra i pali e Carl aveva iniziato a tirare.A lui i tiri
di Carl inizialmente li
distruggeva
i guanti ridu cendogli le mani insanguinate.Ma vide che Pat si lanciava
a perdifiato su tutte le palle.. instancabilmente .Benji notò qualche
imperfezione anche se il ragazzo aveva talento ed era bravissimo.Si vedeva
che da poco si allenava come portiere ma comunque era un grande campione
per quanto
concerneva l'attacco e la difesa.Dopo un'oretta abbondante di tiri.Carl
si fermò.Benji sorrise..gli venne in mente la sua ragazza Kris.ch
e per un breve periodo lo aveva sostituito nella New Time in porta..quel
ragazzo era davv ro bravo ma non tanto muscoloso e quindi le tirava ma
non le fermava..sempre ma ci sarebbe riuscito. Pat era distrutta..si stava
allenando ormai da ore e +.Perché è vero che si era allenata
prima come attaccante con il lancia palle e poi come portiere con Carl,
ma inizialmente aveva
fatto 2 ore di corsa .Era distrutta. Voleva solo andare all'albergo, fare
una doccia.anzi un bagno rilassante ovvio in compagnia di Carl..e fece
un risolino. Si tolse il cappellino, si passò una mano sui capelli
per asciugarseli un po', poi si rimise il cappellino...e andò da
Carl. "Po ssiamo andare Carl adesso e grazie""Ma Pat.guarda
chi c'è dietro di noi""Holly Benji siete voi.Come va?""A
noi bene e tu?""Io benissimo.+ mi alleno
più sto meglio.+ sono contento." Un mese dopo: Holly Carl
e Pat erano par titi per andare nella squadra del Barcellona.Prima di
partire Pat aveva salutato Alan e gli altri della sua vecchia squadra..quasi
quasi si era
commos sa.Benji che doveva parti re anche lui ma che doveva andare ad
Amburgo le diede un saggio consiglio..Pat non solo ti devi allenare a
parare io ti consiglio anche di orrere per rinforzare i muscoli e magari
fare qualche peso..in modo d irrobustire le braccia.Solo così potrai
diventare un bravo portiere.visto che sei già un ottimo attaccante.
Neanche qualche giorno dopo che Holly Pat Carl giocavano tutti assieme
con la medesima maglietta.e come allenatore avevano il grande Roberto
Sedino.sogno della giovinezza della ragazza.Insieme ad Holly lei giocava
con Pepe ed altri a livello mondiale.Finalmente il suo sogno si era avverato..
Epilogo Carl e Patricia stavano camminando assieme.si trovavano a Parigi.Ormai
i due ragazzi campiono mondiali del Barcellona erano sposati da 3 anni.Mano
nella mano erano arrivati allo stadio di calcio dove di norma giocava
Pierre.non vedeva l'ora di rincontrarlo.Lui un giorno le aveva detto che
presto sarebbe tornata.Era la verità.Ormai aveva di nuovo i capelli
lunghi.anche se era vestita in jeans e felpa come sempre.Certo che carl
la sovrastava e la proteggeva allo stesso tempo.Col tempo lei era divenuta
un ottimo portiere ed ora la chiamavano non solo Kaiser ma Lampo fulminante.visto
che dove tiravano tiravano lei era
pronta a ribatt re o ricevere.I suoi sogni si erano avverati.All'improvviso
vide correre avanti a lei un uomo biondo e alto.Come un tempo lei corse
avantie lo afferrò per un polso.Pierre si fermò e la osservò.Rimase
schoccato."Pat sei tu?" Aveva notato i capelli lunghi e aveva
notato la mano che aveva intrecciata a quella di Carl. "Si sono io,
sono felice di rivederti Pierre davvero tantissimo." Ed i due felici
si abbracciarono..Pierre pensò.ecco perché non era cresciuta
in quegli anni.era una donna.anzi una delle poche donne leader mondiali
del calcio maschile.
Fine
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