LAST THING ABOUT YOU
- REI-CHAN 86-

- Capitolo 3° -
WHEN A CHILD NEEDS YOUR HELP...


"Non hai più scampo, moccioso!!" Esclamò con fare minaccioso un ragazzo sui vent'anni, mentre tra gli schiamazzi dei suoi tre scagnozzi che lo accompagnavano, afferrava per la collotta il bimbo dai capelli corvini, e lo alzava di peso mettendolo al muro.

Il bimbo, nonostante tutto però, non osava proferire un solo lamento dalle sue labbra. Le sue ginocchia dopo la caduta che aveva permesso ai tre teppisti di acciuffarlo, erano sbucciate e sanguinavano copiosamente. Ma neanche il dolore della ferita lo avevano fatto piangere. Non avrebbe mai dato una soddisfazione del genere a quei disgraziati che erano talmente meschini da voler alzare le mani ad un bambino piccolo come lo era lui…
Il piccolo senza neanche proferire una sola parola, guardava con occhi che cercavano di trattenere il più a lungo possibile tutta la sua paura, i movimenti dei tre uomini che lo trattenevano in una posizione talmente scomoda. Nella sua mente si affollavano però pensieri completamente differenti da quelli che lui stesso voleva far sembrare…
All'esterno sembrare essere rimasto completamente indifferente a ciò, anzi, la sua espressione era quasi minacciosa ed offesa dall'improvviso guaio in cui si era cacciato, ma dentro di se, urlava di paura…

I tre ragazzi lo guardavano con un'ironica e malvagia soddisfazione. Era evidente che per loro, la sua cattura, era da considerare come un trofeo con cui avrebbero potuto divertirsi a loro piacimento senza preoccuparsi di nulla.

"Adesso ce la pagherai cara, ragazzino! Preparati a piangere!" Aggiunse un altro, rimboccandosi le maniche della maglietta, per infliggere in miglior modo, la sua punizione al bimbo dal nome sconosciuto..

Il piccolo monello nonostante il pericolo imminente, non perdeva un solo istante il suo caratterino vivace ed astuto, addirittura fin troppo per la sua età. Anche se ormai, vista la situazione, aveva capito che il suo coraggio non sarebbe servito a risparmiargli la severa punizione dei tre ragazzi, che sembravano piuttosto fare sul serio.

"Vediamo…in che modo potremo infliggerti la nostra punizione!?…" Domandò retoricamente uno dei tre ragazzacci.

"…potremo gettarti giù da una sopraelevata facendo schiantare il tuo bel corpicino per terra…" Propose uno di loro malignamente, avvicinando il suo volto dove era disegnata un'espressione crudele, vesto il piccolo per incutergli ancora più timore di quanto non ne avesse già…

"Oppure, perché no! Annegarti nello stagno del parco…il divertimento nel vederti boccheggiare sarebbe assicurato!" Mormorò il secondo, imitando il tono di voce dell'altro, e simulando il movimento di spingere la testa del ragazzino sott'acqua trattenendolo come si deve.

"O cospargerti di benzina e bruciarti vivo come un pollo!!" Sghignazzò il terzo delinquente, ridendo malvagiamente.


A quelle parole, gli occhi blu intensi del ragazzino prigioniero non riuscirono a non tradire un certo file di timore e paura, mentre immaginava i vari momenti in cui il gruppetto di teppisti mettevano in atto le loro punizioni su di lui…e questa volta la punizione non si sarebbe di certo limitata ad un rimprovero o un castigo…

"Sai, moccioso…" Il quarto del gruppo, probabilmente il più anziano e quindi il capo, che si era mantenuto a qualche passo più indietro rispetto agli altri tre, fece la sua entrata mormorando queste parole con fare tranquillo, mentre inspirava l'ultimo boccone dalla sigaretta che teneva in mano, e la cacciava per terra spegnendola con il piede. "Io sono un appassionato di animali selvaggi, ed a casa ho un giaguaro…"

Entrambi i teppisti, ed il bimbo terrorizzato, si voltarono di scatto verso il 'capo banda' che pronunciò le ultime parole, alquanto inaspettate in un momento come questo.

"E' molto feroce, lo sai?…soprattutto con le persone che non conosce…" A queste ultime parole, i tre complici capirono immediatamente ciò che aveva in mente il loro superiore, e sorrisero malignamente verso di lui

"Aah! Ho capito, Capo!" Esclamò uno di loro.

"Sei sempre il migliore!" Continuò l'altro con soddisfazione . Poi si rivolse verso il bimbo, ancora riluttante ad intuire la terza tortura che aveva in mente l'uomo.

"Pensa che succederebbe se questo feroce giaguaro addentasse la tua testolina vuota e la stritolasse tra dente e dente…" Disse ancora uno dei tre delinquenti, mentre avvicinava lentamente la sua mano verso la testa del bambino, imitando il comportamento dell'animale in questione.

Ma il bambino, con un veloce gioco d'astuzia strettamente legato con l'istinto di sopravvivenza, all'avvicinarsi della mano del ragazzo, si sporse il più possibile e morse con tutta la sua forza la mano dell'uomo, che in preda al dolore, con la fretta di poggiare l'altra mano su quella dolorante, rilasciò la stretta con cui teneva il piccolo alzato per la collotta, che immediatamente ne approfittò per tentare una disperata fuga.

Purtroppo per lui, la situazione era visibilmente impari: Sarebbe stato davvero un caso eccezionale, se quattro ragazzi grandi e grossi avessero avuto la peggio contro un bambino di si e no cinque anni- Infatti, i tre uomini, non tardarono a riacciuffare il bimbo dai capelli corvini e rimetterlo a muro, questa volta, con un'espressione molto più minacciosa ed incattivita di quanto non l'avessero avuta prima.

"Piccolo bastardo maledetto!!" Esclamò il ragazzo a cui aveva fatto lo sgarbo, mentre massaggiava ancora la mano che gli aveva morso a sangue poco prima. "Questa la pagherai molto cara!!" Esclamò ancora, mentre il suo compagno si preparava a colpirlo sul volto con un forte pugno. "Prendi questa, lurido moccioso!!"

Il bimbo, ormai rassegnatosi a dover subito l'inevitabile pugno, chiuse gli occhi istintivamente, portando il più indietro possibile il suo candido visino.
I secondi passarono lenti come ore, ma l'impatto che tanto terrorizzava il piccolo non avvenne mai…al contrario, esso venne sostituito da alcune esclamazioni di stupore, da parte dei suoi 'aguzzini'.

Dapprima il piccolo non li considerò neanche come avrebbe dovuto, ma se avesse realmente visto cosa stava succedendo di certo non sarebbe restato con le mani in mano….. Riaprì di scatto gli occhi appena udì una voce quasi familiare miscelarsi con le esclamazioni miste tra la sorpresa e la paura dei tre scellerati, che all'improvviso iniziarono ad allentare inaspettatamente la presa che lo teneva alzato per la collotta verso il muro, e lo lasciarono lentamente scivolare per terra.

Una volta libero, il bimbo non fuggì. Non solo perché non riusciva facilmente a reggersi sulle sue piccole gambe, stanche e ferite, ma anche perché ciò che stava accadendo lo coinvolse in una maniera tale da farlo rimanere completamente a bocca aperta.

"Non vi vergognate a prendervela con un bimbo così piccolo!?!?" Kaji Ryouji, l'uomo che qualche giorno addietro gli aveva risparmiato tempestivamente quella brutta caduta dal grande albero di carrubo, adesso aveva fermato di colpo con la sua mano, il pugno che i tre teppisti gli avevano riservato.

"Ma chi diavolo sei tu?! Cerchi guai, amico!?!?" Il teppista però non ricevette alcuna risposta verbale da Kaji, ma bensì, l'uomo si 'limitò' a rispondergli allo stesso modo in cui egli voleva punire quel piccolo monello che lui stesso non sapeva per quale motivo continuava ad interessarsi a lui: Un veloce pugno nello stomaco, che lo misero immediatamente K.O. per terra tra mille lamentele.
Gli altri tre scagnozzi, guardarono la scena con il terrore nei loro occhi. Kaji invece era del tutto tranquillo, forse un po' preso dalla rabbia per ciò che aveva visto fare al piccolo, ma in fondo il suo sguardo era quiete e determinato, stava solo attendendo che gli altri tre si facessero avanti, ed infatti, uno di loro un volta essersi ricomposto, si fece sotto avvicinandosi con sguardo pieno di odio e rancore.

"Brutto ficcanaso!! Pagherai cara quest'intrusione!!" Esclamò il teppista, cercando di colpire l'ex spia della Seele con un calcio, ma Ryouji, grazie ai suoi ottimi riflessi, bloccò il calcio con un braccio e con l'altro lo colpì al ventre facendolo cadere all'indietro. Il teppista a sinistra provò ad afferrarlo intorno alla vita, era piuttosto robusto e voleva bloccare Kaji in una stretta, ma Ryouji lo anticipò e lo colpì con il taglio della mano al collo, nella zona della carotide. Un colpo in quel punto toglierebbe il respiro a chiunque, e infatti il ragazzo cadde a terra cercando disperatamente di riprendere fiato, soccorso dall'ultimo componente della squadra rimasto all'impiedi, che viste le precedenti esperienze dei suoi tre compagni, capì che se avesse tentato anche lui di battere quell'intruso che interferì nella loro rissa, avrebbe fatto la stessa identica fine dei suoi tre scagnozzi…

Kaji smise di difendere se stesso ed il ragazzino combina guai, appena i tre teppisti, adesso malridotti dai suoi pugni, se la diedero a gambe implorando pietà, fuggendo spaventati e doloranti.

Seguendo con lo sguardo i tre tizi fuggenti, Kaji riprese lentamente fiato dopo il violento combattimento. In fondo, nonostante fossero passati diversi anni, ricordava ancora le mosse segrete che nel suo lavoro di spia era fondamentale conoscere… "Tsk…vigliacchi meschini…" Mormorò a bassa voce, mentre passava un braccio lungo sul suo viso, asciugando in questo modo il sudore che aveva versato durante la lite. Dopo alcuni secondi, rivolse lo sguardo al vero interessato di questa brutta avventura.

"Non credi di aver scelto dei rivali un po' troppo forti per te?" Mormorò Kaji ironicamente, guardando il piccolo che cercava a fatica di rimettersi in piedi sulle sue piccole gambe.

Il bimbo rivolse i suoi grandi occhi blu verso l'uomo, ma il suo sguardo non era affatto differente da quello che aveva rivolto ai tre teppisti durante le loro terribili minacce: nei suoi occhi si potevano leggere a caratteri cubitali tutta la sfiducia e timore che il bimbo sentiva per qualche motivo ignoto nei confronti del suo salvatore…

Kaji sorrise ,e, non badando allo sguardo minaccioso del piccolo, si fece avanti lentamente verso di lui…

"Avanti piccolo, vieni…ti riaccompagno a casa…" Mormorò con tono affettuoso e rassicurante Kaji, mentre si abbassava un po' all'altezza del piccolo, ed allungava le sue braccia in modo da alzarlo da terra.

Il bimbo però, a quel gesto, apparve riluttante, "N…no!!!" Esclamò, mentre scostava di scatto le mani dell'ex spia lontano da lui. Dopo aver fatto ciò, tentò disperatamente di scappare, quasi come se Kaji stesse rappresentando un pericolo ancora più terribile dei tre teppisti di poco fa.

Ryouji rimase sorpreso nel vedere la reazione del bimbo che per la seconda volta, stava scappando lontano da lui, senza avere neanche il minimo motivo per farlo, però non ebbe neanche il tempo di richiamarlo, quando all'improvviso, probabilmente a causa del dolore delle sbucciature delle sue ginocchia, cadde un'altra volta per terra, non riuscendo a reggere il peso del corpo stanco sulle sue sole forze. Dopo la caduta, il piccolo, cercando di ignorare il dolore che essa gli rinnovò, fece di tutto per rimettersi velocemente all'impiedi e tornare a correre. L'idea che quell'uomo sconosciuto potesse approfittare di questa piccola debolezza per riavvicinarlo a se lo terrorizzava. Ma la sua paura era fondata. Kaji infatti, prima che il bimbo potesse anche solo accorgersene, si era già avvicinato a lui, mostrandogli il volto sorridente e bonaccione, mentre poggiava la sua mano sulle sue sottili spalle.

"La…Lasciami andare!!" Urlò con paura il bambino, non riuscendo a muovere un muscolo tanto era gremito di panico.

Kaji non si lasciò impressionare dalle parole del bimbo, ma tentò ancora di rassicurarlo a suo favore, accarezzandogli la schiena. Sapeva che molto probabilmente stava reagendo in questo modo perché stava dando in qualche modo sfogo ai momenti traumatizzanti vissuti poco prima con il gruppo di teppisti.

"Sta tranquillo…non voglio farti del male…" Mormorò l'uomo con tono dolce e rassicurante "So che probabilmente i tuoi genitori ti diranno di star lontano dagli sconosciuti, ed hanno ragione! L'avvenimento di poco fa forse ne è stata una conferma di ciò! Ma cosa succederebbe se quegli uomini cattivi di poco fa ti ritrovassero da solo per la strada?" Continuò, cercando di spiegare con concetti semplici la situazione dei fatti al piccolo.

Il bimbo, sveglio com'era, non tardo a capire ed a riflettere sulle parole dell'uomo…per alcuni secondi, sembrò come se stesse cercando di vincere la sua paura ed a confrontare le due evenienze…

Kaji lo osservava fisso…era davvero impresa a dir poco impossibile per lui riuscire a capire i mille pensieri colmi di emozioni che regnavano nella mente del piccolo birbante….

All'improvviso i loro sguardi si incontrarono, e non si dissero una sola parola…lasciarono solo che il tempo scorresse così per un po'…osservando entrambi le insolite somiglianze tra i loro sguardi…
Dopo di ciò, Kaji propose ancora una volta il gesto di prendere il piccolo monello tra le sue braccia, lasciandogli questa volta possibilità di accettarlo o meno…

Lo sguardo del piccolo dai capelli corvini si spostò sulle grandi mani di Kaji, protese verso di lui, e lentamente poggiò la sua flebile e bianca manina, ancora tremante, su di essa. Kaji avvertì tutto il calore misto con il tremore di quella piccola mano sulla sua, e la strinse delicatamente, come se volesse racchiuderla…che strana sensazione gli diede…stringere finalmente quella manina tiepida appartenente ad un bimbo in fondo, sconosciuto…ma che per lui stava stranamente rappresentando una speranza...speranza che forse riusciva a colmare il vuoto lasciato dalla speranza di ritrovare Misato…speranza crollata ormai per sempre…

Il bimbo, indugiò ancora un po' prima di sporgersi verso Kaji ed alzare le braccia per acconsentire in questo modo ad essere preso in braccio da lui…

Kaji a quel movimento, accolse immediatamente il piccolo, rialzandosi da terra e poggiandolo sul suo braccio sinistro.

Il bimbo si strinse all'uomo, e, cercando di non incrociare ancora una volta il suo sguardo, poggiò la sua testolina sulla spalla, come se stesse dando sfogo a tutto il bisogno di protezione che aveva negato durante i terribili momenti che aveva trascorso assieme ai teppisti; e senza che se ne accorgesse neanche, iniziò a singhiozzare, circondando con le sue braccia il collo dell'uomo, scaricando anche questa volta la tensione accumulata e che fino ad allora aveva tenuta repressa…

Kaji sorrise, e strinse a se il bimbo in lacrime, rassicurandolo con un caloroso abbraccio.

"Ci sono io con te piccolo…non avere paura, sta tranquillo…e' tutto finito…" Il piccolo a quelle parole si strinse ancora di più all'uomo, aggrappandosi con le sue sottili dita alla camicia di Kaji, bagnandola con le proprie lacrime.
Non aveva voluto dare ai teppisti la soddisfazione di vederlo in lacrime…accidenti, aveva proprio agito nel suo stesso modo di fronte al pericolo…non aveva voluto dare la soddisfazione di vederlo spaventato…

"Allora, me lo dici come ti chiami?" Ryouji ripeté questa domanda al piccolo per la seconda volta. Sperando che almeno questa volta avrebbe reagito diversamente. "Io mi chiamo Kaji, te l'ho già detto!"
Il bambino smise di piangere, e mentre si passava il braccino lungo gli occhi per asciugare le ultime lacrime rimaste, rivolse lo sguardo a Kaji con fare dubbioso e nello stesso tempo triste… il bimbo non rispose…

Kaji sospirò gravemente a questo ennesimo rifiuto da parte del timoroso frugoletto, ma cercò con tutta la pazienza di questo mondo di accettare la scelta all'anonimato del bimbo.

"Ok, Ok…se non vuoi dirmi come ti chiami, almeno dimmi dove abiti!" Esclamò ancora Kaji, scostando con le proprie dita, i ciuffi di capelli neri che gli cadevano sulla fronte come frangetta…
Ancora una volta, Kaji come risposta ricevette il silenzio più totale… non c'era proprio niente da fare, quel bimbo nonostante tutta la pazienza e la bontà di Kaji, non sembrò voler dare la minima informazione…probabilmente i suoi genitori li avevano educato in una maniera molto rigida per quanto riguarda gli estranei, ed il bimbo se ne era fatto un tabù eccessivo…

Kaji fece una carezza sulla testa del bimbo "D'accordo! Visto che non vuoi dirmi dove abiti ti porterò un po' a casa mia, va bene?" Esclamò, strizzando l'occhio al piccolo simpaticamente

Il bimbo restò un po' confuso di ciò, la risposta dell'uomo lo aveva un po' spiazzato

"Non posso mica lasciarti da solo per la strada dopo quello che è successo! Non trovi?!" Continuò ancora con tono affettuoso. Il bimbo dopo un attimo di riflessione, riconoscendo che in fondo il signore che lo aveva salvato aveva ragione, annuì incertamente, senza però modificare il suo sguardo talmente diverso da quello che aveva pochi giorni fa, mentre giocherellava allegramente sull'albero assieme ai suoi amici.

"Bene allora…" Mormorò l'uomo accarezzando la schiena del bimbo "Andiamo a casa mia…"

Capitolo 4 >>>