Era il 25 gennaio del 1996:come tutti i giorni a Bologna i bambini e
i genitori si alzavano presto.
La maggior parte dei ragazzi andava a scuola in macchina,mentre Silvia,una
bambina di 12 anni,(buona,simpatica,brava,allegra)vi si recava in autobus
da sola.
Quella mattina Silvia(capelli neri,corti e un pò spettinati,occhiali,occhi
marroni)indossava un maglione rosa con un disegno davanti,dei pantaloni
verdi e degli stivaletti neri e marroni che le piacevano tanto.
Fuori pioveva,lei prese l'ombrello e andò alla fermata dell'autobus
ad aspettare l'11.
Era buio,pieno di nuvole cattive che dovevano "sgonfiarsi" quel
giorno(così dicevano le previsioni),era anche molto freddo.
Silvia:Proprio oggi doveva piovere perchè io volevo andare in centro
a fare la spesa questo pomeriggio. Mi sento così angosciata,triste
e malinconica!!
La povera Silvia infatti era molto giù quella mattina e,quando
arrivò l'autobus,salì mogia mogia.
Giunta a scuola aspettò sotto il portico vicino alla porta d'ingresso;tremava,anche
se aveva un giubbotto grosso,di vari colori.
Le sembrava che il tempo non pasasse mai,fino a che non suonò al
campanella,allora si videro tutti gli alunni entrare,spingendo Silvia
di qua e di là.
Lei pensò che non era il suo giorno fortunato.
Salì le scale piano pianoe le pareva che non finissero mai;arrivata
finalmente in cima percorse il corridoio ed entrò in classe.
Si tolse la giacca,prese fuori il materiale della prima ora e si sedette.
La sua compagna di banco era una bambina antipatica,bionda,con i capelli
lunghi e gl occhi neri;si chiamava Angelica ed era vestita tutta di chiao.
Quel giorno Angelica si era pettinata facendosi due codini.
A Silvia sembrava che gli occhi della compagna fossero crudeli,di vetro;le
fecero paura.
Sperava che le ore finissero presto,invece diventavano sempre più
lunghe e noiose.
Finalmente terminarono la prima e la seconda ora e venne la ricreazione,ma
Silvia non aveva fame per la tristezza.
A poco a poco passarono,sempre più noiose,la terza,la quarta e
finalmente la quinta ora.
Silvia:"Che barba,che noia,uffa,che stress,non ne posso più
di venire a scuola"
Uscita dall'edificio le sembrò di sentire sulla faccia un leggero
venticello caldo,ma non riusciva a capirecome fosse possibile con quel
freddo,comunque lo seguì.
Silvia:"E' come un richiamo....forse qualcuno ha bisogno d'aiuto!!"
Si mise a correre nella direzione del venticello caldo.
Quando al bambina raggiunse la strada,vide una luce gialla come il sole
e calda;non credeva ai suoi occhi mentre davanti a lei atterrava un'astronave
aliene.
Il tempo si era fermato,le persone e i mezzi di trasporto erano immobili,come
le parole appena scritte su un foglio bianco.
da quel grande disco si abbassò un ponticino,era giallo come tutta
l'astronave e Silvia si accorse che su di essa era disegnato un grande
sole che emanava un piacevole calore che la riscaldava tutta,fino al cuore.
Ma vedendo che qualcuno scendeva dall'astronave,ebbe un pò di paura.
Gli alieni(non erano poi tanto diversi dagli esseri umani)si meravigliarono
quando si accorsero che Silvia non era immobile e cominciarono a parlare
in un linguaggio che la bambina riusciva a capire.
Alieno:Forse,amici miei,è quella ragazza che stavamo cercando!!
Silvia notò che avevano delle magliette nere con dei disegni sopra:una
luna,un sole e delle stelle.
Gli strani tipi le si avvicinarono e si presentarono.
Alieno1:Io sono il rappresentamte di tutte le stelle e mi chiamo Stellaris!!!
Alieno2:Io sono il rappresentante della Luna e mi chiamo Lunaris!!!
Alieno3:Io sono il rappresentante del Sole e mi chiamo Solaris,tu come
ti chiami?
Silvia:Io mi chiamo Silvia e sono felicissima di conoscervi!!
Non aveva già più paura di loro nè loro di lei.
Solaris:Com'è buio qui,è freddo,anzi gelido!!!
Silvia non capiva.
Silvia:E' solo freddo,perchè? Dove abitate?
Solaris:Noi abitiamo su un pianeta molto caldo che si chiama Caldorifero,proprio
perchè lassù la temperatura è altissima.
Continua.
Solaris:arriviamo al sodo,tu sei stata scelta per avere dei poteri soprannaturali
e il tuo compito è quello di portare il Sole in questa città.
Vieni dentro all'astronave,ti daremo le istruzioni per trasformarti e
per usare i tuoi poteri.
Silvia nnuì ed entrò nella navicella e solaris la fece sedere
su una poltrona gialla di un colore così vivo e intenso che ricordava
quello del fuoco.
L'alienò cominciò a pronunciare delle parole magiche.
Solari:Sole,Dio del cielo che illumini la terra,dà i tuoi poteri
a questa ragazza che porterà calore in questa fredda e buia città.
E così fu.
Silvia sentì il cuore pieno di calore.
Solaris:Silvia per trasformarti dovrai dire -Sole dammi i poteri della
felicità- e invece per usare i poteri dovrai dire -Sole illumina
questa città-. Devi trasformarti prendendo in mano questa penna
rosa e dopo dovrai pronunciare la formula,hai capito? Ma ricordati,solo
per un giorno,poi i tuoi poteri svaniranno.
Silvia annuì,scese dall'astronave,lì salutò e loro
se ne andarono.
La bambina si guardò in giro,attraversò la strada e andò
alla fermata dell'11.
Quando l'autobus arrivò,salì velocemente perchè voleva
provare i suoi poteri ed era felicissima di avere questo compito così
importante da svolgere.
Giunta a casa riuscì a isolvere in fretta i problemi di matematica
a dopo andò giù in cortile dove tutto era grigio e spoglio.
Silvia prese la penna rosa e pronunciò le parole magiche con decisione
ed emozione;allora si trasformò in una ragazza vestita di giallo,con
un Sole disegnato sulla maglietta,una gonna gialla,delle scarpe dialle
e un fiocco in testa giallo.
Fece un salto e si accorse che volava,così decide di compiere la
buona azione quel giorno.
Mentre volava nel cielo pronunciò queste parole.....
Silvia:Sole illumina la mia città......
Aggiunse.....
Silvia:.....illumina anche tutto il mondo!!!
E subito il cielo divenne chiaro,pieno di luce e calore:ma erano già
le 18.30,allora in brve si fece buio,però quella sera l'oscurità
sembrava chiara.
Quando la mattina si alzò,si preparò,scese in giardino e
comincio a saltare,am vide che non aveva più i poteri e si ricordò
di quello che gli aveva detto Solaris.
Era molto infelice in quel momento,ma poi,vedendo che in cielo c'era il
sole, immaginò che la sua magia durasse ancora e il suo cuore si
accese di felicità per aver portato gioia e calore.
Lei capì che quello era un giorno giusto,cioè senza sventure,e
andò a scuola tutta felice pensando che era stato meraviglioso
volare e che avrebbe voluto farlo ancora,am in un cielo sereno e illuminato
dal sole.
Guardando il sole per molto tempo,ebbe l'impressione che le facesso un
sorriso enorme e lei glielo ricambiò con grandissimo piacere.
A Silvia,mentre ripensava a quello che aveva compiuto,venne quasi da commuoversi.
Si asciugò le lacrime che le erano scese sulle guance e corse a
scuola.
Fine!!!
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