- Capitolo 1° -
La scelta di Miho
L'ironia del destino vuole che io stia ancora qui a pensare a te.
Lo guardavo giocare con i bambini e sapevo già che avrei potuto perderlo, da un
momento all'altro, in nome di un ideale che per quanto giusto non supererà mai
l'amore.
Finalmente Seya era felice, ma io sapevo che il suo cuore era teso ad
idealizzare in un'unica figura di dea, donna e amante Lady Saori.
Non n'abbiamo ancora parlato, forse lui ancora non se ne rende conto. Io
purtroppo ho già capito: ho capito che lo perderò, ma come disse qualcuno una
volta, quando bisogna uscire di scena occorre farlo con stile.
Non mi lascerò travolgere dagli eventi; ho provato a lottare per tenerlo ma il
suo compito divino è troppo importante; lui ha uno scopo preciso della vita, la
sua intera esistenza è come una candela: brucia tutto in fretta e il mio tempo
è già diventato polvere.
Come se capisse i miei pensieri Seya si girò a guardarmi, sorridendo come un
bambino.
Ecco quello che più mi piaceva di lui: era eternamente piccolo, eppure portava
nel cuore e nell'anima tanti dolori, troppe battaglie aveva combattuto e ormai
tutto quello che era "al di fuori" era come un sogno, troppo bello
per essere vero! E i sogni, prima o poi, finiscono.
"che hai? Mi sembri strana! Dai vieni a giocare con noi!- mi disse
sorridendomi.
L'amore non è razionalità.
Quella canzone continuava a risuonare nella mia testa… volevo darle ascolto. Io
amavo Seya, l'amo da quando eravamo piccoli e mi nascondevo dentro un bidone
per riuscire a vederlo. L' ho aspettato tutto il tempo dell'addestramento,
mentre crescevo e vedevo le mie compagne prendersi delle cotte, litigare con i
loro ragazzi ma non aver mai paura di non rivederli più perché il destino te li
porta via.
E poi dopo tutto quel tempo lui si è ripresentato da me…
E io ci sono ricaduta. All'inizio credevo che sarebbe stato tutto fantastico,
lui era il mio principe azzurro che mi avrebbe difesa da tutto e da tutti, con
tra le mani una potenza immensa che, mi resi conto solo più tardi, era uno dei
tanti problemi.
Gli sorrisi e accettai di unirmi al gioco.
Un ultimo regalo prima dell'addio.
E tu mi piaci sempre, forse ancor di più.
Ci salutammo con un bacio quella sera, e lui mi diede appuntamento al giorno
dopo come il solito.
Ma non andai male all'appuntamento.
La sera stessa preparai i miei bagagli, era poca roba ma non dovevo lasciare
niente di me in quel posto, solo una lettera, con poche frasi di quella canzone
che aveva deciso il mio destino.
Baciai sulla fronte tutti i bambini dell'orfanotrofio, Sancho e gli altri mi
mancano tutt'oggi; poi abbracciai forte Erii, che per un po', con Hyoga aveva
capito il mio dolore.
"Dove andrai, Miho?"- mi chiese
"In Europa: in Irlanda credo. Lontano di qui, lontana da lui. Dagli questa
lettera quando lo vedi per favore!"
Erii mi abbracciò un'ultima volta e poi mi vide allontanarmi nella notte scura,
per l'ultima volta.
Mentre ero sull'aereo e vedevo sotto di me le verdi pianure della terra degli
elfi ormai Seya stava aprendo la mia lettera e ci trovò scritto.
"L'infinito sai cos'è? L'irragiungibile, fine o meta che rincorrerai per
tutta la tua vita…. Adesso che farai? Adesso io non so. Infiniti noi, so solo
che ….Ovunque tu sarai, ovunque io sarò non smetteremo mai!"
nebbulit