Charmargy: toh! Chi si vede!! Dei lettori capitati giusto per allenarmi
nel "rompimento di scatole"!
Lettori: puoi anche fare a meno di allenarti!
Charmargy: assolutamente no! Sono un'atleta, IO!
Lettori: il rompimento di scatole è una disciplina sportiva?
Charmargy: è solo questione di tempo
Comunque, anche quest'oggi
sottoporrò al vostro severo
Lettori: MOLTO severo
Charmargy:
giudizio un'altra delle mie fan fiction che come è
ben noto sono nate per la persecuzione di poveri ed innocenti lettori
capitati per chissà quale disguido in queste pagine
comunque
sia, non so se potrete trovare le mie idee poco o molto originali, o direttamente
"per niente", comunque io scrivo lo stesso perché mi
devo sfogare ed esprimere i miei stati d'animo repressi
Lettori: se non fossero repressi chissà che disgrazia
Charmargy: innanzitutto sappiate che oggi è il 21 maggio 2002.
Oggi ho scritto il cinquantaduesimo capitolo di "One Piece:The Red
Devil", di "Pirate Hunters II" e ho scritto al computer
le varie idee che mi sono venute (come sempre, nelle mie lunghe e note
notti di insonnia) per delle fan fiction, e vi assicuro per vostra disgrazia
che non resterete senza le mie fan fiction per long time!
Lettori: che bello
-_-'
Charmargy: adesso, non so se con ritardo rispetto alla data in cui leggete
questa ff, saluto diverse persone: ovvero la prima C della scuola Pietro
Mascagni (le medie, ovviamente) di San Vincenzo, la classe + tremenda
e temuta dai professori, di cui neanche a stupirsi io faccio parte, Sirio50,
webmaster di www.onepiece.s5.com un sito assolutamente fantastico, Eshtar/Alpha80
del sito www.manganoten.com anch'esso davvero mitico, Milena che ha scritto
una fan fiction bellissima pubblicata sul sito di Sirio, Aoi-chan bravissima
disegnatrice di cui si suppone abbiate sentito parlare nel sito di Sirio
vero? ^^ Ma non dimentichiamoci di Rem, che sono felice di aver conosciuto!!
E come non salutare il da me chiamato "zio Nippi", che anche
se lo chiamo zio (chiamo tutti "zio" o "zia", non
chiedetemi perché) è nientemeno che il mio "ganzo"
fratellone, inventore di un fumetto assai assurdo!! Sei un mito, fratellone!
Inoltre più genericamente un saluto a tuuuuutta la mia family,
anche ai più sperduti parenti dall'altra parte del pianeta e agli
antenati! E inoltre, un saluto a chiunque conosca di persona Margherita
Frati di prima C a San Vincenzo
detta Charmargy! Io, in pratica!
Lettori: e noi?????
Charmargy: ah, già! Scusate: saluti a tutti i lettori che NON mi
scrivono, dal momento che evidentemente li spavento, mi farebbe immenso
piacere che però facessimo conoscenza! Per sapere che ci siete,
no? Tanto io rispondo a tutti!!!! E come non rispondere ai poveri malcapitati
che capitano sulle mie fan fiction e che ne restano per loro sfortuna
imprigionati? Bhe, non ho un briciolo di autostima
ma io sto bene
così! E poi state un po' a sentire: sono u genio! Un mito! Ma che
dico: DI PIU'!! Se non ci fossi io il mondo andrebbe a rotoli! Visto??
^^' Scherzavo, comunque! Non prendete sul serio, per favore! ^______^
Quindi, un ultimo appello poi mi levo di torno: scrivete a uno di questi
tre indirizzi, mi farebbe un immenso piacere: charmargy@yahoo.it charmargypaint@yahoo.it
the_maringon@yahoo.it !! Okay? Bene, per vostra letizia adesso vado! Ciao!!!!!!!
Come sempre quando cominciano fan fiction di questo tipo, era estate.
Estate, la stagione del caldo, dei bagni, delle spiagge piene da una parte
mezze vuote da un'altra, dei turisti in località di mare, delle
piogge quando sarebbero l'ultima cosa che vorresti. Ma, a Logue Town,
o meglio, nel suo campo della marina, le cose erano sempre le stesse.
Per lo meno, lo erano per le nuove reclute. Esercitazioni per tutta la
giornata. Erano da poco finite. Il primo giorno dell'estate, per chissà
quale indecifrabile motivo, c'era stata una grazia per le reclute, che
avevano potuto concedersi il resto del pomeriggio libero.
Due ragazze andavano verso il negozio di spade
<< Uffa! Di questo passo devo cambiare nome di nuovo! >> sbuffò
una ragazza
<< Così ti metti solo nei guai >> replicò un'altra
che teneva in mano una spada
<< Tu fai presto a parlare, Tashi! Non hai mica i miei problemi!
>>
<< Ce li ho avuti. >>
<< Dovresti smetterla di consolarmi. >>
<< E tu per una volta dovesti smetterla di barare, recluta Nat.
>> sorrise Tashigi
Natalie sbuffò. << Lo sai anche tu che io detesto queste
cose. La conosci la mia situazione. >>
<< Allora parlane con tuo padre. >>
<< Fossi fessa! Così mi disereda! Anzi, che dico: se sono
fortunata, si limiterà a lapidarmi. >>
<< Ho sempre detto che sei esagerata
. OOPS! >>
Tashigi inciampò puntualmente nell'unico luogo dove fosse possibile
inciampare. Ovvero nell'unico rilievo della strada perfettamente liscia
in trenta chilometri di raggio. << E io ho sempre detto che dovresti
andare in giro con uno scandaglio. >>
Disinherit
fan fiction by Charmargy ("Disinherit" © Charmargy "One
Piece" is © Eiichiro Oda)
Ancora un volta, bella giornata. Sole alto, cielo limpido, mare piatto,
niente nuvole e una tranquillità quasi opprimente. Non tutti però,
erano felici. C'era chi esultava, chi invece non era molto contento di
quello che era successo qualche ora fa, alle dieci di mattina. Non per
tutti era una bella giornata.
<< Che bella giornata!!! >>
<< Per te, Tashi
>> disse con aria per niente allegra
Natalie
<< Adesso che ti prende? >>
<< Guarda qua. >>
Natalie mostrò un foglietto. << La lista di quelli ammessi
al livello successivo delle esercitazioni. >>
<< Ottimo spirito di osservazione
>> commentò
Natalie con sarcasmo.
<< E tu sei
? >>
<<
bocciata. Per la sesta volta. Lo dicevo che sono un'incapace.
>>
<< Cavoli
>> fu l'unico commento che Tashigi riuscì
a fare. Era difficile trovare una consolazione adatta per Natalie, anche
perché la spadaccina si sentiva triste per l'insuccesso dell'amica.
Ma Natalie, a parte questo, non pareva troppo depressa << Che nome
ti viene in mente che io non abbia già provato? >>
Tashigi sospirò << Nessuno. >>
<< Grazie mille. >>
<< Senti, non farti una questione psicol.. ARGH! >>
Stava per inciampare di nuovo ma Natalie riuscì a prenderla per
un braccio.
<< Ah, ci sono! >> disse Natalie << Bene, vado a farmi
i documenti falsi! Ci vediamo domani! >>
<< Ferma lì! >> disse Tashigi << Senti, adesso
smettila. Fin'ora ti ho retto la commedia malo sai che detesto non dire
la verità. Quindi non contare su di me. >>
Natalie sbuffò ma sapeva che aveva ragione << Anch'io odio
le bugie. Ma adesso non ho altra scelta. Ho sbagliato all'inizio e adesso
mi tengo le bugie. Lo so che è colpa mia. >>
<< Vuoi un consiglio? >>
<< Se non consiste nel "parlane a tuo padre" suppongo
di sì. >>
<< Si tratta di quello. >>
<< Allora non parlarmene neanche. >>
Nel frattempo le due erano arrivate alla spiaggia, quasi senza accorgersene.
Natalie si mise seduta, con l'aria per niente allegra, su uno degli scoglie
all'estremità della sabbia chiara. La spiaggia era deserta, ma
nel giro di venti minuti si sarebbe di nuovo riempita di gente. (NdC:
Hole in my soul!!!!!!!!! NdLettori: ma cosa dice? NdC: sto ascoltando
gli Aerosmith! ^^ NdLettori: ah, ecco
. E cosa c'entrava adesso?
NdC: adoro il ritornello di questa canzone
non ricorda il mare?
NdUn lettore: a me ricorda un girarrosto
NdC: non siete per niente
sensibili
NdLettori: perché tu, invece? NdC: lasciamo perdere
vado a scrivere! NdLettori: peccato!). Tashigi le si sedette accanto,
sospirando.
<< Lo so che sono monotona
secondo me se tu ne parlassi con
la tua famiglia miglioreresti le cose. >>
<< Si arrabbierebbero troppo. >>
<< Questo è inevitabile, ormai. Ma dopo gli passerà,
e troverete una soluzione. >>
<< Lo sai com'è mio padre. E com'è mio nonno. Ci hai
già parlato tu, ricordi? >>
<< Bhe, non è mica detto che le cose vadano sempre male!
Insomma, prova ad essere ottimista, per una volta in tutta la tua vita!
>>
<< Tashigi, io vorrei essere ottimista, ma non ci riesco! Ormai
è finita, capisci? O vado avanti così o mi suicido. Ecco,
mi suicido! Grande idea! >>
<< Lo so che non dici sul serio. >>
<< Come mai mi conosci così bene
? >>
Tashigi sorrise << Forse ho la soluzione. >>
Natalie si voltò senza capire << E quale sarebbe? >>
<< Se non vuoi parlare con tuo padre almeno fallo con il capitano
Smoker. >>
CHECCOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAAA?????????????????????????????????????????????????
<< Ehi, guarda che non c'è bisogno di assordirmi! >>
<< Ma tu sei pazza! Già non posso dire la verità a
mio padre, figuriamoci al capitano! Mi ammazza, te lo dico io! >>
Tashigi scosse la testa. << Posso dirti che secondo me sei un caso
senza speranza? >>
<< No. >> Natalie sospirò << Lo so già
>>
<< Ribadisco cosa dovresti fare
>>
<< Non ribadirlo perché non lo farò! >> sentenziò
Natalie con cocciutaggine
<< Vorrà dire che lo farò io. >> disse Tashigi
con un sorriso perfido
<< Se ci provi
>>
<<
se ci provo? >>
<< Niente. >> Natalie si alzò in piedi << Fai
come ti pare. Tanto ora dobbiamo salutarci. >>
<< Ah, sì? Bhe
a domani! >>
<< Addio. >>
<< In che senso, addio? >>
Natalie lasciò cadere le spalle e volse un occhiata verso il mare.
Per un attimo parve sorridere, ma era contro sole, era impossibile farci
caso. << Non ci voglio stare qui, Tashi. Ne ho abbastanza di vivere
così. Nella menzogna. Detesto mentire. >>
Tashigi decise di stare al gioco << E dove avresti intenzione di
andare? >>
<< Non lo so. Da nessuna parte. Dove nessuno mi possa trovare. >>
Il sergente capì che faceva sul serio. Che non era il caso di stare
al gioco << Ti prego, ragiona. Che senso ha? >>
<< non ne ho idea. Lo farò e basta. >>
<< Anche se non ha senso? >>
<< Niente di quello che ho fatto ha mai avuto senso. >>
<< Come fai a dirlo? >>
<< Basta. Adesso basta. Lo hai detto tu, no? Non devo mentire. E
non intendo farlo più. Dirò tutto a mio padre, che mi prenderà
a legnate. E poi e ne andrò. >> (NdC: take me now to the
paradise city
NdLettori: ma cosa dici? NdC: molto semplice: ascolto
i Guns N Roses! NdLettori: ma non c'entra niente! NdC: welcome to the
jungle
NdLettori: lasciamo perdere
)
<< Dove? >>
<< Sei ripetitiva. Non lo so. Da qualche parte. >>
<< E come speri di fare? Non è così semplice sparire
da un momento all'altro. >>
<< Ci proverò. Non so come farò. Se poi fallisco,
mi butto dalla scogliera. Niente di più semplice.>>
<< Addio. >>
<< Addio. >>
Natalie se ne andò. Ma perché la chiamo così? Non
aveva un vero nome. Li aveva sempre cambiati. Suo padre voleva un figlio
maschio, non lei, ma non ce n'erano stati altri legittimi. Il padre non
la riconobbe come figlia sua, quando nacque. Ma poi dovette farla arruolare
in marina. Nella sua famiglia ogni figlio che nacque, da generazioni,
era stato Grande Ammiraglio di Marina. Un paio, Ammiragli Supremi. "il
minimo che tu possa fare è diventare generale". Disse il padre
a Natalie. Lei non voleva entrare in marina. Venne rifiutata dopo qualche
mese, ma suo padre non ne sapeva nulla. Lei continuò a mentire
per infinite volte, ogni volta che era bocciata faceva documenti falsi,
assumeva altri toni di voce, faceva di tutto per fare apparire diverso
il viso, si tingeva i capelli e se li tagliava. Con quei documenti cambiava
nome. Non se n'era mai accorto nessuno. Tashigi lo sapeva. E sapeva anche
alla perfezione che anche Smoker lo sapeva. Ma non aveva mai mosso un
dito. E Tashigi capiva perché. Adesso non poteva e comunque non
voleva fare niente per fermare Natalie. Da adesso sarebbe stata come un
mucchio di polvere.
La polvere, spazzata dal vento. Portata via, chissà dove.
Forse dovunque.
Forse da nessuna parte.
Forse non avrebbe mai trovato quello che cercava. Ma cosa cercava? Tashigi
sapeva che soffriva. Che odiava scappare come odiava mentire. Ma non poteva
fare niente. Lo sbaglio di mentire ormai era troppo grande per portevi
porre rimedio. Così pensava Natalie. Ma Tashigi pensava che ci
dovesse per forza essere una soluzione.
Lasciarla stare.
Se aveva scelto quella via, non potevano fermarla.
Un mucchio di polvere viene spazzato via dal vento. Il vento, maestrale,
libeccio, scirocco. Ognuno la porta dove vuole.
I frammenti dell'anima di Natalie, la Diseredata, erano diventati polvere.
La diseredata era quella stessa polvere.
Non c'era niente da fare.
Pregare?
A cosa poteva servire? L'unica cosa a cui potevano servire le preghiere
era che la diseredata continuasse a vivere. Ma forse non lo voleva nemmeno.
Il mare è grande. Non si può versare lacrime quando sei
a cavallo di quelle acque. Acque benevole.
Acque assassine.
Non si può sperare che qualcuno ti sorrida se sei solo. Se hai
sbagliato. Chi ti capisce, ti sorride.
Ma il mare è grande. Come fai a trovare qualcuno che ti sorrida?
E' difficile.
Natalie lo aveva trovato.
Era dura lasciarlo.
Natalie pianse. In silenzio. Continuando a camminare, delle lacrime le
rigarono il viso, le strisciarono sulle guance, sul collo. La diseredata
si morse le labbra. Non voleva emettere alcun suono. Voleva andarsene,
sparire, voleva lasciare chi le aveva sorriso. Il mare è grande.
Voleva lasciare l'unico viso sorridente della sua vita. Doveva farlo.
Ma voleva farlo senza piangere. Senza versare lacrime.
Voleva andare via come la polvere. In silenzio. Senza fare rumore.
Con un volo infinito, errante. Portata dal libeccio. Dal maestrale. Non
le importava come fare. Si mise a correre. Il mare va sempre avanti e
indietro.
È grande. E riprende quello che dona. Se porta le alghe, poi se
le riprende. Se porta conchiglie, poi se le riprende. Dal mare era venuta
Natalie. Il mare. Il mare era suo padre.
L'aveva portata a Logue Town.
Ora se la stava riprendendo.
Le lacrime seccano sotto il sole.
Roma dopo poco finì nello sfacelo, perché era troppo grande.
Troppo grande, troppo ingiusta, troppo bugiarda.
La commedia di Natalie era come Roma. Troppo grande.
Troppo ingiusta.
Troppo bugiarda.
Adesso era diventata troppo grande per poterla dirigere, portare avanti.
Nessuno l'avrebbe tirata fuori da quella sofferenza, se non riusciva ad
uscirne da sola. Ormai era caduta.
Non ci si rialza più.
Roma, eri troppo grande. Speravi di resistere come stavi procedendo? Sei
caduta. E poi sei cambiata.
Natalie, hai mentito. Hai sbagliato. Speravi che uno sbaglio come il tuo
non cambiasse nulla? Sei caduta. E adesso stai cambiando.
Dopo che le cose brutte si risolvono, pare tutto dannatamente bello. Ma
le cose brutte a volte non si risolvono.
Adesso, Natalie, ti stai rendendo conto che per vivere occorre attenzione.
Il tuo sbaglio ora lo pagherai. Anche se sei stata costretta. Odi mentire.
Non sei nata per questo. Ma adesso pagherai lo stesso. Roma ha pagato,
poi è cambiata. E' migliorata. Tu pagherai. E vagherai come la
polvere.
Camminare, correre, per le vie di Logue Town. Ormai era uscita dalla città.
Ormai aveva corso senza fermarsi da ore. Non era stanca. Perché
era come la polvere.
Seduta nel bosco, in attesa, senza pensare a niente. Ma in attesa di cosa?
Niente poteva arrivare. Il mare è troppo grande. E nessuno cerca
la polvere.
Poi, quell'odore. Quella puzza. Natalie detestava quella puzza. Fumo.
Qualcuno che fumava. Non ci fece caso. Restò lì. Finché
si accorse che l'avevano seguita.
<< Che fai qui? >>
Nessuna risposta. La polvere si era fermata. Smoker non si aspettava risposte.
<< Vuoi andartene? >>
<< Forse. Forse voglio morire. Non mi importa. Posso stare qui per
sempre. Seduta, a guardare il bosco. Ho sbagliato e ora sto pagando. È
giusto che sia così. >>
<< Chi ha pagato per la giustizia poi cambia. >>
<< Non sono cambiata. >>
<< Stai cambiando. >>
<< E sto peggiorando. >>
Il mare è grande. E' difficile trovare qualcuno che ti sorrida.
Se sei rifiutato. Se hai sbagliato. E quando sbagli non accetti nessun
sorriso. Di nessuno.
<< Hai sbagliato e hai saputo pagare. Te ne sei accorta. Prima non
l'avresti fatto. Sei cambiata. >>
<< Ma non posso fare più niente. Ormai sono diseredata. Ormai
non ho niente. Quello che non sono io non lo conosco. >>
<< Siamo nati per conoscere. Alcuni lo fanno troppo altri per niente.
E poi sbagliano entrambi. >>
<< Non mi muovo di qui. >>
<< Sei stupida. >>
<< Qualunque cosa faccia l'umano agli occhi degli altri è
sempre stupido. Non di tutti. Ma di molti sì. E' stupido convincermi.
Voi siete stupido. >>
<< Siamo tutti stupidi agli occhi di chi non capisce che facciamo.
>>
<< Lo so. >>
<< Allora fai quello che credi. Se sbagli paghi. Ora stai sbagliando.
>>
<< Devo ricominciare tutto daccapo. Come sempre. >>
<< Forse. Preferisci cadere? >>
<< Sì. >>
<< Per sempre? >>
<<
no. >>
Smoker tese la mano. << Alzati. L'umano sbaglia. Paga. Cambia. E
poi ricomincia. >>
Come le onde. Le onde arrivano, sbagliano. Si sono schiantate contro qualcosa
di più duro. Che è difficile buttare giù. Pagano,
si accorciano. Ma poi ricominciano.
Non si deve cadere. Mai. Qualunque cosa succeda.
Se sbagli, paga senza paura, consapevole di chi è la colpa.
E poi, sii sempre come il mare.
Sempre come il mare. Che sbaglia, ma trova la forza di pagare. Trova il
modo di cambiare.
Sii sempre come il mare.
Che trova sempre il coraggio di ricominciare. Sempre.
Fine
Lettori (sarcastici): che romantico
come mai oggi sei di cattivo
umore?
Charmargy: perché?
Lettori: questa fan fiction l'hai scritta in un giorno, no?
Charmargy: ovvio!
Lettori: cos'avevi per scrivere questo cose?
Charmargy: Niente. Diciamo che
insomma, forse avevo bisogno di coraggio!!
^^ E siccome pare che nessuno che conosca se n'è reso conto
scrivo! E mi incoraggio da sola!!!
Lettori: funziona?
Charmargy: ovvio!! Per esempio, se scrivi di un personaggio che ha i tuoi
stessi difetti e piano piano lo fai crescere, alla fine ti correggi da
solo! Insomma, ho dodici anni! ^______^ Leggere e scrivere (specie scrivere,
secondo me) è un modo per crescere!!
Lettori: lasciamo stare
oggi è in vena di poesia!
Charmargy: la nebbia agl'irti colli, piovigginando sale, e sotto il maestrale
Lettori: ma questa è del Carducci!
Charmargy: sicuri? Non era del Manzoni? No, forse è del Carducci
davvero
ma che ne so!! Alla prossima!!
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