MEDLEY
- AJ -
There you'll be. Lo incontrai la prima volta alla stazione, mi ero trasferita con tutta la mia famiglia, dopo la promozione di papà, in una casa, molto più grande, nella zona residenziale della città. Quella era, proprio, una bellissima giornata di primavera, ho sempre amato questa stagione, suscita in me un fascino particolare, sarà per i ciliegi in fiore che regalano all'aria una nuova essenza o per quella leggera brezza mattutina che mi scompiglia i capelli oppure per quei timidi raggi di sole che rendono nuova vita a cose e persone; fatto sta che nulla come la primavera riesce a risvegliare in me emozioni sopite. Non ricordo perché lo notai, forse perché il suo viso raccontava una storia più interessante di quella degli altri. Ho una strana abitudine, delle volte mi sorprendo a fissare gli atteggiamenti delle persone che mi circondano e provo ad immaginare la loro vita e in che modo il loro passaggio sulla <mia strada > può modificare la mia esistenza; capisco si tratta di pura e semplice follia, tuttavia, quello che prima era iniziato come un divertimento per impegnare il tempo in treno, diventò, per me, qualcosa di singolarmente necessario. Possedeva un'aura carismatica, era impossibile non essere attratti da lui e dalla sua forza d'animo; era coraggioso e sicuro di sé, ma anche ben educato e gentile, soprattutto con le persone anziane, a loro, ad esempio, lasciava sempre il suo posto in treno. Non l'ho mai visto abbassare lo sguardo, era responsabile delle sue azioni e sicuramente non conosceva la timidezza, questa era una qualità che in un certo senso gli invidiavo; io non potevo proprio essere definita una persona espansiva; mi limitavo ad essere spettatrice di una vita di cui non facevo ancora parte, guardavo gli altri esistere e provavo ad imitarli, ma non ci riuscivo; il fatto è che io non mi sono mai considerata una capace veramente bene in qualcosa e questo ha minato la mia sicurezza, fin dalla prima adolescenza. A scuola studiavo il necessario per avere la certezza matematica di essere promossa con facilità, niente di quello che m'insegnavano mi coinvolgeva a tal punto da appassionarmene, nulla solleticava la mia fantasia, tutto scivolava sul piano della mia indifferenza senza il minimo attrito. Non sono mai stata una leader come mia sorella Ayumi o bella e ricercata coma la mia amica Mika oppure divertente come il mio fratellino Akane; mi sentivo solo tremendamente fragile, così pian piano costruii un muro intorno a me, un muro che credevo solido ed inattaccabile, ma che iniziò a creparsi quando lo vidi salire sul treno quella mattina di primavera. I giorni trascorrevano e diventavano mesi ed io mi stavo innamorando di uno sconosciuto che non avevo alcun intenzione di conoscere!Il mio diario era diventato una specie di bollettino di guerra, dove riportavo con minuziosità i nostri incontri, a che ora arrivava, a quale stazione scendeva, se aveva sorriso o le parole che aveva pronunciato, come era vestito ed altre stranezze del genere. Parlavo di lui in continuazione con Mika, di come fossero belli i suoi occhi blu, <profondi come il mare in tempesta > o i suoi capelli corvini, ma anche del suo volto dai lineamenti perfetti e di come fosse cortese; lei pazientemente sopportava la mia prima cottarella consigliandomi dalla sua alta esperienza, Mika in terza media era già uscita con metà della sua scuola e della mia, di iniziare ad istaurare un dialogo con lui, <<conoscere qualcuno che ci interessa è facile come bere un bicchier d'acqua!>>mi disse allora, ma io per certe cose non mi sentivo particolarmente portata!Quando ero interessata a qualcuno, lasciavo che fosse lui a fare la prima mossa, non perché non fossi capace di abbordare un ragazzo, ok probabilmente non ne ero capace, ma perché temevo la vergogna e l'imbarazzo che avrei provato dopo un rifiuto, cosa che credevo inevitabile per le persone insignificanti come me! Continuammo così per tutto l'anno scolastico, lui saliva sul treno e io guardavo di sottecchi i suoi gesti, la sua elegante figura , provando a non farmi scoprire; in tutto quell'arco di tempo, non gli rivolsi mai parola, forse una volta gli sorrisi, ma non so se ne fui capace, ricordo solo che tenevo sempre lo sguardo abbassato per la timidezza, tant'è che conoscevo alla perfezione la pavimentazione del vagone ferroviario!Ero così presa da lui da chiudermi ancora di più nel mio bozzolo; avrei voluto salutarlo, parlare con lui, però avevo paura, paura di non piacergli, inoltre mi ero autoconvinta che uno così bello come lui non potesse essere interessato ad una come me, perché io non ero niente, anzi sicuramente non si era accorto neppure della mia presenza quotidiana nel mezzo pubblico! La svolta ci fu, e sì che ci fu, qualcuno lassù aveva deciso di darmi una mano, il primo giorno di scuola superiore, liceo Shohoku, lo stesso che frequentava mia sorella, lo ritrovai lì!Il mio amore segreto si era iscritto nella mia stessa scuola, il mio amore segreto era in classe con me, il mio amore segreto era il mio nuovo compagno di banco, il mio amore segreto era: "When I think back on these times and the dreams "AAH!SPEGNI STO COSO!"l'urlo di mia sorella mi risveglia dal mio sonno profondo; ancora con gli occhi chiusi cerco il telecomando per zittire lo stereo, che la mattina funge da sveglia, perché svegliarsi con uno snervante trillo quando si può fare con della buona musica? "Notte "mi fa lei rimettendosi sotto le coperte e rituffandosi nel mondo onirico, mentre io, malvolentieri, mi alzo e a tentoni, non ho acceso la luce per non darle fastidio, afferro la divisa, la biancheria e mi trascino in bagno per una doccia rigenerativa. Lascio l'acqua scorrere sul mio corpo nudo, mi sento come se avessi i
postumi di una sbronza, la testa mi gira ed ho la nausea; cerco di capire
il motivo di questo mio malessere, non sono state le parole di Mika, la
pratica "hai la faccia da cattiva" l'ho archiviata ieri notte;
non so se capita a tutti o è unicamente un mio problema legato
alla mia irremovibile insicurezza, ma appena cala il buio, magicamente,
tutte le paure e le ansie che celo durante il giorno ricompaio e mi tormentano;
forse questo mi succede perché ho ancora qualcosa in sospeso con
lui; lui che, in una bella mattina di primavera come questa, si è
preso, senza permesso, il mio cuore e me l'ha restituito dopo averlo fatto
in tanti piccoli pezzi; lui che all'improvviso è ricomparso nella
mia vita, comportandosi come se tra noi le cose non fossero finite così
malamente, come se io avessi dimenticato le lacrime ed il dolore lancinante
di quei giorni, così lontani, ma che sono ritornati a me in un
lampo appena è tornato a scuola. |