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L'Osservatorio Vesuviano
è la più antica istituzione scientifica dedicata
allo studio dei vulcani, la cui fondazione risale al 1841. La sua
sede originaria, un elegante edificio di gusto
neoclassico progettato dall'arch. G. Fazzini, è ubicata sul
Vesuvio, sul Colle del Salvatore, tra Ercolano e Torre del Greco, a 608
metri di quota. |
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Il luogo scelto si
mostrava particolarmente adatto, in quanto sufficientemente distante dal
cratere da non essere raggiunto dai lapilli e dai proietti di grosse
dimensioni, e abbastanza elevato sull'originario piano di campagna,
tanto da non essere interessato dalle colate di lava che furono eruttate
dopo la sua costruzione.
La richiesta di fondare l'Osservatorio fu avanzata
al Governo Borbonico nel 1806 e nel 1829 da
Teodoro Monticelli, segretario perpetuo
dell'Accademia delle Scienze di Napoli. |
"Signori, noi abbiamo
rapiti i fulmini al cielo;
ma quel che è e quel che segue a
poca profondità
sotto questa terra che tutti
calpestiamo
e dove tutti abbiamo vita e
morte,
è ancora un gran mistero per
noi.
Dio mi guardi di presumer tanto
di me stesso,
ch'io ardisca promettermi di
sollevare questo grave velo,
dove mani sterminate più
vigorose
sentirono pur troppo la loro
impotenza."
(Melloni, 1845:
discorso per l'inaugurazione dell'Osservatorio
Meteorologico Vesuviano) |
1839 La
richiesta di fondare l'Osservatorio è accolta dal Re Ferdinando II .
Nelle intenzioni del Re e del suo ministro Nicola Santangelo, fervido
sostenitore del progresso della tecnologia e delle scienze,
l'Osservatorio doveva costituire un luogo di ricerca ed osservazione dei
fenomeni naturali.
La direzione fu affidata ad un illustre fisico del
tempo,
Macedonio Melloni, che aveva a lungo
soggiornato a Londra e a Parigi, collaborando con eminenti scienziati,
le cui ricerche riguardavano lo studio della propagazione del calore e
del campo magnetico terrestre. Tra le varie scoperte, egli aveva
constatato che le radiazioni luminose, termiche e chimiche erano della
stessa natura. Melloni era di idee liberali e, a causa di ciò, era stato
già allontanato dall'Università di Parma, dove insegnava Fisica. |
Tra gli amici di
Melloni vi era Alexander von Humboldt, eminente geologo, convinto
assertore del plutonismo, teoria secondo la quale le rocce sono il
prodotto di fenomeni endogeni che avvengono all'interno della Terra, a
cui anche il Melloni aderì. Fu proprio Von Humboldt a promuovere la
venuta di Melloni presso la corte borbonica. |
10 Luglio
1839 Il Re
nomina Macedonio Melloni Direttore dell'Osservatorio. Inizialmente
questi chiese che l'Osservatorio venisse costruito alla Riviera di
Chiaia perché "le lave, essendo calamitate, perturbavano gli apparecchi
magnetici". Le sue richieste non vennero esaudite.
1841
Inizia la costruzione dell'Osservatorio e della strada che doveva
collegarlo a Resina; Melloni ottenne comunque delle sovvenzioni per
acquistare strumenti meteorologici e fisici. |
1845
Avviene l'inaugurazione , a costruzione non ultimata, in occasione del
VII Congresso degli Scienziati Italiani. |
Durante il Congresso
Melloni presentò un lavoro di vulcanologia, in cui sosteneva che i
vulcani a doppio recinto, come il Somma-Vesuvio, hanno un serbatoio
magmatico profondo, in stretta aderenza alla teoria plutonista. |
16 marzo
1848
L'Osservatorio entra in funzione, due mesi prima dei moti liberali.
Melloni, di cui si continuavano a sospettare frequentazioni e simpatie
liberali, cadde in disgrazia presso la corte e fu destituito dalla
direzione il 6 novembre 1849. |
Nel 1852
Luigi Palmieri, titolare della cattedra
di Filosofia all'Università di Napoli, ottenne il permesso di utilizzare
l'Osservatorio per i suoi studi.
8 dicembre
1855 Luigi
Palmieri è nominato Direttore. Fu fatta costruire una torretta
meteorologica e in cui fu trasportata una piccola parte degli strumenti
acquistati dal Melloni a Parigi. Parte di quella strumentazione è,
invece, ancora oggi custodita al Dipartimento di Fisica dell'Università
di Napoli.
Negli
Annali
dell'Osservatorio Vesuviano,
rivista scientifica che fondò e di cui curò le edizioni fino alla morte,
Palmieri ci ha lasciato minuziose descrizioni delle eruzioni tra il 1855
ed il
1872, in
particolare per quelle del 1858 e del 1872.
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Luigi Palmieri
divenne, nel 1860, professore di Fisica Terrestre; venne così a
realizzarsi una stretta e proficua collaborazione tra Osservatorio e
Università. Palmieri si dedicò allo studio dell'elettricità atmosferica
e ideò il primo sismografo elettromagnetico, che misurava e registrava
l'intensità, la durata e la provenienza di una scossa sismica. Tra gli
strumenti di sua invenzione ricordiamo anche l'elettrometro bifilare.
Dai suoi studi e dalle sue osservazioni nacque la sorveglianza
strumentale del Vesuvio e quindi di tutti gli altri vulcani attivi. |
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Il Governo decise,
inoltre, di installare un telegrafo all'Osservatorio per facilitare le
comunicazioni e per evitare quella situazione di isolamento che
inizialmente aveva destato tanto timore. Tale intervento da parte delle
autorità costituisce uno dei primi esempi di azioni di protezione civile
finalizzati alla salvaguardia delle popolazioni residenti in aree
vulcaniche attive. |
1903
Dopo la morte di Palmieri e la breve permanenza di Eugenio Semmola,
la guida dell'Osservatorio fu assegnata al geologo Raffaele Vittorio
Matteucci. Questi si prodigò con coraggio, nell'osservazione degli
eventi eruttivi, in particolare durante l'eruzione del 1906, che seguì
dall'Osservatorio, e da dove diramava drammatici resoconti tramite la
linea telegrafica. Matteucci fu anche decorato con una medaglia d'oro
per la coraggiosa opera svolta. |
1911 A Matteucci succede nella
direzione
Giuseppe Mercalli fino al 1914.
Mercalli aveva dedicato la propria vita all'osservazione
ed alla ricerca vulcanologica e sismologica. Fu il cronista accurato di
tutti i più importanti terremoti e delle maggiori eruzioni vulcaniche
che avvennero durante il quarantennio della sua attività scientifica.
Tra i suoi meriti, ricordiamo la scala empirica dell'intensità dei
terremoti basata sugli effetti prodotti, che da lui prende il nome, e la
classificazione delle eruzioni vulcaniche.
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1927
Tra i successori di Mercalli, ricordiamo
Alessandro Malladra (direttore dal 1927
al 1935), che fu anche per molti anni il segretario del Comitato
Vulcanologico Internazionale, ed il fisico
Giuseppe Imbò, che potenziò la struttura
con nuove apparecchiature geofisiche, secondo il modello degli
osservatori giapponesi, e predisse l'eruzione del Vesuvio del 1944.
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Negli ultimi decenni
l'Osservatorio Vesuviano ha visto una continua crescita ed un continuo
allargamento dei suoi interessi scientifici, anche nel campo della
sorveglianza dei terremoti ed in altri settori come lo studio delle
deformazioni del suolo, la determinazione del campo gravimetrico, ecc.
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La sua attività
attuale spazia dalla Geofisica, alla Vulcanologia ed alla Geochimica.
Inoltre, la struttura dell'Osservatorio svolge la sorveglianza 24 ore su
24 de e costituisce un riferimento ufficiale per le autorità della
Protezione Civile, sia a livello nazionale che locale, per la
pianificazione dell'emergenza connessa con fenomeni vulcanici.
L'Osservatorio svolge inoltre una intensa attività
educativa, attraverso molteplici iniziative, quali seminari, corsi di
formazione per docenti, distribuzione di bollettini relativi alla sua
attività ed opuscoli divulgativi. L' antico edificio borbonico ospita
una
Mostra permanente che conduce il visitatore
attraverso un affascinante percorso nel mondo dei vulcani. Sono inoltre
esposti alcuni strumenti scientifici e campioni di rocce e minerali che
costituiscono una testimonianza del secolare lavoro che vi si è svolto.
Nella stessa prestigiosa sede si svolgono convegni nazionali ed
internazionali. |
L'Osservatorio
Vesuviano coopera attivamente con molti istituti di ricerca
internazionali ed ospita un grande numero di ricercatori provenienti da
tutto il mondo.
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