La storia di Shiryu
Provengo dalla terra di Mezzo, molti anni fà nacqui in un bosco dall’amore
di un elfa e di un uomo, che unirono i loro corpi e le loro anime, e io fui
il risultato, mezzelfa è la mia razza.
Crebbi a contatto con la natura e con le anime che la circondano, fui cresciuto
da mia madre, che si occupò della mia istruzione, mio padre lo vedevo
raramente, sempre impegnato in guerra, stava lontano da casa a volte per
mesi.
Ricordo ancora il giorno che ritornò a casa ferito, una brutta ferita
ad una spalla, guarita solo grazie a mia madre e ai medicamenti magici degli
elfi nostri amici.
Quella ferita non gli permise comunque di affrontare di nuovo una battaglia
e questo gli permise di dedicarsi a me negli ultimi anni della sua vita.
Per 10 anni mi sono allenato con lui nello studio delle tecniche di combattimento
prima a mani nude, poi con l’ausilio di armi, poi un giorno mio padre
mi lasciò dicendomi che mi aveva insegnato tutto quello che sapeva
e che ero pronto per affrontare la mia vita.
Mi congedai da mia madre, dicendole che dovevo intraprendere il mio cammino,
lei capì subito, il nostro non fu un addio ma un arrivederci…
Vagai per anni nei vasti territori della
terra di Mezzo, conobbi varie genti tra cui gli hobbit, simpatici ometti
alti
poco più di un metro…conobbi
molti clan degli uomini, molte volte mi trovai in difficoltà con loro,
la loro arroganza a volte mi costrinse a difendermi e ad usare l’arte
dell’autocontrollo insegnatami da mio padre.
Fino ad adesso nella mia vita ha sempre prevalso questa mia indole di cercare
di evitare i guai, e se proprio non se può fare a meno cerco di tirarmene
fuori con le parole piuttosto di provocare del male fisico.
Durante il mio viaggio mi trovai ad esser giunto ai piedi di una cascata,
una grande cascata d’acqua che sembrava avere la forza di spazzare
via ogni forma di vita.
Incontrai vicino a dove mi trovavo un vecchio che mi disse se ero interessato
a conoscere i segreti i quelle terre, risposi affermativamente e divenni
il suo allievo.
Rimasi per molto tempo con il mio Maestro, il quale era un vecchio conoscitore
dei draghi.
Mi spiegò che nella zona in cui ci trovavamo trovavano dimora alcuni
draghi liberi, mi porto con lui per osservarli, sempre da lontano, mi disse
che non era ancora opportuno avvicinarsi, questo li avrebbe infastiditi e
ci avrebbero attaccati se si fossero sentiti in pericolo.
Non mi avvicinai mai a loro, mi limitai a studiarli da lontano, a conoscere
i loro movimenti e le loro abitudini.
Dopo questo periodo di studio, lasciai il mio Maestro a cui lasciai la promessa
che un giorno quello che ho imparato sui draghi con lui, lo possa tramandare
attraverso l’insegnamento.
Viaggiai ancora e prima di giungere a Lot mi fermai nella città di
Adurant, la quale era abitata dai mezz’elfi, mi trovai bene con loro,
entrai nella comunità e mi integrai.
Faccio parte ancora adesso della stirpe Amarth e sto per diventare un membro
dell’Unità di supporto dell’esercito del clan degli Antichi
mezz’elfi.
Giunto a Lot da tre mesi cerco sempre di imparare qualcosa da tutte le persone
che conosco per le vie del Granducato, anche se spesso vince la mia timidezza
e introversità che mi porta ad isolarmi e a chiudermi nei miei pensieri.
Davanti ai problemi non cerco mai di passarci di fianco ma se possibile di
trovare una soluzione ottimale che permetta di trovare il giusto equilibrio
per tutti.
Fisicamente sono alto 1,75m sono di corporatura ben formata con muscoli definiti,
ho le orecchie a punta, i capelli neri lunghi, gli occhi verdi.
Porto con me una borsa contenente un quaderno con i miei appunti presi durante
il cammino, una bisaccia per l’acqua e alcune erbe medicinali.
Non porto armi con me e se posso evito il combattimento.
Non attacco mai per primo, uso le tecniche di combattimento che ho appreso
solo per difendermi.