REGIA MARINA

 


- CLASSE CONTE DI CAVOUR -


GIULIO CESARE

CONTE DI CAVOUR

CAIO DUILIO

ANDREA DORIA


STORIA

CONTE DI CAVOUR

STORIA

  • non operativa durante la Prima Guerra Mondiale

  • ricostruzione preliminare nel 1925

  • in riserva dal 12 maggio 1928

  • inizio di completa ricostruzione il 12 ottobre del 1933 ai Cantieri Navali Riuniti dell'Adriatico di Trieste, rivarata il 1 giugno del 1937

  • 9 giugno del 1940: combattimento a Punta Stilo contro la Malaya, la Warspite e la Royal Soverign

  • dal 31 agosto al 5 settembre 1940: operazione contro i convogli di Malta, senza successo

  • dal 7 settembre all'8 settembre 1940: operazione contro la Forza H  britannica, senza successo

  • 28 settembre - 3 ottobre 1940: operazione senza successo contro parte della Flotta Britannica nel Mediterraneo

  • 12 novembre 1940: attaccata dagli Swordfish della Illustrious a Taranto, colpita da un siluro, affonda nella rada del porto

  • recuperata il 1 Luglio del 1941, portata ai cantieri navali di Trieste

  • le riparazioni durarono fino all'inizio del 1943

  • fu affondata dagli italiani nell'arsenale il 10 ottobre del 1943

  • recuperata in seguito dai Tedeschi  fu definitivamente affondata il 15 febbraio dopo un attacco degli Alleati

GIULIO CESARE (NOVOROSSISK)

STORIA

  • non operativa durante la Prima Guerra Mondiale

  • ricostruzione preliminare nel 1926

  • inizio della ricostruzione completa il 25 ottobre del 1933 presso i Cantieri navali del Tirreno di Genova

  • rivarata il 1 ottobre del 1937

  • 9 giugno 1940: partecipa con la Conte di Cavour alla Battaglia di Punta Stilo, riceve un colpo da 381 dalla Warspite

  • rientra in servizio il 31 agosto del 1940

  • 27 novembre del 1940: partecipa alla Battaglia di Capo Teulada contro la Forza H britannica

  • 15 - 18 dicembre 1941: a servizio per protezione a distanza per un convoglio diretto in nord Africa combatte senza risultato contro cacciatorpediniere ed incrociatori britannici

  • 3 - 6 gennaio 1941: protezione a distanza per 3 convogli diretti in Africa del nord, dopo la quale viene mandata a Taranto dove rimane fino alla fine del 1942

  • dal gennaio 1943 viene trasferita a Pola

  • dopo la capitolazione dell'Italia viene trasferita a Malta (12 settembre 1943)

  • 28 giugno 1944 viene trasferita a Taranto

  • come da accordi per il trattato di pace del 10 febbraio 1947 viene promessa ai russi come riparazione per i danni di guerra

  • 3 febbraio 1949: viene trasferita da Augusta a Sebastopoli in Crimea sul Mar Nero

  • viene incorporata alla flotta russa del Mar nero con il nuovo nome di "Novorossisk"

  • 25 ottobre 1955: colpita da una mina (?) affonda nella rada di Sebastopoli

 

Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale in base al Trattato di Washington del 1922 vi fu un periodo di "vacanza navale" durante il quale non solo non furono costruite navi da guerra, ma addirittura. sempre in base a tale trattato. si demolirono alcune unità in servizio o in costruzione. Come fece l'Italia c on le quattro corazzate della classe Caracciolo. di cui una già varata e le altre Impostate.

Dopo questo periodo di stasi, quando infine le costruzioni furono riprese si verificò un interessante fenomeno. in quanto anziché costruire nuove corazzate quasi tutte le Mari- ne procedettero a rimodernare più o meno estesamente quelle costruite negli anni dal 1908-1910 in poi. In generale su tutte queste navi fu cambiato l'apparato motore, modificando conseguentemente i fumaioli e talvolta il numero delle eliche. Su molte fu cambiato l'armamento principale e su quasi tutte quello secondario per renderlo più idoneo ai compiti antiaerei, con conseguente modifica delle sovrastrutture; su tutte le unità furono installate le moderne centrali per la direzione del tiro e le catapulte per il lancio di aerei da ricognizione.

Anche la Marina italiana si adeguò a quello che facevano le altre. nel 1931-32, studiò la radicale trasformazione delle 4 Corazzate tipo Conte di Cavour, trasformazione che fu realizzata in due periodi: dal 1933 al 1937 per Cavour e Cesare e dal 1937 al 1940 per Dullio e Doria. 

Più che di trasformazione si deve parlare di ricostruzione perché delle vecchie navi si riutilizzò soltanto lo scafo e la corazzatura di murata.

Anche lo scafo però fu modificato in quanto 9bbe applicata una nuova prora su quella esistente che comportò un aumento di lunghezza di m 10,;30 e nell'interno dello scafo fu sistemata la nuova struttura di difesa subacquea tipo Pugliese, che comportò il completo smantellamento di tutte le strutture interne.

L'apparato motore originale fu cambiato riducendo il numero delle eliche da 4 a 2; l'armamento principale e secondario furono completa- mente sostituiti, eliminando la torre trinata di cannoni da 305 mm sistemata fra i due fumaioli e tutti i can- noni in casamatta da 152 mm, oltre a quelli da 76 mm in coperta e sulle torri.

Il nuovo armamento risultò costituito da 10 cannoni da 320 mm in due torri trinate e due binate; da 12 can- noni da 120 mm in 6 torrette binate; da 8 cannoni da 100 mm in 4 complessi binati e da armi minori. Furono infine eliminati i 3 tubi lanciasiluri fissi e subacquei. Potevano quindi essere considerate navi nuove.

Mentre si procedeva alla ricostruzione di queste quattro vecchie corazzate furono messe allo studio al- tre unità, le cui caratteristiche dove- vano essere le massime consentite dal Trattato di Washington, cioè dislocamento Standard di 35.000 tonnellate e armamento di cannoni da 381 mm, invece che 406 mm, come consentito.

Il progetto fu compilato dal Generale Ispettore del Genio Navale Umberto Pugliese e nell'ottobre 1934 furono ordinate le due prime unità Littorio e Vittorio Veneto che presero servizio nel 1940. 

Nel 1938 vennero ordinate le altre due Roma e Impero, ma solo la prima entrò in servizio nel giugno 1942, mentre la seconda fu abbandonata in costruzione alla data dell'8 settembre 1943 e mai ultimata.

Le corazzate della classe Littorio, nome che nel luglio 1943 fu cambiato in Italia, furono le uniche corazzate italiane armate con tre torri trinate sistemate due a prora e una a poppa come nella generalità delle corazzate contemporanee delle altre Marine. Ebbero un apparato motore della potenza di 140.000 cavalli su 4 eliche, mentre le Cavour con 93.000 cavalli, lo ebbero su due eliche.

Queste navi per le loro qualità belliche e nautiche stavano alla pari con quelle di analogo dislocamento e armamento delle altre Marine. Pur- troppo però non erano fornite di RADAR, apparato di cui erano munite le navi nemiche, Inoltre la mancanza di navi portaerei mise sempre la Squadra italiana In condizioni di mancanza di quella componente di esplorazione e di attacco  distanza che invece possedeva la flotta nemica, anche se numericamente inferiore di corazzate. Per queste ragioni le condizioni di lotta nei vari scontri navali furono sempre impari e a sfavore della flotta italiana.

Mentre la protezione delle quattro corazzate rimodernate tipo Cavour era rimasta quella originale del 1914-15, in particolare nella corazzatura delle murate e delle parti inclinate del ponte di protezione. viceversa sulle quattro nuove della classe Littorio fu, adottata una corazzatura più moderna. simile a quel- la adottata da altre Marine, come gli incrociatori da battaglia Hood  e le corazzate inglesi Nelson e Rodney, le navi da battaglia tedesche Graf Spee, quelle francesi tipo Richelieu e quelle giapponesi tipo Yamato.

La cintura. infatti. non era costituita da piastre verticali. ma da due strati di piastre inclinate, più sporgenti nella parte alta e più rientranti nella parte bassa. quella esterna di spessore di 350 mm, seguita alla distanza di 600 mm da una corazzetta parallela dello spessore di 36 mm. con funzione di paraschegge. La protezione orizzontale era stata studiata per contrapporsi alle nuove offese delle bombe di aereo ed era suddivisa su tre ponti: quello di castello di 36 mm; quello di coperta di 12 mm e quello di batteria di 90 mm nelle zone laterali e di 100 mm in quelle centrali. Protezione che però fu inadeguata per impedire alle bombe-razzo degli aerei tedeschi di penetrare nelle parti vitali della corazzata Roma e farla saltare in aria. Anche la protezione subacquea era stata particolarmente curata sia sui tipi Cavour che sui tipi Littorio. con la adozione della « struttura ad assorbimento » ideata dal Generale del Genio Navale Umberto Pugliese. Tale struttura era costituita da un grosso cilindro di scarsa resistenza.

contenuto in una struttura molto resistente e piena di un liquido che circondava completamente il cilindro più debole. Lo scoppio di un siluro provocava la rottura delle lamiere esterne e la sovrapressione della esplosione si sarebbe così diffusa nel liquido e sulle pareti del cilindro interno. che. schiacciando- si. doveva impedire la rottura delle paratie interne.

Negli anni dal 1925 al 1945 entrarono in servizio le seguenti corazzate: 

Dopo la trasformazione le unità appartenenti a questa classe ebbero una linea totalmente diversa da quella originale, con una prua slanciata, il castello di prua allungato, allargato nella parte poppiera e pro- seguito nella sovrastruttura centrale; i due fumaioli abbassati e ravvicinati per la eliminazione della torre trinata da 305 mm centrale e per la presenza di un grande torrione contenente la plancia e la stazione per la direzione del tiro.

Dei due alberi a tripode fu mantenuto solo quello poppiero. L'arma- mento principale fu ridotto a 10 cannoni da 320 mm, ottenuti ricalibrando i precedenti da 305 mm, sistema- ti in due torri trinate e due binate, metà a prora e metà a poppa. l 12 cannoni da 120 mm erano sistemati in 6 torrette binate sul cielo della sovrastruttura ai lati dei fumaioli; gli 8 da 100 mm erano in 4 complessi binati due a poppavia della torre bi- nata da 320 mm di prora e due a proravia di quella di poppa. 

La protezione orizzontale era costituita da un ponte di corridoio da 80 mm, uno di coperta da 13 mm e uno di sovrastruttura da 18+24 mm, con spessori inferiori a prora e a poppa. 

L'apparato motore era costituito da due gruppi di turbine a ingranaggi, alimentate da 8 caldaie a nafta. La velocità massima era di 28 nodi. 

La Cavour fu affondata in porto a Taranto nell'attacco di aerei siluranti dell' 11 novembre 1940. Rimessa a galla fu rimorchiata a Trieste per riparazioni; ivi fu catturata dai tedeschi il 9 settembre 1943. Affondò nuovamente per bombardamento aereo il 15 febbraio 1945 e successivamente recuperata e demolita.


CLASSE CONTE DI CAVOUR

CARATTERISTICHE TECNICHE

FOTOGRAFIE

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