MARINA IMPERIALE DEL GIAPPONE
- CORAZZATE -
CLASSE YAMATO
CORAZZATA MUSASHI
GIUDIZIO FINALE DELLO SHINANO
La corazzata Yamato, insieme ala gemella Musashi, è, è stata e sarà la nave da guerra più grande e poderosa mai creata (è tuttora nel Guiness dei primati 2004).
Rappresenta il limite estremo dello sviluppo della nave corazzata in grandezza ed in potenza di fuoco.
Con la sua enorme stazza di 73.000 tonnellate a pieno carico, con i suoi 9 cannoni da 460 mm., con i suoi giganteschi motori a turbina da 150.000 cavalli vapore rappresenta il non plus ultra dello sviluppo bellico della corazzata.
La sua potenza doveva metterla in grado di affondare qualsiasi nave e di resistere a qualunque attacco aereo.
Entrò in servizio appena dopo l'attacco di Pearl Harbor e combattè da nave ammiraglia della Marina Imperiale in tutte le battaglie navali più significative della Srconda Guerra Mondiale (dalla battaglia navale delle Midway, passando per la battaglia navale di Santa Cruz, per la battaglia navale delle Marianne, per la battaglia navale di Leyte, fino ad arrivare al suo "canto del cigno" con la battaglia navale di Okinawa.
Una nave quindi che rappresentò il suo Paese (lo Yamato è infatti lo spirito stesso del Giappone), combattè per esso e si immolò andando al martirio tentando di salvare le truppe giapponesi asserragliate nel disperato tentativo di difendere l'isola di Okinawa.
Questo è il lato positivo e romantico della corazzata Yamato, quello che dal 1945 ai giorni nostri affascina gli appassionati della storia della marina e delle battaglie navali.
Se si analizza però freddamente la corazzata Yamato si scopre che era tutt'altro che una nave invincibile e perfetta.
Citiamo ad esempio questi versi tratti da "I gladiatori del mare" di A. Solmi:
"I piani per Midway vennero elaborati a bordo della nave da battaglia " superkolossal" Yamato, da 65.000 tonnellate (73.000 a pieno carico), armata di 9 cannoni da 460 mm.: la nave più potente del mondo insieme con la gemella Musashi (che, però, nel giugno 1942, non aveva ancora completato l'allestimento).
Qui bisogna aprire una breve parentesi su questi super- colossi che, in teoria, avrebbero dovuto spazzare tutto davanti a sè nel loro cammino.
Invece non spazzarono nulla, anzi furono essi ad essere spazzati via con relativa facilità, non appena la piega degli eventi cambiò.
Nel corso della guerra combinarono poco o nulla e furono più d'intralcio che altro, per la necessità di dotarle di una enorme protezione.
Non servirono neppure a far da fleet in being, come dicono gli Inglesi, ossia da flotta che non combatte ma pesa sulle mosse dell'avversario in quanto gli impedisce di compiere alcune azioni o lo induce a intraprenderne altre non felici.
Immani mostri dal cervello pigro, queste unità pesantissime rivelarono anche difetti di costruzione e di protezione, nonostante la corazzatura di 650 mm. nelle torri, una corazzatura che arrivava fin sotto la carena, e i motori a turbina da 150.000 C. V ., che avrebbe dovuto assicurare loro una velocità per altro mai raggiunta di 27 nodi.
Costruite nei cantieri Mitsubishi di Nagasaki, erano navi " squilibrate ": qualsiasi moderna corazzata anche di minor tonnellaggio era più rapida, più agile e, in definitiva, più potente di loro, perchè meglio in grado di difendersi dagli attacchi aerei.
In una parola erano colossi che facevano paura solo sulla carta."
Queste poche righe demoliscono in maniera brutale il mito della Yamato e ne sintetizzano tutti i suoi difetti:
eccessiva stazza
lentezza pachidermica
scarsa mobilità
radar primitivi
bassa frequenza di tiro
Ad essi deve essere aggiunto, a nostro giudizio, anche la mediocre precisione dei cannonieri, i quali non seppero utilizzare a fondo i cannoni più potenti del mondo.
Mi riferisco allo scontro con le portaerei di scorta americane, durante la battaglia navale del Golfo di Leyte.
In questo frangente il gruppo di Kurita riuscì a fare pochissimi danni alle numerose portaerei leggere americane difese da valorissimi cacciatorpediniere.
La Yamato sparò sì a lungo, ma con scarsissima precisione e coordinazione, quindi "alla prova del fuoco" fallì clamorosamente.
Non è eretico affermare che se ci fosse stata la Bismarck al posto della Yamato nel giro di un'oretta sarebbero affondate una ventina di portaerei di scorta americane, impedendo lo sbarco americano nelle Filippine e facendo vincere la Battaglia di Leyte ai giapponesi.
In questo caso l'Ammiraglio Halsey sarebbe giustamente finito alla corte marziale (come del resto meritava)!
La Musashi non riuscì invece nemmeno a sparare un colpo contro una nave nemica, limitandosi a difendersi disperatamente contro gli attacchi aerei.
Dimostrò indubbiamente una capacità difensiva e resistenza ai colpi incredibile, incassando ben 19 bombe e 26 siluri prima di affondare, ma alla prova dei fatti dimostrò che anche la più resistente e poderosa corazzata del mondo nulla poteva contro gli attacchi aerei.
Evidentemente i giapponesi non avevano imparato la lezione che loro stessi avevano dato al mondo affondando senza eccessivi affanni la corazzata Prince of Wales e l'incrociatore da battaglia Repulse orgoglio della Royal Navy ma prive di copertura aerea.
La classe di corazzate Yamato sarebbe forse potuta essere utilizzata come artiglieria semovente per preparare alle truppe di invasione gli sbarchi delle isole da conquistare, come fecero gli americani con le proprie corazzate.
Grandiosa ma sfortunata!