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  Essere o non essere, dov’è il problema?      

Ho fatto un sogno ed il teatro era una piazza,
una grande piazza affollata. Nel centro c’era un uomo
che, seduto su una sedia, rispondeva alla gente.
Ognuno aveva diritto ad una domanda e poteva chiedere
qualsiasi cosa. L’uomo rispondeva a tutti gratuitamente
regalando verità ad ogni richiesta.
Aveva barba e capelli lunghi ma il viso di un ventenne
e tutti rimanevano affascinati dalle sue risposte.
Io ero in fila e avrei voluto chiedergli qualcosa di importante
ma quando lo ebbi di fronte non potei fare a meno di dirgli:
"perché fai tutto questo per gli altri e non chiedi neanche
una ricompensa?".
Egli mi guardò e si alzò in piedi ed i suoi occhi erano lucidi.
Mi fissò per un minuto senza dire niente, poi scoppiò in
un’enorme risata, talmente grande da non riuscir più a fermarsi.
Ancora ridendo mi disse: 
"Tu devi essere pazzo. Questa era la tua grande occasione.
Una domanda ti era concessa e tu così l’hai sprecata, devi
proprio essere pazzo".
Mi guardò ancora e divenuto serio, visto che aspettavo una
risposta, tornò seduto e disse:
"Il mio compenso siete voi che oggi annullate la mia
eterna solitudine".
"Tu sei eterno?" gli chiesi. Ma solo una domanda era
concessa ed egli mi ignorò. Io allora mi rivolsi ancora
a lui gridando "Cosa farai domani, cosa inventerai
ancora per annullare la tua solitudine, tu ti prendi gioco
di me" e, spingendo coloro che erano intorno a lui
per ascoltarlo, me ne andai.
Ero l’unico ad essere rimasto insoddisfatto della sua risposta.
Capivo la tristezza di quell’uomo ma era ingiusto
promettere verità in cambio di compagnia per dare poi,
a chi non chiedeva verità alcuna, solo l’angoscia di quel gioco.

Il desiderio di verità mi aveva spinto verso di lui
ma quando lo ebbi di fronte non la desiderai più.
Avrei preferito non essere in quella piazza.
Egli dava ad ognuno la verità che gli spettava
ma io non la cercai ed egli rimase male.
Non poteva forse prevederlo, lui che sapeva tutto?
Mi avrebbe evitato l’angoscia ed il malessere di quella piazza, 
ed i suoi occhi non ne avrebbero sofferto.





   
 
     
 
 
 
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