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  Le nostre guerre    

 


Buio, oltraggio;
strane incomprensioni dell’ipocrisia incompiuta.
Fortuna, baluardo;
distante ricchezza di un’immagine fottuta.
La lampada è esplosa.
Oro chiaro, barcollante veliero,
pezzi di corda tramutati in merda.
Faccio due passi, sogno.
L’America è là, visione di sassi.
Fronte d’onda;
l’onestà degli individui avrà il suo prezzo.
Applicate un metodo,
sarete appagati.
Una voce di fanciulla
lambisce adorata il sentiero prematuro.
Beltà inconsueta,
fatale,
incosciente disgelo.
Come? La lampada è esplosa adorabile sposa!
Vorrei colmare il tuo vuoto,
riempirti d’incanto, di vanto.
Folle libertà, follia ultimata.
Bagliori di rosso, fluttuante devastazione.
I popoli combattono le idee dei tiranni,
trascinati per i loro onesti ideali.
Gli osservatori se ne fregano e dicono
“bisogna trovare una soluzione”,
e vendono armi e uccidono gli anni.
Orme impietose d’enormi stivali
ricoprono foreste di sensibili orrori;

“Segnate i Confini, Tracciate i Destini”.

Fervore, fuoco sacro, affezione;
gli orchestrali fan buon viso
all’applauso di porcellane
e s’inchinano abilmente,
senza fine




   
 
     
         
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