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Amore Ritorna l'odore d'agosto tra i fumi
dello zampirone.Rivive il canto
perpetuo delle cicale,vanto
del congiedarsi dei natural lumi;
mentre vigile una " zanzarina"
fa la sua ronda,per lei,mattutina.
Iniziano a scorrere nel cielo fiumi
d'impiegati,di stelle.Il vanto
dell'industriale,di natura,canto.
I miei occhi,a tutto immuni,
s'inebriano in una stellina
mentre la stringo nella manina!
Non per te
E' passata la tempesta!
Quiete sapor d'erba nel naso
Preannuncia il dì di festa!
Donzelletta,non è un caso;
tu sei causa del tuo male,
sentivi nella mano il palpito
del mio sentimento stagionale.
stolta contadina non hai capito!
Sorda,evitando lo sguardo mio
come i peccatori col regno di Dio,
hai costruito e distrutto il niente,
infantile,debol vento di ponente!
Non cade più la pioggia,
sulla strada la chioccia
s'affaccia. I suoi occhi marziani
scrutano i sentimenti lontani
dell'acerbo mio momento.
Addosso,adesso,sento silvia;
l'estate e per forza mariagiulia;
l'infinito sopravvento del sentimento!
Forse la rosa più bella tra le belle
saresti stata. Ma,In questo firmamento;
giardino dell'amor,del sentimento;
posto non c'è per l'amor ribelle!
Una ruota che gira
Ho preso di nuovo il telefono.
Ignorando il male che mi dilania,
sono scoppiato in un laconico pianto.
La mente in un attimo s'estrania,
guardo ma non vedo.Non sono cieco
e sento forte il salato delle lacrime sapore,
che scivolando trasecola ghiaccio tepore.
C'era un giovane soldato talebano,
riempito di gloria in un cuore d'ira.
Rincorreva il gelido soffio della vita,
mentre stretta la sentiva nella mano
del suo figlioletto. E pensava:
"ti ho amato sempre.ti ho amata sempre."
Prese sulle spalle la sua umanità,
e correndo tra le lacrime andò alla morte!
Come posso piangere per te?
Come morire per te?
Dov'è la decantata forza dell'amore?
Dov'è il cuore di quel bambino,
che ignaro di mefistoliche leggi di mercato,
cerca la felicità in un pallone
fatto del risentimento della sua gioventù!
Eppure ho di nuovo il telefono,
condannerò da buon borghese,
piangerò di nuovo il tuo amore,
la domenica chiederò di nuovo perdono!
La malattia dei cesari
Quali erano i vostri sogni?
M'angoscia ora questo nella testa:
chissà l'impearatore a cosa agogni;
delle mille battaglie cosa gli resta!
Penso a voi miei coetanei malati:
il primo tra tutti i mille cesari,
e l'ultimo fra i cristiani imperatori!
lo sapevate per cosa eravate nati?
L'epilettico movimento dell'economia
riempe i sogni di uomini stampati,
mentre mille sogni dalla monotonia
sembrano inutilmente buttati.
Vorrei essere fra di voi predestinati,
non solo per quello che ho in testa;
vorrei entrare nei giardini dorati
che della storia raccontano le gesta! |
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