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Tan Zebù Si contorce irato lo Zebù rossiccio
perché conosca i vani tormenti;
l'ossesso pensiero cade in parodia
qualsiasi forma prenda il sopravvento
Piange spietato il neofita attento
con le mani in mano dell'apatica sorte
il bottone grigio sbadiglia paziente
benché valuti precipitosamente
Bacia crudele il sentimento che chiama
viaggiando veloce comanda e predice
estasi e dolore in nomadi stagioni
sempre infettato dallo stesso lamento.
L'effeminato giovincello con furia viaggia
nessuno dei due uccidersi può
sempre di folli visioni impasta
le stazioni dettate dalla sua innocenza
Esausto si veste d'immortale tela
perché sotto l'abisso ritrovi conforto
urlando e creando sgargianti disegni
in verità mai concepiti
Bacia recidivo i sogni accerchiati
insulta il domani tra gli specchi del Limbo
procede a ritroso, arriva all'infante
contro il futuro venne a cascare. |
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