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  Giancarlo Ferrigno
         
 
         
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    Le Ali

Sono scrittori, quelli con il dolore dello spasmo,
loro chiedono, al foglio bianco, le ali,
quelle per volare e una resistenza al dolore,
come quella del nostro papa.

Loro chiedono, la pace nel mondo.

Sono giovani, ma in età adulta,
sono ancora innocenti, sempre di fronte a Dio, si confessano,
vedono, come giusto, dopo una lunga vita, un successore,
evviva! Il papa cubano. Siamo innocenti! Ma abbiamo fame.

Le idee, le più belle, oh! Fratelli,
la cultura metropolitana, per noi canta,
sono appelli di aiuto, per la pace nel mondo.

Non diamo mai, per conquistato, il fondo,
di una pianta, solo perché altri hanno il seme,
che la rigenera. Non mangiamo mai, frutta,
fresca, se non dopo averla offerta al vicino uomo,
siamo compagni!

Quando! Colui che ha fame, avrà le sue ali,
come gli scrittori, che scrivono e si confessano.

Nelle oasi senza verde, le lumache lacrimano,
si muovono zoppicando. Il nostro mondo,
come il treno, ha bisogno delle ali.
La rossa locomozione, del mio carme,
spero ci conduca tutti alla meta. Il dolore e il mio spasmo,
si segnano nel mio uomo, con la loro età adulta.
 
   
             
 
 
 
 
             
             
             
             
             


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