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.Pio La Torre
Il 30 aprile 1982 a Palermo venivano
assassinati da un commando di mafia il segretario regionale del PCI Pio
La Torre e il suo stretto collaboratore Rosario Di Salvo. 'Omicidio
eccellente', politicamente destabilizzante in una delle fasi storiche
della Sicilia contemporanea più complesse, l'Isola al centro delle
tensioni internazionali Est-Ovest e Nord-Sud e di uno scontro
politico-sociale-militare tra rinnovamento e restaurazione, vecchio e
nuovo, progresso e democrazia, reazione e autoritarismo.
....L'assassinio di Pio La Torre si
realizza proprio quando centinaia di migliaia di siciliani hanno preso
coscienza del ruolo di avamposto di morte assunto dalla Sicilia nel
Mediterraneo. Da una parte i poteri mafiosi hanno consolidato le alleanze
e il controllo del territorio; dall'altra, l'Isola che si sta trasformando
in un immenso poligono nucleare, accelerando i processi di crisi ed
instabilità mondiali. Una presa di coscienza collettiva che ha condotto a
mobilitazioni di massa come non se ne vedevano da decenni, dove nuovi
desideri di protagonismo e di militanza moltiplicano le soggettività
politiche e sociali siciliane. Pio La Torre, da qualche mese tornato a
Palermo per tessere la riorganizzazione di un Partito Comunista
anchilosato, spento, distante, fu tra i maggiori protagonisti dell'avvio
di quella indimenticabile stagione di lotta. Contro i poteri mafiosi, per
la pace, il disarmo e il no all'installazione dei missili a Comiso. ....Pio era un uomo dal punto di vista
umano molto singolare. Chi lo conobbe direttamente, penso a Pancrazio De
Pasquale, a cui era molto legato, nonostante fossero personalità
abbastanza diverse, diceva che La Torre non aveva altri palpiti umani
oltre la politica. La categoria A, superiore a tutto, agli affetti, alle
donne, era la politica e nella politica la lotta contro la mafia. Una
fissazione a tal punto, quest'ultima, che quando venne a Palermo, il
maggiore latinista italiano, Concetto Marchesi, lui a Piazza Politeama lo
interruppe durante il comizio per far sentire a tutti che la sua
convinzione era che il sindacalista socialista Salvatore Carnevale era
stato ucciso dalla mafia, chiedendo a Marchesi di intervenire con la sua
autorità di grande intellettuale, perché si denunciasse la mafia come
autrice dell'omicidio. tratto da http://www.terrelibere.it/latorre1.htm
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