Comunicato
stampa
21 settembre 2002
La
notizia del preparativo di un attentato della mafia contro la vita
dell’Onorevole Peppe Lumia, lascia del tutto sgomenti, ma non stupiti.
Chi ha pensato e predicato ai quattro venti che la lotta alla mafia fosse
ormai un capitolo vecchio della storia del nostro Paese ha commesso un
grave errore di valutazione ed ha contribuito a quell’abbassamento della
guardia all’ombra del quale maturano eventi come questo.
E’
veramente triste pensare che il destino di un uomo, impegnato in
prima linea per una battaglia di civiltà, possa essere lasciato in balia
della oscura macchinazione di chi, ancora oggi, trama contro le
istituzioni.
Sento
di più, in momenti come questo, la necessità di ribadire un impegno più
concreto e costante nella lotta alla mafia. Una lotta che, per il mio
partito, ha una storia fatta del sacrificio di uomini e donne che hanno
personalmente pagato, a volte anche con la vita, il prezzo della loro
dirittura morale.
Non
è stato un caso che l’ultimo congresso dei Democratici di Sinistra di
Marsala, tenutosi nel mese di Maggio, sia stato aperto con la proiezione
di un lungo filmato sulla storia, e la tragica fine di due uomini che la
mafia ha barbaramente ucciso: Pio La Torre e il suo autista Rosario di
Salvo.
Quelle
immagini emblematiche rappresentano un momento tra i più drammatici della
storia di un partito che, ancora prima dell’avvenimento simbolicamente
più forte, la strage di Portella delle Ginestre, aveva già nel proprio
DNA il patrimonio culturale della lotta contro ogni forma di ingiustizia e
violenza.
Oggi
esprimo una ferma condanna contro il vile proposito dell’ennesimo
attacco, sia pur solo progettato, contro un nostro compagno cui va tutta
la mia stima e solidarietà.
Così
come confermo l’ appoggio di tutti i compagni dei DS di Marsala verso
tutti gli uomini attivamente impegnati nella lotta alla criminalità
mafiosa, siano essi politici, magistrati e forze dell’ordine o semplici
cittadini il cui coraggio, anzi, va doppiamente apprezzato.
Ed
è in momenti come questo che maggiormente mi riempie d’amarezza
l’atteggiamento di chi in maniera del tutto sconsiderata ed ignobile,
usa una polemica politica per infangare il nome del partito che mi
onoro di rappresentare e di tutti i suoi iscritti.
Valerio
Vartolo, già segretario della Sinistra Giovanile di Marsala, nella
lettera pubblicata sulle pagine siciliane della Repubblica del 7 settembre
2002, scrive: “da tempo esponenti locali dei DS, insieme ad altri
esponenti politici della città, si dilettano a diffamare ed insultare
chiunque osi riproporre le questioni della legalità come prioritarie o si
dilettano a solidarizzare con le persone indagate per mafia”.
Sono
parole pesanti ed ingiuste che hanno il solo scopo di tenere alta la
tensione per fare rimanere a galla un piccolo gruppo di persone che
berlusconianamente pensano di fare politica attraverso i media, persone
che non prestano attenzione ai danni che possono causare ma semplicemente
a quanto l’ultimo comunicato stampa possa fare “rumore”. Ex
compagni, talvolta, che pensano che una sorta di monopolio della moralità,
sbandierata non si capisce bene a che titolo, possa essere apprezzata da
cittadini acritici.
Ritengo
che non si possano valorizzare i percorsi politici personali con il gusto
dell’invettiva fine a se stessa, soprattutto quando questa integri gli
estremi di una vera e propria calunnia, priva di ogni fondamento e tocchi
direttamente la dignità ed i valori di militanti che fanno del proprio
agire politico una questione di impegno quotidiano .
I
Ds di Marsala non solo non hanno mai solidarizzato con indagati di mafia,
ma considerano da sempre e con i fatti, piuttosto che con frasi ad effetto
lanciate attraverso i media, la lotta per la legalità il primo orizzonte
del loro agire politico.
Valerio
Vartolo, e i suoi supporters (o eventuali mandanti) sappiano che intendo
tutelare in ogni sede e con ogni mezzo l’immagine del mio partito. I
Giovani per Marsala e gli altri soggetti chiamati in causa nelle lettere
citate (non ultimi i due primi cittadini “affossati dai DS”) prendano
immediatamente ed inequivocabilmente, le distanze da posizioni,
francamente, insostenibili.
Sono
stato finora contrario a spostare la questione sul campo della tutela
giudiziaria, perché è sul piano politico che occorre mettere ordine
definendo spazi adeguati al ruolo ed alla consistenza di ognuno, ma
a tutto c’è un limite.
Ritengo
che la polemica, anche alla luce dei fatti di oggi, debba essere
immediatamente chiusa e ribadisco con forza che i DS di Marsala, uomini e
donne che ogni giorno sacrificano parte del loro tempo su un progetto di
costruzione della legalità e dello sviluppo del prorpio territorio, non
tollereranno altre ignobili falsità dette o scritte sul loro conto.
Sergio Giacalone
Segretario dei DS di Marsala
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