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VITA DI BERLUSCONI. CRONOLOGIA 1936.
Nasce a Milano il 29 settembre, primo di tre figli (due maschi e una
femmina) di Luigi Berlusconi, impiegato alla Banca Rasini, e Rosa Bossi,
casalinga. 1954. Prende
la maturità classica al liceo salesiano Copernico e s'iscrive all'Università
Statale, facoltà di Giurisprudenza. A tempo perso, vende spazzole
elettriche porta a porta, fa il fotografo ai matrimoni e ai funerali, suona
il basso e canta nella band dell'amico d'infanzia Fedele Confalonieri (anche
sulle navi da crociera). 1957. Primo
impiego saltuario nella Immobiliare costruzioni. 1961. Si
laurea in legge con 110 e lode, a Milano: tesi sugli aspetti giuridici del
contratto pubblicitario, e vince una borsa di studio di 2 milioni messa in
palio dalla concessionaria Manzoni. Evita, non si sa come, il servizio
militare. E si dà all'edilizia, acquistando un terreno in via Alciati,
grazie alla garanzia fornitagli dal banchiere Carlo Rasini, che gli procura
anche un socio, il costruttore Pietro Canali. Nasce la Cantieri Riuniti
Milanesi. 1963. Fonda
la Edilnord Sas: soci accomandanti Carlo Rasini e il commercialista svizzero
Carlo Rezzonico (per la misteriosa finanziaria luganese
Finanzierungesellschaft für Residenzen Ag). Nel 1964 apre un cantiere a
Brugherio per edificare una città-modello da 4 mila abitanti. Nel 1965 è
pronto il primo condominio, di cui però non riesce a vendere nemmeno un
appartamento. Poi, non si sa come, riesce a venderlo al Fondo di previdenza
dei dirigenti commerciali. 1965. Sposa
Carla Elvira Dall'Oglio, genovese, che gli darà due figli: Maria Elvira
(1966) e Piersilvio (1969). 1968. Nasce
l'Edilnord 2, acquistando terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà
Milano 2. 1969. Brugherio
è completa con 1000 appartamenti venduti. 1973. Fonda
la Italcantieri Srl, grazie ad altre due misteriose fiduciarie ticinesi, la
Cofigen (legata al finanziere Tito Tettamanti) e la Eti AG Holding
(amministrata dal finanziere Ercole Doninelli). Acquista ad Arcore, grazie
ai buoni uffici dell'amico Cesare Previti, la villa Casati Stampa con tutti
i terreni ad Arcore, a prezzo di superfavore. Previti infatti è pro-tutore
dell'unica erede dei Casati Stampa, la contessina dodicenne Annamaria, e
contemporaneamente amico di Silvio e in affari con lui. 1974. Grazie
a due fiduciarie della Bnl, la Servizio Italia e la Saf, nasce l'Immobiliare
San Martino, amministrata da un ex compagno di università, Marcello
Dell'Utri, palermitano. In un condominio di Milano 2 nasce una tv via cavo,
Telemilano 58, che passerà ben presto all'etere col nome di Canale 5.
Berlusconi si trasferisce con la famiglia a villa Casati, affiancato dal
boss mafioso Vittorio Mangano, assunto in Sicilia da Dell'Utri come
"fattore", cioè come amministratore della casa e dei terreni.
Mangano lascerà Arcore soltanto un anno e mezzo - due anni più tardi, in
seguito a due arresti e a un'inchiesta a suo carico per il sequestro di un
ospite della villa amico di Berlusconi. 1975. Le
due fiduciarie danno vita alla Fininvest. Nascono anche la Edilnord e la
Milano 2. Ma Berlusconi non compare mai: inabissato e schermato da una
miriade di prestanomi dal 1968 al 1975, quando diventa presidente di
Italcantieri, e al 1979, quando assumerà la presidenza della Fininvest. 1977. Appena
divenuto Cavaliere del Lavoro, acquista una quota dell'editrice de Il
Giornale, fondato nel 1974 da Indro Montanelli. 1978-1983.
Riceve circa 500 miliardi al valore di oggi, di cui almeno una quindicina in
contanti, per alimentare le 24 (poi salite a 37) Holding Italiana che
compongono la Fininvest, di cui si ignora tutt'oggi la provenienza. Sono gli
anni della scalata di Bettino Craxi, segretario del Psi dal 1976, al potere
e della sua ascesa al governo. 1978. Si
affilia alla loggia massonica deviata e occulta "Propaganda 2"
(P2) del maestro venerabile Licio Gelli, a cui è stato presentato dal
giornalista Roberto Gervaso. Tessera numero 1816. Di lì a poco comincerà a
ricevere crediti oltre ogni normalità dal Monte dei Paschi e dalla Bnl (due
banche con alcuni uomini-chiave affiliati alla P2). E inizierà a
collaborare, con commenti di politica economica, al "Corriere della
Sera", controllato dalla P2 tramite Angelo Rizzoli e Bruno Tassan Din.
La P2 verrà poi sciolta, in quanto "eversiva", con un
provvedimento del governo Spadolini. 1980. Berlusconi
fonda, con Marcello Dell'Utri, Publitalia 80, la concessionaria
pubblicitarie per le reti tv. Conosce l'attrice Veronica Lario, al secolo
Miriam Bartolini, che recita in uno spettacolo al teatro Manzoni di Milano
senza veli. Se ne innamora. La nasconde per tre anni in un'ala segreta della
sede Fininvest in Via Rovani a Milano. Poi la donna rimane incinta e nel
1984, sempre nel segreto più assoluto, partorisce in Svizzera una bambina,
Barbara. Berlusconi la riconosce. Padrino di battesimo, Bettino Craxi. 1981.
I giudici milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone, indagando sui
traffici del bancarottiere mafioso e piduista Michele Sindona, trovano gli
elenchi degli affiliati alla loggia P2. Ma Berlusconi non subisce danni
dallo scandalo che travolge il governo, l'esercito, i servizi segreti e il
mondo del giornalismo. 1982.
Berlusconi acquista l'emittente televisiva Italia 1 dall'editore Edilio
Rusconi. 1984.
Berlusconi acquista l'emittente Rete 4 dalla Mondadori: ormai è titolare di
tre network televisivi nazionali, e può entrare in concorrenza diretta con
la Rai. Ma tre pretori, di Torino, Pescara e Roma, sequestrano gli impianti
che consentono le trasmissioni illegali di programmi in
"interconnessione", cioè in contemporanea su tutto il territorio
nazionale. Craxi vara un decreto urgente (il primo "decreto
Berlusconi") per legalizzare la situazione illegale. Ma il decreto non
viene convertito in legge perché incostituzionale. Craxi ne vara un altro
(il secondo "decreto Berlusconi"), minacciando i partiti alleati
di andare alle elezioni anticipate in caso di nuova bocciatura del decreto.
E nel febbraio '85 il decreto sarà approvato, dopo che il governo avrà
posto la questione di fiducia. 1985.
Berlusconi divorzia da Carla Dell'Oglio e ufficializza il legame con
Veronica, che gli darà altri due figli: Eleonora (1986) e Luigi (1988). Le
seconde nozze verranno celebrate, con rito civile, nel 1990, officiante il
sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri, cognato di Craxi. Testimoni
degli sposi, Bettino e Anna Craxi, Confalonieri e Gianni Letta. 1986.
Berlusconi acquista il Milan Calcio e ne diviene presidente (nel 1988 vincerà
il suo primo scudetto). Intanto fallisce l'operazione La Cinq in Francia,
che chiuderà definitivamente i battenti nel '90. E' Jacques Chirac a
cacciarlo dal suolo francese, definendolo "venditore di minestre". 1988. Il
governo De Mita annuncia la legge Mammì sul sistema radiotelevisivo. Che in
pratica fotografa il duopolio Rai-Fininvest, senza imporre al Cavaliere
alcun autentico tetto antitrust. Berlusconi acquista la Standa. La legge
verrà approvata nel 1990. 1989-1991.
Lunga battaglia fra Berlusconi
e De Benedetti per il controllo della Mondadori, la prima casa editrice che
controlla quotidiani (La Repubblica e 13 giornali locali), settimanali
(Panorama, Espresso, Epoca) e tutto il settore libri. Grazie a una
sentenza del giudice Vittorio Metta, che il tribunale di Milano riterrà poi
comprata con tangenti dall'avvocato Previti per conto di Berlusconi, il
Cavaliere strappa la Mondadori al suo concorrente. Una successiva mediazione
politica porterà poi alla restituzione a De Benedetti almeno di Repubblica,
Espresso e giornali locali. Tutto il resto rimarrà a Berlusconi. 1990.
Il Parlamento vara la legge Mammì, fra le polemiche: Berlusconi può
tenersi televisioni (nel frattempo è entrato anche nel business di Telepiù)
e Mondadori, dovendo soltanto "spogliarsi" de Il Giornale (che
viene girato nel '90 al fratello Paolo). 1994. Berlusconi,
ormai orfano dei partiti amici, travolti dallo scandalo di Tangentopoli,
entra direttamente in politica, fonda il partito di Forza Italia, vince le
elezioni politiche del 27 marzo alla guida del Polo delle Libertà e diventa
presidente del Consiglio. Il 21 novembre viene coinvolto nell'inchiesta
sulle tangenti alla Guardia di Finanza. Il 22 dicembre è costretto a
dimettersi, per la mozione di sfiducia della Lega Nord, che non condivide più
la sua politica sociale e preme per la risoluzione del conflitto
d'interessi. 1996.
Berlusconi, indagato nel frattempo anche per storie di mafia, falso in
bilancio, frode fiscali e soprattutto corruzione giudiziaria insieme a
Previti, si ricandida alle elezioni politiche, ma perde. Vince il candidato
del centrosinistra (Ulivo), Romano Prodi. Trascorrerà 5 anni
all'opposizione, alle prese con una serie di inchieste giudiziarie e di
processi, conclusi con diverse condanne in primo grado, poi trasformate in
prescrizioni e (raramente) in assoluzioni in appello e in Cassazione. 2001. Il
15 maggio vince le elezioni alla guida della Casa delle Libertà e torna
alla presidenza del Consiglio. La vita e la
carriera dell'imprenditore Silvio Berlusconi, nonostante le biografie
autorizzate che il protagonista ha fatto pubblicare o propiziato nel corso
degli anni con fini auto-agiografici, rimane costellata di buchi neri e di
domande senza risposta. Piccolo riepilogo degli omissis più
inquietanti. 1) La
Edilnord Sas è la società fondata nel 1963 da Silvio Berlusconi per
costruire Milano 2. Soci accomandatari (quelli che vi operano), oltre al
futuro Cavaliere, sono il commercialista Edoardo Piccitto e i costruttori
Pietro Canali, Enrico Botta e Giovanni Botta. Soci accomandanti (quelli che
finanziano l'operazione) il banchiere Carlo Rasini, titolare dell'omonima
banca con sede in via dei Mercanti a Milano, e l'avvocato d'affari Renzo
Rezzonico, legale rappresentante di una finanziaria di Lugano: la
"Finanzierungesellschaft für Residenzen Ag", di cui nessuno
conoscerà mai i reali proprietari. Si tratta comunque di gente molto
ottimista, se ha affidato enormi capitali a Berlusconi, cioè a un
giovanotto di 27 anni che, fino a quel momento, non ha dato alcuna prova
imprenditoriale degna di nota. 2)
Sulla banca Rasini, dove il padre Luigi Berlusconi lavora per tutta la vita,
da semplice impiegato a direttore generale, ecco la risposta di Michele
Sindona (bancarottiere piduista legato a Cosa Nostra e riciclatore di denaro
mafioso) al giornalista americano Nick Tosches, che nel 1985 gli domanda
quali siano le banche usate dalla mafia: "In Sicilia il Banco di
Sicilia, a volte. A Milano una piccola banca in piazza Mercanti". Cioè
la Rasini, dove - ripetiamo - Luigi Berlusconi, padre di Silvio, ha lavorato
per tutta a vita, fino a diventarne il procuratore generale. Alla Rasini
tengono i conti correnti noti mafiosi e narcotrafficanti siciliani come
Antonio Virgilio, Salvatore Enea, Luigi Monti, legati a Vittorio Mangano, il
mafioso che lavora come fattore nella villa di Berlusconi fra il 1973 e il
1975. 3)
Il 29 ottobre 1968 nasce la Edilnord Centri Residenziali Sas (una sorta di
Edilnord 2): stavolta, al posto di Berlusconi, come socio accomandatario c'è
sua cugina Lidia Borsani, 31 anni. E i capitali li fornisce un'altra
misteriosa finanziaria luganese, la "Aktiengesellschaft für
Immobilienanlagen in Residenzentren Ag" (Aktien), fondata da misteriosi
soci appena 10 giorni prima della nascita di Edilnord 2. Berlusconi da
questo momento sparisce nel nulla, coperto da una selva di sigle e
prestanome. Riemergerà solo nel 1975 per presiedere la Italcantieri, e nel
1979, come presidente della Fininvest. Intanto nascono decine di società
intestate a parenti e figuranti, controllate da società di cui si ignorano
i veri titolari. Come ha ricostruito Giuseppe Fiori nel libro "Il
venditore" (Garzanti, 1994, Milano), Italcantieri nasce nel 1973,
costituita da due fiduciarie ticinesi: "Cofigen Sa" di Lugano
(legata al finanziere Tito Tettamanzi, vicino alla massoneria e all'Opus
Dei) e "Eti A.G.Holding" di Chiasso (amministrata da un finanziere
di estrema destra, Ercole Doninelli, proprietario di un'altra società, la
Fi.Mo, più volte inquisita per riciclaggio, addirittura con i narcos
colombiani). 4)
Nel 1974 nasce la "Immobiliare San Martino", amministrata da
Marcello Dell'Utri e capitalizzata da due fiduciarie del parabancario Bnl:
la Servizio Italia (diretta dal piduista Gianfranco Graziadei) e la Saf
(Società Azionaria Finanziaria, rappresentata da un prestanome
cecoslovacco, Frederick Pollack, nato nientemeno che nel 1887). A vario
titolo e con vari sistemi e prestanome, "figlieranno" una miriade
di società legate a Berlusconi e ai suoi cari: a cominciare dalle 34
"Holding Italiana" che controllano il gruppo Fininvest. Secondo il
dirigente della Banca d'Italia Francesco Giuffrida e il sottufficiale della
Guardia di Finanza Giuseppe Ciuro, consulenti tecnici della Procura di
Palermo al processo contro Marcello Dell'Utri per concorso esterno in
associazione mafiosa, queste finanziarie hanno ricevuto fra il 1978 e il
1985 almeno 113 miliardi (pari a 502 miliardi di lire e 250 milioni di euro
di oggi), in parte addirittura in contanti e in assegni
"mascherati", dei quali tuttoggi "si ignora la
provenienza". La Procura di Palermo sostiene che sono i capitali
mafiosi "investiti" nel Biscione dalle cosche legate al boss
Stefano Bontate. La difesa afferma che si tratta di autofinanziamenti, anche
se non spiega da dove provenga tutta quella liquidità. Lo stesso consulente
tecnico di Berlusconi, il professor Paolo Jovenitti, ammette
l'"anomalia" e l'incomprensibilità di alcune operazioni
dell'epoca. 5)
Nel 1973 Silvio Berlusconi acquista da Annamaria Casati Stampa di Soncino,
ereditiera minorenne della nota famiglia nobiliare lombarda rimasta orfana
nel 1970, la settecentesca Villa San Martino ad Arcore, con quadri d'autore,
parco di un milione di metri quadrati, campi da tennis, maneggio, scuderie,
due piscine, centinaia di ettari di terreni. La Casati è assistita da un
pro-tutore, l'avvocato Cesare Previti, che è pure un amico di Berlusconi,
figlio di un suo prestanome (il padre Umberto) e dirigente di una società
del gruppo (la Immobiliare Idra). Grazie alla fortunata coincidenza, la
favolosa villa con annessi e connessi viene pagata circa 500 milioni
dell'epoca: un prezzo irrisorio. E, per giunta, non in denaro frusciante, ma
in azioni di alcune società immobiliari non quotate in borse, così che,
quando la ragazza si trasferisce in Brasile e tenta di monetizzare i titoli,
si ritrova con una carrettate di carta. A quel punto, Previti e Berlusconi
offrono di ricomprare le azioni, ma alla metà del prezzo inizialmente
pattuito. Una sentenza del Tribunale di Roma, nel 2000, ha assolto gli
autori del libro "Gli affari del presidente", che raccontava
l'imbarazzante transazione. 6)
Nel 1973 Berlusconi, tramite Marcello Dell'Utri, ingaggia come fattore (ma
recentemente Dell'Utri l'ha promosso "amministratore della villa")
il noto criminale palermitano, pluriarrestato e pluricondannato Vittorio
Mangano. Il quale lascerà la villa solo due anni più tardi, quando verrà
sospettato di aver organizzato il sequestro di Luigi d'Angerio principe di
Sant'Agata, che aveva appena lasciato la villa di Arcore dopo una cena con
Berlusconi, Dell'Utri e lo stesso Mangano. Mangano verrà condannato persino
per narcotraffico (al maxiprocesso istruito da Falcone e Borsellino) e, nel
1998, all'ergastolo per omicidio e mafia. 7)
Il 26 gennaio 1978 Silvio Berlusconi si affilia alla loggia Propaganda 2
(P2), presentato al gran maestro venerabile Licio Gelli dall'amico
giornalista Roberto Gervaso. Paga regolare quota di iscrizione (100 mila
lire) e viene registrato con la tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17,
fascicolo 0625. La partecipazione al pio sodalizio gli procaccerà vantaggi
di ogni genere: dai finanziamenti della "Servizio Italia" di
Graziadei ai crediti facili e ingiustificati del Monte dei Paschi di Siena
(di cui è provveditore il piduista Giovanni Cresti) alla collaborazione con
il "Corriere della Sera" diretto dal piduista Franco Di Bella e
controllato dalla Rizzoli dei piduisti Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din e
Umberto Ortolani. 8)
Il 24 ottobre 1979 Silvio Berlusconi riceve la visita di tre ufficiali della
Guardia di Finanza nella sede dell'Edilnord Cantieri Residenziali. Si
spaccia per un "un semplice consulente esterno" addetto "alla
progettazione di Milano 2". In realtà è il proprietario unico della
società, intestata a Umberto Previti. Ma i militari abboccano e chiudono in
tutta fretta l'ispezione, sebbene abbiano riscontrato più di un'anomalia
nei rapporti con i misteriosi soci svizzeri. Faranno carriera tutti e tre.
Si chiamano Massimo Maria Berruti, Salvatore Gallo e Alberto Corrado.
Berruti, il capopattuglia, lascerà le Fiamme Gialle pochi mesi dopo per
andare a lavorare per la Fininvest come avvocato d'affari (società estere,
contratti dei calciatori del Milan, e così via). Arrestato nel 1985 nello
scandalo Icomec (e poi assolto), tornerà in carcere nel 1994 insieme a
Corrado per i depistaggi nell'inchiesta sulle mazzette alla Guardia di
Finanza, poi verrà eletto deputato per Forza Italia e condannato in primo e
secondo grado a 8 mesi di reclusione per favoreggiamento. Gallo risulterà
iscritto alla loggia P2. 9)
Il 30 maggio 1983 la Guardia di Finanza di Milano, che sta controllando i
telefoni di Berlusconi nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di droga,
redige un rapporto investigativo in cui si legge: "E' stato segnalato
che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di
stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane
(Lombardia e Lazio). Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni in
Costa Smeralda avvalendosi di società di comodo aventi sede a Vaduz e
comunque all'estero. Operativamente le società in questione avrebbero
conferito ampio mandato ai professionisti della zona". Per otto anni
l'indagine, seguita inizialmente dal pm Giorgio Della Lucia (poi passato
all'Ufficio istruzione, da anni imputato per corruzione in atti giudiziari
insieme al finanziere Filippo Alberto Rapisarda, ex datore di lavoro ed ex
socio di Marcello Dell'Utri) langue, praticamente dimenticata. Alla fine,
nel 1991, il gip milanese Anna Cappelli archivierà tutto. 10)
Il terzo, seccante incontro ravvicinato fra il Cavaliere e la Legge risale
al 16 ottobre 1984. Tre pretori, di Torino, Roma e Pescara, hanno la pretesa
di applicare le norme che regolano l'emittenza televisiva e che il Cavaliere
ha deciso di aggirare, trasmettendo in contemporanea gli stessi programmi su
tutto il territorio nazionale. I tre magistrati fanno presente che è
vietato, non si può e bloccano le attrezzature che consentono l'operazione
fuorilegge. Il Cavaliere oscura le sue tv, per attribuire il black out ai
giudici, poi scatena il popolo dei teledipendenti con lo slogan
"Vietato vietare", opportunamente rilanciato dallo show del
giornalista piduista Maurizio Costanzo. Lo slogan viene subito tradotto in
legge dal presidente del Consiglio Bettino Craxi. Il quale abbandona una
visita di Stato a Londra per precipitarsi in Italia e varare un decreto
legge ad personam ("decreto Berlusconi") che riaccende
immediatamente le tv illegali del suo compare. Lo scandalo è talmente
enorme che, persino nel pentapartito, qualcuno non ci sta. E il decreto
viene bocciato dall'aula come incostituzionale. Due dei tre pretori
reiterano il sequestro penale delle attrezzature utilizzabili oltre l'ambito
locale. Così Craxi partorisce un secondo decreto Berlusconi, agitando
davanti ai riottosi partiti alleati lo spauracchio della crisi di governo e
delle elezioni anticipate, in caso di mancata conversione in legge.
Provvederà poi lo stesso Caf a legalizzare il monopolio illegale Fininvest
sulla televisione commerciale con la legge Mammì, detta anche
"legge-Polaroid" per l'alta fedeltà con cui fotografa lo status
quo. TUTTI I PROCESSI DI BERLUSCONI Bugie
sulla loggia P2 (falsa
testimonianza) La Corte
d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver
giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua
iscrizione alla P2, ma il reato è coperto dall'amnistia del 1989.
Interrogato sotto giuramento Berlusconi aveva detto: "Non ricordo la
data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco
anteriore allo scandalo […]. Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né
mai mi è stata richiesta". Berlusconi però si era iscritto alla P2
nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e aveva pagato la sua quota. Così i
giudici della Corte d'appello di Venezia scrivono: "Ritiene il Collegio
che le dichiarazioni dell'imputato non rispondano a verità […], smentite
dalle risultanze della commissione Anselmi e dalle stesse dichiarazioni rese
del prevenuto avanti al giudice istruttore di Milano, e mai contestate
[…]. Ne consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso",
rilasciato "dichiarazioni menzognere" e "compiutamente
realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa
testimonianza". Ma "il reato va dichiarato estinto per intervenuta
amnistia". Tangenti
alla Guardia di Finanza (corruzione) I grado:
condanna a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate
(niente attenuanti generiche). Appello:
prescrizione per tre tangenti (grazie alle attenuanti generiche),
assoluzione con formula dubitativa (comma II art.530 c.p.p) per la quarta.
Nelle motivazioni si legge: "Il giudizio di colpevolezza dell'imputato
poggia su molteplici elementi indiziari, certi, univoci, precisi e
concordanti, per ciò dotati di rilevante forza persuasiva, tali da assumere
valenza probatoria". Cassazione:
assoluzione. La motivazione contiene due riferimenti alla classica
insufficienza di prove. La Cassazione non può entrare dichiaratamente nel
merito, né dunque annullare la sentenza precedente con formula dubitativa:
deve emettere un verdetto secco (conferma oppure annulla). Ma nella
motivazione i giudici della VI sezione penale rimandano esplicitamente
all'"articolo 530 cpv": dove "cpv" significa
"capoverso", cioè comma 2 ("prova contraddittoria o
insufficiente"). A 12 righe dalla fine, a scanso di equivoci, i supremi
giudici hanno voluto essere ancora più chiari. Si legge infatti:
"Tenuto conto di quanto già osservato sulla insufficienza probatoria,
nei confronti di Berlusconi, del materiale indiziario utilizzato dalla Corte
d'appello...". All
Iberian 1 (finanziamento
illecito ai partiti) I grado:
condanna a 2 anni e 4 mesi per i 21 miliardi versati estero su estero,
tramite il conto All Iberian, a Bettino Craxi. Appello:
il reato cade in prescrizione, ma c'è: "per nessuno degli imputati
emerge dagli atti l'evidenza dell'innocenza". Cassazione:
prescrizione confermata, con condanna al pagamento delle spese processuali.
Nella sentenza definitiva tra l'altro si legge: "Le operazioni
societarie e finanziarie prodromiche ai finanziamenti estero su estero dal
conto intestato alla All Iberian al conto di transito Northern Holding
[Craxi] furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa,
con il rilevante concorso di Berlusconi quale proprietario e presidente.
[…] Non emerge negli atti processuali l'estraneità dell'imputato". All
Iberian 2 (falso in
bilancio) Processo
sospeso in attesa che sulla legittimità delle nuove norme in materia di
reati societari approvate dal governo Berlusconi si pronuncino l'Alta Corte
di giustizia europea e la Corte costituzionale italiana. Se le eccezioni
sollevate da vari tribunali verranno respinte, il reato sarà dichiarato
prescritto. Medusa
Cinema (falso in bilancio) I grado:
condanna a 1 anno e 4 mesi (10 miliardi di fondi neri che, grazie alla
compravendita, vengono accantonati su una serie di libretti al portatore di
Silvio Berlusconi). Appello:
assoluzione con formula dubitativa (comma 2 art. 530). Berlusconi, secondo
il collegio è così ricco che potrebbe anche non essersi reso conto di
come, nel corso della compravendita, il suo collaboratore Carlo Bernasconi
(condannato) gli abbia versato 10 miliardi di lire in nero. Scrivono i
giudici: "La molteplicità dei libretti riconducibili alla famiglia
Berlusconi e le notorie rilevanti dimensioni del patrimonio di Berlusconi
postulano l'impossibilità di conoscenza sia dell'incremento sia soprattutto
dell'origine dello stesso". Cassazione:
sentenza d'appello confermata. Terreni
di Macherio (appropriazione
indebita, frode fiscale, falso in bilancio) I grado:
assoluzione dall'appropriazione indebita e dalla frode fiscale (per 4.4
miliardi di lire pagati in nero all'ex proprietario dei terreni che
circondano la villa di Macherio, dove vivono la moglie Veronica e i tre
figli di secondo letto), prescrizione per i falsi in bilancio di due società
ai quali "indubbiamente ha concorso Berlusconi". Appello:
confermata l'assoluzione dalle prime due accuse. Assoluzione anche dal primo
dei due falsi in bilancio, mentre il secondo rimane ma è coperto da
amnistia. Cassazione:
in corso. Caso
Lentini (falso in bilancio) I grado:
il reato (10 miliardi versati in nero al Torino Calcio in occasione
dell'acquisto del giocatore Luigi Lentini) è stato dichiarato prescritto
grazie alla nuova legge sul falso in bilancio. Appello:
in corso. Consolidato
gruppo Fininvest (falso in
bilancio) Il gip Fabio
Paparella ha dichiarato prescritti, sulla base della nuova legge sul falso
in bilancio, i 1500 miliardi di lire di presunti fondi neri accantonati dal
gruppo Berlusconi su 64 off-shore della galassia All Iberian (comparto B
della Fininvest). Il pm Francesco Greco ha presentato ricorso in Cassazione
perché la mancata fissazione dell'udienza preliminare gli ha impedito di
sollevare un'eccezione d'incostituzionalità e di incompatibilità con le
direttive comunitarie delle nuove norme sui reati societari e con il
trattato dell'Ocse. Lodo
Mondadori (corruzione
giudiziaria). Grazie alla
concessione delle attenuanti generiche il reato - che in primo grado ha
portato alla condanna di Cesare Previti - è stato dichiarato prescritto
dalla Corte d'Appello di Milano e dalla Corte di Cassazione. Nelle
motivazioni della Cassazione, tra l'altro, si legge: "il rilievo dato
[per concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita
sociale ed individuale del soggetto [Berlusconi è diventato presidente del
Consiglio], valutato dalla Corte come decisivo, non appare per nulla
incongruo…". Sme-Ariosto
(corruzione giudiziaria) A causa dei
continui "impedimenti istituzionali" sollevati da Berlusconi e dei
conseguenti rinvii delle udienze, la posizione del premier è stata
stralciata dal processo principale. Ed è stato creato un processo
parallelo, che però Berlusconi ha sospeso fino al termine del suo incarico
(o sine die, in caso di rielezione o di nomina ad altra carica
istituzionale) facendo approvare a tempo di record il Lodo Maccanico,
proprio alla vigilia della requisitoria, delle arringhe e della sentenza, e
a 40 mesi dall'inizio del dibattimento. Sme-Ariosto
(falso in bilancio) In seguito
all'entrata in vigore delle nuove norme sul diritto societario, questo capo
d'imputazione contestato a Berlusconi per il denaro versato - secondo
l'accusa- ad alcuni giudici, è stato stralciato. Il processo è fermo in
attesa che l'Alta Corte di giustizia europea si pronunci sulla conformità
tra le nuove regole e le normative comunitarie. Ma, anche in caso di
risposta positiva per i giudici, resterà bloccato per il Lodo Maccanico.
Come tutti gli altri procedimenti ancora in corso a carico di Silvio
Berlusconi. Diritti
televisivi (falso in
bilancio -?- e frode fiscale) Indagini
preliminari in corso alla Procura di Milano (pm Alfredo Robledo e Fabio De
Pasquale), a carico di numerosi manager del gruppo, più il presidente di
Mediaset Fedele Confalonieri e il titolare Silvio Berlusconi, il quale -
secondo l'ipotesi accusatoria - avrebbe continuato anche dopo l'ingresso in
politica nel '94 ad esercitare di fatto il ruolo di dominus dell'azienda.
Oggetto dell'indagine: una serie di operazioni finanziarie di acquisto di
diritti cinematografici e televisivi da majors americane, con vorticosi
passaggi fra una società estera e l'altra del gruppo Berlusconi, con il
risultato di far lievitare artificiosamente il prezzo dei beni compravenduti
e beneficiare di sconti fiscali previsti dalla legge Tremonti, approvata dal
primo governo dello stesso Berlusconi per detassare gli utili reinvestiti
dalle imprese. Un presunto falso in bilancio che i magistrati valutano in
circa 180 milioni di euro nel 1994. Telecinco
(violazione delle leggi antitrust e frode fiscale in Spagna) Il giudice
anticorruzione di Madrid Baltasàr Garzòn Real, dopo aver chiesto nel 2001
al governo italiano di processare Berlusconi o, in alternativa, di privarlo
dell'immunità in modo di poterlo giudicare in Spagna, non ha ancora
ricevuto risposta. Per questo il procuratore anticorruzione Carlo
Castresana, nel maggio 2002, ha pregato Garzòn di rivolgersi di nuovo alle
autorità italiane. Berlusconi in Spagna è accusato - insieme a Marcello
Dell'Utri e ad altri dirigenti del gruppo Fininvest - di aver posseduto,
grazie a una serie di prestanomi e di operazioni finanziarie illecite, il
controllo pressoché totalitario dell'emittente Telecinco eccedenti rispetto
ai limiti dell'antitrust spagnola, negli anni in cui il tetto massimo era
del 25 per cento delle quote azionarie. Mafia
(concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco) Indagini
archiviate a Palermo su richiesta della Procura per scadenza dei termini
massimi concessi per indagare. Bombe del
1992 e del 1993 (concorso in
strage) Le inchieste
delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui presunti "mandanti a volto
coperto" delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993
(Milano, Firenze e Roma) sono state archiviate per scadenza dei termini
d'indagine. A Firenze, il 14 novembre 1998, il gip Giuseppe Soresina ha però
rilevato come Berlusconi e Dell'Utri abbiano "intrattenuto rapporti non
meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma
stragista realizzato". Cioè con il clan corleonese che da vent'anni
guida Cosa Nostra, con centinaia di omicidi e una mezza dozzina di stragi.
Aggiunge il giudice fiorentino che esiste "una obiettiva convergenza
degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee
programmatiche della nuova formazione [Forza Italia]: articolo 41 bis,
legislazione sui collaboratori di giustizia, recupero del garantismo
processuale asseritamente trascurato dalla legislazione dei primi anni
90". Poi aggiunge che, nel corso delle indagini, addirittura
"l'ipotesi iniziale [di un coinvolgimento di Berlusconi e dell'Utri
nelle stragi] ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità".
Ma purtroppo è scaduto "il termine massimo delle indagini
preliminari" prima di poter raccogliere ulteriori elementi. Il gip di
Caltanissetta Giovanni Battista Tona ha scritto: "Gli atti del
fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità
di contatto tra uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi
societari controllati in vario modo dagli odierni indagati [Berlusconi e
Dell'Utri]. Ciò di per sé legittima l'ipotesi che, in considerazione del
prestigio di Berlusconi e Dell'Utri, essi possano essere stati individuati
dagli uomini dell'organizzazione quali eventuali nuovi interlocutori".
Ma "la friabilità del quadro indiziario impone l'archiviazione". C'è,
infine, la sentenza della Corte di Assise di Appello di Caltanissetta, che
il 23 giugno 2001 ha condannato 37 boss mafiosi per la strage di Capaci: nel
capitolo intitolato esplicitamente "I contatti tra Salvatore Riina e
gli on. Dell'Utri e Berlusconi", si legge che è provato che la mafia
intrecciò con i due "un rapporto fruttuoso quanto meno sotto il
profilo economico". Talmente fruttuoso che poi, nel 1992, "il
progetto politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale mirava a
realizzare nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi referenti della
politica e dell'economia". Cioè a "indurre nella trattativa lo
Stato ovvero a consentire un ricambio politico che, attraverso nuovi
rapporti, assicurasse come nel passato le complicità di cui Cosa Nostra
aveva beneficiato". TUTTO CIÒ CHE PENSO DI BERLUSCONI di Umberto Bossi, ministro delle Riforme Istituzionali del governo
Berlusconi Silvio
Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E' una costola del vecchio
regime. E' il più efficace riciclatore dei calcinacci del pentapartito.
Mentre la Lega faceva cadere il regime, lui stava nel Mulino Bianco, col
parrucchino e la plastica facciale. Lui è un tubo vuoto qualunquista. Ma
non l'avete visto, oggi, tutto impomatato fra le nuvole azzurre? Berlusconi
è bollito. E' un povero pirla, un traditore del Nord, un poveraccio
asservito all'Ulivo, segue anche lui l'esercito di Franceschiello dietro il
caporale D'Alema con la sua trombetta. Io ho la memoria lunga. Ma chi
è Berlusconi? Il suo Polo è morto e sepolto, la Lega non va con i morti.
La trattativa Lega-Forza Italia se l'è inventata lui, poveraccio. Il
partito di Berlusconi neo-Caf non potrà mai fare accordi con la Lega. Lui
è la bistecca e la Lega il pestacarne. Berlusconi
mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E' un kaiser in doppiopetto.
Un piccolo tiranno, anzi è il capocomico del teatrino della politica. Un
Peròn della mutua. E' molto peggio di Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide,
di mafioso. Il piduista è una volpe infida pronta a fare razzia nel mio
pollaio. Berlusconi
è l'uomo della mafia. E' un palermitano che parla meneghino, un palermitano
nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La
Fininvest è nata da Cosa Nostra. C'è qualche differenza fra noi e
Berlusconi: lui purtroppo è un mafioso. Il problema è che al Nord la gente
è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa
ancora. Ma il Nord lo caccerà via, di Berlusconi non ce ne fotte niente. Ci
risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? Ci
sono centomila giovani del Nord che sono morti a causa della droga. A me
personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca
Rasini, fondata da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che poi è
riuscito a tenersi tutta la baracca. In quella stessa banca lavorava anche
il padre di Silvio e c'erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra. Bisognerebbe
conoscere le sue radici, la sua storia. Gelli fece il progetto Italia e
c'era il buon Berlusconi nella P2. Poi nacquero le Holding. Come potrà mai
la magistratura fare il suo dovere e andare a vedere da dove vengono quei
quattrini, ricordando che la mafia quei quattrini li fa con la droga e che
di droga al Nord sono morti decine di migliaia di ragazzi che ora gridano da
sottoterra? Se lui vuole sapere la storia della caduta del suo governo,
venga da me che gliela spiego io: sono stato io a metter giù il partito del
mafioso. Lui comprava i nostri parlamentari e io l'ho abbattuto. Quel brutto
mafioso guadagna soldi con l'eroina e la cocaina. Il mafioso di Arcore vuole
portare al Nord il fascismo e il meridionalismo. Discutere di par condicio
è troppo poco: propongo una commissione di inchiesta sugli arricchimenti di
Berlusconi. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà
criminale e fenomeni di riciclaggio. L'uomo di Cosa Nostra, con la
Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Furono fatte
nascere da una banca di Palermo a Milano, la banca Rasini, la banca di Cosa
Nostra a Milano. Forza Italia
è stata creata da Marcello Dell'Utri. Guardate che gli interessi reali
spesso non appaiono. In televisione compaiono volti gentili che te la
raccontano su, che sembrano per bene. Ma guardate che la mafia non ha
limiti. La mafia, gli interessi della mafia, sono la droga, e la droga ha
ucciso migliaia e migliaia di giovani, soprattutto al Nord. Palermo ha in
mano le televisioni, in grado di entrare nelle case dei bravi e imbecilli
cittadini del Nord. Berlusconi
ha fatto ciò che ha voluto con le televisioni, anche regionali, in barba
perfino alla legge Mammì. Molte ricchezze sono vergognose, perché vengono
da decine di migliaia di morti. Non è vero che 'pecunia non olet'. C'è
denaro buono che ha odore di sudore, e c'è denaro che ha odore di mafia. Ma
se non ci fosse quel potere, il Polo si squaglierebbe in poche ore. Incontrare
di nuovo Berlusconi ad Arcore? Lo escludo, niente più accordi col Polo. Tre
anni fa pensarono di farci il maleficio. Il mago Berlusconi ci disse:
"Chi esce dal cerchio magico, cioè dal mio governo, muore". Noi
uscimmo e mandammo indietro il maleficio al mago. Non c'è marchingegno
stregato che oggi ci possa far rientrare nel cerchio del berlusconismo. Con
questa gente, niente accordi politici: è un partito in cui milita
Dell'Utri, inquisito per mafia. La
"Padania" chiede a Berlusconi se è mafioso? Ma è andata fin
troppo leggera! Doveva andare più a fondo, con quelle carogne legate a
Craxi. Io con
Berlusconi sarò il guardiano del baro. Siamo in una situazione pericolosa
per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non
esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate, l'Autocrate. Io dico quel che
penso, lui fa quel che incassa. Tratta lo Stato come una società per
azioni. Ma chi si crede di essere: Nembo Kid? Ma vi pare
possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei
cittadini? Quando quello piange, fatevi una risata: vuol dire che va tutto
bene, che non è ancora riuscito a mettere le mani sulla cassaforte. Bisogna che
Berlusconi-Berluscosa-Berluskaz-Berluskaiser si metta in testa che con i
bergamaschi io ho fatto un patto di sangue: gli ho giurato che avrei fatto
di tutto per avere il cambiamento. E non c'è villa, non c'è regalo, non c'è
ammiccamento che mi possa far cambiare strada... Berluscoso deve sapere che
dalle nostre parti la gente è pronta a fargli un culo così: bastano due
secondi, e dovrà scappare di notte. Se vedono che li ha imbrogliati, quelli
del Nord gli arrotolano su le sue belle ville e i suoi prati all'inglese e
scaraventano tutto nel Lambro. Berlusconi,
come presidente del Consiglio, è stato un dramma. Quando è in
ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli
saltare i tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il
lavaggio del cervello alla gente, col solito imbroglio del venditore di
fustini del detersivo. Le sue televisioni sono contro la Costituzione.
Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità
gravissima, da Sudamerica. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione
delle frequenze tv per condizionare la gente e orientarla al voto. Non
accade in nessuna parte del mondo. E' ora di mettere fine a questa vergogna.
Se lo votate, quello vi porta via anche i paracarri. Se cade
Berlusconi, cade tutto il Polo, e al Nord si prende tutto la Lega. Ma non lo
faranno cadere: perché sarà pure un figlio di buona donna, ma è il loro
figlio di buona donna, e per questo lo tengono in piedi. Ma il
poveretto di Arcore sente che il bidone forzitalista e polista, il partito
degli americani, gli va a scatafascio. Un massone, un piduista come
l'arcorista è sempre stato un problema di "Cosa sua" o "Cosa
nostra". Ma attento, Berlusconi: né mafia, né P2, né America
riusciranno a distruggere la nostra società. E lui alla fine avrà un
piccolo posto all'Inferno, perché quello lì non se lo pigliano nemmeno in
Purgatorio. Perché è Berlusconi che dovrà sparire dalla circolazione, non
la Lega. Non siamo noi che litighiamo con Berlusconi, è la Storia che
litiga con lui. (le frasi
contenute nel testo sono state pronunciate testualmente da Umberto Bossi fra
il 1994 e il 1999, cioè durante le tensioni del primo governo Berlusconi,
dopo la rottura fra Bossi e Berlusconi nel dicembre 1994 e prima della loro
riappacificazione alla fine del 1999. Le date esatte delle dichiarazioni,
tratte da giornali quotidiani e agenzie di stampa, sono le seguenti:
1,7,9,10,13 marzo 1994; 5 aprile 1994; 4,11,23,31 maggio 1994; 1,12,17
giugno 1994; 29 luglio 1994; 6,8,13 agosto 1994; 1 settembre 1994; 6,20,23
dicembre 1994; 14 gennaio 1995; 22 marzo 1995; 13 aprile 1995; 10 giugno
1995; 29 luglio 1995; 25 gennaio 1996; 14,19,25 agosto 1997; 18 giugno 1998;
22 luglio 1998; 13 settembre 1998; 3, 27 ottobre 1998; 24 febbraio 1999; 13
aprile 1999; 10 settembre 1999; 19 ottobre 1999)
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