|
Documento
Congressuale II
Congresso Comunale dei DS di Marsala Il congresso di Pesaro dello scorso novembre, ha
finalmente concluso la fase costituente dei Democratici di Sinistra,
sancendo la nascita di una nuova realtà politica nei cui valori ci
riconosciamo fino in fondo. Sono quei valori dettati dall’art. 1 dello Statuto
nazionale, che tracciano un partito fondato sui principi democratici ed
antifascisti della Repubblica italiana; sul pensiero socialista nella
pluralità delle sue esperienze storiche, riconducibile alla tradizione
democratica e riformista dei partiti storici della sinistra italiana; sul
pensiero laico e liberale e sul pensiero cristiano sociale. Un partito aperto all’incontro con culture e
movimenti che hanno messo al centro della loro azione i diritti umani e il
valore delle differenze, il personalismo comunitario e la salvaguardia
dell’ambiente. Un partito in continua evoluzione, che si cimenta
quotidianamente nelle sfide della modernizzazione e del mondo che cambia,
impegnato nella costruzione di una società aperta e plurale, libera e
solidale, giusta e sicura, basata sul lavoro e sulla difesa della pace. Un partito proiettato nella costruzione di un’Europa
politica, oltre che economica, fondata sui valori del socialismo europeo,
e dell’internazionale socialista, in cui siano affermati tutti i diritti
di cittadinanza, sia promosso uno sviluppo umano sostenibile ed una società
interetnica ed interculturale. Per i DS la libertà è strettamente collegata
all’uguaglianza e si fonda sul riconoscimento della differenza come
valore, rifiutando ogni discriminazione di sesso e di orientamento
sessuale, di razza, religione e cultura. I DS condividono una concezione della politica che ha
forte il senso delle sue ragioni fondanti e la consapevolezza del proprio
limite. Aderiscono all’idea di uno stato laico e di una politica
fortemente orientata a valori. In una realtà di pluralismo etico e di
fronte a questioni delicate, come quelle che riguardano la vita umana, il
nascere e il morire, le relazioni interumane, la non violenza, il partito
e la sua politica riconoscono e rispettano la libertà di coscienza di
tutti e concorrono a delineare i tratti di un’etica civile condivisa. Forti di tali valori, intendiamo affrontare le
questioni più stringenti dell’attuale situazione politica
internazionale, la cui discussione va fortemente incentivata anche nel
partito marsalese. I grandi temi della globalizzazione che ci vedono,
oggi, spettatori impotenti di un sistema economico mondiale che ha
valicato i confini nazionali, debbono indurci ad una seria riflessione
sulla stessa idea della politica. Siamo convinti che il fenomeno della globalizzazione
sia oltre che una realtà ormai consolidata della nostra vita quotidiana,
anche un’occasione storica per riaffermare il valore della politica.
Oltre che economia e prepotenza, infatti, bisogna globalizzare la politica
per giungere ad una piena affermazione, a livello mondiale, dei diritti
fondamentali di tutti gli uomini. Siamo molto attenti alle voci di protesta che da più
parti, persino dalla chiesa cattolica, provengono nei confronti di un
sistema economico mondiale fortemente squilibrato. Siamo convinti che il
nostro ruolo sia quello di attenzionare tutte le istanze per poi tradurle
in proposte concrete di riforme possibili del sistema politico
internazionale. Mentre condanniamo in maniera decisa ogni tipo di
violenza, da qualunque parte provenga, ci sentiamo di fare altrettanto nei
confronti di chi strumentalizza tali episodi per celare i problemi reali
che alla protesta sono sottesi. Oggi l’Europa rappresenta, un’occasione unica per
affermare il valore della politica sul potere economico. Occorre non
perdere l’appuntamento della riscrittura della Convenzione Europea:
l’Europa che vogliamo deve essere sempre più unita e cosciente del
proprio ruolo internazionale, fin qui troppo debole ed ambiguo. Arrivare ad ipotizzare in breve tempo la nascita degli
Stati uniti d’Europa ci pare tanto più auspicabile quanto più è
necessaria una posizione univoca dell’Unione Europea sulle questioni
rilevanti della politica internazionale. Il terrorismo, in tutte le forme in cui si è
drammaticamente manifestato nell’ultimo anno, merita una attenta
riflessione. Non bastano interventi riparatori e di semplice
contrapposizione al singolo atto terroristico. Occorre invece una politica
costante che annulli le condizioni sociali in cui il terrorismo si
sviluppa: in primo luogo povertà e miseria nelle zone depresse del mondo. La questione palestinese, una guerra che continua da
anni, ha bisogno, oggi più
che mai, di una rapida soluzione. Riteniamo che la sede demandata a
risolvere tale conflitto debba essere l’ONU, se è necessario anche
costringendo le parti ad una soluzione mediata dalle Nazioni Unite. E’
necessario, in ogni caso, ricondurre la questione alla sua giusta
dimensione, evitando di leggerla solo attraverso la lente deformante delle
vicende legate al terrorismo internazionale. Occorre, tuttavia, tenere alta la guardia contro chi
pensa di potere fare valere le proprie ragioni attraverso la violenza.
Anche quello che ha vissuto l’Italia negli ultimi mesi, con l’omicidio
Biagi, ultimo anello di una lunga catena di attentati contro chi ha posto
al servizio dello Stato la propria intelligenza nel campo del lavoro, deve
indurci ad una seria riflessione. Il terrorismo di matrice nostrana che
sembra andare in letargo per anni per tornare a colpire improvvisamente,
deve essere, definitivamente debellato dal nostro Paese. L’omicidio
Biagi è solo l’ultimo atto di una catena di fatti delittuosi che dura
ormai da più di dieci anni, fatti che si verificano, puntualmente, nei
momenti più delicati della vita democratica del paese. Le tensioni
generate dalla discussione sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori
e la strumentalizzazione delle stesse da parte del centro-destra per
addossare la responsabilità di ciò che è accaduto al mondo della
sinistra e al movimento sindacale, hanno avuto la risposta che meritavano,
nelle grandi manifestazioni che hanno riportato nelle piazze italiane
milioni di uomini e donne giunti per rivendicare diritti, serenità e
verità storica. E, del resto, di fronte ad un governo di centro-destra
che in questa, come in tante altre occasioni ha dimostrato chiaramente di
essere incapace di governare ed anzi di essere fortemente dannoso per i
cittadini, occorre attrezzare un’opposizione intelligente, seria, ferma
e responsabile. Accanto alle piazze, che certamente hanno contribuito
al risveglio della coscienza di milioni di italiani, è necessario, a più
di un anno dalle elezioni politiche del 2001,
riattrezzare i partiti del centrosinistra ed anzi fare crescere lo
schieramento di opposizione al Governo Berlusconi. Un governo che, vale la pena ribadirlo anche in questa
sede, ha dimostrato durante questo primo anno di attività tutti i suoi
limiti: di incapacità amministrativa da un lato, e di arroganza e
prepotenza dall’altro. Siamo di fronte ad una destra che rischia di portare
in breve tempo il Paese allo sfascio, non solo dal punto di vista
economico, ma soprattutto sul piano sociale. La concezione berlusconiana
della società il cui valore fondante è il potere e l’occupazione dello
stesso,aggiunge motivi di allarme. La vicenda della RAI è esemplare in questo senso: la
critica contro il sistema di lottizzazione che da anni ha contraddistinto
l’azienda, e che comunque ha garantito pluralismo e l’emergere di
grandi professionalità, è servita oggi come arma in mano a Berlusconi e
soci. A quel sistema, cui certamente non siamo affezionati, il suo governo
ha sostituito quello dell’occupazione totale e totalitaria
dell’informazione nazionale. Ed oggi passa scandalosamente in secondo
piano l’ignobile censura operata nei confronti delle poche voci di
dissenso rimaste all’interno della RAI. Del resto questo è il leit motiv che ha
contraddistinto tutta l’azione dell’attuale Governo: dal pacchetto di
leggi approvate durante la scorsa estate per garantire a Berlusconi
l’immunità dai numerosi reati per cui è sotto processo, alla riforma
della scuola, dell’immigrazione, ed infine al tentativo di abolire il
sistema di garanzie a tutela dei lavoratori, la linea guida è sempre la
stessa: favorire i propri interessi personali e dei suoi potenti alleati a
discapito di quelli della stragrande maggioranza dei cittadini. Ecco quali sono le grandi battaglie portate avanti da
Berlusconi. Lo schema è sempre lo stesso. A questo proposito ci piace
ricordare il cavallo di battaglia nel momento della discesa in campo del
Cavaliere: la lotta contro il sistema di potere dei partiti di Governo
della Prima Repubblica, che fece da sfondo alla nascita di Forza Italia,
oggi primo partito nel paese. In realtà tale soggetto politico, nel bene
e nel male, ha riproposto gli stessi schemi di quel sistema che voleva
combattere affidando la realizzazione del proprio progetto a uomini che
altro non sono se non il peggio di ciò che la Prima Repubblica ha
lasciato in eredità affiancandovi i rappresentanti diretti degli
interessi del Leader. Non dissimile è la situazione politica nella nostra
Regione. La Sicilia governata dal centrodestra che ha qui uno dei suoi
principali serbatoi elettorali è oggi ad un passo dalla bancarotta.
L’azione di Governo di “Totò Vasa Vasa” e soci, è a dir poco
irresponsabile sul piano economico e di fatto, questo governo ha, nel giro
di pochi mesi, annullato la positiva azione risanatrice iniziata dal
Governo Capodicasa. Salvo, fare pagare la loro incapacità nel gestire i
fondi pubblici, ancora una volta ai cittadini, costringendoli persino,
come è successo nell’ultima legge finanziaria regionale, a pagare il
ticket sui ricoveri ospedalieri e di pronto soccorso. Ed intanto anche il treno offerto da agenda duemila
sta passando sotto gli occhi di tutti senza che i siciliani saranno in
grado di godere appieno delle potenzialità e dei benefici che può dare. L’incapacità di questo governo si spinge fino al
punto di non potere più gestire l’agenda parlamentare. E’ storia di
questi giorni il preoccupante livello di assenteismo sia in aula che nelle
commissioni parlamentari che ha di fatto bloccato l’attività
dell’Assemblea Regionale. E gli interessi dei siciliani chi li cura? Ben altri approfondimenti meriterebbero gli argomenti
sin qui trattati. Ma il nostro compito oggi è quello di affrontare,
accanto a queste questioni, quelle che ci riguardano più direttamente sia
come cittadini marsalesi che come militanti dei Democratici di Sinistra. ·
Le Premesse da cui muoviamo Il
congresso che celebriamo deve segnare l’apertura di una nuova fase per i
DS. Proveniamo da un periodo di risultati elettorali non gratificanti, le
cui cause sono da ricercare in fattori diversi, primo tra tutti un agire
politico fatto di continue indecisioni e
tentennamenti che ha ingenerato confusione nel nostro elettorato. Spesso,
tale impostazione, frutto di continue mediazioni interne ed esterne, ha
impedito l’affermazione di una linea politica chiara, netta e coerente,
capace di dare prospettiva al nostro agire. E,
tuttavia, sentiamo la necessità di rivendicare con forza le scelte fatte
in occasione delle ultime elezioni politiche e regionali, che, seppure non
hanno dato i risultati sperati, conservano intatto il loro valore
politico. Contrapporre
l’esperienza amministrativa positiva del Sindaco uscente, Salvatore
Lombardo, al sistema di
potere, costruito negli anni attorno alla figura dell’On. Grillo, è
stato il modo migliore di dare un segnale ben preciso agli elettori di
questa città. La
sconfitta in quella battaglia è maturata più sul livello nazionale di un
Berlusconismo travolgente, che sulle reali ragioni locali. Prova ne sia
l’alta percentuale di consensi raggiunta da Salvatore Lombardo rispetto
agli altri candidati del centro sinistra nei collegi siciliani. La
successiva esperienza delle elezioni regionali, con la candidatura del
compagno Leonardo Giacalone, oggi vice-sindaco della città, maturata
all’indomani della sconfitta subita alle politiche, in un clima
difficile, ci ha consentito di raggiungere, comunque, un ottimo risultato
e di mantenere a Marsala un profilo politico dignitoso. E ciò a fronte di
un partito che, nel resto della provincia, pur riuscendo a rieleggere il
deputato uscente grazie ad un meccanismo elettorale macchinoso, ha subito
un vero e proprio tracollo elettorale. Oggi,l’elezione
del Sindaco Eugenio Galfano da un lato e la spinta propulsiva proveniente
dal congresso di Pesaro, frutto di un confronto interno che ha avuto toni
a volte anche drammatici, debbono ridare
una prospettiva ai DS di Marsala. Il
risultato di 4.017 voti, registrato in occasione delle ultime elezioni
amministrative, pur non rappresentando una disfatta, è sufficiente ad
imporci l’imperativo categorico di una seria riflessione in ragione di
un calo di consensi lento ma inesorabile. In
quella occasione abbiamo dovuto registrare che, a causa delle liti
intestine al partito, la stessa formazione delle liste elettorali è stata
contraddistinta da furbizie e reciproci sospetti indegni di un partito
come il nostro. Fatto
sta che la lista dei DS è stata presentata, cosa mai accaduta a Marsala,
incompleta del numero massimo dei candidati previsti. Intere zone della
città, peraltro, sono state rappresentate da un solo candidato. Così
non si contribuisce alla crescita del partito, piuttosto si favorisce il
consolidamento inammissibile di posizioni predefinite. Questo
momento di difficoltà è figlio di una politica altalenante priva di
slanci generosi e vissuta all’ombra di un leaderismo al quale si è
troppo delegato. Nei
DS, da diverso tempo ormai, vi è la pericolosa tendenza a lasciare ogni
momento decisionale ai rappresentanti eletti nelle istituzioni. Il nostro
è gradualmente diventato il partito dei dirigenti, che a vario titolo
hanno dimostrato di subire il fascino degli equilibrismi e dei tatticismi.
Troppo
spesso siamo stati costretti, più o meno consapevolmente, ad inseguire le
questioni del quotidiano, anch’esse spesso ripiegate in una visione
entrista della politica. Non
è più stato il partito della base, di chi vive la politica come dovere
civico, ma anche e soprattutto come passione. Né siamo stati capaci, di
affrontare con serenità, talune questioni che il nostro elettorato ci ha
posto. Talvolta
poi il partito ha rischiato di disorientare l’opinione pubblica,
abbandonando una linea chiara di rinnovamento interno e, più in generale,
di vera e propria etica politica. Troppo rumore si è fatto per tornare
poi sui propri passi. Occorre
essere conseguenti perché questo ci chiede la città.. La
fase aperta subito dopo la svolta del 1989 e la nascita del PDS, ha dato
ottimi frutti e ha visto la graduale affermazione di una classe dirigente
che ha portato con sé una ventata di freschezza progettuale ed un
rinnovamento di idee e di uomini. Coronamento
di questo processo è stata la formazione del cartello “Ricostruire
Marsala” e l’elezione del sindaco Lombardo nel Novembre del 1993. Più
tardi, con l’elezione del compagno Ottavio Navarra, nel Giugno 1996, il
partito tornava ad esprimere un deputato all’ARS dopo circa 25 anni di
assenza. Da questo momento, tuttavia, il combinarsi di dinamiche interne
ed esterne rispetto al partito stesso, hanno determinato un progressivo
indebolimento della classe dirigente in questione fino a causarne la crisi
attuale. I continui mutamenti di linea del partito a livello nazionale
hanno spesso causato un disorientamento dei compagni di base che hanno
reagito con una sorta di svogliatezza, dando il la ad un processo di
delega dei momenti decisionali della vita del partito. I
gruppi dirigenti, dal canto loro, hanno subìto in maniera impotente
l’imposizione di decisioni adottate ad altri livelli del partito. Basti
pensare alle vicende che hanno riguardato l’ingresso di gruppi politici
organizzati, la cui presenza non
è stata il prodotto di
alcuna sintesi tra esperienze diverse, né ha aperto la strada ad un
ulteriore rafforzamento dei gruppi dirigenti, ma è valsa soltanto a fare
esplodere le contraddizioni interne di un gruppo già in difficoltà. In
effetti, la repentina transizione di alcuni di questi gruppi verso
esperienze politiche persino di segno opposto allo stesso schieramento
dell’Ulivo, è stata la prova più evidente di come quel processo di
annessione fosse stato poco meditato e persino azzardato. Riteniamo
che nel futuro sia necessario non ricadere nell’errore di pensare che le
decisioni prese nelle sedi più alte possano prescindere da una larga
condivisione e maturazione da parte della base del partito. Il
clima di scontro maturato nella fase di costruzione dei DS non ci ha
permesso di valorizzare ed esaltare la nascita nel Paese del nuovo partito
come momento unitario di sintesi tra le diverse tradizioni cofondatrici. Le
difficoltà che abbiamo vissuto, sono state accentuate dai rapporti spesso
non chiari con un centro sinistra cui sono venuti a mancare pezzi
consistenti e con la precedente amministrazione comunale nei confronti
della quale è mancato, specie negli ultimi tempi, un confronto serio e
serrato sulle linee programmatiche di governo della città. La
polemica continua per stabilire, ancora oggi, se i problemi di rapporto
tra i partiti ed il Sindaco Lombardo, durante gli otto anni di governo di
questa città, siano stati dovuti in maggiore misura alla debolezza dei
primi o alla gestione del secondo, lascia il tempo che trova. Certo
è che la mancanza di un rapporto diretto tra l’elettorato e
l’amministrazione, attraverso il filtro necessario dei partiti politici,
c’è stato ed ha causato un ulteriore allontanamento dei cittadini dal
palazzo. Ciò è l’esatto contrario di quello che tutti auspicavamo
all’inizio di quella esperienza. Tutti
questi aspetti della storia politica recente del nostro partito, hanno
creato, talvolta, imprevedibili convergenze, frutto di sospette alleanze. Oggi
è assolutamente necessario riequilibrare il rapporto tra Amministrazione
e cittadino riportando ogni
cosa al suo posto. L’elezione
della nuova Giunta Comunale e del Sindaco Galfano, è probabilmente
l’occasione per rimettere in sintonia la macchina politica del
centrosinistra marsalese. Occorre
che muti l’atteggiamento che in passato ha contraddistinto i rapporti
tra le forze politiche e gli amministratori. Questi
ultimi debbono svolgere il loro mandato non rimanendo sordi rispetto alle
istanze delle forze politiche. I partiti, dal canto loro, hanno un senso
solo se riescono ad essere anello di congiunzione tra le esigenze dei
cittadini e l’azione amministrativa; se riescono ad essere l’orecchio
dell’amministrazione per sentire le istanze della base e l’occhio e la
favilla dei propri iscritti per controllare gli amministratori e far loro
arrivare proposte, sogni e proteste della gente. Un
cenno a parte merita la questione della coalizione del centro sinistra le
cui difficoltà, assieme a quelle che vivono i DS, sono ormai evidenti. Per
recuperare il gap nei confronti del centro destra, vincitore nell’ultima
tornata amministrativa con oltre il 70% dei consensi al Consiglio
Comunale, occorre mettere in piedi una seria politica di rilancio
dell’intera coalizione all’interno della quale il ruolo dei DS è
quello di rappresentare le istanze della moderna sinistra. Non bisogna
cedere né a spinte egemoniche, né tanto meno alla tentazione di
assurgere al ruolo di partito unico del centrosinistra. In
effetti, oggi, bisogna ripartire dalla consapevolezza della nostra
parzialità rispetto all’intero schieramento, e di come essa sia una
risorsa all’interno di una coalizione in cui è necessario si affermi
anche il ruolo delle forze più moderate. Questo processo di crescita va
senz’altro aiutato e favorito anche attraverso una collaborazione sempre
più stretta con gli alleati della coalizione ed in particolare con le
altre forze politiche che compongono l’Ulivo. A
questo proposito, salutiamo con estrema soddisfazione la nascita, a
Marsala, del Coordinamento dei Partiti del centrosinistra e del Movimento
per L’Ulivo. Auspichiamo che le decisioni più importanti possano
trovare in quelle sedi un momento di assunzione democratica e collegiale. Tuttavia,
l’unità tra queste forze ed in particolare tra le forze che a livello
nazionale si riconoscono nell’Ulivo, non deve essere di ostacolo ad una
diversificazione delle strategie elettorali sulla base dei diversi sistemi
operanti nell’attuale ordinamento. Occorre, insomma, che le forze
politiche della coalizione si attrezzino in futuro ad approntare un numero
di liste adeguato che sappia, contemporaneamente garantire rappresentanza
alle varie istanze politiche storicamente presenti nella città e
permettere di partecipare con pari forza alla competizione con il
centrodestra. A
questo proposito ci sembra positivo l’ulteriore apporto che già durante
l’ultima tornata elettorale è stato offerto dalle liste civiche che
hanno contribuito assieme ai partiti tradizionali all’elezione del
Sindaco Galfano. L’apporto
di tali liste ci pare tanto più apprezzabile quanto più queste
siano riuscite e riescano ad aggregare pezzi di società,
altrimenti distanti dalla politica, e rifuggano dall’essere un mero
contenitore di politici a cui vanno strette le pastoie democratiche
offerte dai partiti. Oggi
occorre ripartire. Per
varie ragioni, che in gran parte abbiamo già analizzato, non abbiamo
vissuto con la dovuta passione le fasi congressuali che hanno segnato il
passaggio dal PDS ai DS e il II Congresso dei DS, che è venuto a
coincidere con una delicata fase elettorale. Questo
congresso ci dà occasione di rilanciare una prospettiva di crescita e di
entusiasmo e vogliamo che tale processo abbia basi politiche e
programmatiche solide, in grado di aprire un orizzonte che il compagno
Enrico Berlinguer non avrebbe esitato a definire “dei pensieri
lunghi”. ·
Come
ripartire
Dobbiamo
ripartire immediatamente e dobbiamo farlo con ciò che abbiamo in mano.
Ripartire da poco più di quattromila voti. Ripartire da un gruppo
consiliare formato da tre compagni, in una squadra, quella del
centro-sinistra che conta solo otto consiglieri. Per
farlo bene, occorre puntare sulle energie migliori che questo partito ha. Ripartire
da chi ha dato un importante contributo nell’ultima tornata elettorale;
da chi, negli ultimi anni, ha speso le proprie energie per il partito; ma
anche e soprattutto dai tanti cittadini che attendono da noi un segnale di
vitalità per tornare o incominciare
a fare politica con noi. Perché
questo processo possa diventare realtà bisogna fare dei DS un organismo
efficacemente organizzato e radicato nella società e sul territorio. Occorre
contemperare le moderne esigenze della politica attenta alla capacità
comunicativa di un partito ed alla gestione delle questioni in tempi assai
rapidi con una capacità di mobilitazione di massa e di condivisione delle
scelte. Una
parola di gratitudine e di speranza va spesa nei confronti di quei giovani
che si sono candidati nell’ultima tornata elettorale, tutti alla prima
esperienza, che hanno raggiunto più del
25% dei voti del partito. Per
esercitare il ruolo di polo politico di attrazione, occorre privilegiare
progettualità, democrazia, moralità e trasparenza. Occorre
costruire sogni e speranza, ma non illusione. Unire concretezza e idealità. ·
Cosa fare: la Città che vogliamo. Rivendichiamo
con forza il fatto che questa città sia cresciuta moltissimo nel periodo
delle amministrazioni progressiste. Sono stati anni di buongoverno, di
risanamento, di razionalizzazione. Anni in cui si è dimostrato che è più
importante raggiungere bene pochi obiettivi, che prometterne,
populisticamente, decine per
poi non realizzarne affatto. Oggi,
i Democratici di Sinistra debbono essere, anche a Marsala, forza
propulsiva capace di dare la dimensione, alla nuova amministrazione, ma
soprattutto ai cittadini marsalesi, che questo partito ha idee e progetti.
La sinistra non ha senso se non coniuga capacità amministrativa ed
orizzonte ideale, sviluppo e sostenibilità. Per questo vogliamo riportare
Marsala al suo naturale essere città di Sinistra,
traducendo ciò in proposta concreta. In
questo cammino fondamentale sarà l’azione delle aree tematiche e degli
organismi dirigenti tesa a sviluppare e concretizzare ciò che ora
soltanto abbozziamo. LAVORO E SVILUPPO ECONOMICO Il
binomio lavoro e sviluppo economico, grazie all’azione del centro
sinistra è ormai patrimonio acquisito della cultura politica e della
mentalità di gran parte dei giovani siciliani. Ciò non sembri scontato
visto che solo fino a qualche anno fa il mito
del posto fisso, possibilmente da trovare nella pubblica
amministrazione, era dominante. Le
pagine che seguono cercano di individuare un modello complessivo di
sviluppo della città che tenga conto della grande emergenza lavoro che in
questi anni tutto il sud d’Italia sta vivendo. Il
nostro obiettivo è quello di contribuire alla crescita della città. Una
crescita legata all’Europa da un lato, ed al mediterraneo dall’altro. La
specificità geografica in cui ci troviamo ci fa credere di potere
diventare nell’arco di pochi anni, uno degli snodi principali attraverso
cui l’Europa unita ed i Paesi che si affacciano sul mediterraneo, si
troveranno a confrontarsi. Quest’occasione di fare di Marsala città
Europea e città Mediterranea non può andare persa. Ciò
che qui preme sottolineare è che l’esigenza di favorire la crescita
occupazionale non può prescindere da una salda tutela dei diritti del
lavoratore. Già
la situazione di partenza non è certamente rosea. La mancanza di posti di
lavoro e l’esigenza, da parte dei giovani di trovare occupazione ha
favorito il proliferare di processi di sfruttamento del lavoro nero. Decine
di giovani marsalesi, commessi, impiegati dei supermercati, braccianti
agricoli, e spesso persino operai delle piccole industrie locali, sono
costretti a lavorare senza busta paga o, nel migliore dei casi, ad essere
pagati al di sotto di quanto dichiarato in busta. Per non dire
dell’applicazione selvaggia dei nuovi contratti, primo tra tutti il part
time, utilizzati solo per eludere i controlli, non certo per rispettare
gli orari di lavoro che vi sono previsti. Occorre,
dunque, rilanciare una grande campagna di sensibilizzazione alla tutela
dei diritti del lavoratore basata su un assunto oggi di fondamentale
importanza: le nuove prospettive in tema di mercato del lavoro e di
flessibilità devono trovare in Italia un terreno certo sul quale scrivere
la nuova carta dei diritti del lavoratore. Pensare, come fa la destra, che
da tutto questo si possa prescindere in nome di un posto di lavoro purché
vi sia, equivale ad annullare
tutti i diritti di libertà e democrazia che, nel corso della seconda metà
del secolo scorso, sono stati costruiti grazie alle
lotte ed ai sacrifici di migliaia di lavoratori. Indietreggiare
di un solo passo su questo terreno è assolutamente pericoloso ed anzi,
occorre, oggi più di prima, rendere il diritto al lavoro e la tutela del
lavoratore un fatto compiuto per tutti i cittadini. AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE E TERRITORIO RURALE Occorre
sganciare il mondo dell’agricoltura da vecchie logiche assistenzialiste
ed accelerare il processo, già in corso, del passaggio dalla vecchia alla
nuova agricoltura. Occorre
superare la visione chiusa, che è propria anche dell’attuale governo
alimentata da una rivendicazione nazionale sulla PAC che si pone lontana
dalla coesione europea e cerca nella mediazione corporativa con le
associazioni il punto di consenso. Occorre
incentivare l’accettazione della competizione, da parte di forze
economiche e sociali, spesso anche giovanili e femminili, svolta su
prodotti di qualità, su realtà di nicchia, su circuiti turistici basati
su strumenti di commercializzazione moderni, sul recupero e la
valorizzazione della biodiversità, sull’utilizzo della società
dell’informazione per collocare le produzioni agricole e il patrimonio
di lavoro, sul territorio, sul modo di porre in maniera innovativa i
prodotti tradizionali sul mercato. Occorre
ragionare sul rapporto tra produzione, promozione e commercializzazione,
cercando una nuova dimensione strategica dell’agricoltura, facendo in
modo che la old economy non afferri per le gambe la new agricolture e la
rimandi al passato. Questi
gli orizzonti generali sui quali è necessario calare la realtà
dell’agricoltura marsalese in un’ottica di sviluppo più moderno e
razionale. La
siccità che attanaglia le nostre campagne, più che un episodio legato ad
una singola stagione sembra una tendenza con la quale dovremo fare i conti
negli anni a venire. Di fronte a quella che sta diventando una crisi
epocale, assistiamo all’inerzia della Regione Siciliana, che incapace di
programmare, cerca di gestire l’emergenza in attesa che si compia il
disastro. L’inadeguata
politica ambientale perseguita
fino ad oggi nel territorio marsalese, ha portato ad un progressivo e
diffuso inquinamento delle
acque di falda , arrecando notevoli problemi per il loro utilizzo come
acque potabili. Occorre un cambio di rotta, una inversione di tendenza. Il
nostro partito deve farsi promotore di
una politica di sensibilizzazione ambientale e di una cultura
dell’acqua, indirizzandola a tutti i cittadini marsalesi, affinchè
cresca il rispetto della salvaguardia della risorsa idrica, da cui dipende
non solo la qualità della nostra vita, ma anche quella delle generazioni
future. Occorre
dare risposte immediate di carattere strutturale con iniziative che
riducano lo spreco dell’acqua e che portino a sfruttare le risorse in
maniera più intelligente. Forse
è il caso di cominciare a pensare alla costruzione, anche a Marsala di un
dissalatore, sfruttando le possibilità di finanziamento offerte dalla
comunità europea. Questo
partito deve farsi promotore di una
politica di sensibilizzazione ambientale e di una cultura dell’acqua,
indirizzandola a tutti i cittadini marsalesi, affinchè cresca il rispetto
della salvaguardia della risorsa idrica, da cui dipende non solo la qualità
della nostra vita, ma anche quella delle generazioni future.
Favorire
lo sviluppo della produzione biologica attraverso meccanismi di
incentivazione può essere uno strumento formidabile per incoraggiare una
crescita economica della realtà rurale marsalese. Ancora
ci sembra che la via tracciata della creazione di marchi di qualità come
quello della “Fragola Marsalina”, se supportati dalla creazione di
consorzi di produzione, ovvero da meccanismi analoghi di solidarietà
nella fase di commercializzazione dei prodotti, possa rafforzare in
maniera considerevole il ruolo dell’agricoltura marsalese sul difficile
mercato internazionale. La
grande promozione fatta negli ultimi anni al principale prodotto della
nostra terra: il vino Marsala, ha contribuito alla crescita delle aziende
vinicole in città. Un buon primo passo, ma certamente non sufficiente. Su
questo, avremo il compito di creare un tavolo di discussione mettendo in
relazione le organizzazioni di categoria,l’assessorato competente, i
nostri compagni interessati e l’autonomia
tematica agricoltura, che va subito creata. AMBIENTE E TERRITORIO Occorre
ricondurre la nostra linea nell’alveo della convinta posizione dell’UE
che spinge nella direzione del protocollo di Kyoto e della conferenza di
Marrakech di Novembre 2001, scavalcando le incertezze di un governo
nazionale arroccato su posizioni poco lungimiranti. Occorre che la lotta
alla desertificazione, per la riduzione dell’effetto serra e il
contenimento dei fenomeni climatici, passino dall’astrattezza delle
posizioni internazionali alla concretezza della quotidianità
dell’amministrazione degli EELL. Il partito deve inoltre occuparsi della
sensibilizzazione dell’opinione pubblica, costruendo quel socialismo,
che è lungimiranza, capace di opporsi ad un conservatorismo
opportunista,che non riesce ad identificare il proprio interesse
allorquando questo venga a coincidere con quello della collettività.
Occorre percepire l’ambiente come opportunità di sviluppo , sfruttando
i fondi comunitari, favorendo la nascita di nuove imprese legate
strutturalmente alla sostenibilità ambientale. In
concreto, è necessario, anche a Marsala, da subito, lanciare i progetti
di gestione ambientale del territorio che da troppo tempo ormai giacciono
nei cassetti. Le
piste ciclabili lungo le nostre strade, devono diventare una realtà entro
pochi anni. Occorre
ripensare un piano del traffico che tenga conto della qualità dell’aria
che respirano i cittadini marsalesi. Non è sufficiente a questo proposito
la chiusura domenicale del centro storico già sperimentata negli scorsi
anni. Occorre pensare in maniera più radicale alla definitiva chiusura di
aree sempre più vaste del centro urbano ed alla contestuale apertura di
parcheggi. A
questo proposito, ci pare auspicabile che il sistema delle park card,
realizzato, non senza polemiche, pochi mesi addietro venga rivisto in una
prospettiva in cui l’automobilista che ha l’esigenza di lasciare a
lungo la propria auto in una zona del centro possa farlo senza spendere
troppo. Sarebbe
inoltre auspicabile un radicale miglioramento della rete di trasporto
urbano tale da consentire ai cittadini di non vedersi costretti a prendere
l’auto per recarsi in centro. Inoltre,
ci sembra indispensabile, provvedere al più presto a dotare Marsala di un
sistema di rilevamento del livello di inquinamento dell’aria. Altro
tema che ci sembra particolarmente importante è l’urgente rilancio
dell’attività di raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti
solidi urbani. Detto
che in questi anni, seppure tra mille difficoltà, è stato avviato un
sistema di raccolta differenziata, oggi è necessario, alla luce anche
delle normative regionali e nazionali sul tema, fare un punto della
situazione per comprendere la quantità e la qualità del riciclaggio a
Marsala. Un
altro tema sul quale occorrerà offrire risposte ai cittadini marsalesi è
quello che riguarda la qualità delle coste e delle spiagge cittadine. Il
fenomeno dell’erosione che ha interessato soprattutto la zona a sud
della città, riducendo sensibilmente la larghezza delle spiagge, deve
essere seriamente studiato e risolto. Ci
preoccupa, a questo proposito il pressapocchismo con il quale la Provincia
di Trapani sta provvedendo al riempimento delle barriere frangiflutti
poste lungo la litoranea nord. Probabilmente sarebbe stato opportuno,
prima di iniziare i lavori dotarsi di uno studio scientifico sulla zona,
visto che da parte di diversi esperti, si è individuato da tempo proprio
la costruzione di tali frangiflutti come
causa principale dell’erosione delle spiagge della zona. Di
contro, salutiamo con entusiasmo l’approvazione da parte del Consiglio
Comunale del Piano regolatore del porto, strumento utile di sviluppo
dell’economia marsalese. Riteniamo,
a questo punto, che l’opera di riordino del porto di Marsala vada
completata provvedendo a ripensare la collocazione del porticciolo
turistico, oggi relegato in una posizione del tutto infelice e che,
probabilmente, meglio potrebbe svilupparsi e favorire sviluppo se
posizionato nell’area antistante alla “Salinella”, meglio adatta a
questo scopo. Occorre,
inoltre, dedicare maggiore attenzione alle contrade marsalesi, purtroppo,
anche in questi ultimi anni, in gran parte, trascurate. Una
città civile e moderna,quale quella che vogliamo, deve essere servita
nella sua interezza dalle opere di urbanizzazione primaria, in primo luogo
dalla rete idrica che va al più presto completata. Persino
sulla viabilità, ancora oggi, occorre intervenire, in parecchie zone
della città, in maniera radicale. Intere aree agricole di Marsala, per lo
più interessate da strade provinciali, sono ancora di difficile fruizione
persino al traffico dei mezzi agricoli. Tale situazione finisce con
l’aggravare la situazione di per se non facile in cui si trovano ad
operare parecchi agricoltori. L’illuminazione
pubblica, iniziata da qualche anno, anche nelle campagne, deve al più
presto essere completata in maniera da non escludere alcuno dei numerosi
centri abitati che costellano le nostre contrade. Nelle
realtà extraurbane più rilevanti è giusto e doveroso intervenire con
opere di urbanizzazione anche secondaria: piazze, giardini, marciapiedi,
che devono servire a rendere migliore la qualità della vita dei cittadini
di quelle zone. Occorre
gestire il nostro territorio in maniera che gli abitanti delle contrade
non si sentano di serie “B” rispetto ai loro più fortunati concittadini che vivono nel centro della città. Infine,
una nota particolare merita la vicenda attorno al piano regolatore
Generale. La scelta operata dal Consiglio Comunale di revocare la proposta
di Piano che da anni faceva sponda tra Consiglio e Regione,se da un lato
è apprezzabile in quanto consente finalmente ai cittadini di tornare a
costruire, impone di contro, una seria riflessione a questo partito. Non
possiamo consentire che Marsala rimanga ancora a lungo sprovvista del suo
strumento urbanistico, nè tollerare la cementificazione selvaggia della
città. Per
una crescita civile e moderna della città occorre che il nuovo piano
venga approntato in tempi rapidi e certi A
questo proposito segnaliamo il rischio che, a causa della mancanza delle
norme di salvaguardia del territorio venute meno con la revoca del Piano
Regolatore Generale, le zone di sviluppo urbanistico della città
crescano, nei prossimi anni, in maniera selvaggia e senza la previsione di
servizi urbanistici fondamentali come parchi aree verdi e piazze. Occorre
che Marsala si doti di giardini pubblici anche in quelle zone della città
oggi considerate periferiche che rischiano di diventare enormi quartieri
dormitorio. Una
nota a parte merita l’unico vero giardino pubblico di Marsala, villa
Cavallotti, qualche anno fa ristrutturata e provvista di giochi per
bambini. Purtroppo è bastato poco tempo perché tutto tornasse come era
prima e i marsalesi perdessero nuovamente la loro villa. Occorre
urgentemente rimettere in ordine quei giardini e pensare,
contemporaneamente, una serie di iniziative che ne favoriscano una
migliore fruibilità da parte dei marsalesi, unica reale garanzia questa,
per scongiurarne l’abbandono. PESCA Occorre
puntare maggiormente sul settore della pesca in un’ottica di sviluppo
dell’occupazione nella nostra città. La
pesca incide relativamente sull’occupazione nella nostra città ma
incide profondamente nella vita e nella cultura del nostro, come degli
altri territori costieri della penisola. Occorre,
oggi, puntare su questo settore per evitare logiche di emarginazione e di
assistenzialismo e farne una grande battaglia di sviluppo e di modernità. Il
primo impegno, da parte nostra, è quello di fare sviluppare una grande
consapevolezza sociale, utile a spezzare la dicotomia tra pesca e
ambiente. Una
precondizione per lo sviluppo e la modernizzazione del settore
dell’economia ittica è la conquista della consapevolezza che le norme e
il loro rispetto sono finalizzate a sostenere lo sviluppo del settore e,
quindi, rappresentano un concreto vantaggio per i singoli. Ci
facciamo promotori di un grande momento di discussione e progettualità
inteso a far divenire Marsala la sede di incontro di tutte le
organizzazioni interessate a governare le relazioni che intercorrono tra
ambiente marino e sue risorse e sviluppo, nell’ottica dell’intero
bacino del Mediterraneo. Per
il canale di Sicilia occorre sviluppare una politica di coesione e
cooperazione con i Paesi con cui si condividono i campi di pesca. Vanno
rinforzati gli strumenti di incentivazione e le società miste. La pesca
può essere strumento di cooperazione tra i popoli, di cooperazione
scientifica, economica e sociale tra i popoli e sarebbe bello che questo
messaggio ripartisse da marsala, “Porto di Dio”. Ciò
nella consapevolezza che la politica che si delinea come approccio globale
nel governo dei sistemi marini costituisce una forte discontinuità con il
passato e quindi richiede la mobilitazione unitaria di un vasto arco di
forze sociali, istituzionali, politiche , culturali. Il
coordinamento tra l’ambiente e la pesca non deve essere visto in
un’ottica di diffidenza, ma di tutela, capace anche di generare
sviluppo. Ciò va fatto attraverso il ricorso ad “Agenda 2000” che,
continuando la logica del fondo strutturale SFOP ha ribadito le finalità
di contribuire al raggiungimento di un equilibrio sostenibile tra le
risorse ittiche ed il loro sfruttamento. Occorre poi: rafforzare la
competitività e lo sviluppo di imprese economicamente redditizie nel
settore della pesca; migliorare l’approvvigionamento del mercato e la
valorizzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura; contribuire
al rilancio delle zone dipendenti dalla pesca. In
quest’ottica, ci pare imprescindibile attenzionare il settore
dell’acquacoltura, già presente sul nostro territorio, diventato
elemento integrante e strategico nel settore dell’alimentazione e
possibile ulteriore forma di occupazione e sviluppo, oltre che di
diversificazione e fonte di reddito per il settore. Aspetto
non secondario, ci pare poi quello dello sviluppo strutturale del settore
della trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici, invogliato
anche da una tendenza nettamente positiva verso gli stessi. La
difficoltà principale è quella di legare il prodotto delle nostre coste
alla grande distribuzione organizzata. Oltre
a favorire la nascita di nuove imprese di trasformazione occorre adeguare
il mercato ittico caratterizzandolo strutturalmente e funzionalmente come
piattaforma distributiva a servizio della grande distribuzione e della
rete commerciale, affidandone la gestione a forme associative di
produttori e commercianti, dando anche un servizio di qualificazione e
certificazione del prodotto che crei un valore aggiunto e puntando su
collegamenti telematici per acquisti e contrattazioni a distanza. Occorre
puntare anche sul discorso portualità puntando sul piano regolatore del
porto,recentemente approvato dal Consiglio Comunale, contribuendo a
renderlo funzionale all’attività ittica, ricorrendo ad Agenda 2000 che
prevede incentivi per le attrezzature e gli interventi necessari alla
qualificazione. TERZOSETTORE E WELFARE E’indispensabile
ricostruire lo stato sociale e questo si sente maggiormente dalle nostre
parti, dove il vecchio sistema assistenziale ha, talvolta, funzionato
nella maniera peggiore, evidenziando carenze enormi, fenomeni di
speculazione e clientela, producendo disinteresse, diffidenza, delusione,
tra i cittadini, nei confronti delle istituzioni pubbliche. Oggi, il vecchio stato
sociale non è in grado più di soddisfare le esigenze di una società che
negli ultimi anni si é radicalmente trasformata. Occorre subito fornire
risposte adeguate alla richiesta di migliore qualità della vita che
emerge dai cittadini: tempo libero, cultura,
tutela dell’ambiente. Bisogna fornire ai giovani marsalesi le
stesse opportunità di studio, di formazione e di lavoro esistenti nel
resto d’Italia e d’Europa. Dobbiamo dare ai cittadini immigrati, che
sono di fatto una grande risorsa, adeguate garanzie di rispetto e tutela
dei loro diritti di cittadinanza. In buona sostanza bisogna
ripensare il welfare, non solo come risposta alle emergenze sociali ed
alle situazioni di esclusione più gravi ed evidenti, ma come sistema
compiuto di garanzie dei diritti di cittadinanza. -
nelle problematiche connesse
con la condizione anziana; -
nella dilatazione dei tempi
di permanenza dei giovani nel nucleo familiare d’origine, conseguenza
dell’adolescenza prolungata, dell’inserimento ritardato dei giovani
nel mercato del lavoro e della longevità dei genitori anziani che
richiedono sostegno ed aiuto; -
nell’allungamento dei tempi
di attesa per trovare il primo lavoro; -
nelle problematiche relative
a nuove forme di disoccupazione legate alle trasformazioni del mercato del
lavoro; -
nella necessità di una
formazione permanente e di un aggiornamento continuo; -
nell’essere vittime
dell’illegalità e delle altrui situazioni di disagio conclamato -
in una condizione generale di
insicurezza e solitudine che spesso affligge i cittadini soprattutto le
categorie più vulnerabili ( donne, bambini, anziani, immigrati), dopo la
rottura dei tradizionali legami di solidarietà familiari e delle antiche
reti di protezione sociale. Bisogna pensare gli
interventi di politica sociale come tutela di un’autonomia possibile per
ogni individuo; con l’obiettivo di ridurre il disagio senza attivare
circuiti di dipendenza tipici del vecchio stato sociale
assistenzialistico. Ecco perché è meglio privilegiare i servizi rispetto ai
trasferimenti monetari e, qualora questi siano indispensabili è meglio
che siano accompagnati da un programma volto al pieno inserimento del
soggetto, attraverso il massimo sviluppo e lo scambio tra le reti di
solidarietà e le risorse esistenti sull’intero territorio della città. Questa nuova impostazione
delle politiche sociali costringe quindi il sistema dei servizi ad andare
ben al di là delle tradizionali aree di intervento, a riorganizzare la
propria rete, a potenziare le funzioni di ascolto, consulenza,
orientamento, accompagnamento, mediazione e supporto, attivando e
promuovendo le risorse della comunità. In questa nuova impostazione
è decisivo il contributo delle associazioni e di tutte le organizzazioni
del terzo settore attive sul territorio, e la loro capacità di rendere i
cittadini attori di un piano di trasformazione e innovazione sociale. E’ indispensabile una seria
politica di alleanze che raccolga il mondo dell’associazionismo, della
cooperazione sociale, del volontariato, favorendo lo sviluppo e la capacità
di interloquire con pari dignità con le istituzioni, i partiti, ed i
sindacati. Il mondo del terzo settore,
in questo quadro, può dare un apporto fondamentale alla crescita civile,
portando come suo contributo un patrimonio di valori e di motivazioni
sociali, di esperienze concrete e di competenze maturate sul campo e
soprattutto la capacità di saper organizzare nuove ed evolute forme di
partecipazione alla vita sociale e politica. Si deve percorrere la strada
che porta al confronto, alla concertazione, al rapporto leale e
trasparente come metodo positivo tra l’Amministrazione ed il Terzo
Settore. Un quadro di regole chiare,
certe ed omogenee che possano favorire collaborazioni efficaci fra
soggetti pubblici e fra pubblico e privato sociale, favorisce un graduale
riequilibrio del sistema locale di welfare, allo scopo di garantire pari
opportunità a tutte le donne e gli uomini e di assicurare ai cittadini
prestazioni di qualità elevata, basate sulla professionalità degli
operatori, sull’attenzione alla persona nella sua globalità. Ciò e possibile partendo dal
presupposto che le politiche sociali non sono un costo, bensì un
investimento, una condizione per uno sviluppo di qualità. Il lavoro iniziato dalle
precedenti amministrazioni comunali, in particolare nelle realtà
marsalesi dove più profondo è il disagio sociale, Amabilina, Sappusi,
via Istria, deve subire una maggiore accelerazione rispetto al passato. In
altre parole, occorre che proprio in queste realtà si sviluppi un
maggiore coordinamento tra strutture pubbliche e private che possono
costruire quella rete di servizi indispensabili per la realizzazione
concreta del modello di welfare che ipotizziamo. Non è tollerabile che quelle
zone della città siano ancora sprovviste delle strutture sociali che si
identificano anche nelle sedi di associazioni, movimenti politici,
strutture di volontariato. Scuole e parrocchie da sole non sono in grado
di garantire questo precorso di crescita. Non ignoriamo che anche nel
settore della cooperazione sociale, che svolge un ruolo fondamentale nel
mondo della solidarietà, occorre che siano garantiti sistemi di legalità
e trasparenza nell’affidamento dei servizi. Troppo spesso la solidarietà
sociale è diventata un affare per pochi potenti che, grazie ad una
legislazione inadeguata ed all’uso strumentale del sistema delle gare,
finisce per non garantire un’adeguata gestione dei servizi. Non è, inoltre, tollerabile
che i criteri di valutazione nell’affidamento dei servizi sociali siano
improntati a bandi di gara in cui l’elemento principale di valutazione
non è dato dalla qualità dei servizi offerti ma dal maggiore ribasso. Ciò
ha causato, oltre a servizi spesso scadenti, persino momenti di
sfruttamento del lavoro all’interno delle cooperative che li hanno
gestiti. Questo sistema ha finito, paradossalmente, per creare ulteriori
forme di sfruttamento del lavoro con conseguente disagio sociale. Su questi temi auspichiamo un
confronto aperto a costante con l’assessore ai servizi sociali, il
compagno Paolo Pellegrino e tutte le istanze sociali interessate. SICUREZZA Oggi , che al potere c’è
una destra populista e propagandista, che fa del fattore sicurezza una
delle armi usate in maniera indegna per confondere e fare arretrare il
paese, è più che mai necessario che la sinistra affermi l’essenzialità
di una concezione moderna ed efficace della dimensione del vivere sicuri,
che si fondi sulla collaborazione tra le Forze di Polizia, le Istituzioni
Locali, le Associazioni ed i Comitati di cittadini. L'immagine, artificiosamente
costruita, di una sinistra lassista e permissiva a cui si contrappone una
destra più determinata e "muscolare", va definitivamente
superata, sapendo anche, che in questo campo non esistono ricette
miracolose e di facile successo. In questa direzione avanziamo
le seguenti proposte: RIPENSARE
AI VIGILI DI QUARTIERE. Proposta , assolutamente non
originale, visto che è stata più volte intrapresa ed abbandonata. Oggi
ci interessa ripensarla nella convinzione che serva una Polizia Municipale
che non abbia solo la funzione di regolare il traffico, le soste e
l’infortunistica stradale. Occorrono VVUU: vicini ai cittadini ed alle
cittadine; che vigilino le scuole e i
giardini pubblici; che conoscano i problemi
della realtà in cui operano; che collaborino con le altre
forze dell'ordine; che intervengano per
prevenire le cause dell'insicurezza; che non lascino le istanze
provenienti dagli abitanti delle circoscrizioni senza riscontro; che assicurino un servizio di
Polizia Municipale che operi per la sicurezza sulle strade attraverso il
decentramento sul territorio. VALORIZZARE
I CONTRATTI LOCALI PER LA SICUREZZA. I DS sono convinti che
occorra proseguire con una metodologia di concertazione tra gli organi
dello Stato, le istituzioni locali e le comunità. I Protocolli di intesa
tra Prefetture e Comuni hanno costituito una tappa importante per
affermare una logica di cooperazione tra le istituzioni, oltre
all'affermazione del ruolo dei Sindaci sulla sicurezza urbana. A tale
scopo occorre verificare lo stato dei fatti sul nostro territorio per
avanzare, attraverso l’Amministrazione che ci rappresenta, ulteriori
proposte di modernizzazione e tutela; ISTITUIRE
SERVIZI D'AIUTO PER LE VITTIME DELLA VIOLENZA. Occorre attivare un punto
d'ascolto per chi è vittima di reati, soprattutto oggi che anche la
microcriminalità è in netta ripresa nella nostra città. Dai reati
minori, a quelli penalmente e socialmente più rilevanti, occorre che si
dia la possibilità di poterne parlare, discutere, non sentirsi isolati,
per non viverli da vittime una seconda volta, come una ineluttabile
disgrazia personale, ma come occasione di costruzione di una risposta
collettiva. PENSARE A FORME DI INCENTIVI
PER COLORO CHE SI ADOPERANO PER LA LOTTA AL DEGRADO E PER L'INCLUSIONE
SOCIALE. La maggiore autonomia della
finanza locale consente oggi operazioni di contribuzione diretta,
finanziando in tutto o in parte progetti di recupero, oppure di
contribuzione indiretta, alleggerendo certi tributi locali in presenza di
particolari stati di disagio o di azioni meritevoli di sostegno. PREDISPORRE UN PIANO PER
PREVENIRE LE CAUSE DELL'INSICUREZZA E COMBATTERE L'ESCLUSIONE SOCIALE Vogliamo che sia dato impulso
al lavoro degli operatori di strada ed a quei progetti che si rivolgono al
disagio, all'esclusione sociale, alla tossicodipendenza, alla
prostituzione. Crediamo che una città sia più sicura se riesce anche ad
essere più solidale: a dare opportunità, accoglienza, aiuto, ai più
deboli, ai senza tetto, alle vittime dello sfruttamento o della droga. Per
questo chiediamo un piano cittadino contro l'esclusione sociale, in cui
venga previsto un investimento rilevante e adeguatamente distribuito sul
territorio, di servizi, alloggi, opportunità per chi è in condizione di
bisogno. NESSUNA TOLLERANZA VERSO LA
VIOLENZA CONTRO LA PERSONA Vogliamo che sia intrapresa
una iniziativa di prevenzione, denuncia e sostegno alle vittime della
violenza. Ciò con particolare riferimento alla violenza sessuale verso le
donne e i bambini BISOGNA RAGIONARE SULLA
VALUTAZIONE DELL' "IMPATTO"
SICUREZZA Siamo consapevoli del fatto
che tutti gli atti ed i provvedimenti che modificano un territorio debbano
essere preventivamente sottoposti ad una valutazione dell'impatto che
avranno sulla sicurezza dei cittadini che lo abitano. Dal piano traffico,
agli insediamenti abitativi e commerciali, al piano orari della città
occorre prevenire le cause del disagio e del degrado. OCCORRE INVESTIRE
SULL’INFORMAZIONE E FORMAZIONE CONTRO IL DISAGIO E IL PERICOLO. Vanno coinvolte le
istituzioni scolastiche in programmi formativi e informativi sui pericoli
delle nuove droghe e sulla sicurezza stradale. Nell’ottica di questo
pacchetto di proposte i DS di Marsala promuovono una campagna di
iniziative in tutti i quartieri per discutere su questi temi ed
organizzare una mobilitazione civile per la sicurezza nella città. Un cenno a parte merita la
questione dell’incidenza della criminalità organizzata a Marsala. I recenti fatti cronaca
relativi agli attentati incendiari perpetrati ai danni di noti esponenti
del mondo politico marsalese e di numerosi esercizi commerciali della città,
denotano come, la presenza del crimine organizzato sia forte ed attiva nel
territorio. Del resto l’operazione delle forze dell’ordine denominata
“ peronospora” conferma quanto grave e diffuso sia il fenomeno. La sensazione è che ciò che
è venuto alla luce è solo la punta di un iceberg dalle dimensioni solo
intuibili. Occorre da parte nostra
riappropriarci del ruolo di partito in grado di conoscere e di denunciare
i fenomeni nel loro radicamento territoriale e sociale. La testimonianza
offerta attraverso i caroselli, le fiaccolate e le veglie notturne, sono
sicuramente importanti ed utili ai fini della sensibilizzazione ma non
sufficienti nel fronteggiare complessivamente il fenomeno. IMMIGRAZIONE Il nostro sistema produttivo,
soprattutto con riferimento ai comparti dell’agricoltura in genere,
della floricoltura, della pastorizia, prevede una presenza sempre più
consistente di lavoratori provenienti da altre parti del mondo. Se poi riflettiamo sulle
dinamiche migratorie generali e sulle previsioni future unite alla nostra
posizione geografica, ci rendiamo subito conto di come sia
inutile agitare lo spettro della paura ed alimentare l'inimicizia e
di come occorra invece operare nella direzione di una gestione solidale
del fenomeno. L'integrazione sociale ed economica di questi lavoratori,
oltre ad essere una scelta di giustizia che si iscrive a pieno titolo
nella civiltà europea e, per quanto ci riguarda, nel nostro orizzonte
politico e culturale, è condizione perché anche gli immigrati si sentano
dalla parte della convivenza civile e del rispetto dei diritti di tutti,
compreso quello alla loro sicurezza individuale. Ma i fenomeni di immigrazione
a cui oggi stiamo assistendo, comuni a tutti i Paesi Europei e a tutti i
Paesi economicamente sviluppati, contengono anche quegli elementi di
proliferazione di impieghi criminali che impattano duramente con i
cittadini creando ingiustificate fobie. Riteniamo, comunque, che si
possa ragionare su provvedimenti concreti attuabili a livello locale.
L'accoglienza provvisoria deve essere realmente tale e deve prevedere un
rapido inserimento in una situazione abitativa normale, ovviamente nel
quadro di misure per la casa che non generino equivoci o discriminazioni e
non si configurino come iniziative "ad hoc" per gli immigrati,
ma per tutte le lavoratrici, i lavoratori, le famiglie e le persone in
stato di necessità. Il rapporto con i servizi sociali, sanitari ed
educativi, vero punto di contatto e di scambio all'interno del tessuto
sociale, va sviluppato, per cercare il punto di equilibrio tra diritti e
doveri dell'immigrato. TURISMO Uno dei meriti maggiori delle
ultime amministrazioni di centro-sinistra, nella nostra città è stato
quello di cercare in tutti i modi di incrementare il turismo, facendo, tra
l’altro, in modo che Marsala figurasse in tutte le più importanti
mostre del settore. Riteniamo tuttavia che ancora
molto vada fatto per un vero sviluppo turistico della città. Occorre che
gran parte dell’energia necessaria
per creare ed indirizzare lo sviluppo economico, sia filtrata da una
tensione verso il turismo. Occorre partire dal campo
delle infrastrutture, passando alla mobilità ed all’urbanistica, in
modo che tutto sia disposto per esaltare la fruibilità del territorio. Prima di tutto, occorre avere
riguardo al diritto al turismo, come possibilità di tutti di fruire delle
località turistiche: rimuovendo le barriere architettoniche, favorendo il
turismo sociale, il turismo delle famiglie, dei giovani, degli studenti e
della terza età. Occorre creare una vera e
propria mentalità dell’imprenditoria turistica, soprattutto in una città
a scarsa densità industriale e con un’enorme vocazione naturale,
storica ed artistica al turismo come è Marsala. E’ necessario favorire
comportamenti aziendali tesi a fare sistema, al fine di sollecitare anche
l’ente pubblico a rispondere con interventi calibrati sul rafforzamento
del sistema stesso, lontani da semplici sussidi per i singoli comparti, o
singole realtà. Serve una crescita
qualitativa del sistema di accoglienza, che faccia sviluppare
contemporaneamente la ricettività delle nostre strutture e con essa
l’occupazione. Occorre sostenere tutte le
iniziative atte a favorire lo sviluppo turistico locale: crescita nei rappresentanti
istituzionali e nei funzionari pubblici della cultura del turismo; sviluppo delle capacità
manageriali e della cultura di impresa; esaltazione della naturale
vocazione locale alla cultura dell’ospitalità. Occorre sviluppare, proprio
in quest’ottica un turismo ecocompatibile nella consapevolezza che la
caratteristica fondamentale della nostra potenzialità turistica è data
dalle risorse che la natura ci offre. Lo stagnone ed in genere
tutta la fascia costiera, assieme alle potenzialità che offrono le nostre
zone rurali, costituiscono un vero e proprio patrimonio da non disperdere
ed anzi su cui investire. Per questo ci sembra un’iniziativa da
sostenere e sul cui successo siamo fiduciosi, l’approvazione del PIT
Alcinoo che proprio su questi settori porterebbe ingenti risorse. Tutto questo deve costituire
un’inversione di rotta rispetto ad un passato, anche recente, in cui si
sono favoriti interventi di sviluppo urbanistico delle zone costiere della
città, oltre l’abusivismo edilizio che hanno fortemente deturpato la
fascia costiera senza che da ciò sia derivato alcun vantaggio in termini
di sviluppo economico. Circa le potenzialità
occupazionali occorre avere riguardo al fatto che in realtà non esiste
“il turismo” ma esistono “i turismi” tanti quanti sono gli stili e
le esperienza di vita dei fruitori di questo tipo di servizio. Ecco perché
ovunque in questo settore si
registra un alto tasso di imprese e di libere professioni, con grande
spazio per il lavoro creativo e la formazione ed un notevole incremento
della gamma dei servizi che si affiancano. Senza contare inoltre che il
turismo fornisce l’occasione per l’integrazione nell’attività
economica e sociale di giovani e di altri segmenti deboli della
popolazione, che in questo settore il peso delle risorse umane è
fondamentale per il successo di un’impresa e che questo è uno dei
settori in cui gli investimenti in formazione e aggiornamento delle
risorse umane sono a più alta redditività. In base a queste
considerazioni riteniamo fondamentale operare per lo sviluppo di una
giusta cultura imprenditoriale del turismo, atta a creare sinergie tra
pubblico e privato, nella convinzione che per molti aspetti sia l’ente
comune a dovere fare la parte maggiore, ma che per quanto riguarda la
mentalità imprenditoriale questa debba nascere nei privati, soprattutto
stimolando una giusta canalizzazione, nella direzione produttiva, dei
capitali finanziari presenti in città. ARTE
E CULTURA Marsala è una città
antichissima che porta i segni di culture diverse, sovrapposte e spesso
integrate, o ricostruite nella regia unitaria di uno stile: visitarla è
come sfogliare uno splendido libro d’arte. Beni artistici, veri e propri
tesori ad oggi sconosciuti agli stessi cittadini, come la tomba romana di
Crispia Salvia o come i reperti ancora sepolti della zona di Porta Nuova o
come la stessa isola di Mothia, ci danno solo in parte la dimensione del
patrimonio artistico che possediamo. Occorre rendere fruibili quanto più
è possibile questi beni se davvero vogliamo parlare di sviluppo turistico
della città. Non vanno dimenticati i
palazzi storici del centro della città che ancora non sono stati
sottoposti ai necessari interventi di restauro ed i bagli sparsi per le
contrade. Il lavoro intrapreso negli ultimi anni di recupero di gran parte
di questi beni va al più presto completato, ove possibile, attingendo
alle risorse offerte dalla comunità europea. In questa ottica ci sembra
indispensabile porre all’attenzione dell’agenda politica marsalese la
questione del pieno recupero del lungomare e della sua fruizione per i
cittadini ed i turisti. Le prospettive, grazie anche al finanziamento del
piano PRUSST per il recupero di quella zona, sono senz’altro favorevoli.
Occorre ancora intervenire, ad esempio, per rimuovere lo scempio
dell’incompiuto monumento a Garibaldi che va al più presto ed
in ogni modo completato, o attuando il progetto originale, o,
qualora ciò non fosse possibile, pensando ad un modo per utilizzare al
meglio quanto già costruito. Le amministrazioni di
centro-sinistra al governo della Città hanno colto i bagliori di
creatività della parte più viva di essa , rendendo possibile la
realizzazione della scuola di teatro, della scuola di pittura,del
Jazz Festiva, di altre iniziative lodevoli, come “l’incontro
con l’autore”. Si rende adesso necessario fare il punto della
situazione, mettere in risalto le politiche culturali in grado di
consolidare quanto già fatto negli ultimi anni, razionalizzando il tutto
e dotando di strutture permanenti queste realtà. L’esperienza maturata
durante la passata amministrazione, rischia di andare del tutto perduta se
non si provvede subito a dotare le strutture culturali della città di una
loro marcata autonomia rispetto all’amministrazione comunale. Il rischio
corso durante il periodo di gestione commissariale di perdere la continuità
di iniziative che i cittadini avevano ormai preso l’abitudine di
frequentare, deve indurci ad agire in questa direzione in maniera decisa e
repentina. E tuttavia, occorre
seriamente riflettere sulla validità di alcune delle iniziative
intraprese nel campo delle attività culturali. Una scuola di teatro è
certamente un patrimonio culturale da difendere se e fino a quando riesce
a garantire vere professionalità. Sul punto è bene non abbassare la
guardia. Non va inoltre dimenticato
che la crescita culturale di una città tanto più è reale quanto
maggiormente riesce a coinvolgere i cittadini complessivamente: occorre,
dunque, consentire la fruibilità e l’accesso agli spazi culturali a
quanti più è possibile e favorire lo sviluppo di attività culturali che
partano dal basso. Ciò non significa volere nuovamente provincializzare
la città, tornando indietro ad un passato che fortunatamente ci siamo
lasciati alle spalle, ne che non sia opportuna alcuna selezione delle idee
e degli artisti migliori. Significa, invece, offrire la possibilità a
giovani promettenti ed artisti talentuosi di potere trovare terreno
fertile anche nella loro città.. Occorre, inoltre, mettere a
fuoco nuovi obiettivi,
al fine di creare un grande polo culturale che abbia una sua logica
d’insieme e che miri, senza perdere di vista le difficoltà poste dalla
finanziaria 2002, ad ampliare sempre più il suo raggio d’azione. In definitiva, riteniamo che
sia possibile coniugare sviluppo e cultura sia in chiave di sfruttamento
delle occasioni culturali al fine di maggiori afflussi turistici che di
crescita di esperienze artistiche locali. SANITA’ Parlare di sanità a Marsala
significa probabilmente parlare di un diritto ad oggi negato ai cittadini.
Ci troviamo di fronte, oltre alle note difficoltà che provengono
dall’attuale governo nazionale e Regionale siciliano che hanno deciso il
primo di tagliare consistentemente i fondi a disposizione della Sanità
nella finanziaria 2002 ed il secondo di fare gravare interamente sui
cittadini tale costo istituendo un Ticket sulla salute che, per come è
strutturato non ha precedenti nella nostra regione. Mai, infatti, si era
arrivati al punto di fare pagare al cittadino persino le cure urgenti di
pronto soccorso, e del resto, mai erano state previste tariffe così
pesanti per coloro che hanno bisogno di cure. A fronte di tale ingiusto
aggravio dei costi della salute sui cittadini non è corrisposto alcun
miglioramento della situazione delle strutture ospedaliere. Ancora oggi assistiamo, in
tutta la Sicilia, a liste di attesa di oltre un anno per un posto letto in
ospedale e ad una diminuzione rilevante degli stessi posti letto che
corrisponde ad una politica tesa a favorire l’offerta privata rispetto
al servizio pubblico. Questo è il risultato della
riforma sanitaria che ha affidato alla gestione manageriale delle Aziende
Sanitarie il compito di gestire le strutture ospedaliere. Se questo, in
alcune zone del Paese, ha portato dei miglioramenti, in Sicilia ha
soltanto favorito il pieno controllo sulla sanità da parte del potere
politico. In tale ottica
va letto, probabilmente, il rifiuto reiterato negli anni, da parte
dell’Azienda Sanitaria trapanese di acquistare per l’Ospedale di
Marsala i macchinari necessari per effettuare le TAC, nonostante
l’offerta da parte del Comune di finanziarne il costo. Ed intanto, speculando
ignobilmente sul bisogno della gente, certi politici legati al
centrodestra continuano ad usare l’ospedale di Marsala come terreno
fertile per coltivare le loro clientele, tra i medici e tra i pazienti. Si tratta, delle stesse
persone che continuano a promettere fondi mai arrivati per il
completamento del nuovo ospedale che intanto giace da anni in balia dei
vandali, che, in questi anni, hanno provocato danni per milioni di Euro. A tale proposito crediamo che
sia giunto il momento di fermare questo scempio attivando da subito
l’ala dell’ospedale già completa e trasferendovi, sin da ora, gli
uffici amministrativi e, se possibile, i primi reparti medici. Solo così
si potrà salvare una struttura dal futuro incerto e di cui i marsalesi
sentono il bisogno a causa dell’estrema vetustà del vecchio nosocomio
le cui condizioni strutturali e igieniche sono fortemente carenti. Eppure, sempre da parte dei
soliti politici si continua a fare demagogia sulla sanità. La proposta di
istituire un campus biomedico a Marsala ci sembra talmente irrealistica,
vista la condizione delle strutture cittadine,, da essere persino
offensiva per l’intelligenza di quei marsalesi che si trovano
quotidianamente ad affrontare i problemi spicci legati al loro diritto
alla salute.Sarebbe opportuno pensare a spendere meglio i soldi pubblici
piuttosto che in iniziative strampalate e di nessun riscontro reale. Dunque, razionalizzare la
spesa per la sanità è un imperativo categorico per il quale i
democratici di Sinistra di marsala si battono. Ciò anche rispetto ad
alcune iniziative che ci sembra sia giusto che l’amministrazione
comunale porti avanti in campo sanitario. In particolare pensiamo sia
opportuno attivare uno studio sull’incidenza tumorale nella nostra città,
ciò per comprendere fino in fondo l’entità del fenomeno e soprattutto
le cause che lo scatenano. Riteniamo, tuttavia, che tale studio debba
essere fatto in maniera diversa rispetto all’impostazione che altri enti
locali della provincia gli stanno dando: occorre piuttosto che affidare
l’incarico a più o meno qualificate commissioni di studio, utilizzare
strutture di livello nazionale impegnate nell’analisi di questi
fenomeni, facendo in modo che l’esperienza di tali strutture possa
diventare patrimonio anche della professionalità medica locale. L’importanza e la
complessità che il mondo della sanità riveste per tutti i cittadini, ci
fanno ritenere centrale rispetto al nostro agire politico il tema in
questione. Per questo, sulle politiche sanitarie intendiamo approfondire
la discussione e l’intervento, attraverso la creazione di un’area
tematica che si occupi del tema Sanità, coinvolgendo professionalità ed
esperienze che non mancano nei DS. ALTRE
IDEE Considerato che un documento
politico serve a tracciare una prospettiva di lavoro e non ad affrontare
tutte le tematiche possibili, siamo consapevoli anche del fatto che nuove
idee possano e debbano venire dall’entrata nel partito di forze nuove e
dall’elaborazione che gli organismi dirigenti nel loro complesso
andranno a sviluppare. Tuttavia ci pare di potere
indicare qualche altro spunto di analisi: -una politica dello sport che
metta in risalto: la valenza culturale del fenomeno sportivo, le sue
implicazioni socio-economiche,lo sport nella concezione del nuovo welfare
come elemento di socializzazione, lo sport come elemento di sviluppo di
servizi e qualità di relazione tramite il no-profit. -una seria ricerca, affidata
a tecnici competenti, sulla possibilità di sfruttare fonti energetiche
alternative, che sfruttino le potenzialità climatiche della nostra zona,
ciò anche in linea con quella che è apparsa la questione energetica dopo
gli avvenimenti degli ultimi mesi a livello mondiale; - una particolare attenzione al mondo della scuola, con
riguardo alle politiche di questo governo e a come esse vengono recepite,
nonché alla organizzazione di tutte quelle
istanze (UDU, UDS; MDI…) che sono il vero luogo di elaborazione
di una risposta democratica e condivisa. Occorrerà soprattutto mettere in
campo proposte e rilievi su come l’autonomia, viene gestita su base
locale; - una politica del
decentramento che, da un lato, sia capace di guardare alle circoscrizioni
come vere conquiste democratiche delle istituzioni locali e strumenti di
partecipazione dei cittadini all’amministrazione della cosa pubblica, ma
che sia anche in grado di coglierne i limiti; di vedere come oggi siano
principalmente fonte di spreco e di immobilismo, per poterle ripensare in
chiave moderna, senza annullarle, come già è stato fatto in diversi
comuni italiani; un ripensamento dei rapporti
con le forze sindacali e di categoria che porti a contatto, giornalmente,
il partito con le problematiche che vivono i lavoratori, i commercianti,
gli operai e gli imprenditori della città, -un impegno allo sviluppo di
tutto quel mondo dell’associazionismo parallelo, che tanta ricchezza ha
portato negli anni e continua a portare alla sinistra negli altri comuni
del nostro Paese e che mai ha attecchito veramente a Marsala. Occorrerà
riflettere sui motivi ed agire di conseguenza. ·
Come fare: il partito che vogliamo. Per
fare tutte le cose che ci siamo detti e per farle bene, occorre uno
strumento partito che possa essere all’altezza del ruolo. Se
non vogliamo un partito morto in partenza, dobbiamo assumere come
imperativo categorico quello di avere organismi dirigenti degni di questo
nome, che non servano a regolamenti di conti fra fazioni storicamente o
strumentalmente contrapposte, ma che riescano a dare ai cittadini la
chiara evidenza di un partito moderno e maturo. Per
fare ciò, riteniamo anche che agli organismi dirigenti previsti
statutariamente vadano affiancate altre istanze che rispondano a
specifiche esigenze. Occorre
innanzitutto un fortissimo e costante raccordo tra la segreteria, come
istanza politica ed il gruppo consiliare come istanza istituzionale. Si
ritiene opportuno che il segretario della Sinistra Giovanile,che è stata
nel suo insieme, vero esempio di vitalità all’interno del partito
nell’ultimo decennio, venga coinvolto nella segreteria del partito. Inoltre,
in una città territorio come Marsala,, occorre valorizzare il lavoro
delle sezioni territoriali garantendo un costante raccordo tra queste,
i gruppi dirigenti che esprimono e l’organizzazione comunale.
L’impegno principale del nuovo gruppo dirigente sarà quello di dare
corpo allo sviluppo delle aree tematiche, come luoghi di discussione e di
elaborazione aperti ad iscritti e non iscritti, vasi comunicanti tra il
ceto politico interno e la vivacità politico culturale dell’esterno. Si
ritiene opportuno che ogni volta che il segretario, di concerto con la
segreteria, reputi importante, avere una posizione forte di tutto il
partito su questioni fondamentali (di elaborazione politica o di decisioni
elettorali) possa, convocare i tradizionali organismi dirigenti
opportunamente integrati dai rappresentanti delle varie autonomie
tematiche. Il
partito deve essere un partito agile ma efficiente: per questo è
impensabile che non abbia una organizzazione
altrettanto efficiente. Occorrono,
prima di tutto, un ufficio di segreteria ed un ufficio stampa
dotati di mezzi adeguati. Per
fare tutto questo occorre un metodo di finanziamento certo, con un
tesoriere che si occupi di questo aspetto. Occorre,
infine, ma è senz’altro il punto principale per il futuro del partito,
che nella composizione degli organismi dirigenti, si sappia dare un
segnale preciso ai compagni, alla città, al mondo della sinistra diffusa,
a tutti coloro, per capirci, che non ci hanno più votato, che ci votano a
malincuore, o che vorrebbero votarci per la prima volta, ma non ce la
fanno. Per
fare ciò, occorre che si fuoriesca definitivamente da un
clima di lotte intestine, mirante soltanto a preservare ambiti di
intangibilità. E’
bene sapere che in un partito sempre più debole, piano piano, non ci sarà
più spazio per una sola poltroncina. L’ottica giusta è senz’altro
quella di un rafforzamento del partito per poi avere più spazio per
tutti, sapendo bene che un partito aperto e moderno, non può pensare di
allargare le proprie vedute senza mettere in discussione i vecchi assetti. In
un momento di debolezza bisogna saper investire con lungimiranza e
dimenticare in modo assoluto le rendite di posizione. Non si può
garantire niente a nessuno, nessuno può pensare di avere una posizione
personale da difendere, se non in prospettiva. Qui
non si tratta di subire, come avvenuto in passato, allargamenti forzati,
ma di costruire una nuova dimensione che non può essere scissa da un
gruppo dirigente nuovo. Quello
che proponiamo non è il nuovismo, ma il rinnovamento che parte già da
subito, attraverso una razionalizzazione del modo di formare gli organismi
dirigenti. Il
gruppo dirigente non può essere una sorta di riassunto delle puntate
precedenti, ma deve essere un vero prologo ai rapporti da costruire.
·
Con chi farlo: i processi che auspichiamo. Tutti
i compagni che sottoscrivono questo documento sono fermamente convinti che
il partito si possa ricostruire con tutti gli uomini e le donne di buona
volontà che guardano con simpatia al progetto di un moderno partito del
socialismo europeo. Un
solo veto: per chi negli anni ha avuto all’interno e all’esterno del
partito posizioni strumentali che non intendiamo accettare. Nessuno si
arroghi, in questo momento, il diritto di dare lezioni di democrazia, di
riformismo, di organizzazione, se non è disposto a mettere mano con noi
alla ricostruzione dei DS e della sinistra in questa città. Sulla
base del presente documento, i compagni che lo sottoscrivono, indicano nel
compagno Sergio Giacalone, il candidato
al ruolo di segretario del partito, nella convinzione che meglio di altri
possa, in questo momento, coniugare il rinnovamento ad una attenta
riorganizzazione del partito. Un
partito moderno e solido, aperto e democratico, territorialmente e
socialmente rappresentativo, tempestivo nell’intervenire sulle
questioni, che faccia tesoro del passato non per guardare indietro ma per
crescere nella giusta direzione.
|