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Documento Congressuale

II Congresso Comunale dei DS di Marsala

 

Il congresso di Pesaro dello scorso novembre, ha finalmente concluso la fase costituente dei Democratici di Sinistra, sancendo la nascita di una nuova realtà politica nei cui valori ci riconosciamo fino in fondo.

Sono quei valori dettati dall’art. 1 dello Statuto nazionale, che tracciano un partito fondato sui principi democratici ed antifascisti della Repubblica italiana; sul pensiero socialista nella pluralità delle sue esperienze storiche, riconducibile alla tradizione democratica e riformista dei partiti storici della sinistra italiana; sul pensiero laico e liberale e sul pensiero cristiano sociale.

Un partito aperto all’incontro con culture e movimenti che hanno messo al centro della loro azione i diritti umani e il valore delle differenze, il personalismo comunitario e la salvaguardia dell’ambiente.

Un partito in continua evoluzione, che si cimenta quotidianamente nelle sfide della modernizzazione e del mondo che cambia, impegnato nella costruzione di una società aperta e plurale, libera e solidale, giusta e sicura, basata sul lavoro e sulla difesa della pace.

Un partito proiettato nella costruzione di un’Europa politica, oltre che economica, fondata sui valori del socialismo europeo, e dell’internazionale socialista, in cui siano affermati tutti i diritti di cittadinanza, sia promosso uno sviluppo umano sostenibile ed una società interetnica ed interculturale.

Per i DS la libertà è strettamente collegata all’uguaglianza e si fonda sul riconoscimento della differenza come valore, rifiutando ogni discriminazione di sesso e di orientamento sessuale, di razza, religione e cultura.

I DS condividono una concezione della politica che ha forte il senso delle sue ragioni fondanti e la consapevolezza del proprio limite. Aderiscono all’idea di uno stato laico e di una politica fortemente orientata a valori. In una realtà di pluralismo etico e di fronte a questioni delicate, come quelle che riguardano la vita umana, il nascere e il morire, le relazioni interumane, la non violenza, il partito e la sua politica riconoscono e rispettano la libertà di coscienza di tutti e concorrono a delineare i tratti di un’etica civile condivisa.

Forti di tali valori, intendiamo affrontare le questioni più stringenti dell’attuale situazione politica internazionale, la cui discussione va fortemente incentivata anche nel partito marsalese.

I grandi temi della globalizzazione che ci vedono, oggi, spettatori impotenti di un sistema economico mondiale che ha valicato i confini nazionali, debbono indurci ad una seria riflessione sulla stessa idea della politica.

Siamo convinti che il fenomeno della globalizzazione sia oltre che una realtà ormai consolidata della nostra vita quotidiana, anche un’occasione storica per riaffermare il valore della politica. Oltre che economia e prepotenza, infatti, bisogna globalizzare la politica per giungere ad una piena affermazione, a livello mondiale, dei diritti fondamentali di tutti gli uomini.

Siamo molto attenti alle voci di protesta che da più parti, persino dalla chiesa cattolica, provengono nei confronti di un sistema economico mondiale fortemente squilibrato. Siamo convinti che il nostro ruolo sia quello di attenzionare tutte le istanze per poi tradurle in proposte concrete di riforme possibili del sistema politico internazionale.

Mentre condanniamo in maniera decisa ogni tipo di violenza, da qualunque parte provenga, ci sentiamo di fare altrettanto nei confronti di chi strumentalizza tali episodi per celare i problemi reali che alla protesta sono sottesi.

Oggi l’Europa rappresenta, un’occasione unica per affermare il valore della politica sul potere economico. Occorre non perdere l’appuntamento della riscrittura della Convenzione Europea: l’Europa che vogliamo deve essere sempre più unita e cosciente del proprio ruolo internazionale, fin qui troppo debole ed ambiguo.

Arrivare ad ipotizzare in breve tempo la nascita degli Stati uniti d’Europa ci pare tanto più auspicabile quanto più è necessaria una posizione univoca dell’Unione Europea sulle questioni rilevanti della politica internazionale.

Il terrorismo, in tutte le forme in cui si è drammaticamente manifestato nell’ultimo anno, merita una attenta riflessione. Non bastano interventi riparatori e di semplice contrapposizione al singolo atto terroristico. Occorre invece una politica costante che annulli le condizioni sociali in cui il terrorismo si sviluppa: in primo luogo povertà e miseria nelle zone depresse del mondo.

La questione palestinese, una guerra che continua da anni, ha  bisogno, oggi più che mai, di una rapida soluzione. Riteniamo che la sede demandata a risolvere tale conflitto debba essere l’ONU, se è necessario anche costringendo le parti ad una soluzione mediata dalle Nazioni Unite. E’ necessario, in ogni caso, ricondurre la questione alla sua giusta dimensione, evitando di leggerla solo attraverso la lente deformante delle vicende legate al terrorismo internazionale.

Occorre, tuttavia, tenere alta la guardia contro chi pensa di potere fare valere le proprie ragioni attraverso la violenza. Anche quello che ha vissuto l’Italia negli ultimi mesi, con l’omicidio Biagi, ultimo anello di una lunga catena di attentati contro chi ha posto al servizio dello Stato la propria intelligenza nel campo del lavoro, deve indurci ad una seria riflessione. Il terrorismo di matrice nostrana che sembra andare in letargo per anni per tornare a colpire improvvisamente, deve essere, definitivamente debellato dal nostro Paese. L’omicidio Biagi è solo l’ultimo atto di una catena di fatti delittuosi che dura ormai da più di dieci anni, fatti che si verificano, puntualmente, nei momenti più delicati della vita democratica del paese. Le tensioni generate dalla discussione sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e la strumentalizzazione delle stesse da parte del centro-destra per addossare la responsabilità di ciò che è accaduto al mondo della sinistra e al movimento sindacale, hanno avuto la risposta che meritavano, nelle grandi manifestazioni che hanno riportato nelle piazze italiane milioni di uomini e donne giunti per rivendicare diritti, serenità e verità storica.

E, del resto, di fronte ad un governo di centro-destra che in questa, come in tante altre occasioni ha dimostrato chiaramente di essere incapace di governare ed anzi di essere fortemente dannoso per i cittadini, occorre attrezzare un’opposizione intelligente, seria, ferma e responsabile.

Accanto alle piazze, che certamente hanno contribuito al risveglio della coscienza di milioni di italiani, è necessario, a più di un anno dalle elezioni politiche del 2001,  riattrezzare i partiti del centrosinistra ed anzi fare crescere lo schieramento di opposizione al Governo Berlusconi.

Un governo che, vale la pena ribadirlo anche in questa sede, ha dimostrato durante questo primo anno di attività tutti i suoi limiti: di incapacità amministrativa da un lato, e di arroganza e prepotenza dall’altro.

Siamo di fronte ad una destra che rischia di portare in breve tempo il Paese allo sfascio, non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto sul piano sociale. La concezione berlusconiana della società il cui valore fondante è il potere e l’occupazione dello stesso,aggiunge motivi di allarme.

La vicenda della RAI è esemplare in questo senso: la critica contro il sistema di lottizzazione che da anni ha contraddistinto l’azienda, e che comunque ha garantito pluralismo e l’emergere di grandi professionalità, è servita oggi come arma in mano a Berlusconi e soci. A quel sistema, cui certamente non siamo affezionati, il suo governo ha sostituito quello dell’occupazione totale e totalitaria dell’informazione nazionale. Ed oggi passa scandalosamente in secondo piano l’ignobile censura operata nei confronti delle poche voci di dissenso rimaste all’interno della RAI.

Del resto questo è il leit motiv che ha contraddistinto tutta l’azione dell’attuale Governo: dal pacchetto di leggi approvate durante la scorsa estate per garantire a Berlusconi l’immunità dai numerosi reati per cui è sotto processo, alla riforma della scuola, dell’immigrazione, ed infine al tentativo di abolire il sistema di garanzie a tutela dei lavoratori, la linea guida è sempre la stessa: favorire i propri interessi personali e dei suoi potenti alleati a discapito di quelli della stragrande maggioranza dei cittadini.

Ecco quali sono le grandi battaglie portate avanti da Berlusconi. Lo schema è sempre lo stesso. A questo proposito ci piace ricordare il cavallo di battaglia nel momento della discesa in campo del Cavaliere: la lotta contro il sistema di potere dei partiti di Governo della Prima Repubblica, che fece da sfondo alla nascita di Forza Italia, oggi primo partito nel paese. In realtà tale soggetto politico, nel bene e nel male, ha riproposto gli stessi schemi di quel sistema che voleva combattere affidando la realizzazione del proprio progetto a uomini che altro non sono se non il peggio di ciò che la Prima Repubblica ha lasciato in eredità affiancandovi i rappresentanti diretti degli interessi del Leader.

Non dissimile è la situazione politica nella nostra Regione. La Sicilia governata dal centrodestra che ha qui uno dei suoi principali serbatoi elettorali è oggi ad un passo dalla bancarotta. L’azione di Governo di “Totò Vasa Vasa” e soci, è a dir poco irresponsabile sul piano economico e di fatto, questo governo ha, nel giro di pochi mesi, annullato la positiva azione risanatrice iniziata dal Governo Capodicasa.

Salvo, fare pagare la loro incapacità nel gestire i fondi pubblici, ancora una volta ai cittadini, costringendoli persino, come è successo nell’ultima legge finanziaria regionale, a pagare il ticket sui ricoveri ospedalieri e di pronto soccorso.

Ed intanto anche il treno offerto da agenda duemila sta passando sotto gli occhi di tutti senza che i siciliani saranno in grado di godere appieno delle potenzialità e dei benefici che può dare.

L’incapacità di questo governo si spinge fino al punto di non potere più gestire l’agenda parlamentare. E’ storia di questi giorni il preoccupante livello di assenteismo sia in aula che nelle commissioni parlamentari che ha di fatto bloccato l’attività dell’Assemblea Regionale. E gli interessi dei siciliani chi li cura?

Ben altri approfondimenti meriterebbero gli argomenti sin qui trattati. Ma il nostro compito oggi è quello di affrontare, accanto a queste questioni, quelle che ci riguardano più direttamente sia come cittadini marsalesi che come militanti dei Democratici di Sinistra.

 

·                   Le Premesse da cui muoviamo

 

Il congresso che celebriamo deve segnare l’apertura di una nuova fase per i DS. Proveniamo da un periodo di risultati elettorali non gratificanti, le cui cause sono da ricercare in fattori diversi, primo tra tutti un agire politico fatto di continue indecisioni e  tentennamenti che ha ingenerato confusione nel nostro elettorato.

Spesso, tale impostazione, frutto di continue mediazioni interne ed esterne, ha impedito l’affermazione di una linea politica chiara, netta e coerente, capace di dare prospettiva al nostro agire.

E, tuttavia, sentiamo la necessità di rivendicare con forza le scelte fatte in occasione delle ultime elezioni politiche e regionali, che, seppure non hanno dato i risultati sperati, conservano intatto il loro valore politico.

Contrapporre l’esperienza amministrativa positiva del Sindaco uscente, Salvatore Lombardo,  al sistema di potere, costruito negli anni attorno alla figura dell’On. Grillo, è stato il modo migliore di dare un segnale ben preciso agli elettori di questa città.

La sconfitta in quella battaglia è maturata più sul livello nazionale di un Berlusconismo travolgente, che sulle reali ragioni locali. Prova ne sia l’alta percentuale di consensi raggiunta da Salvatore Lombardo rispetto agli altri candidati del centro sinistra nei collegi siciliani.

La successiva esperienza delle elezioni regionali, con la candidatura del compagno Leonardo Giacalone, oggi vice-sindaco della città, maturata all’indomani della sconfitta subita alle politiche, in un clima difficile, ci ha consentito di raggiungere, comunque, un ottimo risultato e di mantenere a Marsala un profilo politico dignitoso. E ciò a fronte di un partito che, nel resto della provincia, pur riuscendo a rieleggere il deputato uscente grazie ad un meccanismo elettorale macchinoso, ha subito un vero e proprio tracollo elettorale.

Oggi,l’elezione del Sindaco Eugenio Galfano da un lato e la spinta propulsiva proveniente dal congresso di Pesaro, frutto di un confronto interno che ha avuto toni a volte anche drammatici, debbono  ridare una prospettiva ai DS di Marsala.

Il risultato di 4.017 voti, registrato in occasione delle ultime elezioni amministrative, pur non rappresentando una disfatta, è sufficiente ad imporci l’imperativo categorico di una seria riflessione in ragione di un calo di consensi lento ma inesorabile.

In quella occasione abbiamo dovuto registrare che, a causa delle liti intestine al partito, la stessa formazione delle liste elettorali è stata contraddistinta da furbizie e reciproci sospetti indegni di un partito come il nostro.

Fatto sta che la lista dei DS è stata presentata, cosa mai accaduta a Marsala, incompleta del numero massimo dei candidati previsti. Intere zone della città, peraltro, sono state rappresentate da un solo candidato.

Così non si contribuisce alla crescita del partito, piuttosto si favorisce il consolidamento inammissibile di posizioni predefinite.

Questo momento di difficoltà è figlio di una politica altalenante priva di slanci generosi e vissuta all’ombra di un leaderismo al quale si è troppo delegato.

Nei DS, da diverso tempo ormai, vi è la pericolosa tendenza a lasciare ogni momento decisionale ai rappresentanti eletti nelle istituzioni. Il nostro è gradualmente diventato il partito dei dirigenti, che a vario titolo hanno dimostrato di subire il fascino degli equilibrismi e dei tatticismi.

Troppo spesso siamo stati costretti, più o meno consapevolmente, ad inseguire le questioni del quotidiano, anch’esse spesso ripiegate in una visione entrista della politica.  Non è più stato il partito della base, di chi vive la politica come dovere civico, ma anche e soprattutto come passione. Né siamo stati capaci, di affrontare con serenità, talune questioni che il nostro elettorato ci ha posto.

Talvolta poi il partito ha rischiato di disorientare l’opinione pubblica, abbandonando una linea chiara di rinnovamento interno e, più in generale, di vera e propria etica politica. Troppo rumore si è fatto per tornare poi sui propri passi.

Occorre essere conseguenti perché questo ci chiede la città..

La fase aperta subito dopo la svolta del 1989 e la nascita del PDS, ha dato ottimi frutti e ha visto la graduale affermazione di una classe dirigente che ha  portato con sé una ventata di freschezza progettuale ed un rinnovamento di idee e di uomini.

Coronamento di questo processo è stata la formazione del cartello “Ricostruire Marsala” e l’elezione del sindaco Lombardo nel Novembre del 1993. Più tardi, con l’elezione del compagno Ottavio Navarra, nel Giugno 1996, il partito tornava ad esprimere un deputato all’ARS dopo circa 25 anni di assenza. Da questo momento, tuttavia, il combinarsi di dinamiche interne ed esterne rispetto al partito stesso, hanno determinato un progressivo indebolimento della classe dirigente in questione fino a causarne la crisi attuale.

 I continui mutamenti di linea del partito a livello nazionale hanno spesso causato un disorientamento dei compagni di base che hanno reagito con una sorta di svogliatezza, dando il la ad un processo di delega dei momenti decisionali della vita del partito.

I gruppi dirigenti, dal canto loro, hanno subìto in maniera impotente l’imposizione di decisioni adottate ad altri livelli del partito.

Basti pensare alle vicende che hanno riguardato l’ingresso di gruppi politici organizzati, la cui presenza  non è stata il  prodotto di alcuna sintesi tra esperienze diverse, né ha aperto la strada ad un ulteriore rafforzamento dei gruppi dirigenti, ma è valsa soltanto a fare esplodere le contraddizioni interne di un gruppo già in difficoltà.

In effetti, la repentina transizione di alcuni di questi gruppi verso esperienze politiche persino di segno opposto allo stesso schieramento dell’Ulivo, è stata la prova più evidente di come quel processo di annessione fosse stato poco meditato e persino azzardato.

Riteniamo che nel futuro sia necessario non ricadere nell’errore di pensare che le decisioni prese nelle sedi più alte possano prescindere da una larga condivisione e maturazione da parte della base del partito.

Il clima di scontro maturato nella fase di costruzione dei DS non ci ha permesso di valorizzare ed esaltare la nascita nel Paese del nuovo partito come momento unitario di sintesi tra le diverse tradizioni cofondatrici.

Le difficoltà che abbiamo vissuto, sono state accentuate dai rapporti spesso non chiari con un centro sinistra cui sono venuti a mancare pezzi consistenti  e con la precedente amministrazione comunale nei confronti della quale è mancato, specie negli ultimi tempi, un confronto serio e serrato sulle linee programmatiche di governo della città.

La polemica continua per stabilire, ancora oggi, se i problemi di rapporto tra i partiti ed il Sindaco Lombardo, durante gli otto anni di governo di questa città, siano stati dovuti in maggiore misura alla debolezza dei primi o alla gestione del secondo, lascia il tempo che trova.

Certo è che la mancanza di un rapporto diretto tra l’elettorato e l’amministrazione, attraverso il filtro necessario dei partiti politici, c’è stato ed ha causato un ulteriore allontanamento dei cittadini dal palazzo. Ciò è l’esatto contrario di quello che tutti auspicavamo all’inizio di quella esperienza.

Tutti questi aspetti della storia politica recente del nostro partito, hanno creato, talvolta, imprevedibili convergenze, frutto di sospette alleanze.

Oggi è assolutamente necessario riequilibrare il rapporto tra Amministrazione e cittadino  riportando ogni cosa al suo posto.

L’elezione della nuova Giunta Comunale e del Sindaco Galfano, è probabilmente l’occasione per rimettere in sintonia la macchina politica del centrosinistra marsalese. 

Occorre che muti l’atteggiamento che in passato ha contraddistinto i rapporti tra le forze politiche e gli  amministratori.

Questi ultimi debbono svolgere il loro mandato non rimanendo sordi rispetto alle istanze delle forze politiche. I partiti, dal canto loro, hanno un senso solo se riescono ad essere anello di congiunzione tra le esigenze dei cittadini e l’azione amministrativa; se riescono ad essere l’orecchio dell’amministrazione per sentire le istanze della base e l’occhio e la favilla dei propri iscritti per controllare gli amministratori e far loro arrivare proposte, sogni e proteste della gente.

Un cenno a parte merita la questione della coalizione del centro sinistra le cui difficoltà, assieme a quelle che vivono i DS, sono ormai evidenti.

Per recuperare il gap nei confronti del centro destra, vincitore nell’ultima tornata amministrativa con oltre il 70% dei consensi al Consiglio Comunale, occorre mettere in piedi una seria politica di rilancio dell’intera coalizione all’interno della quale il ruolo dei DS è quello di rappresentare le istanze della moderna sinistra. Non bisogna cedere né a spinte egemoniche, né tanto meno alla tentazione di assurgere al ruolo di partito unico del centrosinistra.

In effetti, oggi, bisogna ripartire dalla consapevolezza della nostra parzialità rispetto all’intero schieramento, e di come essa sia una risorsa all’interno di una coalizione in cui è necessario si affermi anche il ruolo delle forze più moderate. Questo processo di crescita va senz’altro aiutato e favorito anche attraverso una collaborazione sempre più stretta con gli alleati della coalizione ed in particolare con le altre forze politiche che compongono l’Ulivo.

A questo proposito, salutiamo con estrema soddisfazione la nascita, a Marsala, del Coordinamento dei Partiti del centrosinistra e del Movimento per L’Ulivo. Auspichiamo che le decisioni più importanti possano trovare in quelle sedi un momento di assunzione democratica e collegiale.

Tuttavia, l’unità tra queste forze ed in particolare tra le forze che a livello nazionale si riconoscono nell’Ulivo, non deve essere di ostacolo ad una diversificazione delle strategie elettorali sulla base dei diversi sistemi operanti nell’attuale ordinamento. Occorre, insomma, che le forze politiche della coalizione si attrezzino in futuro ad approntare un numero di liste adeguato che sappia, contemporaneamente garantire rappresentanza alle varie istanze politiche storicamente presenti nella città e permettere di partecipare con pari forza alla competizione con il centrodestra.

A questo proposito ci sembra positivo l’ulteriore apporto che già durante l’ultima tornata elettorale è stato offerto dalle liste civiche che hanno contribuito assieme ai partiti tradizionali all’elezione del Sindaco Galfano.

L’apporto di tali liste ci pare tanto più apprezzabile quanto più queste  siano riuscite e riescano ad aggregare pezzi di società, altrimenti distanti dalla politica, e rifuggano dall’essere un mero contenitore di politici a cui vanno strette le pastoie democratiche offerte dai partiti.

Oggi occorre ripartire.

Per varie ragioni, che in gran parte abbiamo già analizzato, non abbiamo vissuto con la dovuta passione le fasi congressuali che hanno segnato il passaggio dal PDS ai DS e il II Congresso dei DS, che è venuto a coincidere con una delicata fase elettorale.

Questo congresso ci dà occasione di rilanciare una prospettiva di crescita e di entusiasmo e vogliamo che tale processo abbia basi politiche e programmatiche solide, in grado di aprire un orizzonte che il compagno Enrico Berlinguer non avrebbe esitato a definire “dei pensieri lunghi”.

 

·                   Come ripartire

 

Dobbiamo ripartire immediatamente e dobbiamo farlo con ciò che abbiamo in mano. Ripartire da poco più di quattromila voti. Ripartire da un gruppo consiliare formato da tre compagni, in una squadra, quella del centro-sinistra che conta solo otto consiglieri.

Per farlo bene, occorre puntare sulle energie migliori che questo partito ha.

Ripartire da chi ha dato un importante contributo nell’ultima tornata elettorale; da chi, negli ultimi anni, ha speso le proprie energie per il partito; ma anche e soprattutto dai tanti cittadini che attendono da noi un segnale di vitalità per tornare o  incominciare a fare politica con noi.

Perché questo processo possa diventare realtà bisogna fare dei DS un organismo efficacemente organizzato e radicato nella società e sul territorio.

Occorre contemperare le moderne esigenze della politica attenta alla capacità comunicativa di un partito ed alla gestione delle questioni in tempi assai rapidi con una capacità di mobilitazione di massa e di condivisione delle scelte.

Una parola di gratitudine e di speranza va spesa nei confronti di quei giovani che si sono candidati nell’ultima tornata elettorale, tutti alla prima esperienza, che hanno raggiunto più del  25% dei voti del partito.

Per esercitare il ruolo di polo politico di attrazione, occorre privilegiare progettualità, democrazia, moralità e trasparenza.

Occorre costruire sogni e speranza, ma non illusione. Unire concretezza e idealità.

 

·                   Cosa fare: la Città che vogliamo.

 

Rivendichiamo con forza il fatto che questa città sia cresciuta moltissimo nel periodo delle amministrazioni progressiste. Sono stati anni di buongoverno, di risanamento, di razionalizzazione. Anni in cui si è dimostrato che è più importante raggiungere bene pochi obiettivi, che prometterne, populisticamente,  decine per poi non realizzarne affatto.

Oggi, i Democratici di Sinistra debbono essere, anche a Marsala, forza propulsiva capace di dare la dimensione, alla nuova amministrazione, ma soprattutto ai cittadini marsalesi, che questo partito ha idee e progetti. La sinistra non ha senso se non coniuga capacità amministrativa ed orizzonte ideale, sviluppo e sostenibilità. Per questo vogliamo riportare Marsala al suo naturale essere città di Sinistra,  traducendo ciò in proposta concreta.

In questo cammino fondamentale sarà l’azione delle aree tematiche e degli organismi dirigenti tesa a sviluppare e concretizzare ciò che ora soltanto abbozziamo.

LAVORO E SVILUPPO ECONOMICO

Il binomio lavoro e sviluppo economico, grazie all’azione del centro sinistra è ormai patrimonio acquisito della cultura politica e della mentalità di gran parte dei giovani siciliani. Ciò non sembri scontato visto che solo fino a qualche anno fa il mito  del posto fisso, possibilmente da trovare nella pubblica amministrazione, era dominante.

Le pagine che seguono cercano di individuare un modello complessivo di sviluppo della città che tenga conto della grande emergenza lavoro che in questi anni tutto il sud d’Italia sta vivendo.

Il nostro obiettivo è quello di contribuire alla crescita della città. Una crescita legata all’Europa da un lato, ed al mediterraneo dall’altro.

La specificità geografica in cui ci troviamo ci fa credere di potere diventare nell’arco di pochi anni, uno degli snodi principali attraverso cui l’Europa unita ed i Paesi che si affacciano sul mediterraneo, si troveranno a confrontarsi. Quest’occasione di fare di Marsala città Europea e città Mediterranea non può andare persa.

Ciò che qui preme sottolineare è che l’esigenza di favorire la crescita occupazionale non può prescindere da una salda tutela dei diritti del lavoratore.

Già la situazione di partenza non è certamente rosea. La mancanza di posti di lavoro e l’esigenza, da parte dei giovani di trovare occupazione ha favorito il proliferare di processi di sfruttamento del lavoro nero.

Decine di giovani marsalesi, commessi, impiegati dei supermercati, braccianti agricoli, e spesso persino operai delle piccole industrie locali, sono costretti a lavorare senza busta paga o, nel migliore dei casi, ad essere pagati al di sotto di quanto dichiarato in busta. Per non dire dell’applicazione selvaggia dei nuovi contratti, primo tra tutti il part time, utilizzati solo per eludere i controlli, non certo per rispettare gli orari di lavoro che vi sono previsti.

Occorre, dunque, rilanciare una grande campagna di sensibilizzazione alla tutela dei diritti del lavoratore basata su un assunto oggi di fondamentale importanza: le nuove prospettive in tema di mercato del lavoro e di flessibilità devono trovare in Italia un terreno certo sul quale scrivere la nuova carta dei diritti del lavoratore. Pensare, come fa la destra, che da tutto questo si possa prescindere in nome di un posto di lavoro purché vi sia,  equivale ad annullare tutti i diritti di libertà e democrazia che, nel corso della seconda metà del secolo scorso, sono stati costruiti grazie alle  lotte ed ai sacrifici di migliaia di lavoratori.

Indietreggiare di un solo passo su questo terreno è assolutamente pericoloso ed anzi, occorre, oggi più di prima, rendere il diritto al lavoro e la tutela del lavoratore un fatto compiuto per tutti i cittadini.

AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE E TERRITORIO RURALE

Occorre sganciare il mondo dell’agricoltura da vecchie logiche assistenzialiste ed accelerare il processo, già in corso, del passaggio dalla vecchia alla nuova agricoltura.

Occorre superare la visione chiusa, che è propria anche dell’attuale governo alimentata da una rivendicazione nazionale sulla PAC che si pone lontana dalla coesione europea e cerca nella mediazione corporativa con le associazioni il punto di consenso.

 Occorre incentivare l’accettazione della competizione, da parte di forze economiche e sociali, spesso anche giovanili e femminili, svolta su prodotti di qualità, su realtà di nicchia, su circuiti turistici basati su strumenti di commercializzazione moderni, sul recupero e la valorizzazione della biodiversità, sull’utilizzo della società dell’informazione per collocare le produzioni agricole e il patrimonio di lavoro, sul territorio, sul modo di porre in maniera innovativa i prodotti tradizionali sul mercato.

Occorre ragionare sul rapporto tra produzione, promozione e commercializzazione, cercando una nuova dimensione strategica dell’agricoltura, facendo in modo che la old economy non afferri per le gambe la new agricolture e la rimandi al passato.

Questi gli orizzonti generali sui quali è necessario calare la realtà dell’agricoltura marsalese in un’ottica di sviluppo più moderno e razionale.

La siccità che attanaglia le nostre campagne, più che un episodio legato ad una singola stagione sembra una tendenza con la quale dovremo fare i conti negli anni a venire. Di fronte a quella che sta diventando una crisi epocale, assistiamo all’inerzia della Regione Siciliana, che incapace di programmare, cerca di gestire l’emergenza in attesa che si compia il disastro.

L’inadeguata politica ambientale  perseguita fino ad oggi nel territorio marsalese, ha portato ad un progressivo e diffuso inquinamento  delle acque di falda , arrecando notevoli problemi per il loro utilizzo come acque potabili. Occorre un cambio di rotta, una inversione di tendenza.

Il nostro partito deve farsi promotore di  una politica di sensibilizzazione ambientale e di una cultura dell’acqua, indirizzandola a tutti i cittadini marsalesi, affinchè cresca il rispetto della salvaguardia della risorsa idrica, da cui dipende non solo la qualità della nostra vita, ma anche quella delle generazioni future.   

Occorre dare risposte immediate di carattere strutturale con iniziative che riducano lo spreco dell’acqua e che portino a sfruttare le risorse in maniera più intelligente.

Forse è il caso di cominciare a pensare alla costruzione, anche a Marsala di un dissalatore, sfruttando le possibilità di finanziamento offerte dalla comunità europea.

Questo partito deve farsi promotore di  una politica di sensibilizzazione ambientale e di una cultura dell’acqua, indirizzandola a tutti i cittadini marsalesi, affinchè cresca il rispetto della salvaguardia della risorsa idrica, da cui dipende non solo la qualità della nostra vita, ma anche quella delle generazioni future.   

Favorire lo sviluppo della produzione biologica attraverso meccanismi di incentivazione può essere uno strumento formidabile per incoraggiare una crescita economica della realtà rurale marsalese.

Ancora ci sembra che la via tracciata della creazione di marchi di qualità come quello della “Fragola Marsalina”, se supportati dalla creazione di consorzi di produzione, ovvero da meccanismi analoghi di solidarietà nella fase di commercializzazione dei prodotti, possa rafforzare in maniera considerevole il ruolo dell’agricoltura marsalese sul difficile mercato internazionale.

La grande promozione fatta negli ultimi anni al principale prodotto della nostra terra: il vino Marsala, ha contribuito alla crescita delle aziende vinicole in città. Un buon primo passo, ma certamente non sufficiente.

Su questo, avremo il compito di creare un tavolo di discussione mettendo in relazione le organizzazioni di categoria,l’assessorato competente, i nostri compagni interessati e  l’autonomia tematica agricoltura, che va subito creata.

AMBIENTE E TERRITORIO

Occorre ricondurre la nostra linea nell’alveo della convinta posizione dell’UE che spinge nella direzione del protocollo di Kyoto e della conferenza di Marrakech di Novembre 2001, scavalcando le incertezze di un governo nazionale arroccato su posizioni poco lungimiranti. Occorre che la lotta alla desertificazione, per la riduzione dell’effetto serra e il contenimento dei fenomeni climatici, passino dall’astrattezza delle posizioni internazionali alla concretezza della quotidianità dell’amministrazione degli EELL. Il partito deve inoltre occuparsi della sensibilizzazione dell’opinione pubblica, costruendo quel socialismo, che è lungimiranza, capace di opporsi ad un conservatorismo opportunista,che non riesce ad identificare il proprio interesse allorquando questo venga a coincidere con quello della collettività. Occorre percepire l’ambiente come opportunità di sviluppo , sfruttando i fondi comunitari, favorendo la nascita di nuove imprese legate strutturalmente alla sostenibilità ambientale.

In concreto, è necessario, anche a Marsala, da subito, lanciare i progetti di gestione ambientale del territorio che da troppo tempo ormai giacciono nei cassetti.

Le piste ciclabili lungo le nostre strade, devono diventare una realtà entro pochi anni.

Occorre ripensare un piano del traffico che tenga conto della qualità dell’aria che respirano i cittadini marsalesi. Non è sufficiente a questo proposito la chiusura domenicale del centro storico già sperimentata negli scorsi anni. Occorre pensare in maniera più radicale alla definitiva chiusura di aree sempre più vaste del centro urbano ed alla contestuale apertura di parcheggi.

A questo proposito, ci pare auspicabile che il sistema delle park card, realizzato, non senza polemiche, pochi mesi addietro venga rivisto in una prospettiva in cui l’automobilista che ha l’esigenza di lasciare a lungo la propria auto in una zona del centro possa farlo senza spendere troppo.

Sarebbe inoltre auspicabile un radicale miglioramento della rete di trasporto urbano tale da consentire ai cittadini di non vedersi costretti a prendere l’auto per recarsi in centro.

Inoltre, ci sembra indispensabile, provvedere al più presto a dotare Marsala di un sistema di rilevamento del livello di inquinamento dell’aria.

Altro tema che ci sembra particolarmente importante è l’urgente rilancio dell’attività di raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti solidi urbani.

Detto che in questi anni, seppure tra mille difficoltà, è stato avviato un sistema di raccolta differenziata, oggi è necessario, alla luce anche delle normative regionali e nazionali sul tema, fare un punto della situazione per comprendere la quantità e la qualità del riciclaggio a Marsala.

Un altro tema sul quale occorrerà offrire risposte ai cittadini marsalesi è quello che riguarda la qualità delle coste e delle spiagge cittadine.

Il fenomeno dell’erosione che ha interessato soprattutto la zona a sud della città, riducendo sensibilmente la larghezza delle spiagge, deve essere seriamente studiato e risolto.

Ci preoccupa, a questo proposito il pressapocchismo con il quale la Provincia di Trapani sta provvedendo al riempimento delle barriere frangiflutti poste lungo la litoranea nord. Probabilmente sarebbe stato opportuno, prima di iniziare i lavori dotarsi di uno studio scientifico sulla zona, visto che da parte di diversi esperti, si è individuato da tempo proprio la costruzione di tali frangiflutti  come causa principale dell’erosione delle spiagge della zona.

Di contro, salutiamo con entusiasmo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale del Piano regolatore del porto, strumento utile di sviluppo dell’economia marsalese.

Riteniamo, a questo punto, che l’opera di riordino del porto di Marsala vada completata provvedendo a ripensare la collocazione del porticciolo turistico, oggi relegato in una posizione del tutto infelice e che, probabilmente, meglio potrebbe svilupparsi e favorire sviluppo se posizionato nell’area antistante alla “Salinella”, meglio adatta a questo scopo.

Occorre, inoltre, dedicare maggiore attenzione alle contrade marsalesi, purtroppo, anche in questi ultimi anni, in gran parte, trascurate.

Una città civile e moderna,quale quella che vogliamo, deve essere servita nella sua interezza dalle opere di urbanizzazione primaria, in primo luogo dalla rete idrica che va al più presto completata.

Persino sulla viabilità, ancora oggi, occorre intervenire, in parecchie zone della città, in maniera radicale. Intere aree agricole di Marsala, per lo più interessate da strade provinciali, sono ancora di difficile fruizione persino al traffico dei mezzi agricoli. Tale situazione finisce con l’aggravare la situazione di per se non facile in cui si trovano ad operare parecchi agricoltori.

L’illuminazione pubblica, iniziata da qualche anno, anche nelle campagne, deve al più presto essere completata in maniera da non escludere alcuno dei numerosi centri abitati che costellano le nostre contrade.

Nelle realtà extraurbane più rilevanti è giusto e doveroso intervenire con opere di urbanizzazione anche secondaria: piazze, giardini, marciapiedi, che devono servire a rendere migliore la qualità della vita dei cittadini di quelle zone.

Occorre gestire il nostro territorio in maniera che gli abitanti delle contrade non si sentano di serie “B” rispetto ai loro più fortunati   concittadini che vivono nel centro della città.

Infine, una nota particolare merita la vicenda attorno al piano regolatore Generale. La scelta operata dal Consiglio Comunale di revocare la proposta di Piano che da anni faceva sponda tra Consiglio e Regione,se da un lato è apprezzabile in quanto consente finalmente ai cittadini di tornare a costruire, impone di contro, una seria riflessione a questo partito. Non possiamo consentire che Marsala rimanga ancora a lungo sprovvista del suo strumento urbanistico, nè tollerare la cementificazione selvaggia della città.

Per una crescita civile e moderna della città occorre che il nuovo piano venga approntato in tempi rapidi e certi

A questo proposito segnaliamo il rischio che, a causa della mancanza delle norme di salvaguardia del territorio venute meno con la revoca del Piano Regolatore Generale, le zone di sviluppo urbanistico della città crescano, nei prossimi anni, in maniera selvaggia e senza la previsione di servizi urbanistici fondamentali come parchi aree verdi e piazze. Occorre che Marsala si doti di giardini pubblici anche in quelle zone della città oggi considerate periferiche che rischiano di diventare enormi quartieri dormitorio.

Una nota a parte merita l’unico vero giardino pubblico di Marsala, villa Cavallotti, qualche anno fa ristrutturata e provvista di giochi per bambini. Purtroppo è bastato poco tempo perché tutto tornasse come era prima e i marsalesi perdessero nuovamente la loro villa. Occorre urgentemente rimettere in ordine quei giardini e pensare, contemporaneamente, una serie di iniziative che ne favoriscano una migliore fruibilità da parte dei marsalesi, unica reale garanzia questa, per scongiurarne l’abbandono.

PESCA

Occorre puntare maggiormente sul settore della pesca in un’ottica di sviluppo dell’occupazione nella nostra città.

La pesca incide relativamente sull’occupazione nella nostra città ma incide profondamente nella vita e nella cultura del nostro, come degli altri territori costieri della penisola.

Occorre, oggi, puntare su questo settore per evitare logiche di emarginazione e di assistenzialismo e farne una grande battaglia di sviluppo e di modernità.

Il primo impegno, da parte nostra, è quello di fare sviluppare una grande consapevolezza sociale, utile a spezzare la dicotomia tra pesca e ambiente.

Una precondizione per lo sviluppo e la modernizzazione del settore dell’economia ittica è la conquista della consapevolezza che le norme e il loro rispetto sono finalizzate a sostenere lo sviluppo del settore e, quindi, rappresentano un concreto vantaggio per i singoli.

 Ci facciamo promotori di un grande momento di discussione e progettualità inteso a far divenire Marsala la sede di incontro di tutte le organizzazioni interessate a governare le relazioni che intercorrono tra ambiente marino e sue risorse e sviluppo, nell’ottica dell’intero bacino del Mediterraneo.

Per il canale di Sicilia occorre sviluppare una politica di coesione e cooperazione con i Paesi con cui si condividono i campi di pesca. Vanno rinforzati gli strumenti di incentivazione e le società miste. La pesca può essere strumento di cooperazione tra i popoli, di cooperazione scientifica, economica e sociale tra i popoli e sarebbe bello che questo messaggio  ripartisse da marsala, “Porto di Dio”.

Ciò nella consapevolezza che la politica che si delinea come approccio globale nel governo dei sistemi marini costituisce una forte discontinuità con il passato e quindi richiede la mobilitazione unitaria di un vasto arco di forze sociali, istituzionali, politiche , culturali.

Il coordinamento tra l’ambiente e la pesca non deve essere visto in un’ottica di diffidenza, ma di tutela, capace anche di generare sviluppo. Ciò va fatto attraverso il ricorso ad “Agenda 2000” che, continuando la logica del fondo strutturale SFOP ha ribadito le finalità di contribuire al raggiungimento di un equilibrio sostenibile tra le risorse ittiche ed il loro sfruttamento. Occorre poi: rafforzare la competitività e lo sviluppo di imprese economicamente redditizie nel settore della pesca; migliorare l’approvvigionamento del mercato e la valorizzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura; contribuire al rilancio delle zone dipendenti dalla pesca.

In quest’ottica, ci pare imprescindibile attenzionare il settore dell’acquacoltura, già presente sul nostro territorio, diventato elemento integrante e strategico nel settore dell’alimentazione e possibile ulteriore forma di occupazione e sviluppo, oltre che di diversificazione e fonte di reddito per il settore.

Aspetto non secondario, ci pare poi quello dello sviluppo strutturale del settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici, invogliato anche da una tendenza nettamente positiva verso gli stessi.

La difficoltà principale è quella di legare il prodotto delle nostre coste alla grande distribuzione organizzata.

Oltre a favorire la nascita di nuove imprese di trasformazione occorre adeguare il mercato ittico caratterizzandolo strutturalmente e funzionalmente come piattaforma distributiva a servizio della grande distribuzione e della rete commerciale, affidandone la gestione a forme associative di produttori e commercianti, dando anche un servizio di qualificazione e certificazione del prodotto che crei un valore aggiunto e puntando su collegamenti telematici per acquisti e contrattazioni a distanza.

Occorre puntare anche sul discorso portualità puntando sul piano regolatore del porto,recentemente approvato dal Consiglio Comunale, contribuendo a renderlo funzionale all’attività ittica, ricorrendo ad Agenda 2000 che prevede incentivi per le attrezzature e gli interventi necessari alla qualificazione.

TERZOSETTORE E WELFARE

E’indispensabile ricostruire lo stato sociale e questo si sente maggiormente dalle nostre parti, dove il vecchio sistema assistenziale ha, talvolta, funzionato nella maniera peggiore, evidenziando carenze enormi, fenomeni di speculazione e clientela, producendo disinteresse, diffidenza, delusione, tra i cittadini, nei confronti delle istituzioni pubbliche.

Oggi, il vecchio stato sociale non è in grado più di soddisfare le esigenze di una società che negli ultimi anni si é radicalmente trasformata.

Occorre subito fornire risposte adeguate alla richiesta di migliore qualità della vita che emerge dai cittadini: tempo libero, cultura,  tutela dell’ambiente. Bisogna fornire ai giovani marsalesi le stesse opportunità di studio, di formazione e di lavoro esistenti nel resto d’Italia e d’Europa. Dobbiamo dare ai cittadini immigrati, che sono di fatto una grande risorsa, adeguate garanzie di rispetto e tutela dei loro diritti di cittadinanza. 

In buona sostanza bisogna ripensare il welfare, non solo come risposta alle emergenze sociali ed alle situazioni di esclusione più gravi ed evidenti, ma come sistema compiuto di garanzie dei diritti di cittadinanza.
Bisogna intervenire sulle nuove possibili aree di disagio dei “normali cittadini”che noi individuiamo principalmente:

-                     nelle problematiche connesse con la condizione anziana;

-                     nella dilatazione dei tempi di permanenza dei giovani nel nucleo familiare d’origine, conseguenza dell’adolescenza prolungata, dell’inserimento ritardato dei giovani nel mercato del lavoro e della longevità dei genitori anziani che richiedono sostegno ed aiuto;

-                     nell’allungamento dei tempi di attesa per trovare il primo lavoro;

-                     nelle problematiche relative a nuove forme di disoccupazione legate alle trasformazioni del mercato del lavoro;

-                     nella necessità di una formazione permanente e di un aggiornamento continuo;

-                     nell’essere vittime dell’illegalità e delle altrui situazioni di disagio conclamato

-                     in una condizione generale di insicurezza e solitudine che spesso affligge i cittadini soprattutto le categorie più vulnerabili ( donne, bambini, anziani, immigrati), dopo la rottura dei tradizionali legami di solidarietà familiari e delle antiche reti di protezione sociale.

Bisogna pensare gli interventi di politica sociale come tutela di un’autonomia possibile per ogni individuo; con l’obiettivo di ridurre il disagio senza attivare circuiti di dipendenza tipici del vecchio stato sociale assistenzialistico.

 Ecco perché è meglio privilegiare i servizi rispetto ai trasferimenti monetari e, qualora questi siano indispensabili è meglio che siano accompagnati da un programma volto al pieno inserimento del soggetto, attraverso il massimo sviluppo e lo scambio tra le reti di solidarietà e le risorse esistenti sull’intero territorio della città.

Questa nuova impostazione delle politiche sociali costringe quindi il sistema dei servizi ad andare ben al di là delle tradizionali aree di intervento, a riorganizzare la propria rete, a potenziare le funzioni di ascolto, consulenza, orientamento, accompagnamento, mediazione e supporto, attivando e promuovendo le risorse della comunità.

In questa nuova impostazione è decisivo il contributo delle associazioni e di tutte le organizzazioni del terzo settore attive sul territorio, e la loro capacità di rendere i cittadini attori di un piano di trasformazione e innovazione sociale.

E’ indispensabile una seria politica di alleanze che raccolga il mondo dell’associazionismo, della cooperazione sociale, del volontariato, favorendo lo sviluppo e la capacità di interloquire con pari dignità con le istituzioni, i partiti, ed i sindacati.

Il mondo del terzo settore, in questo quadro, può dare un apporto fondamentale alla crescita civile, portando come suo contributo un patrimonio di valori e di motivazioni sociali, di esperienze concrete e di competenze maturate sul campo e soprattutto la capacità di saper organizzare nuove ed evolute forme di partecipazione alla vita sociale e politica.

Si deve percorrere la strada che porta al confronto, alla concertazione, al rapporto leale e trasparente come metodo positivo tra l’Amministrazione ed il Terzo Settore.

Un quadro di regole chiare, certe ed omogenee che possano favorire collaborazioni efficaci fra soggetti pubblici e fra pubblico e privato sociale, favorisce un graduale riequilibrio del sistema locale di welfare, allo scopo di garantire pari opportunità a tutte le donne e gli uomini e di assicurare ai cittadini prestazioni di qualità elevata, basate sulla professionalità degli operatori, sull’attenzione alla persona nella sua globalità.

Ciò e possibile partendo dal presupposto che le politiche sociali non sono un costo, bensì un investimento, una condizione per uno sviluppo di qualità.

Il lavoro iniziato dalle precedenti amministrazioni comunali, in particolare nelle realtà marsalesi dove più profondo è il disagio sociale, Amabilina, Sappusi, via Istria, deve subire una maggiore accelerazione rispetto al passato. In altre parole, occorre che proprio in queste realtà si sviluppi un maggiore coordinamento tra strutture pubbliche e private che possono costruire quella rete di servizi indispensabili per la realizzazione concreta del modello di welfare che ipotizziamo.

Non è tollerabile che quelle zone della città siano ancora sprovviste delle strutture sociali che si identificano anche nelle sedi di associazioni, movimenti politici, strutture di volontariato. Scuole e parrocchie da sole non sono in grado di garantire questo precorso di crescita.

Non ignoriamo che anche nel settore della cooperazione sociale, che svolge un ruolo fondamentale nel mondo della solidarietà, occorre che siano garantiti sistemi di legalità e trasparenza nell’affidamento dei servizi. Troppo spesso la solidarietà sociale è diventata un affare per pochi potenti che, grazie ad una legislazione inadeguata ed all’uso strumentale del sistema delle gare, finisce per non garantire un’adeguata gestione dei servizi.

Non è, inoltre, tollerabile che i criteri di valutazione nell’affidamento dei servizi sociali siano improntati a bandi di gara in cui l’elemento principale di valutazione non è dato dalla qualità dei servizi offerti ma dal maggiore ribasso. Ciò ha causato, oltre a servizi spesso scadenti, persino momenti di sfruttamento del lavoro all’interno delle cooperative che li hanno gestiti. Questo sistema ha finito, paradossalmente, per creare ulteriori forme di sfruttamento del lavoro con conseguente disagio sociale.

Su questi temi auspichiamo un confronto aperto a costante con l’assessore ai servizi sociali, il compagno Paolo Pellegrino e tutte le istanze sociali interessate.

SICUREZZA

Oggi , che al potere c’è una destra populista e propagandista, che fa del fattore sicurezza una delle armi usate in maniera indegna per confondere e fare arretrare il paese, è più che mai necessario che la sinistra affermi l’essenzialità di una concezione moderna ed efficace della dimensione del vivere sicuri, che si fondi sulla collaborazione tra le Forze di Polizia, le Istituzioni Locali, le Associazioni ed i Comitati di cittadini.

L'immagine, artificiosamente costruita, di una sinistra lassista e permissiva a cui si contrappone una destra più determinata e "muscolare", va definitivamente superata, sapendo anche, che in questo campo non esistono ricette miracolose e di facile successo.

In questa direzione avanziamo le seguenti proposte:

RIPENSARE AI VIGILI DI QUARTIERE.

Proposta , assolutamente non originale, visto che è stata più volte intrapresa ed abbandonata. Oggi ci interessa ripensarla nella convinzione che serva una Polizia Municipale che non abbia solo la funzione di regolare il traffico, le soste e l’infortunistica stradale. Occorrono VVUU: vicini ai cittadini ed alle cittadine;
presenti in un numero adeguato sul territorio e dislocati in maniera efficace in modo da garantire una copertura ben distribuita dello stesso;
che conoscano i problemi delle persone;

che vigilino le scuole e i giardini  pubblici;

che conoscano i problemi della realtà in cui operano;

che collaborino con le altre forze dell'ordine;

che intervengano per prevenire le cause dell'insicurezza;

che non lascino le istanze provenienti dagli abitanti delle circoscrizioni senza riscontro;

che assicurino un servizio di Polizia Municipale che operi per la sicurezza sulle strade attraverso il decentramento sul territorio.

VALORIZZARE I CONTRATTI LOCALI PER LA SICUREZZA.

I DS sono convinti che occorra proseguire con una metodologia di concertazione tra gli organi dello Stato, le istituzioni locali e le comunità. I Protocolli di intesa tra Prefetture e Comuni hanno costituito una tappa importante per affermare una logica di cooperazione tra le istituzioni, oltre all'affermazione del ruolo dei Sindaci sulla sicurezza urbana. A tale scopo occorre verificare lo stato dei fatti sul nostro territorio per avanzare, attraverso l’Amministrazione che ci rappresenta, ulteriori proposte di modernizzazione e tutela;

ISTITUIRE SERVIZI D'AIUTO PER LE VITTIME DELLA VIOLENZA.

Occorre attivare un punto d'ascolto per chi è vittima di reati, soprattutto oggi che anche la microcriminalità è in netta ripresa nella nostra città. Dai reati minori, a quelli penalmente e socialmente più rilevanti, occorre che si dia la possibilità di poterne parlare, discutere, non sentirsi isolati, per non viverli da vittime una seconda volta, come una ineluttabile disgrazia personale, ma come occasione di costruzione di una risposta collettiva.

PENSARE A FORME DI INCENTIVI PER COLORO CHE SI ADOPERANO PER LA LOTTA AL DEGRADO E PER L'INCLUSIONE SOCIALE.

La maggiore autonomia della finanza locale consente oggi operazioni di contribuzione diretta, finanziando in tutto o in parte progetti di recupero, oppure di contribuzione indiretta, alleggerendo certi tributi locali in presenza di particolari stati di disagio o di azioni meritevoli di sostegno.

PREDISPORRE UN PIANO PER PREVENIRE LE CAUSE DELL'INSICUREZZA E COMBATTERE L'ESCLUSIONE SOCIALE

Vogliamo che sia dato impulso al lavoro degli operatori di strada ed a quei progetti che si rivolgono al disagio, all'esclusione sociale, alla tossicodipendenza, alla prostituzione. Crediamo che una città sia più sicura se riesce anche ad essere più solidale: a dare opportunità, accoglienza, aiuto, ai più deboli, ai senza tetto, alle vittime dello sfruttamento o della droga. Per questo chiediamo un piano cittadino contro l'esclusione sociale, in cui venga previsto un investimento rilevante e adeguatamente distribuito sul territorio, di servizi, alloggi, opportunità per chi è in condizione di bisogno.

NESSUNA TOLLERANZA VERSO LA VIOLENZA CONTRO LA PERSONA

Vogliamo che sia intrapresa una iniziativa di prevenzione, denuncia e sostegno alle vittime della violenza. Ciò con particolare riferimento alla violenza sessuale verso le donne e i bambini

BISOGNA RAGIONARE SULLA VALUTAZIONE DELL' "IMPATTO"  SICUREZZA

Siamo consapevoli del fatto che tutti gli atti ed i provvedimenti che modificano un territorio debbano essere preventivamente sottoposti ad una valutazione dell'impatto che avranno sulla sicurezza dei cittadini che lo abitano. Dal piano traffico, agli insediamenti abitativi e commerciali, al piano orari della città occorre prevenire le cause del disagio e del degrado.

OCCORRE INVESTIRE SULL’INFORMAZIONE E FORMAZIONE CONTRO IL DISAGIO E IL PERICOLO.

Vanno coinvolte le istituzioni scolastiche in programmi formativi e informativi sui pericoli delle nuove droghe e sulla sicurezza stradale.

Nell’ottica di questo pacchetto di proposte i DS di Marsala promuovono una campagna di iniziative in tutti i quartieri per discutere su questi temi ed organizzare una mobilitazione civile per la sicurezza nella città.

Un cenno a parte merita la questione dell’incidenza della criminalità organizzata a Marsala.

I recenti fatti cronaca relativi agli attentati incendiari perpetrati ai danni di noti esponenti del mondo politico marsalese e di numerosi esercizi commerciali della città, denotano come, la presenza del crimine organizzato sia forte ed attiva nel territorio. Del resto l’operazione delle forze dell’ordine denominata “ peronospora” conferma quanto grave e diffuso sia il fenomeno.

La sensazione è che ciò che è venuto alla luce è solo la punta di un iceberg dalle dimensioni solo intuibili.

Occorre da parte nostra riappropriarci del ruolo di partito in grado di conoscere e di denunciare i fenomeni nel loro radicamento territoriale e sociale. La testimonianza offerta attraverso i caroselli, le fiaccolate e le veglie notturne, sono sicuramente importanti ed utili ai fini della sensibilizzazione ma non sufficienti nel fronteggiare complessivamente il fenomeno.

IMMIGRAZIONE

Il nostro sistema produttivo, soprattutto con riferimento ai comparti dell’agricoltura in genere, della floricoltura, della pastorizia, prevede una presenza sempre più consistente di lavoratori provenienti da altre parti del mondo.

Se poi riflettiamo sulle dinamiche migratorie generali e sulle previsioni future unite alla nostra posizione geografica, ci rendiamo subito conto di come sia  inutile agitare lo spettro della paura ed alimentare l'inimicizia e di come occorra invece operare nella direzione di una gestione solidale del fenomeno. L'integrazione sociale ed economica di questi lavoratori, oltre ad essere una scelta di giustizia che si iscrive a pieno titolo nella civiltà europea e, per quanto ci riguarda, nel nostro orizzonte politico e culturale, è condizione perché anche gli immigrati si sentano dalla parte della convivenza civile e del rispetto dei diritti di tutti, compreso quello alla loro sicurezza individuale.

Ma i fenomeni di immigrazione a cui oggi stiamo assistendo, comuni a tutti i Paesi Europei e a tutti i Paesi economicamente sviluppati, contengono anche quegli elementi di proliferazione di impieghi criminali che impattano duramente con i cittadini creando ingiustificate fobie.

Riteniamo, comunque, che si possa ragionare su provvedimenti concreti attuabili a livello locale. L'accoglienza provvisoria deve essere realmente tale e deve prevedere un rapido inserimento in una situazione abitativa normale, ovviamente nel quadro di misure per la casa che non generino equivoci o discriminazioni e non si configurino come iniziative "ad hoc" per gli immigrati, ma per tutte le lavoratrici, i lavoratori, le famiglie e le persone in stato di necessità. Il rapporto con i servizi sociali, sanitari ed educativi, vero punto di contatto e di scambio all'interno del tessuto sociale, va sviluppato, per cercare il punto di equilibrio tra diritti e doveri dell'immigrato.
Occorre mettere in campo la formazione tecnica e manuale necessaria per l'inserimento nel lavoro e quella organizzativa e gestionale per la crescita di professionalità e di imprese,che poi vanno accompagnate da quella civica, nella quale, nel più completo rispetto delle diversità religiose e culturali, si prepara il cittadino o la cittadina immigrata al rapporto con l'intera società, con il suo complesso di regole di vita comunitaria.

TURISMO

Uno dei meriti maggiori delle ultime amministrazioni di centro-sinistra, nella nostra città è stato quello di cercare in tutti i modi di incrementare il turismo, facendo, tra l’altro, in modo che Marsala figurasse in tutte le più importanti mostre del settore.

Riteniamo tuttavia che ancora molto vada fatto per un vero sviluppo turistico della città. Occorre che gran parte dell’energia  necessaria per creare ed indirizzare lo sviluppo economico, sia filtrata da una tensione verso il turismo.

Occorre partire dal campo delle infrastrutture, passando alla mobilità ed all’urbanistica, in modo che tutto sia disposto per esaltare la fruibilità del territorio.

Prima di tutto, occorre avere riguardo al diritto al turismo, come possibilità di tutti di fruire delle località turistiche: rimuovendo le barriere architettoniche, favorendo il turismo sociale, il turismo delle famiglie, dei giovani, degli studenti e della terza età.

Occorre creare una vera e propria mentalità dell’imprenditoria turistica, soprattutto in una città a scarsa densità industriale e con un’enorme vocazione naturale, storica ed artistica al turismo come è Marsala.

E’ necessario favorire comportamenti aziendali tesi a fare sistema, al fine di sollecitare anche l’ente pubblico a rispondere con interventi calibrati sul rafforzamento del sistema stesso, lontani da semplici sussidi per i singoli comparti, o singole realtà.

Serve una crescita qualitativa del sistema di accoglienza, che faccia sviluppare contemporaneamente la ricettività delle nostre strutture e con essa l’occupazione.

Occorre sostenere tutte le iniziative atte a favorire lo sviluppo turistico locale:

crescita nei rappresentanti istituzionali e nei funzionari pubblici della cultura del turismo;

sviluppo delle capacità manageriali e della cultura di impresa;

esaltazione della naturale vocazione locale alla cultura dell’ospitalità.

Occorre sviluppare, proprio in quest’ottica un turismo ecocompatibile nella consapevolezza che la caratteristica fondamentale della nostra potenzialità turistica è data dalle risorse che la natura ci offre.

Lo stagnone ed in genere tutta la fascia costiera, assieme alle potenzialità che offrono le nostre zone rurali, costituiscono un vero e proprio patrimonio da non disperdere ed anzi su cui investire. Per questo ci sembra un’iniziativa da sostenere e sul cui successo siamo fiduciosi, l’approvazione del PIT Alcinoo che proprio su questi settori porterebbe ingenti risorse.

Tutto questo deve costituire un’inversione di rotta rispetto ad un passato, anche recente, in cui si sono favoriti interventi di sviluppo urbanistico delle zone costiere della città, oltre l’abusivismo edilizio che hanno fortemente deturpato la fascia costiera senza che da ciò sia derivato alcun vantaggio in termini di sviluppo economico.

Circa le potenzialità occupazionali occorre avere riguardo al fatto che in realtà non esiste “il turismo” ma esistono “i turismi” tanti quanti sono gli stili e le esperienza di vita dei fruitori di questo tipo di servizio. Ecco perché ovunque in questo settore  si registra un alto tasso di imprese e di libere professioni, con grande spazio per il lavoro creativo e la formazione ed un notevole incremento della gamma dei servizi che si affiancano. Senza contare inoltre che il turismo fornisce l’occasione per l’integrazione nell’attività economica e sociale di giovani e di altri segmenti deboli della popolazione, che in questo settore il peso delle risorse umane è fondamentale per il successo di un’impresa e che questo è uno dei settori in cui gli investimenti in formazione e aggiornamento delle risorse umane sono a più alta redditività.

In base a queste considerazioni riteniamo fondamentale operare per lo sviluppo di una giusta cultura imprenditoriale del turismo, atta a creare sinergie tra pubblico e privato, nella convinzione che per molti aspetti sia l’ente comune a dovere fare la parte maggiore, ma che per quanto riguarda la mentalità imprenditoriale questa debba nascere nei privati, soprattutto stimolando una giusta canalizzazione, nella direzione produttiva, dei capitali finanziari presenti in città.

ARTE E CULTURA

Marsala è una città antichissima che porta i segni di culture diverse, sovrapposte e spesso integrate, o ricostruite nella regia unitaria di uno stile: visitarla è come sfogliare uno splendido libro d’arte.

Beni artistici, veri e propri tesori ad oggi sconosciuti agli stessi cittadini, come la tomba romana di Crispia Salvia o come i reperti ancora sepolti della zona di Porta Nuova o come la stessa isola di Mothia, ci danno solo in parte la dimensione del patrimonio artistico che possediamo. Occorre rendere fruibili quanto più è possibile questi beni se davvero vogliamo parlare di sviluppo turistico della città.

Non vanno dimenticati i palazzi storici del centro della città che ancora non sono stati sottoposti ai necessari interventi di restauro ed i bagli sparsi per le contrade. Il lavoro intrapreso negli ultimi anni di recupero di gran parte di questi beni va al più presto completato, ove possibile, attingendo alle risorse offerte dalla comunità europea.

In questa ottica ci sembra indispensabile porre all’attenzione dell’agenda politica marsalese la questione del pieno recupero del lungomare e della sua fruizione per i cittadini ed i turisti. Le prospettive, grazie anche al finanziamento del piano PRUSST per il recupero di quella zona, sono senz’altro favorevoli. Occorre ancora intervenire, ad esempio, per rimuovere lo scempio dell’incompiuto monumento a Garibaldi che va al più presto ed  in ogni modo completato, o attuando il progetto originale, o, qualora ciò non fosse possibile, pensando ad un modo per utilizzare al meglio quanto già costruito.

Le amministrazioni di centro-sinistra al governo della Città hanno colto i bagliori di creatività della parte più viva di essa , rendendo possibile la realizzazione della scuola di teatro, della scuola di pittura,del  Jazz Festiva, di altre iniziative lodevoli, come “l’incontro con l’autore”. Si rende adesso necessario fare il punto della situazione, mettere in risalto le politiche culturali in grado di consolidare quanto già fatto negli ultimi anni, razionalizzando il tutto e dotando di strutture permanenti queste realtà.

L’esperienza maturata durante la passata amministrazione, rischia di andare del tutto perduta se non si provvede subito a dotare le strutture culturali della città di una loro marcata autonomia rispetto all’amministrazione comunale. Il rischio corso durante il periodo di gestione commissariale di perdere la continuità di iniziative che i cittadini avevano ormai preso l’abitudine di frequentare, deve indurci ad agire in questa direzione in maniera decisa e repentina.

E tuttavia, occorre seriamente riflettere sulla validità di alcune delle iniziative intraprese nel campo delle attività culturali. Una scuola di teatro è certamente un patrimonio culturale da difendere se e fino a quando riesce a garantire vere professionalità. Sul punto è bene non abbassare la guardia.

Non va inoltre dimenticato che la crescita culturale di una città tanto più è reale quanto maggiormente riesce a coinvolgere i cittadini complessivamente: occorre, dunque, consentire la fruibilità e l’accesso agli spazi culturali a quanti più è possibile e favorire lo sviluppo di attività culturali che partano dal basso. Ciò non significa volere nuovamente provincializzare la città, tornando indietro ad un passato che fortunatamente ci siamo lasciati alle spalle, ne che non sia opportuna alcuna selezione delle idee e degli artisti migliori. Significa, invece, offrire la possibilità a giovani promettenti ed artisti talentuosi di potere trovare terreno fertile anche nella loro città..

Occorre, inoltre, mettere a fuoco   nuovi obiettivi, al fine di creare un grande polo culturale che abbia una sua logica d’insieme e che miri, senza perdere di vista le difficoltà poste dalla finanziaria 2002, ad ampliare sempre più il suo raggio d’azione.

In definitiva, riteniamo che sia possibile coniugare sviluppo e cultura sia in chiave di sfruttamento delle occasioni culturali al fine di maggiori afflussi turistici che di crescita di esperienze artistiche locali.

SANITA’

Parlare di sanità a Marsala significa probabilmente parlare di un diritto ad oggi negato ai cittadini. Ci troviamo di fronte, oltre alle note difficoltà che provengono dall’attuale governo nazionale e Regionale siciliano che hanno deciso il primo di tagliare consistentemente i fondi a disposizione della Sanità nella finanziaria 2002 ed il secondo di fare gravare interamente sui cittadini tale costo istituendo un Ticket sulla salute che, per come è strutturato non ha precedenti nella nostra regione. Mai, infatti, si era arrivati al punto di fare pagare al cittadino persino le cure urgenti di pronto soccorso, e del resto, mai erano state previste tariffe così pesanti per coloro che hanno bisogno di cure.

A fronte di tale ingiusto aggravio dei costi della salute sui cittadini non è corrisposto alcun miglioramento della situazione delle strutture ospedaliere.

Ancora oggi assistiamo, in tutta la Sicilia, a liste di attesa di oltre un anno per un posto letto in ospedale e ad una diminuzione rilevante degli stessi posti letto che corrisponde ad una politica tesa a favorire l’offerta privata rispetto al servizio pubblico.

Questo è il risultato della riforma sanitaria che ha affidato alla gestione manageriale delle Aziende Sanitarie il compito di gestire le strutture ospedaliere. Se questo, in alcune zone del Paese, ha portato dei miglioramenti, in Sicilia ha soltanto favorito il pieno controllo sulla sanità da parte del potere politico.

In tale ottica  va letto, probabilmente, il rifiuto reiterato negli anni, da parte dell’Azienda Sanitaria trapanese di acquistare per l’Ospedale di Marsala i macchinari necessari per effettuare le TAC, nonostante l’offerta da parte del Comune di finanziarne il costo.

Ed intanto, speculando ignobilmente sul bisogno della gente, certi politici legati al centrodestra continuano ad usare l’ospedale di Marsala come terreno fertile per coltivare le loro clientele, tra i medici e tra i pazienti.

Si tratta, delle stesse persone che continuano a promettere fondi mai arrivati per il completamento del nuovo ospedale che intanto giace da anni in balia dei vandali, che, in questi anni, hanno provocato danni per milioni di Euro.

A tale proposito crediamo che sia giunto il momento di fermare questo scempio attivando da subito l’ala dell’ospedale già completa e trasferendovi, sin da ora, gli uffici amministrativi e, se possibile, i primi reparti medici. Solo così si potrà salvare una struttura dal futuro incerto e di cui i marsalesi sentono il bisogno a causa dell’estrema vetustà del vecchio nosocomio le cui condizioni strutturali e igieniche sono fortemente carenti. 

Eppure, sempre da parte dei soliti politici si continua a fare demagogia sulla sanità. La proposta di istituire un campus biomedico a Marsala ci sembra talmente irrealistica, vista la condizione delle strutture cittadine,, da essere persino offensiva per l’intelligenza di quei marsalesi che si trovano quotidianamente ad affrontare i problemi spicci legati al loro diritto alla salute.Sarebbe opportuno pensare a spendere meglio i soldi pubblici piuttosto che in iniziative strampalate e di nessun riscontro reale.

Dunque, razionalizzare la spesa per la sanità è un imperativo categorico per il quale i democratici di Sinistra di marsala si battono. Ciò anche rispetto ad alcune iniziative che ci sembra sia giusto che l’amministrazione comunale porti avanti in campo sanitario. In particolare pensiamo sia opportuno attivare uno studio sull’incidenza tumorale nella nostra città, ciò per comprendere fino in fondo l’entità del fenomeno e soprattutto le cause che lo scatenano. Riteniamo, tuttavia, che tale studio debba essere fatto in maniera diversa rispetto all’impostazione che altri enti locali della provincia gli stanno dando: occorre piuttosto che affidare l’incarico a più o meno qualificate commissioni di studio, utilizzare strutture di livello nazionale impegnate nell’analisi di questi fenomeni, facendo in modo che l’esperienza di tali strutture possa diventare patrimonio anche della professionalità medica locale.

L’importanza e la complessità che il mondo della sanità riveste per tutti i cittadini, ci fanno ritenere centrale rispetto al nostro agire politico il tema in questione. Per questo, sulle politiche sanitarie intendiamo approfondire la discussione e l’intervento, attraverso la creazione di un’area tematica che si occupi del tema Sanità, coinvolgendo professionalità ed esperienze che non mancano nei DS.

ALTRE IDEE

Considerato che un documento politico serve a tracciare una prospettiva di lavoro e non ad affrontare tutte le tematiche possibili, siamo consapevoli anche del fatto che nuove idee possano e debbano venire dall’entrata nel partito di forze nuove e dall’elaborazione che gli organismi dirigenti nel loro complesso andranno a sviluppare.

Tuttavia ci pare di potere indicare qualche altro spunto di analisi:

-una politica dello sport che metta in risalto: la valenza culturale del fenomeno sportivo, le sue implicazioni socio-economiche,lo sport nella concezione del nuovo welfare come elemento di socializzazione, lo sport come elemento di sviluppo di servizi e qualità di relazione tramite il no-profit.

-una seria ricerca, affidata a tecnici competenti, sulla possibilità di sfruttare fonti energetiche alternative, che sfruttino le potenzialità climatiche della nostra zona, ciò anche in linea con quella che è apparsa la questione energetica dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi a livello mondiale;

-  una particolare attenzione al mondo della scuola, con riguardo alle politiche di questo governo e a come esse vengono recepite, nonché alla organizzazione di tutte quelle  istanze (UDU, UDS; MDI…) che sono il vero luogo di elaborazione di una risposta democratica e condivisa. Occorrerà soprattutto mettere in campo proposte e rilievi su come l’autonomia, viene gestita su base locale;

- una politica del decentramento che, da un lato, sia capace di guardare alle circoscrizioni come vere conquiste democratiche delle istituzioni locali e strumenti di partecipazione dei cittadini all’amministrazione della cosa pubblica, ma che sia anche in grado di coglierne i limiti; di vedere come oggi siano principalmente fonte di spreco e di immobilismo, per poterle ripensare in chiave moderna, senza annullarle, come già è stato fatto in diversi comuni italiani;

un ripensamento dei rapporti con le forze sindacali e di categoria che porti a contatto, giornalmente, il partito con le problematiche che vivono i lavoratori, i commercianti, gli operai e gli imprenditori della città,

-un impegno allo sviluppo di tutto quel mondo dell’associazionismo parallelo, che tanta ricchezza ha portato negli anni e continua a portare alla sinistra negli altri comuni del nostro Paese e che mai ha attecchito veramente a Marsala. Occorrerà riflettere sui motivi ed agire di conseguenza.

 

·                   Come fare: il partito che vogliamo.

 

Per fare tutte le cose che ci siamo detti e per farle bene, occorre uno strumento partito che possa essere all’altezza del ruolo.

Se non vogliamo un partito morto in partenza, dobbiamo assumere come imperativo categorico quello di avere organismi dirigenti degni di questo nome, che non servano a regolamenti di conti fra fazioni storicamente o strumentalmente contrapposte, ma che riescano a dare ai cittadini la chiara evidenza di un partito moderno e maturo.

Per fare ciò, riteniamo anche che agli organismi dirigenti previsti statutariamente vadano affiancate altre istanze che rispondano a specifiche esigenze.

Occorre innanzitutto un fortissimo e costante raccordo tra la segreteria, come istanza politica ed il gruppo consiliare come istanza istituzionale.

Si ritiene opportuno che il segretario della Sinistra Giovanile,che è stata nel suo insieme, vero esempio di vitalità all’interno del partito nell’ultimo decennio, venga coinvolto nella segreteria del partito.

Inoltre, in una città territorio come Marsala,, occorre valorizzare il lavoro delle sezioni territoriali garantendo un costante raccordo tra queste,  i gruppi dirigenti che esprimono e l’organizzazione comunale. L’impegno principale del nuovo gruppo dirigente sarà quello di dare corpo allo sviluppo delle aree tematiche, come luoghi di discussione e di elaborazione aperti ad iscritti e non iscritti, vasi comunicanti tra il ceto politico interno e la vivacità politico culturale dell’esterno.

Si ritiene opportuno che ogni volta che il segretario, di concerto con la segreteria, reputi importante, avere una posizione forte di tutto il partito su questioni fondamentali (di elaborazione politica o di decisioni elettorali) possa, convocare i tradizionali organismi dirigenti opportunamente integrati dai rappresentanti delle varie autonomie tematiche.

Il partito deve essere un partito agile ma efficiente: per questo è impensabile che non abbia una  organizzazione altrettanto efficiente.

Occorrono, prima di tutto, un ufficio di segreteria ed un ufficio stampa  dotati di mezzi adeguati.

Per fare tutto questo occorre un metodo di finanziamento certo, con un tesoriere che si occupi di questo aspetto.

Occorre, infine, ma è senz’altro il punto principale per il futuro del partito, che nella composizione degli organismi dirigenti, si sappia dare un segnale preciso ai compagni, alla città, al mondo della sinistra diffusa, a tutti coloro, per capirci, che non ci hanno più votato, che ci votano a malincuore, o che vorrebbero votarci per la prima volta, ma non ce la fanno.

Per fare ciò, occorre che si fuoriesca definitivamente da un  clima di lotte intestine, mirante soltanto a preservare ambiti di intangibilità.

E’ bene sapere che in un partito sempre più debole, piano piano, non ci sarà più spazio per una sola poltroncina. L’ottica giusta è senz’altro quella di un rafforzamento del partito per poi avere più spazio per tutti, sapendo bene che un partito aperto e moderno, non può pensare di allargare le proprie vedute senza mettere in discussione i vecchi assetti.

In un momento di debolezza bisogna saper investire con lungimiranza e dimenticare in modo assoluto le rendite di posizione. Non si può garantire niente a nessuno, nessuno può pensare di avere una posizione personale da difendere, se non in prospettiva.

Qui non si tratta di subire, come avvenuto in passato, allargamenti forzati, ma di costruire una nuova dimensione che non può essere scissa da un gruppo dirigente nuovo.

Quello che proponiamo non è il nuovismo, ma il rinnovamento che parte già da subito, attraverso una razionalizzazione del modo di formare gli organismi dirigenti.

Il gruppo dirigente non può essere una sorta di riassunto delle puntate precedenti, ma deve essere un vero prologo ai rapporti da costruire.

               

·                   Con chi farlo: i processi che auspichiamo.

 

Tutti i compagni che sottoscrivono questo documento sono fermamente convinti che il partito si possa ricostruire con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che guardano con simpatia al progetto di un moderno partito del socialismo europeo.

Un solo veto: per chi negli anni ha avuto all’interno e all’esterno del partito posizioni strumentali che non intendiamo accettare. Nessuno si arroghi, in questo momento, il diritto di dare lezioni di democrazia, di riformismo, di organizzazione, se non è disposto a mettere mano con noi alla ricostruzione dei DS e della sinistra in questa città.

 

Sulla base del presente documento, i compagni che lo sottoscrivono, indicano nel compagno Sergio Giacalone, il  candidato al ruolo di segretario del partito, nella convinzione che meglio di altri possa, in questo momento, coniugare il rinnovamento ad una attenta riorganizzazione del partito.

Un partito moderno e solido, aperto e democratico, territorialmente e socialmente rappresentativo, tempestivo nell’intervenire sulle questioni, che faccia tesoro del passato non per guardare indietro ma per crescere nella giusta direzione.