‹‹L'equivoco
su cui spesso si gioca è questo; si dice: "Quel politico era vicino al
mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti
con organizzazioni mafiose, però la magistratura non l'ha condannato
quindi quel politico è un uomo onesto".
Eh no! Questo discorso non vale, perchè la magistratura può fare
soltanto un accertamento di carattere giudiziale! può dire: "ci sono
sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza
giuridica, giudiziaria, che mi consente di dire quest'uomo è mafioso".
Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri
organi, altri poteri, cioè i politici, cioè le organizzazioni
disciplinari delle varie organizzazioni, cioè i consigli comunali o
quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe
vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato, ma
rendevano comunque quel politico inaffidabile nella gestione della cosa
pubblica.
Questi giudizi non sono stati tratti, perchè ci si è nascosti dietro lo
schermo della sentenza: "Questo tizio non è mai stato condannato,
quindi è un uomo onesto"; ma, dimmi un poco, ma tu non ne conosci gente
che è disonesta, ma non è mai stata condannata perchè non ci sono le
prove per condannarla?
però c'è il grosso sospetto che dovrebbe quanto meno indurre,
soprattutto i partiti politici, a fare grossa pulizia; non soltanto
"essere onesti", ma "apparire onesti", facendo pulizia al loro interno
di tutti coloro che sono giunti comunque a episodi o a fatti
inquietanti, anche se non costituenti reato››.
Paolo Borsellino