Breve biografia di S. Francesco realizzata dal Sig. Roberto Gentile.
Non è possibile presentare in poche battute San Francesco di Paola,
Santo e Taumaturgo universale, nonchè il più grande e fulgido esempio
della calabresità nel mondo. Ci limitiamo, pertanto, a pochissime ma
essenziali ed importanti informazioni. San Francesco nasce a Paola (CS) venerdì 27 marzo 1416 in contrada Terravecchia, nel cuore del centro storico, impetrato con voto dai pii genitori Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo. Già la sua nascita ha i colori del miracolo. Un incredibile spettacolo si offre all'udito e alla vista dei paolani: arcane melodie e fiamme misteriose si sentono e si vedono (nella notte del concepimento) sulla modesta casetta (trasformata in chiesa tuttora visitabile) a Celeste dimostrazione che il bambino, appena nato, è predestinato dalla Provvidenza ad essere fuoco e luce del mondo. A tredici anni il fanciullo indossa "devotionis causa" l'abito di San Francesco d'Assisi nel convento di San Marco Argentano (CS), ove opera i primi prodigi. Dopo un anno compie con i genitori un pellegrinaggio a Roma, Assisi, Loreto, Monteluco e Montecassino. Tornato a Paola il fanciullo decide di lasciare la casa paterna ritirandosi da eremita nella valle dell'Isca, in una angusto e malsano antro (La grotta della penitenza o del deserto) ove, nella totale dedizione al Signore, imponendosi una durissima vita di penitenze, digiuni e preghiere risalente agli antichi Padri del deserto, dimora per ben cinque anni. Nessuno può e potrà mai dire come egli abbia vissuto in quel periodo. Certamente non gli mancarono il sostegno e la compagnia del Cielo. Scoperto il suo rifugio da alcuni cacciatori che inseguono una piccola e timida cerva, l'Eremita incomincia a Paola la sua opera di apostolato costruendo, nel 1435, una cappella con tre piccole celle per i suoi primi seguaci che vedono in lui e nel suo genere di vita (preghiera, carità, umiltà, austerità, penitenza, vita quaresimale e lavoro) la piena valorizzazione dell'uomo. Con questo iniziale atto nasce così la prima comunità del futuro Ordine dei Minimi, denominata "Congregazione degli Eremiti di Fra Francesco di Paola", approvata dall'arcivescovo di Cosenza mons. Pirro Caracciolo con la costituzione "Decet Nos ex officio" del 30 novembre 1470 e confermata da Sisto IV con la Bolla "Sedes Apostolica" del 17 maggio 1474. Con l'aumentare dei seguaci, e per dare ospitalità ai numerosissimi fedeli che da ogni parte accorrono a Paola, viene ingrandito sempre più l'antico Romitorio. Poi, al primo ramo dell'Ordine dei Minimi, seguiranno quelli delle Religiose Minime e dei Terziari Minimi. Sotto la diretta assistenza del Cielo il Frate, fedele al Vangelo e religiosissimo imitatore di Gesù Cristo, compie tali e tanti miracoli da essere definito Dito e/o Mano di Dio: il 4 aprile 1464, nella piena luce del giorno, attraversa sul suo sdrucito mantello lo Stretto di Messina, resuscita i morti, moltiplica i pani, domina la natura ed i suoi elementi, guarisce indemoniati, lebbrosi e paralitici, ridà la vista ai ciechi. Ha inoltre il dono della profezia, della bilocazione, della lettura dei cuori, etc., etc.. Difensore dei poveri, dei deboli e degli oppressi, modello di virtù religiose e civili, riformatore della Chiesa, uomo della carità e della giustizia sociale, fautore della fratellanza e della tolleranza, i suoi insegnamenti (le future Regole e il Correttorio), soprattutto oggi molto attuali e necessari, sorpassano i secoli, i limiti e l'usura del tempo. La fama della sua santità e dei suoi miracoli valica la Calabria e le Alpi per diffondersi dal XV secolo in avanti in Europa e nelle Americhe (il primo Evangelizzatore del Nuovo Mondo scoperto da Cristoforo Colombo fu proprio un Minimo di San Francesco di Paola, lo spagnolo Padre Bernardo Boyl, il cui dipinto - opera di Federico Trias - si trova nella Galleria dei Catalani illustri di Barcellona). All'età di 67 anni l'Eremita si reca in Francia, in obbedienza al Papa, con il compito di guarire l'infermo Luigi XI. San Francesco prepara il re all'incontro con Dio. Infatti il sovrano non viene sanato nei suoi mali fisici ma in quelli spirituali e del cuore, vera sua roccaforte, e perciò, nel caso specifico, il vero obiettivo del portentoso Taumaturgo di Paola . Dopo una vita di santità strepitosa, colmo di meriti e di gloria, San Francesco di Paola, figura poliedrica, complessa e straordinaria che con la sua esistenza ha destato l’ammirazione del mondo, muore a Tours in Francia il 02 aprile 1507. La Chiesa istituisce dal 13 maggio 1512 regolari processi canonici sulle virtù del Santo che, con la Bolla “Illius qui sempre in Sanctis suis mirabilis est” del 07 luglio 1513, viene dichiarato Beato da Leone X. La festa liturgica viene fissata al 2 aprile, giorno del transito del Patriarca. In data 01 maggio 1519, Domenica in Albis, a soli dodici anni dalla morte, fatto mai avvenuto prima nella storia della Chiesa, Leone X con la Bolla “Excelsus Dominus” iscrive l’Eremita nell’albo dei Santi. I sovrani francesi, che molto hanno contribuito con le loro suppliche alla velocissima canonizzazione dell’Eremita, partecipano anche ai preparativi del relativo cerimoniale in San Pietro con somme vistose, splendidi doni (preziose tappezzerie ed argenti) e grandi quadri ovali di cartone (50) e tela (12) con l’immagine di San Francesco di Paola con le insegne del Papa, del re di Francia e con lo stemma Charitas. A perpetuo ricordo dell’avvenimento lo stesso monarca francese ordina che dell’evento venga coniata una medaglia commemorativa sulla quale, da una parte, viene incisa la sua immagine con tutta la famiglia reale e, dall’altra, quella di San Francesco di Paola con l’iscrizione “Regiae stirpis Propagatori”. Il 13 aprile 1562 gli Ugonotti, nel contesto delle guerre di religione, invadono la chiesa conventuale di Plessis, in località Montils, estraggono dalla tomba il corpo del Santo che trovano ancora intatto a 55 anni dalla morte (dono dell’incorruttibilità) e ne fanno scempio alla fede trascinandolo con una fune per la chiesa ed il chiostro. Lo bruciano quindi nella foresteria conventuale con il legno di una grande croce, così come San Francesco di Paola aveva predetto in vita. Solo su questo fuoco si consumano i resti mortali del Santo. Per l’Ordine dei Minimi questo grave oltraggio rappresenta il martirio postumo dell’Eremita. Alcuni devoti, confusi fra gli Ugonotti, riescono a sottrarre alle fiamme tredici frammenti delle sacre ossa del Paolano. Il 27 marzo 1943, col Breve “Quod Sanctorum Patronatus”, Pio XII proclama San Francesco di Paola “Celeste Patrono della Gente di Mare della Nazione Italiana”. Il 02 giugno 1962, col Breve “Lumen Calabriae”, Giovanni XXIII proclama San Francesco di Paola “Patrono Principale della Calabria”, con festa patronale che si tiene dal 02 al 04 maggio di ogni anno. Il 24 aprile 1990 San Francesco di Paola viene nominato “Ambasciatore Unicef per la difesa dei diritti dell’infanzia”. Inoltre San Francesco di Paola è il Protettore delle partorienti, il precursore della sicurezza sociale e del volontariato civile, il difensore dei diritti della persona, araldo di carità, profeta di conversione, predicatore di riconciliazione e di pace, vincitore del demonio e del peccato, ma soprattutto Apostolo del nostro tempo. Diceva il Santo ad un amico:”Se ci siamo incontrati e mi hai dimenticato non hai perso nulla; ma se incontri Gesù e lo dimentichi, hai perso tutto”. Cosa dire più di questo uomo e Santo che nella sua Charitas ed umiltà, dall’alto del suo immacolato spirito, ha sempre cercato la salvezza dei peccatori, la gloria ed il primato di Dio? Cosa dire ancora di colui che con la luce delle sue parole accendeva gli animi di quanti lo ascoltavano perché abbracciassero la virtù e seguissero la penitenza evangelica?. A tutti noi il dovere di celebrare il V Centenario della sua morte, amandolo e venerandolo nei modi che competono ad un Santo e ad un uomo così straordinario. Portiamone scolpita nella mente e nel cuore, più ancora che sul petto, la sua sacra immagine invocandolo fiduciosi e facendo tesoro dei suoi ammaestramenti per averlo in vita e in morte come compagno di viaggio, come amico carissimo e potente patrocinatore, la cui paterna benedizione ci sarà di conforto più di ogni altra umana approvazione. Perciò, il prossimo 02 aprile 2007, tutti a Paola in compagnia di San Francesco! * Le anzidette notizie, liberamente messe a nostra disposizione, sono state attinte dal libro “San Francesco di Paola Araldo di carità e di umiltà” di Roberto GENTILE. |