anno

2008

 

 

alpi

giulie

occidentali

 

 nel 2007, con nostro grande rammarico, non è stato possibile organizzare l’alta via con i miei amici, per ragioni di salute e di impegni lavorativi di quasi tutti. 

 finalmente nel 2008 siamo riusciti a fissare e ritrovarsi (in tre soli); dalla fine di agosto la data è slittata ai primi di settembre, poi rinviato ancora, infine dopo il 10 ... e la stagione autunnale troppo avanzata, infatti, ci ha fregato !

 quest’anno abbiamo scelto di andare in un gruppo nuovo per noi, le alpi giulie occidentali, catena montuosa di tutto rispetto, con il bastione del montasio e con il possente jof fuart ; inoltre, nessuno dei rifugi si trova al di sopra dei duemila metri, caratteristica che faceva al caso nostro.  "jof" vuol dire "giogo" in friulano, è il nome di entrambe le cime principali. 

 nel nostro programma, che non abbiamo potuto portare a termine, le due salite alle vette e almeno due sentieri attrezzati, il "leva" e il "goitan" fra i tanti.

 giovedì 11 settembre

  finalmente partenza, autostrada fino a carnia-tolmezzo, imboccata la val raccolana, arrivati a sella nevea (1150 m) e lasciata l’auto. con gli zaini in spalla, andiamo a pranzo al rifugio divisione julia, sulla strada, e prendiamo subito contatto con la realtà locale. 

 iniziamo a camminare sulla strada asfaltata che sale verso le malghe pecol, riposo al sole a quota millecinque con vista sulla catena del canin di fronte poi ultima mezz’ora per il rifugio di brazzà (1660 m).

 assistiamo dall’alto alla moderna transumanza, effettuata con i camion che portano via il bestiame dalle malghe. 

la  catena del  montasio  (vedi  ingrandimento)  

 

 una birra e una camminata senza zaini verso la forca di sieris; viste molte marmotte e qualche stambecco. alle 7,30 cena a lume di candela, il rifugio è piccolo e spartano e stasera siamo gli unici ospiti.  

dopo siamo fuori, in vista della valle, alla luce della luna, nel silenzio, e questa pace ci voleva proprio. andiamo a letto prestissimo.  

 avvicinamento alla forcella disteis

  

 

un tratto del sentiero "leva" 

 

 dove c’è la deviazione per il sentiero attrezzato “leva” (2450 m), ci fermiamo a rifocillarsi e a prendere una decisione: facciamo anche quello, quasi tutto in cengia con corda d’acciaio nuovissima; anche qui, viste femmine di stambecco.

 scendiamo alla forcella palone (2250 m) e da qui c’è una interminabile discesa, prima su ghiaione e poi su prato: d’altra parte, abbiamo fatto un dislivello di oltre mille metri  e ora è tutto da ridiscendere.  

 

 venerdì 

 alle 8 siamo pronti per partire e ci dirigiamo verso la forcella dei disteis (2200 m), ma dopo un’ora usciamo dal sentiero e camminiamo sul ghiaione per avvicinarsi a un branco di stambecchi, con adulti e piccoli, mai visti così tanti e così tranquilli in presenza dell’uomo. davanti a noi ci altre “cordate” di due-tre escursionisti, ma il branco non scappa. 

 

gli stambecchi sul ghiaione

 

 alle prime roccette ci mettiamo l’imbracatura, poi il sentiero è semplice, fino alla scala “agostino pipan” = cento gradini quasi verticali su roccia friabile e si arriva a forca verde (2580 m), in cresta con vista sulla scoscesa parete nord.   da qui è facile arrivare all’anticima e poi alla vetta del jof di montasio (2754 m - tempo tre ore) dove c’è la croce e una campana: foto di rito - il panorama è bellissimo - e discesa fino alla scala e oltre.

eccoci  in  vetta !

 verso le tre siamo tornati al rifugio di brazzà e ora ci vuole una birra! poi partiamo con calma per andare al rifugio corsi, c’è il sole e ci aspettano tre ore di cammino, facile anche se siamo un po’ stanchi.  

 però sulla salita verso il passo degli scalini (2005 m), si scatena un temporale, con pioggia "a catinelle" e forte vento. un branco di stambecchi si ripara in una grotta, la temperatura scende bruscamente e quando finalmente arriviamo al rifugio (1875 m), alle sette e mezzo, stiamo tremando letteralmente.  

 

 anche stasera al rifugio siamo gli unici ospiti, per fortuna hanno acceso il caminetto e noi abbiamo da fare asciugare tutto, ma proprio tutto! e consumiamo la carta di giornale per gli scarponi. dopo la cena ci tratteniamo a chiacchierare con la famiglia del gestore e andiamo in camerata un po’ più tardi. 

 sabato e domenica  

 il cielo è totalmente chiuso e le previsioni non sono ottimistiche; noi restiamo tutto il giorno indecisi se tentare ugualmente di andare sul jof fuart e sul sentiero “anita goitan”, fare una camminata breve nei dintorni, restare in rifugio oppure scendere a valle; però con la roccia bagnata è del tutto imprudente salire.  

 in effetti, piove tutta la giornata e alla fine decidiamo di rinunciare: andiamo a visitare tarvisio, poi padova e infine verso firenze, sempre sotto la pioggia, e con l’idea di tornare presto alle alpi giulie. 

le  cartine

 

l'altopiano  e  il  jof  del  montasio  

 

 

 

dal  montasio  al  rifugio  corsi  

  dal  corsi  alla  strada  

torna alla home page    torna a montagna    dimmi la tua  

aggiornato  ottobre  2008