Così scrive la mistica francese Madeleine Delbrel, che testimoniò Dio nella periferia più “rossa” di Parigi nell’ultimo dopoguerra:
"Per essere un buon
danzatore, con Te come con gli altri, non occorre sapere dove conduca la danza.
Basta seguire il passo, essere contento, essere leggero, e soprattutto non
essere rigido. Non occorre chiederti spiegazioni sui passi che ti piace
fare. Bisogna essere come il prolungamento, agile e vivo, di Te. E ricevere da
Te la trasmissione del ritmo dell’orchestra.
Bisogna non volere avanzare ad ogni costo, ma accettare di voltarsi indietro, di procedere di fianco. Bisogna sapersi fermare e saper scivolare anziché camminare. E questi sarebbero soltanto passi da stupidi se la musica non ne facesse un’armonia. Noi però dimentichiamo la musica del Tuo spirito, e facciamo della vita un esercizio di ginnastica; dimentichiamo che fra le Tue braccia la vita è danza e che la Tua santa volontà è di un’inconcepibile fantasia.
Se fossimo contenti di
Te, Signore, non potremmo resistere al bisogno di danza che dilaga nel mondo, e
arriveremmo a indovinare quale danza Ti piace farci danzare sposando i passi
della Tua Provvidenza".
Stupenda immagine di come può essere la nostra vita abbandonata nelle mani di Dio.