VIVIAMO UN
MISTERO D'AMORE
don Francesco

Mio padre ha pianto quando sono andato a salutarlo prima di partire. Mi rincresceva non passare a dargli un saluto e sono arrivato d'improvviso Era solo in casa.
Voleva darmi da mangiare, ma non sapeva come fare.
Ci siamo parlati brevemente; non ci diciamo mai molte parole.
Quando gli dissi "Allora ciao, fa' buon Natale", improvvise gli sono sbocciate le lacrime. E' un padre che sperava forse di passare questo Natale con il figlio e lo vede andare lontano.
Neppure questa piccola gioia di vedere il figlio a Natale, neppure quest'anno...
E mi diceva: "Va', non tardare, non pensarci..."
Come si può non pensare?
Il mistero del figlio che si dona è anche mistero di genitori che donano. Ho pensato al Padre che sta nei cieli e dona il Figlio nel mistero del Natale vicino.
C'è una grande differenza, è vero, ma perché Dio è infinitamente grande, non perché il dono dei genitori non sia una umana partecipazio­ne al grande mistero.
Ora mi pare che la visione interiore sia più chiara.
Possiamo insieme benedire il Signore per un mistero d'amore che viviamo e che appare di giorno in giorno più profondo, più grande, più sacro.
Cercare di capire Gesù che si fa uomo in un angolo del mondo, senza che la massa degli uomini se ne accorga. è la risposta di tanti uomini in movimento a questi atti d'amore; corrispondenza interiore con cuori lontani, incomunicabilità con cuori vicini.

Partenza per il Camerun  Natale 1978