In questa vigilia
di Natale sono vicino a voi, nel Signore, non potrei esserlo di più perché
sono qui col Signore Gesù e in Lui vi trovo tutti, a uno a uno, cerco di capire
ciascuno coi suoi propri sentimenti, sono in mezzo a voi, accanto a ciascuno di
voi…
Dall’inizio dell’avvento risuona l’invito di preparare la strada e poi di
affrettare i passi incontro a Colui che viene saltando come un cerbiatto e
correndo attraverso montagne e colline…
Penso a tutti voi che nei diversi impegni, nei diversi posti cercate di muovere
incontro a Cristo e sono contento. Sento la grande gioia di Cristo che ci corre
incontro e mi accorgo di essermi attardato in mezzo alle tante cose, alle
difficoltà, alle molteplici preoccupazioni. Tanto correre, tanto fare…
“Sii vicino, o
Dio onnipotente,
a chi ti aspetta con cuore sincero;
a chi si sente tanto fragile e povero
dona la forza e la ricchezza
della tua carità inesauribile.”
Poveri e fragili siamo. Il cuore, tuttavia è sempre sincero, anche negli sbagli e ha sempre cercato il Signore. Al cuore sincero, ma povero e fragile occorre la ricchezza e la forza dell’amore paziente, generoso, inesauribile del cuore di Gesù.
“Aiuta il tuo
popolo, o Dio di bontà infinita,
e donaci di arrivare con gioia
alla nascita gloriosa del Figlio tuo Unigenito.”
C’è già
qualcosa di più nell’arrivare con gioia, c’è l’avventura di un incontro
atteso e desiderato da noi, ma soprattutto preparato con la finezza di Dio.
C’è il senso di qualcosa di cui si ha bisogno e che ci soddisfa, c’è un
mistero di corrispondenza d’amore. Arrivare con gioia alla nascita: arrivare
al principio, a incominciare una strada, uno sviluppo, una crescita. E’ un
impegno grande che abbraccia tutta la piccola storia della nostra vita che è un
cammino di salvezza.
Lasciamoci almeno trovare dal Signore che ci cerca e lasciamoci portare se non
sappiamo camminare.
Contempliamo Gesù nel presepe: non ci può essere maggior povertà o maggior
umiltà. Stiamo attorno all’altare di Gesù: mistero di morte e di
risurrezione, di salvezza attraverso il dolore.
Andare a Gesù nel presepe significa cambiare qualcosa nella nostra vita perché
sia più somigliante alla Sua, perché sia più in armonia col vangelo (le
Beatitudini) e con le sofferenze di tutti i fratelli che fanno con noi il
cammino della salvezza.
Il Natale è un invito a camminare con Gesù con maggior decisione, con una più
chiara rettitudine, con una adesione più profonda, con un cuore più aperto e
disponibile. Desidero avervi tutti spiritualmente uniti perché sia più ricco
di grazia per tutti questo Natale.