L’Incarnazione del Verbo ci ha portato
Dio non solo vicino, ma dentro la nostra vita. Bisogna ripensare la storia
dell’umanità, della Chiesa, delle comunità e personali nella luce di questo
amore di Dio per noi, per ciascuno di noi e per tutti gli uomini, per tutte le
creature.
Comprendiamo perché devono tripudiare i cieli e deve esultare la terra e
preghiamo con più gioia coi salmi della lode come il 116, 148, 149, 150.
Più chiaro ed evidente ci apparirebbe il disegno di Dio di salvare tutti gli
uomini e capiremmo meglio la fiducia che Dio pone nell’uomo e perché vede che
tutto ciò che è stato creato, è buono.
Il cristiano comunica la gioia che non è leggero sentimento che passa, ma la
gioia che è certezza dell’amore di Dio per
tutte le creature.
Il Natale ci richiama a questa realtà d’amore che invade la vita e la fa
sempre bella in tutte le sue manifestazioni gioiose e dolorose.
è la gioia di scoprire e vedere
l’Emmanuele, il Dio con noi!
Gesù è
venuto a rivelarci l’Amore del
Padre per le sue creature e il Suo disegno di salvezza: questo il cristiano deve
dire al mondo e glielo deve far scoprire
attraverso la sua gioia.
La gioia, però, deve essere piena: gioia di cuore, di voce,
di danza, di occhi, di sorriso… di tutta la persona.
Le liturgie devono aiutarci ad esprimere la nostra gioia, la gioia di tutti,
tutti.
Il nostro camminare nel mondo deve essere come quello dei Magi e della loro
stella.
Le nostre case devono essere luogo della gioia di tutta la famiglia con le altre
famiglie. Dio ci ha creati per la festa ed è la nostra festa.
Nelle preghiere del Natale spesso si prega e si ringrazia il Signore perché
“ci colma di gioia”.
Quanto è bello questo sentirci “colmi di gioia”.
Natale
1998