Ricordo che poco dopo la festa del Natale
dello scorso anno, in una conversazione sul tempo che passa e sulle feste
celebrate, invitavo a riflettere sulla rapidità del tempo e dissi: domani è
Natale. Tutti risero e commentarono… Per me è stato proprio così e domani…
è Natale!
Oggi ho la grazia di sostare un poco davanti a Gesù e di prepararmi guardando
la mia vita all’altezza dei tanti anni!
Una lunga e complessa storia di slanci e di sbagli, di fede, di speranza,
d’amore. Quanto è duro parlare di sbagli! Non vorrei proprio… ma davanti a
Gesù non posso non accettare anche gli sbagli. Sto sentendo quanto siano parte
della mia vita anche tante persone che ho perso di vista, con cui ho avuto
contatti che potrebbero sembrare trascurabili: nulla è trascurabile né per me
né per gli altri e come sento viva questa comunione e condivisione! Mai come in
questo momento ho avvertito l’intimità e il valore del rapporto con gli
altri, talvolta gli altri sembrano in funzione di un progetto da realizzare, di
un servizio da ottenere, di un amore da esprimere, ma non è proprio così.
Nessuno è strumento per noi, né oggetto, né completamento; tutti sono
fratelli, figli di Dio che crescono con noi, che devono dare ciascuno a suo modo
lode a Dio.
In questa vigilia di Natale vorrei, innanzitutto, fissare bene queste due
disposizioni di vita: il rapporto profondo, intimo, personale con ogni persona
che in qualche modo è entrata nella mia vita, anche solo con un incontro e il
rispetto, la venerazione che ho cercato di avere per ciascuno (anche quando si
sentiva che imponevo un orientamento e piegavo a una particolare soluzione) e la
ricerca del bene di ciascuno in ogni cosa.
Dico qualcosa che è nel mio cuore e ciascuno con tutta libertà può rileggere
con me una storia che certamente, solo per grazia di Dio, è stata nonostante
gli sbagli una storia di fede, di speranza, di amore e di tante altre belle e
buone cose.
E a ciascuno voglio dire la mia venerazione. E ancora con ciascuno e con tutti
voglio benedire il Signore di tutti i suoi doni. Non c’è una storia che sia
uguale a un’altra: ognuno ha una sua storia ed è meravigliosa. Non c’è uno
che non viva nella pienezza dei doni di Dio e che non possa dire: Cristo è la
mia santità e mi guida fortemente e dolcemente attraverso il suo Spirito.
Natale 1981