Scuola Elementare "G.Marconi"
Circolo di Vezzano sul Crostolo
Reggio Emilia

   

 

VENERDI’  11 MAGGIO  2001     

incontro della classe quinta  con la  
PROF.  GIOVANNA PAROLI

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LA QUESTIONE DEGLI EBREI

Testimonianze per NON DIMENTICARE!

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Un po' di storia nella storia.

Il popolo ebraico fuggì da Gerusalemme nel 70 d.c., quando l’imperatore romano Tito, prese la città di Gerusalemme. Allora, una parte di questi ebrei che abitavano là, fu presa prigioniera e portata a Roma (circa 5000 ebrei) per ornare il trionfo dell’imperatore romano. ( Gli imperatori romani, una volta che vincevano una guerra nella terra dove avevano vinto, prelevavano delle persone e se le portavano come schiavi a Roma, poi facevano un grande corteo di festeggiamenti per la vittoria ottenuta con tutto il corteo degli schiavi.)

Quindi, una parte degli ebrei fu portata a Roma che poi in seguito fu liberata perché a Roma c’era una comunità ebraica che pagò per ogni ebreo una certa somma e l’ebreo tornava libero così a Roma si formò una comunità di ebrei piuttosto grossa.

Gli altri ebrei fuggirono e fu così che si dispersero un po’ in tutto il mondo: questa dispersione di ebrei in tutto il mondo  si chiama DIASPORA. Gli ebrei, però, quelli che andarono in Spagna, in Italia, in Germania, in Polonia, un po’ in tutta l’Europa, rimasero una comunità molto unita: avevano la loro lingua, la loro religione con i suoi riti e il popolo dove queste piccole comunità andavano ad abitare, non sempre le vedeva di buon occhi così che loro si rinchiusero sempre di più in loro stesse.

 

Poi ci furono delle persecuzione nei secoli. Un po’ perché avevano accusato gli ebrei di avere ucciso Gesù Cristo. Ma chi lo aveva fatto era già morto tanto tempo prima e quindi, che colpa potevano avere i figli, i nipoti ecc… non avevano nessuna colpa.  Gli ebrei che nacquero dopo non avevano nessuna colpa. Poi erano obbligati a fare solo pochissimi mestieri, uno dei quali era raccogliere stracci ( a quell’epoca, nel Medioevo e anche nei secoli dopo, si faceva molto conto di tutto, quindi, anche raccogliere gli stracci era una cosa importante)che venivano rivenduti e in questo modo potevano farsi un po’ di ricchezza. L’altro mestiere che facevano gli ebrei era quello di dare in prestito il denaro. Allora non c’erano le banche, lo facevano gli ebrei.
Così molti di essi si arricchirono e rimasero sempre un pochettino isolati.

 

GLI EBREI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Facciamo un grande salto e arriviamo un po’ prima della Seconda  Guerra Mondiale. Quindi, dal 1932/33, quando Hitler è salito al potere in Germania, la prima cosa che cominciò a fare fu quella di perseguitare gli ebrei. Prima cominciò col togliere loro i beni, poi proibì ai ragazzi di andare a scuola, alle persone adulte di svolgere il loro lavoro. Siamo nel 1900 e gli ebrei potevano fare qualsiasi mestiere e quindi c’erano ebrei che avevano posizioni di prestigio: direttori di banca, grandi ingegneri …. E allora dovettero lasciare i loro mestieri; lasciare il lavoro significa non avere più lo stipendio e la famiglia trovarsi in difficoltà. Quindi la persecuzione cominciava già in questo modo.

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Quando scoppia la guerra, Hitler dette l’ordine di raccogliere gli ebrei in luoghi chiusi: i GHETTI. Poi li fece prelevare dai ghetti in tutta L’Europa che lui aveva conquistato: nel 1940 aveva già invaso Francia, Belgio, Olanda; nel 1941 si spostò verso la Russia, la Romania , la Cecoslovacchia, l’Ungheria e la Romania. L’Inghilterra non si arrese.

Gli ebrei che erano in questi paesi occupati, vennero prelevati e portati nei campi di concentramento: Hitler portò tutti: uomini, donne, anziani, bambini sani e malati. Quando arrivavano nei campi di concentramento c’era la SELEZIONE: quelli malati erano mandati nei forni crematori e nelle camere a gas. I bimbi erano strappati ai genitori. E’ stata una delle carneficine più orrende che si siano mai verificate: 6.000.000 milioni di ebrei uccisi. Pensate che oggi in tutto il mondo ce ne sono 13.000.000; in Italia sono solo 37.0000, ma è la comunità ebraica con le tradizioni più antiche.

2.000.000 sono in ISRAELE che è il loro stato creato dopo la seconda guerra mondiale prendendo le terre ai palestinesi, da cui una guerra continua per confini, sicurezza. Ancora oggi non è una questione risolta.

Io vi voglio parlare dei bambini perché li sentite più vicini a voi.

I bambini venivano portati in gran parte in Cecoslovacchia vicino a Praga.

 

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Vicino a Praga, appunto, vi è una città che si chiama TEREZIN.

Terezin era una cittadina completamente circondata dalle mura, fatta costruire nel 1870 dall’Imperatore Francesco Giuseppe dedicandola alla madre Maria Teresa, da cui appunto il nome.

Hitler fece trasferire tutti gli abitanti e nelle case ci mise i bambini presi dai vari paesi e strappati dai loro genitori.

Una volta la mese, ogni due mesi, si riformava un carro bestiame ferroviario, caricava i bambini per portarli ad Auschwitz in Polonia per ammazzarli.

Auschwitz  è stato il campo di concentramento più terribile, pieno di forni crematori.

15.000 bambini al di sotto dei 14 anni.

 

In questa cittadina, erano portati anche degli adulti ebrei che non erano né mamme né papà dei bambini, che avevano il compito di badare ai bambini rinchiusi.

Queste brave persone fecero in modo di rendere la vita terribile di questi “poveri” bambini un pochino più serena: li riunivano un pochino, li facevano disegnare, con quel poco che avevano perché non avevano i quaderni, e li facevano un po’ scrivere, perché avevano capito che l’attività della scuola, che a voi sembra così boriosa, era loro un po’ d’aiuto.

Pensate se voi non poteste venire a scuola, se foste in situazioni tragiche così, come sognereste i giorni in cui la mamma vi faceva le solite raccomandazioni, se foste come quei bambini, strappati alla famiglia,ai loro amici, alle loro case, alle loro abitudini, senza più i  loro vestiti, sdraiati a dormire per terra, in mezzo alle cimici, alle schifezze, come sognereste i giorni di scuola!

Allora, queste brave persone cercavano in tutti i modi di tenere occupati i bambini e li fecero disegnare e poi dicevano loro di scrivere quello che pensavano così, in quel momento lì si dimenticavano di essere lì. Poi si sentivano i passi pesanti del soldato tedesco che arrivava a controllare e il maestro metteva tutto via perché se sapevano che questi bambini potevano avere un po’ di gioia in questi momenti, neanche quello era permesso.

Verso il 1944 quando si cominciò a capire che la Germania sarebbe crollata, gli ultimi adulti che rimasero a Terezin, raccolsero i disegni che tenevano nascosti e li murarono nelle pareti, così poterono essere ritrovati.

Di quei 15.000 bambini che in 3 o 4 anni arrivarono a Terezin, circa 100 si salvarono.

Qualcuno riuscì a nascondersi, qualcuno fu mandato a lavorare e
con un po’ di fortuna, quando arrivarono i Russi e gli Anglo-americani, liberarono
anche la città di Terezin.

Alcuni di questi bambini dissero dove erano nascosti i disegni. Molti disegni sono stati salvati e adesso sono nel museo di Praga e la gente li va a vedere con commozione perché sono il testamento di quei bambini passati da Terezin.

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A TEREZIN

Appena qualcuno arriva qui

Ogni cosa sembra strana.

Come, devo coricarmi per terra?

No, io non mangerò quella sudicia patata nera.

E questa sarà la mia casa? Dio come è lurida!

Il pavimento è solo fango e sporcizia

E io qui, dovrei distendermi?

Come farò a non sporcarmi?

C’è sempre un gran movimento quaggiù

E tante mosche:

le mosche non portano le malattie?

Ecco qualcosa mi ha punto: una cimice forse.

Come è orribile Terezin!

Chissà quando ritorneremo a casa!

1943 “Teddy” dati anagrafici non accertati 

 

ESTRATTO DA UN TESTO IN PROSA DI UN RAGAZZO DI 15 ANNI PETER FISCHL NATO IL 9/9/1929 E MORTO AD AUSCHWITZ NEL 1944

 

….Siamo abituati

a piantarci in lunghe file alle sette del mattino,

a mezzogiorno, alle sette di sera, con la gavetta in pugno,

per un po’ di acqua tiepida

dal sapore di sale o di caffè

o, se va bene, per qualche patata.

Ci siamo abituati a dormire senza letto,

a salutare ogni uniforme scendendo dal marciapiede e risalendo poi sul marciapiede….

Ci siamo abituati agli schiaffi senza motivo…

Ci siamo abituati

All’arrivo periodico di un migliaio di infelici

E alla corrispondente partenza

Di un altro migliaio di esseri ancora più infelici…….

Dopo aver osservato attentamente i disegni di questi bambini raccolti nel libro
Terezin” abbiamo notato che dai loro disegni emerge molta tristezza, stati d’animo cupi, tristi e angosciati. Usano colori scuri, che esprimono lo stato d’animo. Disegnano bambini divorati dai mostri( tedeschi) le case sono tutte con le porte chiuse, disegnano scheletri, stanze senza finestre.

 

Significativa questa immagine.

La freccia che si distingue nel disegno, è rivolta verso est perché i treni che partivano, partivano sempre in quella direzione perché andavano ad Auschwitz e non tornavano più!

Sia la macchina che il bimbo a piedi sono rivolti nell’altra direzione, verso la libertà.

  Dalle poesie lette e dai disegni si nota la voglia di rivedere la loro casa, emerge una grossa nostalgia sverso la loro abitazione. Si legge in questa poesia:

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E per finire un canto di speranza:

Vorrei andare sola

Dove c’è altra gente migliore

In qualche posto sconosciuto

Dove nessuno più uccide

Ma forse ci saremo in tanti

Verso questo sogno

In 1000 forse

-          e perché non subito?

Alena Synkova nata il 29/04/1926

LIBERATA

 

Altre Testimonianze per NON DIMENTICARE!

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Disegno fatto con fili cuciti su foglio di recupero. Doris Weisevova n.1932 morta nel '44 ad Auschwitz
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Natale a Terezin

Hana Neufeldova n. 1/03/1933

Morta il 23 ottobre 1944 ad Auschwitz.

 

Doris Zdekauevova nata il 15/07/1932

Morta il 16/10/1944 ad Auschwitz

Questo disegno rappresenta la bambina che sta per essere mangiata dal mostro

(i tedeschi)