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Il documento della Margherita per il gruppo unico in
Europa...
12-14-Marzo-03
Delegati di
Collegio: Elena Ringhini, Stefano Mutti, Ambrogio Florioli.
Vedi le nostre
foto...
MARGHERITA: RUTELLI
PRESIDENTE E' STATO ELETTO ALL'UNANIMITA'
14-03-2004
RIMINI - "Il terrorismo sarà battuto con la democrazia". Così
Francesco Rutelli nel discorso con cui ha chiuso a Rimini il
congresso della Margherita che lo ha eletto per acclamazione
presidente del partito. Il voto è avvenuto per alzata di mano, e
l'assemblea si è espressa all'unanimità e senza astensioni.
Rutelli era il candidato unico alla presidenza. La platea dei
1.700 delegati diellini ha accolto l'elezione con un lungo
applauso, che si è poi trasformato in una standing ovation.
Il congresso ha anche approvato, con due soli astenuti, la lista
bloccata di 99 delegati che faranno parte dell'assemblea
federale. Di questi 99, 26 sono donne, come chiesto dalle
delegate e da Rosi Bindi nei giorni scorsi. L'ultima limatura
dell'accordo che ha portato all'elezione di Rutelli e alla lista
bloccata è stata fatta ieri sera durante una breve riunione
dell'ufficio di presidenza convocato alle 23.
Alla situazione internazionale, come detto, Rutelli ha dedicato
l'apertura della replica. "Batteremo il terrorismo con la forza
della democrazia, siamo per la libertà senza se e senza ma", ha
detto il presidente della Margherita, riferendosi al terrorismo,
ma anche alle condizioni di detenzione nella baia di Guantanamo.
"La libertà - ha spiegato dal palco - è costretta dagli assalti
del terrorismo, ma il rispetto dei diritti umani non lo
abbandoneremo mai, e questo vale anche per i prigionieri
britannici di Guantanamo di cui abbiamo letto cose terribili".
Poi, la crisi economica del Paese e i rapporti interni tra i
partiti uniti alle Europee nella alla lista Prodi. Sulla prima
questione Rutelli si dice convinto che con il nuovo presidente "Confindustria
possa svolgere un ruolo nazionale, possa contribuire alla lotta
contro il declino del Paese e si possa sottrarre al rischio di
essere un elemento di parte e con un collateralismo verso un
partito, verso il capo di un partito". Sulla seconda,
l'obiettivo del leader diellino resta il gruppo unico a
Strasburgo: "Non ci rassegniamo al fatto che siamo uniti in una
lista per le elezioni, uniti per affrontare la sfida per
cambiare il paese e il giorno dopo le elezioni siamo divisi nel
Parlamento Europeo".
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L’intervento a Rimini
PRODI: CHIAMATI A COSTRUIRE UN’EUROPA DI PACE
13-03-2004
“L’11 marzo è stato il giorno del dolore della Spagna e di tutta Europa, ma
anche il giorno in cui si percepisce un comune destino, come se fossero
morti i nostri ragazzi di Nassirya, dei nostri concittadini: da questa
ferita immensa siamo chiamati a trarre forza per costruire il futuro degno
della gente semplice uccisa a Madrid, di quella gente che nel suo cuore ha
desiderato un’Europa di pace”: è il messaggio lanciato da Romano Prodi in un
suo breve intervento dal palco del congresso della Margherita di Rimini.
Prodi comincia annunciando di voler fare una riflessione sugli avvenimenti
di questi giorni: “Sappiamo che il terrorismo internazionale vuole seminare
la paura, farci diventare prigionieri della paura, perché così non siamo più
noi. La paura che genera non la giustizia, ma la vendetta che sceglie la
guerra come risposta di sicurezza. Questo è quello che i terroristi
vogliono, ma noi non ci faremo catturare da questa logica omicida e suicida.
Se entriamo nel baratro della paura, diventiamo prigionieri del terrore e di
chi ne tira le fila. Il pericolo è diventare dei burattini in mano a
burattinai”.
Secondo Prodi, “per sconfiggere la paura c’è solo la politica e la
democrazia, non c’è altro. E oggi per noi la politica è fare l’Europa fino
in fondo con la sua costituzione che ci dà sicurezza e le sue istituzioni
che ci danno anche la capacità di guardare lontano e di assumere il dolore
di tutte le vittime”.
“Il terrore - afferma Prodi - vuole impedire all’Europa di essere quel
soggetto di pace che noi tutti insieme stiamo costruendo. E faremo in modo
che essi non ci impediranno questo grande sforzo. Non vinceranno e noi
vincendo non ci faremo attrarre dal gorgo dell’odio. La manifestazione che
abbiamo visto ieri - conclude Prodi - è stato anche il segno dell’affetto
dato al popolo spagnolo che si è sentito contornato da popoli amici. È il
segno che il popolo europeo non si fa catturare dalla paura, non cerca la
vendetta, ma esprime il suo sdegno con la protesta civile”.
Dopo aver pronunciato il suo intervento, Prodi ha lasciato l’auditorium del
Palacongressi, ha salutato sul palco Rutelli, mentre da tutta la sala in
piedi si levava un forte applauso e gli altoparlanti diffondevano le note
della “Canzone popolare” di Ivano Fossati.
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