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Bozza: Documento di discussione del Collegio 27 per il Congresso
Provinciale
Costruire il futuro della Margherita
3-7-03
Contributo del Circolo di Montichiari
Il collegio 27, è
vastissimo. Esso corre da Tremosine, lungo
tutta la riviera occidentale del Lago di Garda, toccando Toscolano, Limone,
Salò, Desenzano, fino a Sirmione ed entrando nella Val Tenesi con Polpenazze
fino all’entroterra della bassa con Calcinato, Lonato, Montichiari e
Carpenedolo. Il suo territorio può essere diviso in aree, i cui interessi
preminenti spaziano dal turismo all’agricoltura intensiva e all’industria.
Il Collegio è considerato un collegio di
Centro Destra (Paroli di
FI vinse nel 2001 con il 56% delle preferenze contro Bortolotti Ulivo 35% e
con un 5% della lista DiPietro). Tuttavia, con le vittorie del
Centrosinistra a Lonato e più recentemente a Desenzano, potrebbe, se ben
giocato, divenire presto un collegio appetibile anche per il Centro
Sinistra. In questo senso diverranno strategiche in particolare le realtà di
Salò e di Montichiari (dove il centrosinistra appare più
debole).
Situazione politica
Anche il collegio, con le
ultime politiche prima e con le recenti elezioni amministrative, sembra aver
compiuto un passo in avanti verso la democrazia bipolare. Ciò è
confermato sia dalla chiara tendenza dell’elettorato alla polarizzazione
(dimostrato in tutte le recenti amministrative), sia dal fallimento di
alcune esperienze civiche che sembravano volersi far spazio fra i due poli
(citiamo Toscolano Maderno dove una lista di scontenti di FI –Forza
Toscolano – tentando una terza via ha avuto percentuali bassissime (5%
contro il 59 della cdl e 32 del csx)).
Cosicché anche da noi il
cammino verso il bipolarismo appare irreversibile. Un altro dato importante
in questo senso è dato dalla “cultura dell’alternanza” che si sta via via
diffondendo: strati sempre più importanti della popolazione, oggi, non si
sentono più legati ad un’area politica ma si sentono liberi di scegliere in
base alle persone ed ai programmi che gli schieramenti politici propongono,
richiedendo comunque chiarezza di valori e di riferimenti.
Ad un’anno dalla nascita
Ora si tratta di verificare quanto fin ora compiuto
consapevoli che stiamo ancora nella fase attuativa di un processo
costitutivo importante per il nostro futuro
Ecco alcune cose positive che registriamo:
- tante iniziative pubbliche che si fanno come
Margherita;
- una buona presenza sul territorio.
- Il coinvolgimento di persone nuove (molte delle
quali tra i 30 e 40 anni) in ambito politico e amministrativo;
- Un ritrovato entusiasmo e bisogno di partecipazione
Se guardiamo alle cose negative negative:
- chi non ha voglia di rimettersi in discussione e di
impegnarsi in un percorso nuovo.
- chi partecipa solo quando c’è da decidere;
- chi pensa alla Margherita in modo vecchio, alla
“conta” e non alla sostanza……
- una rassegnata indifferenza o un qualunquismo
diffidente verso la politica…
- ancora una certa diffidenza dei partiti
I Circoli dentro questa fase hanno un ruolo essenziale,
devono proporre, devono essere motore di una rinascita democratica, luoghi
di confronto con la società civile. Vanno cercati canali e forme nuove di
comunicazione.
Democrazia è Libertà, la
Margherita è un partito. Quindi non movimento e non rete di comitati
elettorali. Un partito aperto e nuovo che apre la propria struttura a tutti
i cittadini, per avvicinarli alle istituzioni di ogni livello e per
collegarli su tutto il territorio Nazionale, ma un partito che porta anche i
suoi vertici, coloro che vivono nelle istituzioni a contatto con la base,
con la periferia, con la società civile, e che non ha paura di confrontarsi,
di intervenire e di proporre, anche in modo leggero, un po’ movimentista,
per diffondere quei valori che noi crediamo importanti per la società
futura.
La margherita nuovo Partito
Essere un nuovo partito non
vuol dire avere solo un nome “nuovo” e un’immagine aggiornata, ma impegnarsi
a rinnovare con coraggio innanzi tutto gli ideali, i progetti, i
programmi, le strutture della partecipazione e della rappresentanza popolare
e la stessa classe dirigente. Per creare un soggetto politico
veramente nuovo è necessaria dunque, l’elaborazione di un progetto chiaro
e comprensibile, fondato su ideali forti e condivisi dalle realtà,
provenienti anche da tradizioni diverse, che lo compongono.
Il secondo punto essenziale
affinché La Margherita possa essere un soggetto politico nuovo e destinato a
durare nel tempo, è che esso riconosca (non solo a parole) un ruolo
attivo alla società civile, creando una struttura leggera e una
organizzazione flessibile e confederata. L’apporto della società civile,
infatti, dev’essere effettivo nella sua creatività; non va ricercato in modo
strumentale (cioè solo in funzione del rafforzamento del partito). Anche
perché il ricambio necessario della classe dirigente dovrà venire dalla
base, contando sulle sensibilità ed energie nuove che emergono dal
territorio. La società civile va coinvolta e stimolata, ad essa va fatto
capire che esistono canali di collegamento tra società ed istituzioni.
Infine un terzo punto per un soggetto politico nuovo, è il progetto di
società che esso propone. è questo l’elemento qualificante e viene prima
degli altri, anche perché il progetto di società, da un lato si
ispira ai valori che lo specificano, e dall’altro ispira, a sua volta, il
programma delle cose da fare.
La struttura della Margherita.
La margherita è un partito
unito, federale, partecipato, aperto. Le definizioni sono direttamente
deducibili dal nostro Statuto. E’ partito unito, non federativo; unico e
unito. I partiti che vi sono confluiti infatti hanno dato vita ad un
soggetto politico nuovo che, senza tradire le diverse aspettative dei
partiti originari, sceglieva di guardare al futuro reinterpretando in un
partito nuovo le attese e le aspettative di una società moderna.
Partito federale
Uno dei tratti di modernità del nostro essere partito è la
scelta federalista. Partito federale vuol dire che ogni regione si
costruisce il modello di partito che ritiene più rispondente alla propria
conformazione geo-politica. Noi praticamente stiamo costruendo una rete.
Oggiquesto vuol dire che non esistono più compiti di supplenza. Se c’è un
problema a Brescia non lo può risolvere Roma. I problemi vanno risolti nel
territorio e sono le scelte delle regioni a determinare la linea politica
nazionale, non viceversa; (almeno così dovrebbe essere!) Ognuno deve
svolgere un compito unico, originale. Con questa impegnativa scelta ognuno
deve farsi carico non solo della soluzione del suo problema, ma deve
assumere la responsabilità del tutto: Federalismo non è solo la sommatoria
di interessi locali, ma la capacità di capire l’interesse generale, la
sintesi e la collaborazione nella ricerca del bene comune. I nostri iscritti
devono essere la nostra carta vincente: noi dobbiamo avere il coraggio di
fare l’esatto contrario di ciò che fa Berlusconi. Lui in campagna elettorale
fa scomparire le facce dei candidati e nei momenti cruciali tutti si devono
tirare indietro perché solo lui deve avere un rapporto diretto con gli
elettori. Ecco, questa è una organizzazione centralistica personalistica e
mediatica della politica: il capo sono io, gli altri mi servono e diventano
funzionali alla realizzazione di un progetto personale. Per noi invece le
facce contano: i nostri parlamentari, tutti i nostri eletti, i nostri
dirigenti, devono essere sempre più espressione di una classe dirigente
solida, che sa fare politica, sa pensare alla politica; fortemente ancorata
al territorio e nel territorio e noi, anche su questo, lanciamo la nostra
sfida alla destra.
Un partito
“partecipato”.
I Circoli sono stati pensati proprio per favorire la
partecipazione. Tanto che, dei circoli possono far parte anche aderenti non
iscritti. Con i circoli intendiamo avere, il più possibile un rapporto
diretto con il nostro elettorato. Il loro scopo principale è quello di
innovare la politica, coinvolgere le persone, perché in molti concorrano a
realizzare il nostro progetto politico. I circoli dovranno lavorare
ostinatamente per diventare sempre più luoghi aperti di dibattito reale;
luoghi di ascolto e di confronto; luoghi dove sperimentare la nostra voglia
di cambiare la politica con la politica.
Un partito “aperto”.
Partecipare ai Circoli non
richiede nemmeno l’iscrizione… Ma Partito aperto significa molto di più:
significa essere aperti alla società civile, provocandone magari la
discussione ed il dibattito, capire e confrontarsi con le ansie e i bisogni
dei cittadini, capire le necessità le veloci trasformazioni della realtà in
cui viviamo ed essere aperti a tutte le realtà che ci circondano. Significa
accettare le sfide difficili del nostro tempo con capacità di sintesi, ma
anche con capacità di progetto e di confronto. Essere aperti significa
provocare, coinvolgere, ascoltare portare i cittadini a divenire
protagonisti della politica.
La Margherita e L’Ulivo
Noi vogliamo affermare una
concezione della democrazia governante, che affida direttamente ai cittadini
la scelta di chi e su quale linea deve governare; e siamo contro la
tentazione di una “democrazia intermittente”, che immagina i cittadini
coinvolti nelle scelte politiche solo nel giorno del voto o, peggio, di una
democrazia plebiscitaria, quella del “populismo elettronico” che si rivolge
ai cittadini come atomi, come individui. Per questo vogliamo dare ai
cittadini risposte in termini di governo e di coalizione. In questo senso la
Margherita non deve concentrarsi sulla domanda di chi rappresentiamo ma di
quale modello di governo e quale progetto politico proponiamo ai cittadini;
questa è la domanda che deve guidare la nostra riflessione, la nostra
azione, il nostro confronto.
In una democrazia maggioritaria la coalizione è fondamentale: è infatti la
coalizione che è promotrice di un programma di governo. Ed è per questo che
noi diciamo che il nostro è un Partito per l’Ulivo. Oggi i cittadini
vogliono le risposte in termini di governo. Le risposte impostate sulla
rappresentanza, porterebbero inevitabilmente ad una ripartizione dei compiti
all’interno della coalizione, indebolendola e facendola percepire, col
tempo, magari percorsa dalle divisioni; divisioni che in una logica di
rappresentanza si potrebbero formare quando la difesa dei legittimi
interessi rappresentati finisse in contrasto tra gli stessi. Siamo quindi
per unire la coalizione, renderla quindi più forte con le persone, i
programmi e i progetti che sono nostri e che discendono da quei valori che
caratterizzano le nostre nobili tradizioni politiche.
Il programma della Margherita
Il programma della
Margherita è solidale e popolare; crede nella partecipazione attiva,
si fonda sul personalismo, sulla solidarietà comunitaria e
sulla responsabilità sussidiaria: si fonda cioè sul pieno rispetto
delle libertà e dei diritti personali, del pluralismo e delle legittime
differenze, delle esigenze di solidarietà verso le fasce più deboli della
società. Per esso, la modernizzazione del Paese non si deve fare
smantellando lo Stato sociale, ma riformandolo; i conflitti si elimineranno
non ricorrendo al decisionismo, ma coinvolgendo responsabilmente i corpi
intermedi e tutti i cittadini nel pieno rispetto delle regole democratiche.
Questo è stato scritto un anno fa nel nostro Statuto.
Il programma del Centro
Destra
Occorre dire quindi che
siamo alternativi sia sul programma che sui valori al progetto
conservatore del centro-destra, fondato sulla cultura politica
neoliberista. Questa riconosce come regola fondamentale il mercato,
ritiene fisiologici gli squilibri e le disuguaglianze sociali, e ha
una concezione dello sviluppo che fa passare in secondo piano l’occupazione
e la crescita delle aree meno favorite, considerandole più conseguenze da
sopportare che opportunità di espansione economica.
Infatti, il neoliberismo
identifica lo sviluppo con la pura crescita economica, la libertà con
l’individualismo, il bene comune con la somma dei beni dei singoli.
Ritiene tra loro inconciliabili efficienza e solidarietà, libertà d’impresa
e controllo sociale, globalizzazione e democrazia popolare. Favorisce perciò
gli interessi imprenditoriali, i poteri forti, i monopòli e le corporazioni
nella convinzione (già smentita dalla storia) che se i ricchi saranno più
ricchi anche i poveri staranno meglio. Secondo queste premesse, nel modello
conservatore, il ruolo dello Stato va drasticamente ridimensionato,
l’esecutivo va rafforzato nei confronti del Parlamento, il ricorso diretto
al popolo viene prima delle regole e delle istituzioni della democrazia
rappresentativa, con il rischio non ipotetico di paternalismo, di populismo
e di deriva plebiscitaria.
Conclusione
Pertanto, il nostro vero
banco di prova, sarà il confronto sulle soluzioni concrete da
adottare a proposito dei problemi più gravi che oggi scuotono i
fondamenti stessi della convivenza civile.
Pensiamo alla riforma
organica della scuola, al cui interno risolvere equamente la vexata
quaestio della parità scolastica. Pensiamo ai problemi della giustizia,
della certezza del diritto, dell’ informazione, della legalità e della
sicurezza dei cittadini, a come dosare la doverosa repressione dei reati con
la prevenzione del disagio sociale. Pensiamo ai problemi della costruzione
dell’Europa e della pace nel mondo, strettamente connessi con lo sviluppo
dei popoli poveri e con la regolamentazione e la integrazione dei flussi
migratori, tenendone in conto l’aspetto sociale e umano prima ancora che
quello economico. Pensiamo alla Famiglia, ai diritti della bioetica che non
possono sottostare al mercato, alla salvaguardia dell’ambiente e della
qualità della vita, alla realizzazione di un società del lavoro,
dell’impresa e della partecipazione. La nostra sarà dunque una sfida
politica ma anche culturale.
Abbiamo il dovere di non
smarrire il senso di una battaglia politica che richiede non solo di
sapersi opporre a scelte sbagliate di questa destra, di cui giorno per
giorno, ad ogni livello, stiamo imparando a conoscere le improvvisazioni, le
incertezze, i pressappochismi.
Noi dobbiamo aver presente
che la sfida è più alta e radicale: impedire l'affermarsi di una idea di
Italia che, sotto lo schermo di una deriva populista e di una immagine
luccicante e plasticata delle questioni italiane, realizza in effetti una
società basata sul conflitto, sulla tutela dei più forti a danno dei deboli
e dei più poveri, una politica che in altri tempi avremmo definita
classista, una politica distante dai contenuti, principi ed ideali della
nostra carta costituzionale, una politica che si nega alla sfida della
modernità.
Cos'ha in comune questa idea
d'Italia basata sulla paura, sul rancore, sulle divisioni aspre, sulla
grettezza sociale, sulla tolleranza per l'illegalità, con quell' ambizione
sturziana di una iniziativa politica che voleva rivolgersi (così l'appello
ai liberi e forti del 1919) a "tutti gli uomini moralmente liberi e
socialmente evoluti, a quanti nell'amore di patria sanno congiungere il
giusto senso dei diritti e degli interessi nazionali con un sano
internazionalismo, a quanti apprezzano le virtù morali del nostro popolo".
Quali atti, parole, comportamenti di queste destre fanno vedere questa idea
esigente di una etica pubblica, questa visione degli interessi nazionali
legata ad un generoso e lungimirante internazionalismo, questa politica
fatta da uomini e donne socialmente evoluti con il senso dei giusti diritti?
Quella modernità consapevole che ci ricordava Moro in un altro passaggio
difficile nella vita del cattolicesimo popolare: "Noi non vogliamo essere
gli uomini del passato, ma quelli dell'avvenire. Il domani non appartiene ai
conservatori, è degli innovatori attenti, seri, senza retorica. Noi siamo
diversi, noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un
mondo ormai superato" Dobbiamo essere convinti che la nostra scelta
riformista è vincente: come in tutti i processi vitali, rinnovarsi è la
condizione per crescere. Chi invece rimane fermo, non solo si atrofizza, ma
rischia di morire.
IN SINTESI al coordinamento provinciale si chiede
nel METODO di:
Ø
RADICARE LA MARGHERITA SUL TERRITORIO,
o
aiutando e sostenendo quegli amici e quelle zone che ancora
non hanno fatto nascere i circoli
o
stabilendo con i Circoli un rapporto non verticistico ma di
orientamento e sostegno nelle scelte che li coinvolgono ( anche
amministrative)
o
creare con i Circoli una rete che li coinvolga nelle decisioni
che riguardano i collegi, la provincia, secondo un metodo che faccia
prevalere la flessibilità e la decisionalità diffusa e partecipata del
maggior numero di persone e di realtà civiche, culturali, imprenditoriali
Ø
INDIVIDUARE ORIENTAMENTI, NON DIRETTIVE, sulle alleanze
amministrative da stipulare nelle prossime tornate amministrative cercando
di
o
Coniugare il PERSONALISMO/INDIVIDUALISMO a cui spinge il
maggioritario nelle elezioni dei sindaci, presidenti di provincia e di
regione, con l’esigenza di COMUNITARISMO che viene dalla società civile, nel
senso di coinvolgimento nelle scelte , con l’esigenza di RADICAMENTO DEL
PARTITO MARGHERITA attraverso l’attività dal basso e la rappresentatività
che deriva dal coniugare rappresentanza amministrativa con appartenenza al
nostro partito.
Ø
AVERE LA VISIONE DI UN PARTITO NON MONOLITICO, MA COME
RISULTATO DI UNA RETE DI CIRCOLI che possa fare sintesi tra i bisogni,
le istanze, le aspettative della società e dei singoli, coniugando l’OGGI,
con un FUTURO che va ipotizzato e progettato, per quanto possibile, che va
GOVERNATO con coerenza tra i VALORI che guidano la Margherita, le RISORSE
disponibili e il massimo impegno di COLORO che nel partito o
nell’amministrazione decidono, come dice Martinazzoli, ( nel libro Mosè, la
legge e la libertà) di prendersi la responsabilità di farsi carico delle
responsabilità.
IN SINTESI al coordinamento provinciale si chiede
nel MERITO di:
Ø
ACCENTUARE LE DIFFERENZE TRA IL CENTRO DESTRA E IL CENTRO
SINISTRA in tema di:
o
DIRITTI
§
diritti alla salute
§
diritto al successo scolastico ( che è ben di più del diritto
allo studio o dell’obbligo scolastico)
§
diritto alla casa
§
diritto al lavoro ( spingere perché lo stato sociale si faccia
carico di pensare agli ammortizzatori sociali che diano sicurezza di vita e
di futuro alle persone che lavorano in un mercato che richiede il massimo di
flessibilità
§
diritto alla vita e quindi anche alla maternità che oggi
diventa una discriminante nella garanzia del lavoro, forse, togliendo
all’impresa l’onera della maternità, onere di cui si deve far carico la
collettività, la stato attraverso la costituzione di una cassa ad hoc, per
tutelare un bene irrinunciabile, oltre che per salvaguardare pari
opportunità
o
INFORMAZIONE , come garanzia di libertà, autonomia, pluralità
o
ECONOMIA DI MERCATO
o
UNIONE EUROPEA
o
RAPPORTO NORD-SUD del mondo
o
PACE E SICUREZZA SOCIALE
Tutela del territorio
Indirizzando lo sviluppo economico in modo sostenibile,
salvaguardando i valori ambientali e le risorse del suolo, del sottosuolo e
idriche.
Valorizzazione del sistema eco ambientale locale e
Lago di Garda
Valorizzazione del sistema eco
ambientale locale ed in particolare “Lago di Garda” puntando
sull’aggregazione interregionale di tutti i comuni rivieraschi per la
salvaguardia e l’utilizzo locale delle risorse e la gestione dei servizi.
Temi che devono essere
sviluppati per trovare le differenze di visione e di attuazione che possono
caratterizzare il nostro partito.
Gruppo di coordinamento di Montichiari
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