"Scapa Flow"
Posta in posizione strategica per il controllo del Mare
del Nord e dell’Atlantico, la base navale britannica di Scapa Flow,
nelle isole Orcadi (Scozia settentrionale),
aveva svolto una funzione essenziale già
durante la prima guerra mondiale. In questo tratto di mare
di circa 27 km. di larghezza e 12 di lunghezza, con acque poco
profonde (solo in pochi punti oltre i 36
metri), i sottomarini tedeschi non erano
riusciti a penetrare. È qui che nel novembre del 1918 i britannici
avevano condotto la flotta tedesca catturata, ed è qui
che, pochi giorni prima della firma del
trattato di Versailles, alcuni ufficiali e marinai tedeschi avevano affondato le proprie
navi per non consegnarle ai vincitori.
Proprio a Scapa Flow la guerra sul mare
della Germania nazista mette a segno un
primo, inatteso colpo ai danni della
marina britannica. L’attacco viene deciso
nel settembre del 1939 dall’ammiraglio
Karl Dònitz, capo della flotta sottomarina
tedesca. Le ricognizioni aeree hanno
infatti individuato un possibile varco di
ingresso nel punto
denominato “Kirk Sound”.
La missione viene affidata a
uno dei più valenti ufficiali
della flotta, il trentunenne
capitano-luogotenente
Gùnther Prien, che
comanda il sottomarino U-47.
La notte fra il 13 e il
14ottobre del 1939 l’U-47
riesce a penetrare nella base navale
britannica, eludendo le difese nemiche.
L’azione ha inizio la sera, in assenza di
luna ma col favore dell’aurora boreale.
Fino a quel momento l’equipaggio non è
stato informato sugli obiettivi della
missione. Dopo una lunga manovra, Prien
riesce a oltrepassare la barriera costituita
dalle navi affondate in prossimità del
passaggio, ed entra in porto alle 0.27,
trovandosi di fronte due navi corazzate e
vari cacciatorpediniere inglesi. Il nucleo
principale della marina britannica si è già
spostato verso la costa occidentale della
Scozia, ma in porto resta, fra le altre, una
delle più prestigiose unità della marina
britannica, la Royal Oak, che nel 1916
aveva partecipato alla battaglia dello
Jutland. Si tratta di una
corazzata della lunghezza di
187 metri, con un
dislocamento di 29.150
tonnellate.
Alle 0.59, l’U-47 lancia una
prima scarica di quattro
siluri, che non ha successo: uno non
parte, gli altri tre mancano il bersaglio.
Dopo una manovra, un ulteriore
tentativo con il siluro principale va a
vuoto. La Royal Oak è soltanto
scossa da un forte urto; a
bordo si pensa a
un’esplosione interna. Intanto,
Prien ordina di caricare i siluri
di riserva.Terminata la lunga
operazione, che avviene in
superficie in mezzo alla baia
silenziosa, alle 1.27 parte la
seconda scarica, che centra in
pieno l’obiettivo: la Royal Oak, sventrata, si
rovescia su un fianco e affonda nel giro di
appena un quarto d’ora, trascinando con
sé tutti gli 833 membri dell’equipaggio.
Per i tedeschi si tratta ora di sottrarsi
alla reazione delle altre unità britanniche.
A tutta velocità, I’U-47 percorre la via del
ritorno tenendosi lungo costa per non
essere localizzato, e riesce così a sfuggire
ai cacciatorpediniere nemici e a varcare
indenne il passaggio.Tre giorni
dopo giunge alla base di
Wilhelshaven.
Per la flotta inglese questo verrà
ricordato come il “sabato nero”,
una sconfitta clamorosa proprio
nella fase iniziale della guerra. Dal
punto di vista morale lo shock è enorme.
Una commissione d’inchiesta conclude in
un primo momento che è impossibile
che l’unità tedesca abbia varcato Io
stretto passaggio; è solo dopo l’annuncio
della radio tedesca che gli inglesi si
convincono della dinamica dell’azione di
guerra. Dal canto suo, la Germania coglie
un successo di prestigio che sembra
confermare l’efficacia delle sue nuove
unità sommergibili. Lazione viene accolta
con entusiasmo dall’opinione pubblica
tedesca, che eleva Prien e i membri del
suo equipaggio al rango di eroi nazionali.
Gùinther Prien muore l'8 marzo 1941, in
seguito all’affondamento del suo U-47 da
parte del cacciatorpediniere britannico
Wolverine.
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