Il governo dell'R.S.I.
Il 27 settembre 1943 si riunì
per la prima volta il governo
dello “Stato repubblicano
d’Italia” (era infatti questo il
nome originario del regime di
Salò, cui seguirono“Stato fascista repubblicano”
“Stato nazionale repubblicano” e,dal 25
novembre 1943,
“Repubblica sociale
italiana”, adottato per
sottolineare il carattere
"socialisteggiante" del
nuovo Stato e il suo
legame con le parole
d’ordine del fascismo
delle origini).
La scelta dei ministri
era stata fatta, sotto la
supervisione
dell’ambasciatore tedesco Rahn, da Pavolini e
da Buffarini Guidi, rientrati in Italia dalla
Germania alcuni giorni prima di Mussolini per
provvedere alla riorganizzazione del partito e
alla formazione del
governo. Oltre agli
stessi Pavolini e Beffarini Guidi,
rispettivamente segretario del partito e
ministro dell’interno, gli uomini
più influenti del gruppo dirigente
repubblicano erano il maresciallo Rodolfo Graziani, ministro
della Difesa, Fernando Mezzasoma, ministro della
Cultura popolare, e Domenico Pellegrini
Giampietro, ministro delle Finaze.Altri ministri furono
l’ex presidente del Tribunale Speciale,
Antonio Tringali Casanova (Giustizia), che morì a novembre e
fu sostituito dall’avvocato Piero
Pisenti; Carlo Alberto Biggini
(Educazione nazionale); Silvio
Gai (Economia corporativa), sostituito nel
gennaio 1944 da Angelo
Tarchi; Edoardo Moroni
(Agricoltura); Augusto
Liverani (Comunicazioni). Sottosegretario e
poi ministro alla presidenza fu nominato
Francesco Maria Barracu.
Il ministero degli Esteri
fu assunto personalmente da Mussolini, che
nominò sottosegretario
Serafino Mazzoleni, un
fascista di provenienza
nazionalista entrato in
diplomazia nel 1928.
Filippo Anfuso fu nominato ambasciatore a
Berlino, dove fu trasferite dopo essere stato
richiamato dalla sede di
Budapest.
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