Prigionieri dei Giapponesi

Nei campi di prigionia nipponici le condizioni di detenzione dei soldati alleati sono quasi sempre al limite della sopravvivenza. Le autorità giapponesi considerano i propri prigionieri alla stregua di manodopera servile, a cui non spetta la protezione prevista dalle norme internazionali.Con la conquista delle Filippine, della Malesia e delle Indie orientali il Sol Levante cattura circa 200.000 prigionieri. Metà dei circa 20.000 americani perisce nei tre anni seguenti.Dei circa 60.000 prigionieri impiegati nella costruzione della linea ferroviaria di 420 km. che collega la Birmania al Siam circa un terzo muoiono prima della fine dei lavori.Il tracciato percorre una delle regioni più climaticamente inospitali del pianeta. I lavori, iniziati nel luglio 1942, si concluderanno a ottobre del 1943.
I giapponesi vi impiegano prigionieri australiani, inglesi, olandesi e manodopera malese, thailandese e delle Indie orientali olandesi. Nel corso del conflitto quasi un terzo dei prigionieri anglosassoni soccombe nei campi di detenzione nipponici. Molti di essi muoiono per la brutalità dei maltrattamenti subiti sulla strada delI’internamento o per malattie, denutrizione, esecuzioni sommarie.Ai prigionieri asiatici è riservata una fine ancor più atroce:l’eccidio di massa.


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