La morte di "Pollicino"
Il 2 dicembre 1941 sono giunte
a Singapore, l”’arsenale della democrazia”,
la “Gibilterra dell’Estremo Oriente”, due grandi unità
britanniche, scortate da 4 cacciatorpediniere.
La “Forza Z” avrebbe dovuto comprendere anche
una portaerei di copertura, ma
questa si è arenata su un basso
fondale in Inghilterra, e Churchill
non ha ammesso ritardi data
"l'immensa importanza politica”
della presenza di una forte squadra navale in Estremo Oriente. Al
comando della squadra è l’amm.
Tom Spencer Vaughan Phillips,
irruente e capace, amatissimo dai
suoi marinai che per la piccola
statura (ma tale era anche quella
di Nelson) l’hanno soprannominato “Tom Thumb” (Pollicino).
Phillips dispone della modernissima corazzata Prince of Wales,
da 35.000 t, il cui armamento
principale è costituito da 10 pezzi da 355 mm, dell’incrociatore da
battaglia ammodernato Repulse,
da 32.000 t con 6 pezzi da 381
mm, e dei 4 cacciatorpediniere
Electra, Express, Tenedos e Vampire. Finalmente il grande porto,
dotato di un bacino di carenaggio
in grado di ospitare le maggiori
navi del mondo, ha una flotta.Difetta invece l’aviazione:
362 aerei britannici per tutto l’Estremo
Oriente, di cui 141 per la Malesia, in gran parte caccia Buffalos
non certo in grado di contrastare
i brillanti “Zero” giapponesi. 22
sono gli aeroporti, ma 15 su prato,
di difficile impiego per le frequenti piogge tropicali.
La guarnigione terrestre comprende 88
mila uomini fra inglesi, australiani, indiani e malesi.
L’isola di Singapore è possentemente fortificata verso il mare,
da dove si presume possa venire un attacco, ma
è del tutto sguarnita verso la terraferma,
da dove verranno i nipponici.5 grandi pezzi da 381, 6
da 230 e 14 da 152 non spareranno un solo colpo.
L'8 dicembre
alle ore 17,35,Phillips salpa con la
sua squadra per affrontare i nipponici che stanno effettuando
sbarchi nel nord della penisola
malese. Anziché tener conto del
principio strategico della fleet in
being, della “flotta in potenza”
col suo alto valore dissuasivo,
principio caro a Churchill, l’ammiraglio vuole battersi contro il
nemico. A est di Singapore, ma
ignari della presenza inglese, incrociano due
grandi unità nipponiche, la Kongo e la Haruna, con
la loro scorta di sommergibili, al
comando dell’amm. Kondo.
Il 9 dicembre
alle 14,00 uno dei sommergibili
dell’amm. Kondo avvista la “Forza Z” e ne
informa immediatamente la nave ammiraglia,
fornendo però una posizione errata.Alle ore 17,30,
ritenendo di essere stati avvistati da aerei nipponici(i quali invece non hanno visto
nulla e sono in volo di scorta alla
Kongo e alla Haruna), e giudicando quindi svanita ogni
possibilità di sorprendere le forze di
sbarco nemiche, gli inglesi invertono la rotta dirigendo su
Singapore. Sono le 20,15. Al tramonto, è decollata dall’aeroporto di
Saigon una formazione di aerosiluranti giapponesi, che cerca per
sei ore i britannici senza trovarli,
a causa della posizione errata fornita dal sommergibile.
All’alba del 10 dicembre, un altro sommergibile
giapponese avvista la “Forza Z” e
questa volta è comunicata ai comandi l’esatta
posizione del nemico.
Ricevuto un messaggio secondo il
quale i giapponesi starebbero attaccando il porto e l’aeroporto di
Kuantan (a est della penisola malese),
Phillips decide di sorprendere il nemico.
Alle 8 del mattino si presenta davanti a Kuantan,
ma non vi è traccia di giapponesi.
Uno dei cacciatorpediniere, l’Express, entra nel porto ed effettua
un’inutile ispezione, quindi si riunisce alla squadra che riprende la
rotta per Singapore, mantenendo
il silenzio radio per non richiamare l’attenzione
dei sommergibili nipponici.Non vi è timore di
attacchi aerei, secondo l’ammiraglio,in quanto la più vicina base
nemica è a oltre 400 miglia di distanza.A causa del silenzio radio,
d’altronde, non può inviare messaggi a Singapore
perché si fornisca alla squadra una copertura aerea.
I giapponesi, invece, in seguito alla nuova segnalazione
hanno fatto levare in volo varie squadriglie di bombardieri in quota e
di aerosiluranti. Alle 11 le navi
inglesi sono localizzate, alle 11,20
ha luogo il primo attacco: il Repulse è colpito dalle
bombe nemiche, ma non gravemente. Alle
11,40 arrivano gli aerosiluranti.
Manovrando abilmente, il Repulse riesce a schivare 19 siluri, ma
la Prince of Wales è raggiunta due
volte, a poppa e a sinistra. Il primo siluro danneggia le eliche e il
timone, immobilizzando la nave
che diventa cosi un facile bersaglio.Mentre il Repulse si accosta
alla nave maggiore, è attaccato
da una nuova formazione di aerosiluranti e
colpito da ben cinque siluri. Affonda nel giro di 6
minuti, alle 12,33, trascinando
nei gorghi 513 uomini. Frattanto,
anche la Prince of Wales è stata
raggiunta da altri tre siluri. Ingovernabile,
devastata dagli incendi, affonda alle 13,20, provocando la morte di 327 uomini,
compreso l’indomito ammiraglio Phillips, soprannominato “Pollicino”.
1285 uomini sono salvati dai cacciatorpediniere.
La grande vittoria è costata ai
giapponesi solo 4 aerei. Dopo la
virtuale eliminazione della flotta
americana a Pearl Harbor, la distruzione delle due maggiori unità
britanniche dà ai nipponici, ad appena tre giorni dall’inizio delle
ostilità, l’assoluto dominio dei
mari estremo-orientali e di gran
parte del Pacifico.
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