L'operazione "Pedestal"
Malta è sempre in cima ai pensieri e
alle preoccupazioni di Churchill che considera la sicurezza
dell’isola un elemento fondamentale della
strategia inglese nel Mediterraneo. Dopo il sostanziale
fallimento, in giugno, delle operazioni “Harpoon” e “Vigorous”
per rifornire l’isola, ai primi di
agosto il governo inglese decide
di inviare a Malta un grosso convoglio di rifornimenti.
L’operazione, chiamata in codice “Pedestal”,
prevede uno schieramento di forze eccezionale:
per scortare 13 piroscafi e 3 petroliere gli inglesi
mettono insieme una squadra di 4
portaerei (Eagle, Furious, Indomitable, Victorious), le 2 navi da
battaglia Nelson e Rodney, 7 incrociatori, 34 cacciatorpediniere,
8 sommergibili e una ventina di
mezzi minori. Le 90 unità che
compongono l’imponente forza
navale britannica salpano da Gibilterra il
10 agosto puntando immediatamente verso il Canale di
Sicilia.
Evidentemente i movimenti di
questa colossale squadra non
sfuggono agli italo-tedeschi che
decidono, per mancanza di carburante, di affrontare il convoglio
con i sommergibili, i MAS, le motosiluranti e con le forze aeree.
Gli attacchi delle forze dell’Asse
iniziano l'11 agosto:alle 13 la
portaerei Eagle viene affondata
dal sommergibile tedesco U-73
mentre il giorno dopo è la volta
di un’altra portaerei inglese a venir gravemente danneggiata dalle
bombe lanciate dagli aerei dell’Asse: inagibile il ponte, gli aerei
dell’Eagle che sono in volo devono atterrare sulla Victorious che
per far loro posto è costretta a
buttare in mare i suoi caccia. Durante
questa incursione cola a picco anche il cacciatorpediniere
Foresight.
Col calar della sera le corazzate,
le portaerei e 3 incrociatori inglesi abbandonano il convoglio
per rientrare a Gibilterra: ormai
da parte inglese si pensa che i giochi siano fatti, ma non è cosi: alle
ore 20 il sommergibile italiano
Axum, inquadrato il nemico al
largo di Capo Blanc lancia “a
ventaglio” 4 siluri che raggiungono gli incrociatori Nigeria, nave
ammiraglia del comandante in capo Burrough,
e Cairo e la petroliera Ohio: il Cairo affonda, la
petroliera e il Nigeria subiscono
seri danni. Poco dopo un attacco degli aerosiluranti dell’Asse
affonda due altri piroscafi del
convoglio mentre successivamente i sommergibili Alagi e Bronzo
affondano 2 altri piroscafi e danneggiano l’incrociatore Kenya.
Poco dopo le 24 entrano in azione
anche le motosiluranti italo-tedesche(oltre Capo Bon)
che affondano l’incrociatore Manchester e
3 piroscafi.
All’alba del 13 agosto la situazione britannica è desolante:
l’ammiraglio Burrough conta le sue
forze che si sono ridotte a 2 incrociatori e
una decina di cacciatorpediniere mentre le navi del
convoglio sono diventate 7, da 16
che erano. A questo punto dovrebbero
intervenire gli incrociatori italiani,
che hanno però condizionato la loro presenza ad una
efficace copertura aerea in grado
di tenere lontano i caccia e i bombardieri
che sicuramente decollerebbero da Malta. Ma i tedeschi
che devono concedere l’ombrello
protettivo aereo non vogliono saperne
(forse per sfiducia nelle possibilità delle unità della marina
italiana) e gli incrociatori italiani
vengono fatti rientrare (sulla via
del ritorno il sommergibile inglese
Safari centra gli incrociatori Bolzano e Attendolo, danneggiandoli
gravemente). Comunque, a questo
punto, quello che resta del convoglio inglese
può raggiungere indisturbato Malta:
sono solo 5 piroscafi che però sbarcano sull’isola
30.000 t di materiale.
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