Ottobre 1942
1° ottobre
Fronte sovietico.Il vigore della spinta tedesca si va esaurendo.
Proseguono durissimi i combattimenti entro Stalingrado, dove la 6à armata
paga a caro prezzo ogni metro di
terreno che conquista. Risultano
vani, d’altronde, gli sforzi sovietici
per recare soccorso alla città, costantemente battuta dal fuoco
delle artiglierie e dalle incursioni aeree. Il
Gruppo di armate A, incaricato della conquista del Caucaso e dei suoi
ricchi giacimenti petroliferi, segna il
passo di fronte all’accresciuta resistenza sovietica.
I tedeschi non riescono a conquistare Groznyi. Si
combatte aspramente nella zona fra
Novorossijsk e Tuapse, sul Mar Nero.
Le gravi perdite umane e materiali, la scarsità di rifornimenti,
soprattutto di carburante, e la natura
del terreno incominciano a farsi sentire negativamente sulle armate del
Reich.
2 ottobre
Pacifico.Un reparto americano salpato da Espiritu Santo
occupa l’Isola di Funafuti nel gruppo delle Isole Ellice, presso le Gilbert.
Madagascar.I britannici proseguono l’occupazione della
parte meridionale dell’isola.
3 ottobre
Fronte sovietico.Nel Caucaso, il
Gruppo di armate A tedesco compie qualche progresso in direzione di
Groznyi. Continua con immutata
asprezza la lotta a Stalingrado.
4 ottobre
Nuova Guinea.Gli australiani continuano la loro
pressione sui nipponici lungo la pista
Port Moresby-Kokoda. Pattuglie americane effettuano una ricognizione su un’altra pista
all’interno, presso Jaure.
5 ottobre
Pacifico.Aerei americani decollati
da portaerei bombardano installazioni nipponiche
nell’isola di Bougainville (Salomone).
6 ottobre
Viene sottoscritto a Washington il secondo protocollo
riguardante gli aiuti americani all’URSS. Da questa
data al luglio 1943 è previsto l’invio in Russia
di 4.400.000 t di rifornimenti, tre quarti di essi per via mare, un quarto attraverso la Persia.
Africa settentrionale.Montgomery
emana le prime direttive per l’offensiva che l’8à armata si appresta a
sferrare a EI Alamein.
Fronte sovietico.Il Gruppo di armate A occupa la città e l’importante
centro petrolifero di Malgobek, presso Terek nel Caucaso, a ovest di
Groznyi.
7 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Sempre allo
scopo di mettere il campo Henderson al di fuori della portata delle
artiglierie nipponiche, la 1à divisione Marines attacca, con l’appoggio
dell’artiglieria e dell’aviazione, a
ovest del perimetro difensivo raggiungendo la foce
del fiume Matanikau. Due colonne, avanzando in direzione sud-ovest, si attestano su
Quota 65, che domina il fiume stesso. Scarsa la resistenza giapponese.
Nuova Guinea.Spostamenti di truppe alleate in vista
della controffensiva che dovrà portare alla liquidazione del nemico.
8 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.I Marines devono rinunciare ad attaccare
il nemico oltre il fiume Matanikau a
causa delle piogge torrenziali. Alcuni reparti riducono
tuttavia la testa di ponte che i nipponici ancora
tengono a est del fiume; gli scontri
sono molto cruenti. Avendo la ricognizione segnalato l’imminenza di un
contrattacco nipponico in forze, il
comando americano ordina ai Marines di effettuare una puntata contro
i reparti nipponici di Punta Cruz e
quindi di rientrare nel perimetro di
Lunga.
Nuova Guinea.Sulla catena Owen
Stanley, i nipponici interrompono la
ritirata verso Kokoda e si preparano
ad arrestare gli australiani su un
passo a nord di Myola.
9 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.I Marines
rientrano dall’azione sul fiume Matanikau. Durante i combattimenti, i
nipponici hanno perso circa 700
uomini, gli americani 190.
Francia.100 bombardieri americani
attaccano di giorno (americani e inglesi si sono divisi i compiti; agli
americani sono affidate le incursioni
diurne, agli inglesi quelle notturne)
impianti industriali a Lilla. Circa 100
aerei tedeschi levatisi per intercettarli sono distrutti o danneggiati.
Nell’esercito sovietico, viene ristabilito il comando unico dei reparti.
Il comandante militare assume il ruolo degli ufficiali comandanti di tutti
gli altri eserciti, mentre il commissario politico viene
drasticamente ridimensionato. La sua
designazione diventa “vicecomandante in campo politico” presso le
unità dell’esercito, ma tutte le responsabilità decisionali di carattere
militare sono esclusivamente riservate all’ufficiale comandante.
10 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Preparandosi alla controffensiva nipponica, i
Marines erigono postazioni difensive sulla riva orientale del fiume
Matanikau.
11 ottobre
Madagascar.Il gen. Platt cede il comando del settore al gen. Smallwood.
11-12 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Battaglia aeronavale di Capo Esperance. Una
squadra americana comandata dal
contramm. Norman Scott (incr. pesanti San Francisco e
Salt Lake City, incr. leggeri Boise e Helena e 5
cacciatorpediniere) che pattuglia le
acque delle Salomone per impedire
l’arrivo di rinforzi e rifornimenti nipponici a Guadalcanal
con l’ormai famoso “Tokyo Express” intercetta a
est dell’Isola di Savo una squadra
nipponica che scorta trasporti con
rinforzi, artiglieria pesante e carri
armati destinati a Guadalcanal in
vista dell’offensiva finale contro gli
americani. La squadra nipponica, comandata dal contramm. Aritomo
Goto, è formata da 3 incrociatori pesanti (Aoba, Kinugasa, Furutaka), 2
trasporti idrovolanti e 8 cacciatorpediniere.
Nella battaglia, che ha inizio nella notte
sul 12 ottobre e prosegue per tutta la giornata, e alla
quale prendono parte aerei nipponici di stanza a Rabaul e americani
decollati da Guadalcanal, vengono
affondati l’incr. pesante nipponico
Furutaka e 3 cacciatorpediniere,
nonché 1 cacciatorpediniere americano. Danneggiati 2 incrociatori
americani (Salt Lake City e Boise) e
2 cacciatorpediniere. Il contramm.
Goto muore nella battaglia, che può
essere considerata la rivincita della
marina USA per la sconfitta di Savo. I trasporti nipponici riescono,
tuttavia, a sbarcare ugualmente circa 800 uomini e materiale pesante
a Guadalcanal. Gravi le perdite
umane nipponiche a Capo Esperance:
molti naufraghi rifiutano di essere raccolti dalle navi americane e
preferiscono essere divorati dagli
squali che infestano quelle acque.
Grosse formazioni aeree nipponiche mettono fuori uso lo Henderson
Field di Guadalcanal, distruggendo
la pista, aerei e depositi di prezioso
carburante.
13 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.La 1à divisione
Marines è rinforzata da 1 reggimento di fanteria.
I nuovi cannoni nipponici a lunga gittata appena
sbarcati sull’isola e gruppi di bombardieri tempestano lo Henderson
Field.
14 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Poco dopo le
ore 1, le corazzate giapponesi Kongo e Haruna, della 3à divisione di
linea comandata dal viceammiraglio
Takeo Kurita e comprendente anche
l’incr. Isuku e 9 cacciatorpediniere,
bombardano le posizioni americane
presso Punta Lunga e in particolare
il campo Henderson. Il "Tokyo Express" seguita a portare
regolarmente rinforzi e rifornimenti al contingente giapponese, sbarcando circa
4000 uomini a Tassafaronga (a ovest
di Lunga). Dei 90 aerei americani
di base ai campo Henderson 48 sono
stati distrutti.
Nuova Guinea.Rinforzi australiani
e americani giungono per via aerea
a Wanigela. Si tratta di un reggimento USA e di un
battaglione australiano. Sulle montagne, i giapponesi
resistono alla pressione australiana al
passo Templeton.
15 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.6 trasporti
nipponici sbarcano in pieno giorno il proprio carico a Tassafaronga,
nella certezza che nessun aereo americano può più levarsi dal campo
Henderson. Invece alcuni bombardieri in picchiata riescono
a decollare da una pista riattata alla meno
peggio e affondano o costningono ail’incagliamento 3 trasporti nemici.
Le navi appoggio idrovolanti MacFarland e aerei da
trasporto di base sull’isola Espiritu Santo riforniscono gli americani di carburante
per aviazione. Il comando della 17à
armata nipponica dirama le disposizioni tattiche per
la grande offensiva contro il perimetro americano
di Lunga.
Il cacciatorpediniere americano Meredith è affondato
da un aerosilurante nemico presso l’isola di San Cristobal nelle Salomone. Nella notte
sul 16, gli incrociatori nipponici Maya e Myoko bersagliano con 1500
proiettili il perimetro difensivo americano.
16 ottobre
Pacifico.Aerei decollati dalla portaerei Hornet, che pattuglia le acque
a sud di Guadalcanal, compiono
un’ incursione sulla Baia di Rekata
nell’Isola di Santa Isabel, distruggendo depositi
nipponici di armi e munizioni nelle vicinanze di Tassafaronga.
I giapponesi ammassano le loro forze in previsione dell’offensiva; il
fuoco delle artiglierie contro il perimetro difensivo
americano si fa sempre più intenso e preciso.
Isole Aleutine.Aerei americani affondano 1 cacciatorpediniere nipponico.
17 ottobre
Nuova Guinea.Duri combattimenti
fra australiani e giapponesi sulla pista Port Moresby-Kokoda presso
l’Eora Creek.
Gran Bretagna.Nel Firth of Clyde
incominciano a radunarsi i convogli destinati all’operazione “Torch”
(sbarco in Africa settentrionale).
18 ottobre
Pacifico.Il viceammiraglio W.F.
Halsey sostituisce il viceammiraglio
R.L. Ghormley nel comando del settore del Pacifico meridionale.
Nuova Guinea.Proseguono violenti
i combattimenti nella zona dell’Eora
Creek, lungo la pista per Kokoda.
19 ottobre
Il Dipartimento della Guerra USA
si impegna ad armare ed equipaggiare altre 30 divisioni cinesi.
Madagascar.I britannici proseguono
l’occupazione della parte meridionale dell’isola.
Con un attacco a tenaglia si impadroniscono del centro di
Andriamanalina.
Pacifico.Guadalcanal.L’attacco
giapponese previsto per il 18 è stato
rimandato al 22, in quanto il previsto schieramento non è ancora stato
completato.
20 ottobre
Pacifico.Su richiesta del gen. Vandegrift, il viceammiraglio Halsey
destina un altro reggimento di fanteria, il 147°, a Guadalcanal.
Africa settentrionale.La RAF intensifica i suoi attacchi
contro le posizioni,le linee di rifornimento e soprattutto gli
aereoporti dell'Asse,inmodo di garantirsi la supremazia nei cieli
durante l'imminente offensiva,il cui inizio è stato fissato da
Montgomery il giorno 24.
21 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Reparti nipponici appoggiati da artiglieria e da
9 carri armati tentano, senza riuscirvi, di forzare la linea americana sul
fiume Matanikau.
22 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.I nipponici,
non essendo ancora riusciti a schierare tutti i reparti
sulle posizioni stabilite, rimandano di 24 ore l’inizio
dell’offensiva contro il perimetro
americano di Lunga.
Nuova Guinea.Per garantirsi il
controllo della parte settentrionale
della Baia di Milne, gli australiani
mandano un battaglione della XVIII
brigata, imbarcato su 2 cacciatorpediniere,
a occupare l’isola Goodenough,
presidiata da circa 300 giapponesi.
Algeria.A bordo di un sommergibile, il generale americano Mark W.
Clark, vice di Eisenhower, accompagnato da alcuni
collaboratori giunge nottetempo in Algeria per conferire con il gen. Charles Mast,
esponente degli ufficiali francesi favorevoli agli Alleati. Mast assicura a
Clark e al console generale americano Robert Murphy che i reparti
francesi, agli ordini del gen. Henri
Giraud, sono pronti ad appoggiare
l’azione degli Alleati. Frattanto, il
primo convoglio destinato all’operazione “Torch” salpa dall’Inghilterra.
Africa settentrionale.In gran segreto, con spostamenti notturni, le
truppe dell’8à armata britannica
prendono posizione per l’imminente
offensiva.
23 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Alle ore 18,
l’artiglieria nipponica inizia un poderoso bombardamento
contro le posizioni americane sul fiume Matanikau. Dopo di esso fanterie e carri
armati vanno all’assalto, ma non riescono ad
attraversare il fiume e subiscono gravi perdite: 600 uomini
e almeno 8 carri armati.Il grosso
dei nipponici avrebbe dovuto sferrare simultaneamente un attacco sul
fianco sud del perimetro americano,
ma per difficoltà Iogistiche ciò non
avviene.
Africa settentrionale.Ore 21,30:
con un violentissimo fuoco di artiglieria inglese (oltre 1000 cannoni)
contro le postazioni italo-tedesche
inizia la seconda battaglia di EI Alamein.L’attacco sorprende
nettamente le forze dell’Asse. Oltre tutto,
Rommel si trova da qualche settimana in Germania
ed è temporaneamente sostituito dal gen. Georg
Stumme. Al fuoco delle artiglierie
inglesi le forze dell’Asse hanno l’ordine di non rispondere
per risparmiare munizioni. E tuttavia un momento molto delicato per gli inglesi:
qualche giorno prima Churchill ha
telegrafato al gen. Alexander, comandante in capo delle forze armate
inglesi nel Medio Oriente: “Tutte le
nostre speranze sono riposte, in questo momento, sulla battaglia che voi
e Montgomery vi apprestate a scatenare. Può darsi che essa sia la chiave
del futuro...”. A sua volta Montgomery,
alla vigilia dell’attacco, ha rivolto una specie di proclama alle
truppe: “Quando assunsi il comando
dell’8à armata affermai che il nostro
compito sarebbe stato quello di annientare Rommel
e che questo sarebbe successo non appena saremmo
stati pronti. Ebbene, ora siamo pronti. La battaglia che sta per iniziare
è una battaglia decisiva e come tale
entrerà nella storia... Abbiamo armi
e materiale di prim’ordine, carri armati potenti... e ci appoggia la migliore aviazione del mondo...”.
Quanto alle forze in campo, gli inglesi sono decisamente
superiori potendo schierare 195.000 uomini
(contro circa 105.000 dell’Asse),
1029 carri armati di cui molti Sherman americani (gli italo-tedeschi ne
hanno circa 490), più di 1000 cannoni contro 480 circa dell’avversario,
530 aerei contro i 350 dell’aviazione italo-tedesca,
1400 pezzi anticarre mentre l’Asse può disporne di soli 744).
Dal gen. Montgomery dipendono il XXX, il X e il XIII corpo,
schierati rispettivamente al nord, al
centro e al sud della linea d’attacco.
Dall’altra parte hanno preso posizione la 15à divisione corazzata e la
164à divisione tedesche e la divisione italiana
Littorio(al nord), le divisioni italiane Trento, Bologna e
Brescia (al centro), la 21à divisione corazzata tedesca e altre due divisioni
italiane, l’Ariete e la Folgore (al sud).
Il compito degli italiani è difendere le
posizioni mentre gli eventuali attacchi sono affidati ai mezzi corazzati
tedeschi che però soffrono l’handicap
di essere distribuiti un po’ lungo
tutto il fronte perdendo cosi in for0za d’urto.
Il piano inglese prevede l’attacco decisivo nel settore nord da parte della
fanteria del XXX corpo inglese e
delle divisioni corazzate del X corpo; al XIII sono
affidate per il momento azioni diversive.
Ore 22: I tre corpi inglesi lanciano il loro attacco:l'’imprevista
offensiva provoca grande sorpresa nelle
forze dell’Asse che tuttavia reagiscono prontamente.
Italia.Incursione aerea inglese su
alcune zone del Piemonte, della Liguria e della Lombardia:
sono colpite Torino, Genova e in particolare
Savona.
24 ottobre
Stati Uniti.Salpa alla volta del Mediterraneo un gigantesco convoglio
agli ordini del gen. Patton e del contrammiraglio Hewitt: trasporta le
truppe americane destinate all’operazione “Torch”.
Africa settentrionale.All’alba il
XXX corpo britannico raggiunge il
suo obiettivo (la linea “Oxalic”) a ridosso della 15à divisione corazzata
tedesca e della divisione Littorio, ma
i mezzi corazzati del X corpo non
sono ancora riusciti a superare i
campi minati e a raggiungere il primo obiettivo (“Pierson”) previsto dal
piano d’attacco.
Nel settore meridionale del fronte,
il XIII corpo impegna la 21à divisione corazzata tedesca.
Pomeriggio: il gen. Stumme, che sostituisce Rommel nel comando, è
stroncato da un attacco cardiaco
quando la sua autoblindo viene colpita da un proiettile nemico.
L’ufficiale, che sta aggrappato sul predellino della sua vettura, cade a terra
senza che l’autista se ne accorga e
in un primo tempo viene dato per
disperso: il suo corpo sarà ritrovato
solo molte ore più tardi.
Al calar della notte la 1à divisione
corazzata inglese è riuscita a far
uscire le sue unità dai campi minati
mentre la 10à resta intrappolata nel
corridoio tra le mine.
Pacifico.Guadalcanal.Nella notte
sul 25, un reggimento nipponico lancia un robusto attacco sul fianco
meridionale del perimetro difensivo
americano. Gli americani fanno accorrere rinforzi dagli altri settori e
contengono la pressione dei nipponici,
che all’alba ripiegano sulle posizioni di partenza.
Nuova Guinea.I nipponici evacuano
l’Isola di Goodenough.Il presidio è
reimbarcato su 2 cacciatorpediniere
che fanno rotta su Rabaul, nella
Nuova Britannia.
Italia.Durante una nuova incursione di velivoli inglesi
sull’Italia settentrionale vengono colpite in particolare Milano, Monza e Novara:
nella capitale lombarda si segnalano
numerosi morti e feriti e gravi danni.
Inghilterra.Salpano alla volta del
Mediterraneo 2 convogli misti anglo-americani che
prenderanno parte all’operazione “Torch”.
25 ottobre
Africa settentrionale.Nelle prime
ore della mattina, nel corridoio dove
si è infilata la 10à divisione corazzata inglese la
situazione si fa molto delicata, ma Montgomery alle
3,30 conferma che il tentativo di
sfondamento deve continuare costi
quel che costi.
Ore 12: il comandante inglese attua
una variazione nel suo piano d’attacco decidendo di spostare verso nord
il cardine dell’offensiva; l’attacco
viene affidato alla 9à divisione australiana con la copertura della 1à
divisione corazzata. Scontri particolarmente violenti vengono segnalati
attorno alla Cresta Kidney con perdite molto pesanti da parte della 15à
divisione corazzata tedesca, ridotta
a 39 carri da 119 che ne aveva al
mattino. Rommel rientra precipitosamente in Africa.
Nel porto di Tobruk vengono affondate le petroliere Proserpina e
Luisiano cariche di benzina destinate ai serbatoi quasi asciutti dei mezzi
di Rommel.
Isole Bermude.Una squadra di por-taerei americane
salpa per l’Africa settentrionale per l’operazione “Torch”.
Pacifico.Guadalcanal.Dopo una vivace attività diurna dell’aviazione
e dell’artiglieria nipponiche, il fronte
terrestre si rimette in moto durante
la notte sul 26, quando due reggimenti nipponici
attaccano le posizioni americane sul fianco sud del
perimetro di Lunga e altri reparti investono la linea
del fiume Matanikau. Notevoli perdite da ambo le
parti. L’azione terrestre cessa la mattina dopo.
26 ottobre
Africa settentrionale.Continuano i
combattimenti su tutto il fronte: particolarmente violenti gli scontri in
prossimità del varco aperto dagli inglesi nello schieramento avversario
attorno alla Cresta Kidney. Inizia
l’attacco della 9à divisione australiana sul fronte settentrionale: la
mossa costringe i tedeschi a spostare le loro riserve notevolmente più a
nord.
L’azione inglese è comunque notevolmente rallentata rispetto ai giorni
passati: Montgomery convoca i suoi
generali e li sprona a riprendere l’avanzata con la determinazione delle
prime ore. A Londra si attendono
notizie decisive che non arrivano:
Churchill è furibondo, minaccia addirittura di
far “saltare” Montgomery; sembra esclami: “E' mai possibile
che non si riesca a trovare un generale che sia capace di vincere una
battaglia?”.
Rommel raggiunge il suo quartier generale e,
rendendosi immediatamente conto dellà gravità della situazione, prepara contromisure: la prima
riguarda la 21à divisione corazzata
tedesca, che viene spostata dal settore meridionale
a quello settentrionale.
Fronte sovietico.Proseguono i durissimi combattimenti di Stalingrado.
Nel Caucaso, il Gruppo di armate A
conquista Nalcik.
Gran Bretagna.Un altro convoglio
destinato all’operazione “Torch” saipa per l’Africa.
Pacifico.Guadalcanal.Le truppe
nipponiche, al comando del gen. Kawaguchi, rinnovano i loro attacchi
ma sono ancora una volta respinte.
I loro cannoni vengono in gran parte messi a tacere dal preciso tiro
delle batterie americane. Fino a questo punto, i nipponici hanno perso
a Guadalcanal oltre 4000 uomini,
mentre le perdite americane sono
molto inferiori. Anche l’aviazione
nipponica, negli ultimi giorni, ha
perso oltre 100 aerei contro una
quindicina degli americani. Anche
unità navali nipponichc hanno dato
il loro contributo di fuoco alla battaglia;
da parte americana, aerei decollati dal campo Henderson hanno
gravemente danneggiato l’incr. leggero nipponico Yura.
27 ottobre
Africa settentrionale.Rommel lancia una serie di contrattacchi contro
le linee britanniche (in particolare
contro la 1à divisione corazzata) con
l’unico risultato di veder ulteriormente assottigliarsi il numero dei suoi
mezzi corazzati: alla fine della giornata infatti risulteranno distrutti o
catturati dal nemico 61 carri armati
della 15à divisione corazzata tedesca e 56 della divisione corazzata
italiana Littorio. Durissimi sono gli
scontri a Tell el-Aqqaqir.
La 7à divisione corazzata inglese viene staccata dal XIII corpo e inviata
nel settore settentrionale del fronte.
28 ottobre
Africa settentrionale.Formazioni
della RAF bombardano a lungo
le truppe corazzate italo-tedesche
che stanno cercando di riorganizzarsi in vista di un nuovo contrattacco.
Verso sera Rommel può contare su
148 carri armati tedeschi e 187 italiani, una vera miseria se si
considerano gli 800 mezzi corazzati di cui
ancora dispongono gli inglesi. La
“volpe del deserto” usa tutte le sue
arti di tattico e di stratega, ma si rende perfettamente
conto che la battaglia è persa.
Continuano gli attacchi, sul fronte nord, della 9à divisione
australiana che verso sera si trova
in prossimità della strada costiera,
dopo essere penetrata a cuneo nello
schieramento nemico. Rommel accorre nel settore con la 90à divisione
leggera e con la 21à divisione corazzata tedesche: il settore lasciato
sguarnito da quest’ultima unità viene
affidato alla divisione italiana Trieste, fino a quel momento in riserva.
Gli italo-tedeschi cercano di disporsi per un nuovo attacco contro le
posizioni britanniche, ma ne sono
impediti dall’incessante martellamento aereo della RAF. Nella notte
sul 29, gli inglesi attaccano in direzione del mare,
per eliminare il saliente che le forze
dell’Asse mantengono sulla costa e per tagliare la
strada e la ferrovia litoranee. Giungono fin quasi alla strada, ma la loro
avanzata è bloccata dai difensori del
caposaldo Thompson.
29 ottobre
Africa settentrionale.Nuovi contrattacchi italo-tedeschi nel settore nord
del XXX corpo britannico. Montgomery, sapendo che il grosso delle
forze tedesche è concentrato a nord,
presso la costa, decide di tentare lo
sfondamento non in direzione ovest,
lungo la costa, ma in direzione sud,
nel settore presidiato dalle ormai
esauste fanterie italiane.
Pacifico.Guadalcanal.Date le gravi
perdite subite nei recenti scontri, i
nipponici iniziano un ripiegamento
generale su Punta Koli e su Kokumbona.
Frattanto gli americani, rafforzati da 2 battaglioni
di Marines trasferiti da Tulagi, gettano passerelle
sul fiume Matanikau e si preparano
a lanciare un’offensiva il 1° novembre.
Nuova Guinea.I nipponici si ritirano
combattendo sulle montagne Owen
Stanley.
Isole Aleutine.I nipponici rioccupano l’Isola di Attu, che avevano
sgombrato.
30 ottobre
Africa settentrionale.La 9à divisione
australiana rinnova gli attacchi nel
settore costiero, riesce a raggiungere
il mare nella notte sul 31 e volge
con rapidità in direzione ovest chiudendo in una
sacca ingenti forze nemiche, che verranno liberate da una
puntata di carri armati e potranno
ritirarsi verso la Cirenaica.
Pacifico.Guadalcanal.Incrociatori
e cacciatorpediniere americani bombardano le posizioni nipponiche a
Punta Cruz. I Marines perfezionano
i preparativi per l’offensiva e costruiscono altri ponti di fortuna sul fiume
Matanikau.
31 ottobre
Africa settentrionale.Il gen. Alexander, comandante in capo delle forze
armate inglesi nel Medio Oriente,
telegrafa a Churchill in questi termini: “Il nemico si batte con la forza
della disperazione, ma noi lo stiamo
assalendo duramente e senza tregua
infliggendogli, senza pietà, colpi gravissimi.
Crediamo che cederà presto...”.
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