Ottobre 1942

1° ottobre
Fronte sovietico.Il vigore della spinta tedesca si va esaurendo. Proseguono durissimi i combattimenti entro Stalingrado, dove la 6à armata paga a caro prezzo ogni metro di terreno che conquista. Risultano vani, d’altronde, gli sforzi sovietici per recare soccorso alla città, costantemente battuta dal fuoco delle artiglierie e dalle incursioni aeree. Il Gruppo di armate A, incaricato della conquista del Caucaso e dei suoi ricchi giacimenti petroliferi, segna il passo di fronte all’accresciuta resistenza sovietica. I tedeschi non riescono a conquistare Groznyi. Si combatte aspramente nella zona fra Novorossijsk e Tuapse, sul Mar Nero. Le gravi perdite umane e materiali, la scarsità di rifornimenti, soprattutto di carburante, e la natura del terreno incominciano a farsi sentire negativamente sulle armate del Reich.
2 ottobre
Pacifico.Un reparto americano salpato da Espiritu Santo occupa l’Isola di Funafuti nel gruppo delle Isole Ellice, presso le Gilbert.
Madagascar.I britannici proseguono l’occupazione della parte meridionale dell’isola.
3 ottobre
Fronte sovietico.Nel Caucaso, il Gruppo di armate A tedesco compie qualche progresso in direzione di Groznyi. Continua con immutata asprezza la lotta a Stalingrado.
4 ottobre
Nuova Guinea.Gli australiani continuano la loro pressione sui nipponici lungo la pista Port Moresby-Kokoda. Pattuglie americane effettuano una ricognizione su un’altra pista all’interno, presso Jaure.
5 ottobre
Pacifico.Aerei americani decollati da portaerei bombardano installazioni nipponiche nell’isola di Bougainville (Salomone).
6 ottobre
Viene sottoscritto a Washington il secondo protocollo riguardante gli aiuti americani all’URSS. Da questa data al luglio 1943 è previsto l’invio in Russia di 4.400.000 t di rifornimenti, tre quarti di essi per via mare, un quarto attraverso la Persia.
Africa settentrionale.Montgomery emana le prime direttive per l’offensiva che l’8à armata si appresta a sferrare a EI Alamein.
Fronte sovietico.Il Gruppo di armate A occupa la città e l’importante centro petrolifero di Malgobek, presso Terek nel Caucaso, a ovest di Groznyi.
7 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Sempre allo scopo di mettere il campo Henderson al di fuori della portata delle artiglierie nipponiche, la 1à divisione Marines attacca, con l’appoggio dell’artiglieria e dell’aviazione, a ovest del perimetro difensivo raggiungendo la foce del fiume Matanikau. Due colonne, avanzando in direzione sud-ovest, si attestano su Quota 65, che domina il fiume stesso. Scarsa la resistenza giapponese.
Nuova Guinea.Spostamenti di truppe alleate in vista della controffensiva che dovrà portare alla liquidazione del nemico.
8 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.I Marines devono rinunciare ad attaccare il nemico oltre il fiume Matanikau a causa delle piogge torrenziali. Alcuni reparti riducono tuttavia la testa di ponte che i nipponici ancora tengono a est del fiume; gli scontri sono molto cruenti. Avendo la ricognizione segnalato l’imminenza di un contrattacco nipponico in forze, il comando americano ordina ai Marines di effettuare una puntata contro i reparti nipponici di Punta Cruz e quindi di rientrare nel perimetro di Lunga.
Nuova Guinea.Sulla catena Owen Stanley, i nipponici interrompono la ritirata verso Kokoda e si preparano ad arrestare gli australiani su un passo a nord di Myola.
9 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.I Marines rientrano dall’azione sul fiume Matanikau. Durante i combattimenti, i nipponici hanno perso circa 700 uomini, gli americani 190.
Francia.100 bombardieri americani attaccano di giorno (americani e inglesi si sono divisi i compiti; agli americani sono affidate le incursioni diurne, agli inglesi quelle notturne) impianti industriali a Lilla. Circa 100 aerei tedeschi levatisi per intercettarli sono distrutti o danneggiati.

Nell’esercito sovietico, viene ristabilito il comando unico dei reparti. Il comandante militare assume il ruolo degli ufficiali comandanti di tutti gli altri eserciti, mentre il commissario politico viene drasticamente ridimensionato. La sua designazione diventa “vicecomandante in campo politico” presso le unità dell’esercito, ma tutte le responsabilità decisionali di carattere militare sono esclusivamente riservate all’ufficiale comandante.
10 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Preparandosi alla controffensiva nipponica, i Marines erigono postazioni difensive sulla riva orientale del fiume Matanikau.
11 ottobre
Madagascar.Il gen. Platt cede il comando del settore al gen. Smallwood.
11-12 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Battaglia aeronavale di Capo Esperance. Una squadra americana comandata dal contramm. Norman Scott (incr. pesanti San Francisco e Salt Lake City, incr. leggeri Boise e Helena e 5 cacciatorpediniere) che pattuglia le acque delle Salomone per impedire l’arrivo di rinforzi e rifornimenti nipponici a Guadalcanal con l’ormai famoso “Tokyo Express” intercetta a est dell’Isola di Savo una squadra nipponica che scorta trasporti con rinforzi, artiglieria pesante e carri armati destinati a Guadalcanal in vista dell’offensiva finale contro gli americani. La squadra nipponica, comandata dal contramm. Aritomo Goto, è formata da 3 incrociatori pesanti (Aoba, Kinugasa, Furutaka), 2 trasporti idrovolanti e 8 cacciatorpediniere.
Nella battaglia, che ha inizio nella notte sul 12 ottobre e prosegue per tutta la giornata, e alla quale prendono parte aerei nipponici di stanza a Rabaul e americani decollati da Guadalcanal, vengono affondati l’incr. pesante nipponico Furutaka e 3 cacciatorpediniere, nonché 1 cacciatorpediniere americano. Danneggiati 2 incrociatori americani (Salt Lake City e Boise) e 2 cacciatorpediniere. Il contramm. Goto muore nella battaglia, che può essere considerata la rivincita della marina USA per la sconfitta di Savo. I trasporti nipponici riescono, tuttavia, a sbarcare ugualmente circa 800 uomini e materiale pesante a Guadalcanal. Gravi le perdite umane nipponiche a Capo Esperance: molti naufraghi rifiutano di essere raccolti dalle navi americane e preferiscono essere divorati dagli squali che infestano quelle acque.
Grosse formazioni aeree nipponiche mettono fuori uso lo Henderson Field di Guadalcanal, distruggendo la pista, aerei e depositi di prezioso carburante.
13 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.La 1à divisione Marines è rinforzata da 1 reggimento di fanteria. I nuovi cannoni nipponici a lunga gittata appena sbarcati sull’isola e gruppi di bombardieri tempestano lo Henderson Field.
14 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Poco dopo le ore 1, le corazzate giapponesi Kongo e Haruna, della 3à divisione di linea comandata dal viceammiraglio Takeo Kurita e comprendente anche l’incr. Isuku e 9 cacciatorpediniere, bombardano le posizioni americane presso Punta Lunga e in particolare il campo Henderson. Il "Tokyo Express" seguita a portare regolarmente rinforzi e rifornimenti al contingente giapponese, sbarcando circa 4000 uomini a Tassafaronga (a ovest di Lunga). Dei 90 aerei americani di base ai campo Henderson 48 sono stati distrutti.
Nuova Guinea.Rinforzi australiani e americani giungono per via aerea a Wanigela. Si tratta di un reggimento USA e di un battaglione australiano. Sulle montagne, i giapponesi resistono alla pressione australiana al passo Templeton.
15 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.6 trasporti nipponici sbarcano in pieno giorno il proprio carico a Tassafaronga, nella certezza che nessun aereo americano può più levarsi dal campo Henderson. Invece alcuni bombardieri in picchiata riescono a decollare da una pista riattata alla meno peggio e affondano o costningono ail’incagliamento 3 trasporti nemici.
Le navi appoggio idrovolanti MacFarland e aerei da trasporto di base sull’isola Espiritu Santo riforniscono gli americani di carburante per aviazione. Il comando della 17à armata nipponica dirama le disposizioni tattiche per la grande offensiva contro il perimetro americano di Lunga.
Il cacciatorpediniere americano Meredith è affondato da un aerosilurante nemico presso l’isola di San Cristobal nelle Salomone. Nella notte sul 16, gli incrociatori nipponici Maya e Myoko bersagliano con 1500 proiettili il perimetro difensivo americano.
16 ottobre
Pacifico.Aerei decollati dalla portaerei Hornet, che pattuglia le acque a sud di Guadalcanal, compiono un’ incursione sulla Baia di Rekata nell’Isola di Santa Isabel, distruggendo depositi nipponici di armi e munizioni nelle vicinanze di Tassafaronga.
I giapponesi ammassano le loro forze in previsione dell’offensiva; il fuoco delle artiglierie contro il perimetro difensivo americano si fa sempre più intenso e preciso.
Isole Aleutine.Aerei americani affondano 1 cacciatorpediniere nipponico.
17 ottobre
Nuova Guinea.Duri combattimenti fra australiani e giapponesi sulla pista Port Moresby-Kokoda presso l’Eora Creek.
Gran Bretagna.Nel Firth of Clyde incominciano a radunarsi i convogli destinati all’operazione “Torch” (sbarco in Africa settentrionale).
18 ottobre
Pacifico.Il viceammiraglio W.F. Halsey sostituisce il viceammiraglio R.L. Ghormley nel comando del settore del Pacifico meridionale.
Nuova Guinea.Proseguono violenti i combattimenti nella zona dell’Eora Creek, lungo la pista per Kokoda.
19 ottobre
Il Dipartimento della Guerra USA si impegna ad armare ed equipaggiare altre 30 divisioni cinesi.
Madagascar.I britannici proseguono l’occupazione della parte meridionale dell’isola. Con un attacco a tenaglia si impadroniscono del centro di Andriamanalina.
Pacifico.Guadalcanal.L’attacco giapponese previsto per il 18 è stato rimandato al 22, in quanto il previsto schieramento non è ancora stato completato.
20 ottobre
Pacifico.Su richiesta del gen. Vandegrift, il viceammiraglio Halsey destina un altro reggimento di fanteria, il 147°, a Guadalcanal.
Africa settentrionale.La RAF intensifica i suoi attacchi contro le posizioni,le linee di rifornimento e soprattutto gli aereoporti dell'Asse,inmodo di garantirsi la supremazia nei cieli durante l'imminente offensiva,il cui inizio è stato fissato da Montgomery il giorno 24.
21 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Reparti nipponici appoggiati da artiglieria e da 9 carri armati tentano, senza riuscirvi, di forzare la linea americana sul fiume Matanikau.
22 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.I nipponici, non essendo ancora riusciti a schierare tutti i reparti sulle posizioni stabilite, rimandano di 24 ore l’inizio dell’offensiva contro il perimetro americano di Lunga.
Nuova Guinea.Per garantirsi il controllo della parte settentrionale della Baia di Milne, gli australiani mandano un battaglione della XVIII brigata, imbarcato su 2 cacciatorpediniere, a occupare l’isola Goodenough, presidiata da circa 300 giapponesi.
Algeria.A bordo di un sommergibile, il generale americano Mark W. Clark, vice di Eisenhower, accompagnato da alcuni collaboratori giunge nottetempo in Algeria per conferire con il gen. Charles Mast, esponente degli ufficiali francesi favorevoli agli Alleati. Mast assicura a Clark e al console generale americano Robert Murphy che i reparti francesi, agli ordini del gen. Henri Giraud, sono pronti ad appoggiare l’azione degli Alleati. Frattanto, il primo convoglio destinato all’operazione “Torch” salpa dall’Inghilterra.
Africa settentrionale.In gran segreto, con spostamenti notturni, le truppe dell’8à armata britannica prendono posizione per l’imminente offensiva.
23 ottobre
Pacifico.Guadalcanal.Alle ore 18, l’artiglieria nipponica inizia un poderoso bombardamento contro le posizioni americane sul fiume Matanikau. Dopo di esso fanterie e carri armati vanno all’assalto, ma non riescono ad attraversare il fiume e subiscono gravi perdite: 600 uomini e almeno 8 carri armati.Il grosso dei nipponici avrebbe dovuto sferrare simultaneamente un attacco sul fianco sud del perimetro americano, ma per difficoltà Iogistiche ciò non avviene.
Africa settentrionale.Ore 21,30: con un violentissimo fuoco di artiglieria inglese (oltre 1000 cannoni) contro le postazioni italo-tedesche inizia la seconda battaglia di EI Alamein.L’attacco sorprende nettamente le forze dell’Asse. Oltre tutto, Rommel si trova da qualche settimana in Germania ed è temporaneamente sostituito dal gen. Georg Stumme. Al fuoco delle artiglierie inglesi le forze dell’Asse hanno l’ordine di non rispondere per risparmiare munizioni. E tuttavia un momento molto delicato per gli inglesi: qualche giorno prima Churchill ha telegrafato al gen. Alexander, comandante in capo delle forze armate inglesi nel Medio Oriente: “Tutte le nostre speranze sono riposte, in questo momento, sulla battaglia che voi e Montgomery vi apprestate a scatenare. Può darsi che essa sia la chiave del futuro...”. A sua volta Montgomery, alla vigilia dell’attacco, ha rivolto una specie di proclama alle truppe: “Quando assunsi il comando dell’8à armata affermai che il nostro compito sarebbe stato quello di annientare Rommel e che questo sarebbe successo non appena saremmo stati pronti. Ebbene, ora siamo pronti. La battaglia che sta per iniziare è una battaglia decisiva e come tale entrerà nella storia... Abbiamo armi e materiale di prim’ordine, carri armati potenti... e ci appoggia la migliore aviazione del mondo...”.
Quanto alle forze in campo, gli inglesi sono decisamente superiori potendo schierare 195.000 uomini (contro circa 105.000 dell’Asse), 1029 carri armati di cui molti Sherman americani (gli italo-tedeschi ne hanno circa 490), più di 1000 cannoni contro 480 circa dell’avversario, 530 aerei contro i 350 dell’aviazione italo-tedesca, 1400 pezzi anticarre mentre l’Asse può disporne di soli 744). Dal gen. Montgomery dipendono il XXX, il X e il XIII corpo, schierati rispettivamente al nord, al centro e al sud della linea d’attacco. Dall’altra parte hanno preso posizione la 15à divisione corazzata e la 164à divisione tedesche e la divisione italiana Littorio(al nord), le divisioni italiane Trento, Bologna e Brescia (al centro), la 21à divisione corazzata tedesca e altre due divisioni italiane, l’Ariete e la Folgore (al sud).
Il compito degli italiani è difendere le posizioni mentre gli eventuali attacchi sono affidati ai mezzi corazzati tedeschi che però soffrono l’handicap di essere distribuiti un po’ lungo tutto il fronte perdendo cosi in for0za d’urto.
Il piano inglese prevede l’attacco decisivo nel settore nord da parte della fanteria del XXX corpo inglese e delle divisioni corazzate del X corpo; al XIII sono affidate per il momento azioni diversive.
Ore 22: I tre corpi inglesi lanciano il loro attacco:l'’imprevista offensiva provoca grande sorpresa nelle forze dell’Asse che tuttavia reagiscono prontamente.
Italia.Incursione aerea inglese su alcune zone del Piemonte, della Liguria e della Lombardia: sono colpite Torino, Genova e in particolare Savona.
24 ottobre
Stati Uniti.Salpa alla volta del Mediterraneo un gigantesco convoglio agli ordini del gen. Patton e del contrammiraglio Hewitt: trasporta le truppe americane destinate all’operazione “Torch”.
Africa settentrionale.All’alba il XXX corpo britannico raggiunge il suo obiettivo (la linea “Oxalic”) a ridosso della 15à divisione corazzata tedesca e della divisione Littorio, ma i mezzi corazzati del X corpo non sono ancora riusciti a superare i campi minati e a raggiungere il primo obiettivo (“Pierson”) previsto dal piano d’attacco.
Nel settore meridionale del fronte, il XIII corpo impegna la 21à divisione corazzata tedesca.
Pomeriggio: il gen. Stumme, che sostituisce Rommel nel comando, è stroncato da un attacco cardiaco quando la sua autoblindo viene colpita da un proiettile nemico. L’ufficiale, che sta aggrappato sul predellino della sua vettura, cade a terra senza che l’autista se ne accorga e in un primo tempo viene dato per disperso: il suo corpo sarà ritrovato solo molte ore più tardi.
Al calar della notte la 1à divisione corazzata inglese è riuscita a far uscire le sue unità dai campi minati mentre la 10à resta intrappolata nel corridoio tra le mine.
Pacifico.Guadalcanal.Nella notte sul 25, un reggimento nipponico lancia un robusto attacco sul fianco meridionale del perimetro difensivo americano. Gli americani fanno accorrere rinforzi dagli altri settori e contengono la pressione dei nipponici, che all’alba ripiegano sulle posizioni di partenza.
Nuova Guinea.I nipponici evacuano l’Isola di Goodenough.Il presidio è reimbarcato su 2 cacciatorpediniere che fanno rotta su Rabaul, nella Nuova Britannia.
Italia.Durante una nuova incursione di velivoli inglesi sull’Italia settentrionale vengono colpite in particolare Milano, Monza e Novara: nella capitale lombarda si segnalano numerosi morti e feriti e gravi danni.
Inghilterra.Salpano alla volta del Mediterraneo 2 convogli misti anglo-americani che prenderanno parte all’operazione “Torch”.
25 ottobre
Africa settentrionale.Nelle prime ore della mattina, nel corridoio dove si è infilata la 10à divisione corazzata inglese la situazione si fa molto delicata, ma Montgomery alle 3,30 conferma che il tentativo di sfondamento deve continuare costi quel che costi.
Ore 12: il comandante inglese attua una variazione nel suo piano d’attacco decidendo di spostare verso nord il cardine dell’offensiva; l’attacco viene affidato alla 9à divisione australiana con la copertura della 1à divisione corazzata. Scontri particolarmente violenti vengono segnalati attorno alla Cresta Kidney con perdite molto pesanti da parte della 15à divisione corazzata tedesca, ridotta a 39 carri da 119 che ne aveva al mattino. Rommel rientra precipitosamente in Africa.
Nel porto di Tobruk vengono affondate le petroliere Proserpina e Luisiano cariche di benzina destinate ai serbatoi quasi asciutti dei mezzi di Rommel.
Isole Bermude.Una squadra di por-taerei americane salpa per l’Africa settentrionale per l’operazione “Torch”.
Pacifico.Guadalcanal.Dopo una vivace attività diurna dell’aviazione e dell’artiglieria nipponiche, il fronte terrestre si rimette in moto durante la notte sul 26, quando due reggimenti nipponici attaccano le posizioni americane sul fianco sud del perimetro di Lunga e altri reparti investono la linea del fiume Matanikau. Notevoli perdite da ambo le parti. L’azione terrestre cessa la mattina dopo.
26 ottobre
Africa settentrionale.Continuano i combattimenti su tutto il fronte: particolarmente violenti gli scontri in prossimità del varco aperto dagli inglesi nello schieramento avversario attorno alla Cresta Kidney. Inizia l’attacco della 9à divisione australiana sul fronte settentrionale: la mossa costringe i tedeschi a spostare le loro riserve notevolmente più a nord.
L’azione inglese è comunque notevolmente rallentata rispetto ai giorni passati: Montgomery convoca i suoi generali e li sprona a riprendere l’avanzata con la determinazione delle prime ore. A Londra si attendono notizie decisive che non arrivano: Churchill è furibondo, minaccia addirittura di far “saltare” Montgomery; sembra esclami: “E' mai possibile che non si riesca a trovare un generale che sia capace di vincere una battaglia?”.
Rommel raggiunge il suo quartier generale e, rendendosi immediatamente conto dellà gravità della situazione, prepara contromisure: la prima riguarda la 21à divisione corazzata tedesca, che viene spostata dal settore meridionale a quello settentrionale.
Fronte sovietico.Proseguono i durissimi combattimenti di Stalingrado.
Nel Caucaso, il Gruppo di armate A conquista Nalcik.
Gran Bretagna.Un altro convoglio destinato all’operazione “Torch” saipa per l’Africa.
Pacifico.Guadalcanal.Le truppe nipponiche, al comando del gen. Kawaguchi, rinnovano i loro attacchi ma sono ancora una volta respinte.
I loro cannoni vengono in gran parte messi a tacere dal preciso tiro delle batterie americane. Fino a questo punto, i nipponici hanno perso a Guadalcanal oltre 4000 uomini, mentre le perdite americane sono molto inferiori. Anche l’aviazione nipponica, negli ultimi giorni, ha perso oltre 100 aerei contro una quindicina degli americani. Anche unità navali nipponichc hanno dato il loro contributo di fuoco alla battaglia; da parte americana, aerei decollati dal campo Henderson hanno gravemente danneggiato l’incr. leggero nipponico Yura.
27 ottobre
Africa settentrionale.Rommel lancia una serie di contrattacchi contro le linee britanniche (in particolare contro la 1à divisione corazzata) con l’unico risultato di veder ulteriormente assottigliarsi il numero dei suoi mezzi corazzati: alla fine della giornata infatti risulteranno distrutti o catturati dal nemico 61 carri armati della 15à divisione corazzata tedesca e 56 della divisione corazzata italiana Littorio. Durissimi sono gli scontri a Tell el-Aqqaqir.
La 7à divisione corazzata inglese viene staccata dal XIII corpo e inviata nel settore settentrionale del fronte.
28 ottobre
Africa settentrionale.Formazioni della RAF bombardano a lungo le truppe corazzate italo-tedesche che stanno cercando di riorganizzarsi in vista di un nuovo contrattacco.
Verso sera Rommel può contare su 148 carri armati tedeschi e 187 italiani, una vera miseria se si considerano gli 800 mezzi corazzati di cui ancora dispongono gli inglesi. La “volpe del deserto” usa tutte le sue arti di tattico e di stratega, ma si rende perfettamente conto che la battaglia è persa. Continuano gli attacchi, sul fronte nord, della 9à divisione australiana che verso sera si trova in prossimità della strada costiera, dopo essere penetrata a cuneo nello schieramento nemico. Rommel accorre nel settore con la 90à divisione leggera e con la 21à divisione corazzata tedesche: il settore lasciato sguarnito da quest’ultima unità viene affidato alla divisione italiana Trieste, fino a quel momento in riserva.
Gli italo-tedeschi cercano di disporsi per un nuovo attacco contro le posizioni britanniche, ma ne sono impediti dall’incessante martellamento aereo della RAF. Nella notte sul 29, gli inglesi attaccano in direzione del mare, per eliminare il saliente che le forze dell’Asse mantengono sulla costa e per tagliare la strada e la ferrovia litoranee. Giungono fin quasi alla strada, ma la loro avanzata è bloccata dai difensori del caposaldo Thompson.
29 ottobre
Africa settentrionale.Nuovi contrattacchi italo-tedeschi nel settore nord del XXX corpo britannico. Montgomery, sapendo che il grosso delle forze tedesche è concentrato a nord, presso la costa, decide di tentare lo sfondamento non in direzione ovest, lungo la costa, ma in direzione sud, nel settore presidiato dalle ormai esauste fanterie italiane.
Pacifico.Guadalcanal.Date le gravi perdite subite nei recenti scontri, i nipponici iniziano un ripiegamento generale su Punta Koli e su Kokumbona. Frattanto gli americani, rafforzati da 2 battaglioni di Marines trasferiti da Tulagi, gettano passerelle sul fiume Matanikau e si preparano a lanciare un’offensiva il 1° novembre.
Nuova Guinea.I nipponici si ritirano combattendo sulle montagne Owen Stanley.
Isole Aleutine.I nipponici rioccupano l’Isola di Attu, che avevano sgombrato.
30 ottobre
Africa settentrionale.La 9à divisione australiana rinnova gli attacchi nel settore costiero, riesce a raggiungere il mare nella notte sul 31 e volge con rapidità in direzione ovest chiudendo in una sacca ingenti forze nemiche, che verranno liberate da una puntata di carri armati e potranno ritirarsi verso la Cirenaica.
Pacifico.Guadalcanal.Incrociatori e cacciatorpediniere americani bombardano le posizioni nipponiche a Punta Cruz. I Marines perfezionano i preparativi per l’offensiva e costruiscono altri ponti di fortuna sul fiume Matanikau.
31 ottobre
Africa settentrionale.Il gen. Alexander, comandante in capo delle forze armate inglesi nel Medio Oriente, telegrafa a Churchill in questi termini: “Il nemico si batte con la forza della disperazione, ma noi lo stiamo assalendo duramente e senza tregua infliggendogli, senza pietà, colpi gravissimi. Crediamo che cederà presto...”.

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