Novembre 1942
1° novembre
Fronte sovietico.Proseguono, sempre sanguinosissimi, i combattimenti
a Stalingrado fra la 62à e la 64à armata sovietiche e la 6à armata e la 4à
armata corazzata tedesche. Il sogno
tedesco di conquistare integralmente la città incomincia a svanire di
fronte all’incrollabile resistenza nemica. Nel Caucaso, l’Armata Rossa
è riuscita a frustrare tutti i tentativi
del Gruppo di armate A di impadronirsi di Groznyi. I tedeschi riescono
tuttavia a conquistare Alagir, al centro del Caucaso, importante nodo
stradale a sud-est di Nalcik.
Pacifico.Guadalcanal.La 1à divisione Marines lancia il previsto attacco
in direzione ovest verso il fiume
Poha, con valido appoggio di aerei e
artiglierie terrestri e navali. Superato il fiume Matanikau sulle passerelle
gettate nei giorni precedenti, il 5°
reggimento Marines avanza fino a
breve distanza da Punta Cruz, caposaldo nipponico. A est del perimetro
difensivo, altri reparti avanzano verso il fiume Metapona per prevenire
nuovi sbarchi nipponici previsti a
Punta Koli.
2 novembre
Africa settentrionale.Alle ore 1, il
XXX corpo dell’8à armata britannica si lancia all’attacco per attuare
l’operazione “Supercharge”, come
denominata in codice l’offensiva di
sfondamento. Coperta da un imponente sbarramento di artiglieria, la
2à divisione neozelandese apre un
nuovo corridoio nei campi minati
nemici, liberando la strada alla IX
brigata corazzata che stabilisce una
testa di ponte oltre una pista che si
diparte da Rahman in direzione sud.
All’alba le batterie anticarro italo-
tedesche fanno strage dei carri della
brigata inglese, distruggendone il 75%,
ma non riescono a resplngerla oltre i campi minati.
Il X corpo manda al soccorso i suoi carri,
mentre la 1à divisione corazzata inglese viene impegnata in furiosi
scontri presso Teli el-Aqqaqir, a
ovest della Cresta Kidney. Verso sera, Rommel dispone in prima linea
di soli 32 carri pienamente efficienti.
Pacifico.GuadalcanalIl 5° reggimento Marines circonda le forze
nipponiche a Punta Cruz. Giungono sull’isola viveri,
munizioni e due batterie da 155 mm, grazie alle quali gli
americani saranno in grado di opporsi validamente
all’artiglieria nipponica. A est del perimetro difensivo, un battaglione del 7° Marines
supera la foce del fiume Metapona e
si attesta presso il villaggio di Tetere.
Nella notte sul 3, la 17à armata nipponica sbarca rifornimenti e 1500
uomini a est di Punta Koli, dove è
prevista la costruzione di un aeroporto.
Nuova Guinea.La XXV brigata australiana, dopo la lunga campagna
sulla catena Owen Stanley, raggiunge Kokoda e il vicino aeroporto,
che consentirà il rifornimento delle
truppe nella zona. Gli Alleati prendono ovunque posizione. MacArthur
propone la data del 15 novembre
per l’inizio dell’attacco contro la testa di sbarco nipponica nella zona
di Buna-Gona.
3 novembre
Africa settentrionale.I controcarro
dell’Asse seguitano a contenere la
spinta dei corazzati alleati. Durante
la notte sul 4, la 51à divisione e una
brigata della 4à divisione indiana
raggiungono d’impeto la pista di Rahman
a sud di Teli el-Aqqaqir e infrangono
lo schieramento controcarro italo-tedesco.
Rommel, d’altronde, la stessa notte dà l’ordine
di ripiegamento. Alcune divisioni
italiane, tra cui la Folgore, formata
da paracadutisti, restano a sacrificarsi per consentire lo sganciamento
del grosso. Attivissima la RAF.
Alle 10,30 Rommel aveva ricevuto
un telegramma di Hitler, in cui gli si
imponeva praticamente di mantenere le posizioni.
Vi si leggeva, tra l’altro: “...Nella situazione nella quale
vi trovate non ci può essere altro
pensiero che quello di resistere, di
non cedere di un passo e di impegnare nella battaglia ogni uomo e
ogni arma ancora utilizzabili... Nonostante la sua
superiorità, anche il nemico sarà allo stremo delle forze.
Non sarebbe la prima volta nella
storia che la volontà più forte trionfa sui battaglioni
nemici più forti. Alle sue truppe lei non può indicare
nessun’altra via se non quella che
porta alla vittoria o alla morte”.
Pacifico.Guadalcanal.Il 5° reggimento Marines
elimina la sacca giapponese a Punta Cruz.
A est del perimetro difensivo, gli americani sono
invece costretti ad arretrare. Vengono loro inviati rinforzi quando al
comando giunge notizia di imminenti sbarchi nipponici a Punta Koli.
Cina.Il Generalissimo Chiang Kaishek promette 15 divisioni cinesi,
che saranno poste agli ordini del generale americano Stilwell,
per la riconquista della Birmania, in vista
della quale i britannici vanno ammassando forze in India.
4 novembre
Africa settentrionale.Inutile, disperata difesa delle truppe italiane: la
divisione corazzata Ariete, la Littorio e la divisione motorizzata Trieste
sono annientate. Di fronte a questo
disastro Rommel dà di nuovo l’ordine di ripiegare, a dispetto degli
ordini di Hitler. In giornata comunque,
e grazie all’intervento di Kesselring, comandante del
settore operativo Sud, Hitler concede a Rommel l’autorizzazione a ritirarsi.
Il gen. Alexander invia a Churchill
un messaggio decisamente ottimistico in cui si dice sicuro di aver vinto
la battaglia di El Alamein: “Dopo
dodici giorni di aspri e violenti combattimenti, l’8à armata ha inflitto una
dura disfatta alle truppe italo-tedesche di Rommel. Il fronte nemico
è stato spezzato ed ora le forze corazzate britanniche
stanno operando alle spalle dell’avversario. I reparti nemici
che possono disimpegnarsi sono in piena ritirata e vengono attaccati incessantemente dalle
nostre unità corazzate, da quelle
motorizzate e dall’aviazione...”.
Fronte sovietico.Mentre proseguono i combattimenti a Stalingrado, i
russi sferrano attacchi in tutti gli altri
settori del fronte, per individuare i
punti deboli.
Pacifico.Guadalcanal.A ovest del
perimetro difensivo, gli americani si
attestano a circa 2 km da Punta
Cruz; a est devono contenere robusti
attacchi nipponici. Incrociatori e cacciatorpediniere, nonché aerei USA,
attaccano le posizioni nipponiche
presso Punta Koli. Anche gli americani ricevono rinforzi:
reparti dell’8° reggimento Marines sbarcano
nella Baia di Aola.
Nuova Guinea.La XVI brigata australiana attacca
le posizioni nipponiche presso Oivi.
MadagascarIl governatore generale francese rinnova
la richiesta di armistizio ai britannici e accetta le
condizioni che aveva respinto il 17
settembre.
5 novembre
Africa settentrionale.Prosegue la ritirata delle forze italiane e
dell’Afrikakorps. I tedeschi salvano 70.000
dei 90.000 uomini che formavano il
corpo di spedizione. In mano alleata
restano 20.000 prigionieri italiani e
10.000 tedeschi. La divisione Folgore è ormai allo stremo
delle possibilità di resistenza. Il XXX corpo britannico occupa Fuka, a metà strada
fra El Alamein e Marsa Matruh.
Pacifico.Guadalcanal.Un reggimento di fanteria USA si spinge oltre 3
km all’interno a sud di Punta Koli
nel tentativo di aggirare le forze
giapponesi concentrate nella zona.
Madagascar.Alle ore 14 cessano ufficialmente le ostilità fra i britannici
e le forze francesi del governo di
Vichy.
Africa nord-occidentale.Mentre i
convogli destinati all’operazione
“Torch”, salpati dall’inghilterra e
dagli Stati Uniti, si avvicinano ai loro obiettivi,
il gen. Eisenhower giunge in volo a Gibilterra e vi
costituisce il comando alleato. L’amm. inglese sir
Andrew B. Cunningham dirigerà le operazioni delle forze navali;
il generale americano James H.
Doolittle e il maresciallo dell’aria
inglese sir William L. Welsh comanderanno rispettivamente
le forze aeree americane e britanniche; il gen.
K.A.N. Anderson dirigerà le operazioni delle forze terrestri britanniche.
6 novembre
Africa seuentrionale.Sotto una forte
pioggia, il X corpo britannico insegue da vicino gli
italo-tedeschi in ritirata nella zona prossima a Marsa
Matruh. Alle 14,35 alla divisione
Folgore, di 5000 uomini con i quali
è partita da Tarquinia, sua base in
patria, restano “ufficiali 32, truppa
262”.
Italia.Durante la notte Genova viene investita dai bombardieri della
RAF che devastano i quartieri centro-orientali della città causando
molte vittime e feriti.
Fronte sovietico.I combattimenti a
Stalingrado diminuiscono di intensità. Nel Caucaso,
l’Armata Rossa respinge con energia il nemico.
Pacifico.Guadalcanal.Il 164° regg.
fanteria USA raggiunge Punta Koli,
senza scontrarsi col nemico. Prosegue lo sbarco di rinforzi americani
nella Baia di Aola.
7 novembre
Africa settentrionale.Forti piogge
rallentano l’inseguimento britannico
nella zona di Marsa Matruh. Rommel ne approfitta per sottrarre il
maggior numero possibile di divisioni alla minaccia di accerchiamento.
Africa nord-occidentale.Il gen. Henri Giraud, fuggito
dal Sud della Francia a bordo di un sommergibile, conferisce a
Gibilterra con il gen. Eisenhower. Giraud crede di essere stato
chiamato per assumere il comando
delle forze alleate che stanno per
sbarcare in Africa, ma Eisenhower
deve disilluderlo. Il francese si ritira sdegnato, ma l’indomani accetta
di assumere l’amministrazione civile
dei territori francesi dell’Africa settentrionale che saranno liberati.
Pacifico.Guadalcanal.Aerei di base
allo Henderson Field attaccano e
danneggiano 2 cacciatorpediniere
nipponici davanti all’isola.
Cina.Si decide di far esaminare dal
generale americano Wheeler la situazione dei rifornimenti in
vista dell’offensiva che i cinesi intendono lanciare nella primavera del 1943.
8 novembre
Africa nord-occidentale.Nella notte
sull’8, il Corpo di Spedizione Alleato partito dall’Inghilterra e dagli
Stati Uniti si presenta davanti ai
porti di Algeri, Orano e Casablanca:
l’operazione “Torch”, decisa il 25
luglio, è entrata nella sua fase esecutiva. Sono 500 navi da guerra e
350 trasporti suddivisi in tre raggruppamenti:
Task Force navale occidentale (contramm. Hewitt, USA)
che sbarca truppe (gen. Patton,
USA) a Casablanca in Marocco;
Task Force navale centrale (commodoro Troubridge della Royal Navy)
che sbarca le sue truppe (comandate
dal generale americano Fredendall)
a Orano in Algeria; Task Force navale orientale (contramm. Burrough
della Royal Navy) che sbarca le sue
truppe (comandate dal generale
americano Ryder) ad Algeri. Il comando generale delle forze navali
è affidato all’ammiraglio inglese
Cunningham, il comando supremo
dell’operazione è detenuto dal gen.
Dwight D. Eisenhower. L’accordo
per l’operazione era stato raggiunto
da Churchill e Roosevelt il 25 luglio.
Lo sbarco presso Algeri avviene alle
ore 1; vi prendono parte 2 reggimenti USA,
2 brigate britanniche, 2 battaglioni di Commandos britannici,
più 1 reggimento USA che alle 5,30
penetra nel porto di Algeri.
Il gruppo centrale sbarca alle 1,30,
nei pressi di Orano,1 divisione, 1
battaglione corazzato, 1 battaglione
di Rangers, e poi un battaglione di
paracadutisti. Tutto il contingente è
americano. Le unità inglesi Walney e
Hartland sono affondate mentre tentano di prendere intatto il porto.
Il gruppo occidentale sbarca alle ore
5, presso Casablanca, truppe USA
comprendenti 1 divisione e 2 reggimenti di fanteria,
3 battaglioni corazzati e unità speciali.
A seguito dell’invasione il governo di Vichy rompe le
relazioni diplomatiche con Washington.
Francia. Ore 6,30: il Comando degli
U-Boote a Parigi, rendendosi conto
di ciò che sta accadendo sulle coste
africane, ordina a 15 sommergibili
di riunirsi al largo della costa del
Marocco per intercettare le navi alleate dell’operazione “Torch”, ma
quando le unità giungono nello
specchio di mare previsto il convoglio nemico è già passato.
Ore 7: viene recapitata al presidente
francese Pétain una lettera personale del presidente
americano Roosevelt in cui si comunica la notizia
dello sbarco alleato in Africa settentrionale.
La risposta del vecchio maresciallo sembra non lasciare dubbi
sulla volontà del governo di Vichy:
Pétain scrive tra l’altro: “Ho sempre dichiarato che
difenderemo il nostro impero, se attaccato... Siamo
attaccati, ci difenderemo. E questo
l’ordine che do”. Ufficialmente dunque Pétain vuole
tenere buoni i tedeschi, dichiarando che si opporrà
all’aggressione anglo-americana. In
realtà, poche ore dopo invia all’Alto
Commissario ad Algeri, ammiraglio
Francois Darlan, un telegramma segreto in cui si lascia
libero quest’ultimo di trattare con gli Alleati. Pétain comunque
non intende schierarsi dalla Parte degli anglo-americani,
nonostante le pressioni in questo senso del gen. Weygand convocato a
Vichy dal presidente.
8-9 novembre
Francia.Il collaborazionista Pierre
LavaI, presidente del consiglio dei
ministri francese, acconsente alla richiesta tedesca di aprire gli aeroporti
francesi in Tunisia agli aerei tedeschi.
9 novembre
Fronte sovietico.Il “Ramo Armate
Straniere Est” del servizio informazioni tedesco segnala concentramenti
di forze sovietiche nella zona di
Stalingrado e di fronte alla 3à armata romena.
Africa settentrionale.Col miglioramento del tempo, l’8à armata
britannica riprende I’inseguimento degli
italo-tedeschi. La resistenza di questi è infranta a Sidi Barrani
dalla 2à divisione neozelandese.
Tunisia.Truppe tedesche aviotrasportate atterrano all’aeroporto di El
Aouìna, presso Tunisi, senza incontrare opposizione da parte francese.
Algeria.Il gen. K.A.N. Anderson assume il comando della 1à
armata britannica e si affretta a inviare colonne
motorizzate verso Tunisi e Biserta
per prevenire l’occupazione dei due
importanti obiettivi da parte delle
truppe dell’Asse. Sommergibili, aerei in picchiata e
aerosiluranti italo-tedeschi, lanciati all’attacco dei convogli alleati, affondano un trasporto
americano davanti ad Algeri e danneggiano la corazzata Massachusetts,
2 incrociatori, 2 cacciatorpediniere e
altro naviglio. Le forze francesi di
Vichy oppongono ancora resistenza a Orano, mentre gli americani
conquistano l’aeroporto di La Senia.
Marocco.Le truppe del gen. Patton
attaccano Port-Liautey e l’aeroporto, scontrandosi con
un’inattesa resistenza da parte francese. La 3à
divisione USA ritarda l’avanzata su
Casablanca in attesa dell’equipaggiamento pesante e dell’artiglieria che
devono ancora essere sbarcati.
Pacifico.Guadalcanal.Il 7° reggimento Marines riesce ad accerchiare
quasi completamente reparti nemici
presso il torrente Gavaga e respinge
i tentativi dei nipponici per rompere
l’accerchiamento. Gli americani si
preparano a un nuovo attacco contro
Kokumbona.
10 novembre
Algeria.L’amm. Francois Darlan
legge alla radio un proclama in cui
ordina alle forze francesi in Algeria e Marocco
di cessare ogni resistenza contro gli Alleati. Fanteria e
corazzati americani convergono su
Orano: la città capitola alle ore
12,30.
Marocco.Cessa la resistenza dei
francesi nella zona di Port-Liautey.
L’aeroporto è immediatamente rimesso in funzione e
vi atterrano squadriglie di caccia americani decollati
dalla portaerei Chenango. Colonne
corazzate riprendono l’avanzata su
Casablanca, mentre un battaglione
della 2à divisione corazzata si dirige
su Marrakech. Forze navali USA impegnano unità francesi a Casablanca.
Pacifico.Guadalcanal.Mentre il 7°
Marines prosegue la liquidazione dei
nipponici nella sacca (non completamente chiusa)
nella zona del torrente Gavaga, il 2° Marines e un battaglione
del 164° reggimento fanteria rinnovano l’attacco a ovest di
Punta Cruz per la conquista di Kokumbona.
Nuova Guinea.La XVI brigata australiana costringe
i nipponici a ripiegare da Oivi verso la foce del fiume Kumusi.
11 novembre
Di fronte all’invasione tedesca della
Francia di Vichy, il presidente Pétain
diffonde alla radio la sua dichiarazione di protesta; eccola: “Questa
notte ho ricevuto una lettera del
Fùhrer, il quale mi annuncia che,
per necessità militari, è costretto a
prendere alcune misure che avranno
come effetto la soppressione degli
accordi e dei fondamenti stessi dell’armistizio.Io protesto formalmente
contro queste decisioni, incompatibili con le convenzioni dell’armistizio”.
Africa settentrionale.Il X corpo dell’8à armata,
sempre all’inseguimento degli italo-tedeschi in ritirata, entra in Libia e occupa Bardia senza
colpo ferire. La 1à e 7à divisione corazzata incalzano
le retroguardie dell’Asse in Libia. La 2à divisione
neozelandese si ferma al confine libico-egiziano allo scopo di riorganizzarsi.
Africa nord-occidentale francese.Le
autorità francesi firmano l’armistizio con gli Alleati. Ogni resistenza
delle truppe di Vichy cessa alle ore
7. Mezz’ora dopo la 3à divisione
americana, che avrebbe dovuto prendere d’assalto Casablanca, vi entra
fra l’entusiasmo della popolazione.
Le varie installazioni militari sono
occupate dalle truppe alleate. In Algeria, reparti della XXXVI brigata
della 1à armata britannica sbarcano
senza incontrare resistenza a Bougie,
175 km a est di Algeri. Da questa città muove verso
Bona l’XI brigata della 78à divisione.
Francia.Truppe tedesche penetrano
nella parte non occupata della Francia.Truppe italiane sbarcano in
Corsica, ed entrano da est e da sud nella Francia di Vichy.
Pacifico.Guadalcanal.Gli americani interrompono
l’offensiva in direzione di Kokumbona e iniziano a ritirarsi oltre
il fiume Matanikau, poiché da molti segni si ritiene imminente un’offensiva
giapponese in grande
stile contro il perimetro di Lunga.
A est del perimetro gli americani
proseguono l’annientamento dei nipponici rimasti nella sacca, ormai
completamente chiusa, a cavallo del
torrente Gavaga.
Un convoglio giunto dalle Nuove
Ebridi inizia a scaricare viveri e munizioni, ma dopo che
3 trasporti sono stati danneggiati da aerei nipponici interrompe le operazioni e salpa
verso il largo, in direzione di una
squadra navale in arrivo dalla Nuova Caledonia.
12 novembre
Francia.Le truppe tedesche raggiungono il campo trincerato di Tolone.
Algeria.Reparti della 1à armata britannica occupano Bona, 240 km a est
di Algeri; contingenti di Commandos sbarcano presso
il porto e lo occupano. L’aviazione italo-tedesca interviene ripetute volte durante la
giornata colpendo obiettivi militari
e civili. 2 compagnie di paracadutisti americani sono lanciate
sull’aeroporto di Duzerville, 10 km a sud-
est di Bona, e lo occupano. I paracadutisti americani sono aggregati e
posti sotto il controllo operativo della 1à armata britannica.
Tunisia.Unità tedesche della costituenda armata del gen. von Arnim
sbarcano a Tunisi e a Biserta.
Marocco.Sommergibili dell’Asse affondano due trasporti americani al
largo delle coste marocchine.
Pacifico.Guadalcanal.La sacca nemica sul torrente Gavaga è liquidata
dagli americani. Un convoglio proveniente dalle Nuove Ebridi e dalla
Nuova Caledonia sbarca davanti a
Punta Lunga oltre 6000 uomini e cospicue quantità di rifornimenti, ma
deve interrompere l’operazione e allontanarsi sotto la scorta di una
squadriglia di cacciatorpediniere in
quanto la ricognizione ha avvistato
una forte squadra navale nipponica,
comprendente 2 corazzate, che sta
navigando da nord verso l’isola.
Battaglia di Guadalcanal.Nella notte sul 13,
la squadra navale nipponica è segnalata dagli schermi radar
fra l’Isola di Savo e Capo Esperance.Nell’Iron Bottom Sound, ossia
nello Stretto dal fondo di ferro, cosi
chiamato a causa delle tante navi
che vi sono affondate, tra Savo e
Guadalcanal, si accende una furiosa
battaglia. Le forze USA comprendono la portaerei Enterprise,
le corazzate Washington e South Dakota gli incrociatori San Francisco, Pensacola,
Portland, Helena, Juneau, Atlanta,
Northampton, San Diego, 22 cacciatorpediniere
7 trasporti, 79 aerei imbarcati sulla Enterprise e 194
di base a Guadalcanal e nelle Nuove Ebridi.
Le forze nipponiche comprendono le portaerei Junyo e Hiyo (con 95
aerei), le corazzate Hiei, Kirishima,
Kongo e Haruna, gli incrociatori
Atago, Takao, Sendai, Nagara, Tone, Chokai,
Kinugasa, Suzuya, Maya, Tenryu, 30 cacciatorpediniere, 14
sommergibili, 11 trasporti. La flotta
è appoggiata da 215 aerei che hanno
la loro base nella Nuova Britannia.
Il bilancio della battaglia, proseguita
fino al 15 e combattuta sia dalle
forze navali che da quelle aeree, è il
seguente: gli americani perdono gli
incrociatori leggeri Atlanta e Juneau
e 7 cacciatorpediniere; gli incrociatori San Francisco,
Portland, Helena, la corazzata South Dakota, 4 cacciatorpediniere sono danneggiati. I
giapponesi registrano l’affondamento delle corazzate Hiei e Kirishima,
dell’incrociatore pesante Kinugasa,
di 2 cacciatorpediniere e di 7 degli
11 trasporti destinati a sbarcare rinforzi a Guadalcanal (circa 10.000
uomini). Solo 4000 uomini e poche
tonnellate di rifornimenti potranno
essere successivamente sbarcati a
Tassafaronga.
Nuova Guinea.La XXV brigata australiana occupa Gorari, mentre i
giapponesi riescono a ritirarsi oltre
il fiume Kumusi in piena.
13 novembre
Africa settentrionale.Il X corpo dell’8à armata occupa Tobruk.
Tunisia.Anche reparti italiani entrano nel paese
dalla Libia. Gli italo-tedeschi occupano la linea del Mareth,
serie di fortificazioni pomposamente chiamate
“la Maginot africana", costruite dai francesi a
protezione della frontiera orientale della
loro colonia. In pochi giorni la Tunisia sarà occupata
dalle forze dell’Asse.
Italia.Ripetute incursioni della RAF
su Genova causano numerose vittime e gravi danni al centro cittadino.
Algeria.Il gen. Eisenhower giunge
in volo ad Algeri ove si incontra
con l’amm. Darlan. Un convoglio alleato sbarca a
Bona una brigata paracadutisti, 1 reggimento di fanteria
e il comando avanzato della 1à armata britannica. La XXXVI brigata
avanza fino a Djidjelli, 60 km a est
di Bougie.
Pacifico.Isole Salomone.La corazzata nipponica Hiei, colpita la notte
precedente, è attaccata ripetutamente da aerosiluranti e bombardieri in
picchiata americani presso l’Isola di
Savo. Ormai condannata, è affondata dagli stessi nipponici.
Nuova Guinea.Gli australiani distruggono le retroguardie nipponiche
presso il fiume Kumusi.
14 novembre
Francia.Gli italo-tedeschi accerchiano la base di Tolone,
dove è concentrata la flotta francese.Nonostante le smentite ufficiali,
si sta preparando un colpo di mano.
Pacifico.Guadalcanal.I giapponesi
sottopongono a un violento bombardamento navale il campo Henderson
per neutralizzarlo in previsione dello sbarco dei loro rinforzi. Gli aerei
dell’Enterprise e quelli con base a
terra infliggono gravi perdite al nemico.E' il seguito della battaglia di
Guadalcanal, iniziatasi il 12 e descritta a quella data.
Nuova Guinea.Gli Alleati si preparano ad attaccare la testa di sbarco
nipponica nella zona di Buna-Gona.
Truppe americane consolidano le loro posizioni a Natunga, australiani e
americani si organizzano nella zona
di Embogu-Embi-Baia di Oro. Sulla
pista di Kokoda, la XXV brigata australiana
costruisce un ponte di fortuna a Wairopi.
15 novembre
Africa settentrionale.Il X corpo britannico occupa
gli aeroporti di Martuba.
Algeria.La 1à armata britannica varca il confine tunisino e
occupa Tabarka, sulla costa, a circa 120 km da
Tunisi. Un battaglione di paracadutisti americani occupa Youk-les-Bains
presso Tébessa in Algeria, circa 150
km a sud di Bona.
Italia.Nuova violenta incursione
della RAF su Genova.
Pacifico.Guadalcanal.Gli ultimi 4
trasporti nipponici, degli 11 che dovevano sbarcare rinforzi e materiale
a Guadalcanal, sono avvistati a Tassafaronga (a ovest del perimetro
americano) e attaccati dagli aerei e
dalle artiglierie terrestri e navali americane.
Non più di 2000 uomini riescono a sbarcare, altri 2000 sono
uccisi sulla spiaggia o mentre cercano di raggiungerla.I 4 trasporti
sono affondati. E l’ultimo tentativo
giapponese in grande stile di rifornire l’isola. Gli effettivi nipponici a
Guadalcanal sono a questa data di
circa 20.000 (ma molti sono profondamente debilitati dal ben-ben e da
varie forme di dissenteria); gli americani sono circa 23.000.
16 novembre
Tunisia.Ormai tutto il paese è presidiato dalle forze dell’Asse.
La 1à armata britannica compie lievi progressi sulla costa.
Un altro battaglione di paracadutisti americani è
lanciato a Souk-el-Arba, 50 km a
sud di Tabarka. Si registrano i primi
scontri tra reparti francesi e tedeschi a Oued Zarga, Mateur e sulla
strada Bédja-Djebel Abiod.
Pacifico.Nuova Britannia.A Rabaul,
i nipponici costituiscono il comando dell’8à armata, affidato al
gen. Hitoshi Imamura, da cui dipendono la 17à armata che opera nelle
Isole Salomone e la 18à, le cui forze
sono dislocate in Nuova Guinea.
Nuova Guinea.Australiani e americani iniziano le operazioni contro
la testa di sbarco nipponica di BunaGona. Reparti di fanteria americani
sbarcano a sud di Buna. La 32à divisione americana avanza verso Buna,
la 7à australiana verso Gona e Sanananda.
I giapponesi, che gli Alleati ritenevano
disorganizzati e scoraggiati, sono invece pronti a un’energica
resistenza favorita dalla natura accidentata del terreno e da una
serie di fortificazioni. Le truppe nipponiche sono comandate
dal col. Yokoyama a ovest del fiume Girua (il
gen. Horii è scomparso durante la ritirata dalla pista di Kokoda); il cap.
Yasuda comanda quelle a est dello
stesso fiume. L’aviazione nipponica
ostacola lo sbarco degli americani
a sud di Buna.
17 novembre
Tunisia.Gli inglesi entrano in contatto con i tedeschi a
ovest di Djebel Abiod, circa 110 km a ovest di
Tunisi. Più a sud, i paracadutisti
americani occupano l’aeroporto di
Gafsa.
Nuova Guinea.Australiani e americani pnoseguono
l’avvicinamento alla testa di sbarco di Buna-Gona.I
nipponici ricevono rinforzi trasportati da cacciatorpediniere
che approdano a sera a Basabua.
18 novembre
Fronte sovietico.I sovietici stanno
per lanciare una grande offensiva
contro le forze tedesche a Stalingrado, dove si trovano la 6à armata e
parte della 4à armata corazzata. A
sud-ovest della città si trova il Gruppo di armate B (von Weichs) con
parte della 4à armata corazzata e la
4à armata romena. Più a nord, nella
grande ansa del Don, si trovano l’8à
armata italiana e la 3à romena. Da
parte sovietica a nord del Don e fino
alla testa di ponte di Kleckaja, oltre
questo fiume, sta il fronte sud-occidentale comandato da Vatutin e
comprendente la 1à armata, la 5à armata carri e la 21à armata.
Da Kleckaja a Stalingrado si stende il Fronte del Don,
al comando di Rokossovskij, formato dalla 65à, 24à e 66à
armata. Da Stalingrado verso sud è
il Fronte di Stalingrado, diretto da
Eremenko e comprendente la 62à
armata del gen. Cujkov, la 57à armata del gen. Tolbuchin e la 51à armata
del gen. Trufanov.
Tunisia.Una brigata della 78à divisione britannica respinge un attacco
tedesco a Djebel Abiod, ma un’altra
brigata resta isolata a est di questa
posizione. I tedeschi attaccano inoltre il XIX corpo d’armata francese
a Medjez-el-Bab, 55 km a sud-ovest
di Tunisi e a sud di Mateur.
Italia.Bombardieri britannici attaccano nella notte Torino causando
decine di morti e feriti e gravi danni.
Pacifico.Guadalcanal.Gli americani
avanzano a sud di Punta Cruz nel
settore occidentale, in preparazione
di una nuova offensiva.
Nuova Guinea.La XVI brigata australiana occupa Popondetta, dove
viene subito dato l’avvio alla costruzione di una pista di atterraggio, e
avanza verso Soputa senza prendere
contatto col nemico.
19 novembre
Fronte sovietico.Dopo una micidiale
preparazione di razzi multipli e di
artiglieria, alle 8,50 prende inizio la
grande controffensiva sovietica nel
settore di Stalingrado, che porterà i
tedeschi a un immane disastro. Sei
corpi d’armata del Fronte del Don
muovono all’assalto della testa di
ponte di Kleckaja, 120 km a nord-ovest di Stalingrado. Più a nord, da
Serafimovic sul Don, circa 150 km a
nord-ovest di Stalingrado, attaccano
le armate del Fronte sud-occidentale.
E' l’inizio di una grande manovra a
tenaglia (l’altro braccio sarà formato, a sud, dal Fronte di Stalingrado).
Tedeschi e romeni reggono abbastanza bene ovunque
salvo che nella zona di Kleckaja dove subito si registra una forte penetrazione sovietica.
Il comandante dello Heeresgruppe B,
von Weichs, da cui dipendono la 6à
armata, la 4à Panzerarmee e la 4à armata romena,
ordina immediati contrattacchi.
Ma ottiene solo un temporaneo contenimento del nemico.
Tunisia.Il XIX corpo d’armata francese respinge l’ultimatum posto dai
tedeschi per lo sgombero di Medjez-el-Bab.
Nel corso della giornata sopraggiungono reparti di fanteria inglesi e
di artiglieria americani
che costringono i carri e le fanterie
tedeschi a ripiegare.
Pacifico.Guadalcanal.Nella notte
sul 20, i nipponici, partendo da Kokumbona, sferrano un attacco contro
le posizioni americane nel settore a
ovest del fiume Matanikau.
20 novembre
Fronte sovietico.Mentre infuriano i
combattimenti a Stalingrado e a nord
della città, un nuovo grande attacco
sovietico prende le mosse da Beketovka e Plodovitoje,
a sud della città. Vi prendono parte tre armate, la
64à, la 57à e la 51à con vari corpi
corazzati e meccanizzati.
I sovietici sono suddivisi nei gruppi
“Don”, che attacca da nord, e “Volga”, che attacca da sud-est.
Africa settentrionale.In Libia, l’8à
armata occupa Bengasi. Rommel
prosegue la ritirata verso occidente.
In Tunisia, la rinnovata pressione tedesca costringe i francesi del XIX
corpo d’armata a ritirarsi di 15 km
nella zona di Medjez-el-Bab.
21 novembre
Fronte sovietico.A nord-ovest di
Kleckaja, la 3à armata romena dà
chiari segni di cedimento di fronte
agli assalti della 5à armata carri sovietica.
Ovunque proseguono i combattimenti.
A sud, i sovietici avanzano verso il Don; la 64à armata,
con manovra avvolgente, minaccia
di isolare i tedeschi a Stalingrado. I
corazzati, che hanno iniziato l’offensiva di Serafimovic, avanzano verso
Golubaja e Kalaè. Hitler respinge
una proposta di ripiegamento sul
Don avanzata da von Paulus: difesa a oltranza!
Africa settentrionale.In Libia, aerei
inglesi e americani effettuano una
pesante incursione sul porto di Tripoli. In Tunisia, nessuna operazione
degna di nota; gli Alleati vanno
schierandosi, e cosi gli italo-tedeschi.
Pacifico.Guadalcanal.Gli americani
riescono a sgombrare i nipponici da
Punta Cruz, ma non vanno oltre.
Nuova Guinea.La XVI brigata australiana,
rafforzata dal 126° reggimento fanteria americano, compie
lievissimi e costosissimi progressi in
direzione di Sanananda. Reparti della 32à divisione
americana muovono da Dobodura verso Buna,
ma sono bloccati dai nipponici, ben fortificati nella zona
chiamata “il Triangolo” e favoriti dal terreno.
22 novembre
Fronte sovietico.Le due branche
della tenaglia sovietica si richiudono
a Kalac, sul Don a ovest di Stalingrado, chiudendo
in una morsa la 6à
armata tedesca e parte della 4à armata corazzata, oltre a contingenti
minori: si tratta di 284.000 uomini
scelti, 100 carri armati, 1800 cannoni e oltre 10.000 automezzi.
Africa settentrionale.Puntate di forti gruppi da combattimento inglesi
nella zona di Agedabia, in Libia, sono temporaneamente contenute dagli
italo-tedeschi. In Tunisia, la XXXVI
brigata della 78à divisione britannica
respinge un attacco a Djebel Abiod.
Pacifico.Guadalcanal.Vani attacchi
americani contro le posizioni nipponiche a ovest di Lunga.
Nuova Guinea.Mentre la XXV brigata australiana seguita a premere in
direzione di Gona, il 126° fanteria
USA attacca nel settore di Sanananda.
Altri reparti americani provenendo da Soputa
passano su zattere sulla riva orientale del fiume Girua.
23 novembre
Fronte sovietico.5 divisioni romene
della 3à armata, circondate da reparti della 5à armata carri e dalla 21à
armata sovietiche a sud di Serafimovic, si arrendono.
I tedeschi intrappolati a Stalingrado sono attaccati
alle spalle dalla 65à e dalla 64à armata sovietiche. Il comandante del
Gruppo di armate B, von Weichs,
sprona von Paulus, comandante la 6à
armata, a rompere l’accerchiamento
prima che i sovietici possano ammassare altre forze
attorno alla città assediata. Ma Hitler ha ormai assunto
personalmente il comando dell’armata e,
quando il feldmaresciallo Gòring gli assicura che
la Luftwaffe sarà in grado di rifornire Stalingrado
di viveri, munizioni e materiale per
700 tonnellate al giorno, ordina a
von Paulus di resistere sul posto in
attesa che il Gruppo di armate B
possa riprendere l’offensiva per liberarlo.
Gli ordina di conseguenza di organizzare la “Fortezza Stalingrado” e di
non cedere un metro di terreno. Frattanto,k'11 armata di von Manstein
viene spostata dal fronte di Leningrado,
ribattezzata Gruppo di armate del Don e incaricata di liberare
Stalingrado e ristabilire il fronte originario. Von Manstein organizza le
sue forze in due gruppi operativi: il
Gruppo Hoth, a sud del Don, e il
Gruppo Hollidt a nord.
Dal canto loro, i sovietici si trovano
di fronte a un problema strategico di
grande importanza: se concentrare le
forze dei loro fronti meridionali nella liquidazione
della sacca di StaIingrado, oppure isolare questa e
lanciarle in massa per tagliare la
strada della ritirata alle forze tedesche del Caucaso.
Prevale la prima tesi(immediata
liquidazione di Stalingrado)nella
convinzione che eliminare la 6à armata di von
Paulus sarà un problema di pochi giorni: l’anello interno
attorno alla città è stato saldato, ed
è per buona parte guarnito anche un
“anello esterno”, lungo 450 km, le
cui forze dovranno impedire un prevedibile tentativo
di liberazione degli assediati. Questa scelta strategica
(che in definitiva consentirà ai tedeschi di ritirare le
loro forze dal Caucaso) si basa su un quasi incredibile
errore di valutazione delle forze tedesche chiuse nella sacca.
Africa settentrionale e occidentale.
In Libia, essendo stati superati sul
fianco sud dalla 7à div. corazzata del
X corpo britannico, gli italo-tedeschi
si ritirano da Agedabia (circa 150
km a sud di Bengasi) a EI Agheila,
dove Rommel spera di poter arrestare l’avanzata nemica.
Algeria.Il Quartier Generale alleato si trasferisce da Gibilterra ad
Algeri. In Tunisia, i comandi britannico e francese fissano le sfere delle
rispettive competenze: tutte le truppe a nord della
linea Le Kef-Zaghouan saranno agli ordini
del comando britannico, quelle a sud di tale
linea dipenderanno dal comando
francese. Nel Senegal, Dakar è occupata senza spargimento di sangue
dalle truppe alleate.
Pacifico.Guadalcanal.Dopo un’intensa preparazione di artiglieria, il
164° reggimento fanteria USA va all’assalto a ovest del perimetro, nella
zona di Punta Cruz, ma non riesce
a superare la resistenza nipponica.
Le perdite americane in questo settore sono state e sono gravi.
L’offensiva è arrestata in attesa di rinforzi.
24 novembre
Fronte sovietico.Nel settore di Stalingrado,
i sovietici sfruttano gli sfondamenti operati nelle linee nemiche.
Nel settore centrale, lanciano offensive locali in prossimità di Velikije
Luki e di Rzev.
Africa settentrionale.In Libia, Rommel è al El Agheila.
Gli sono rimasti solo 35 carri armati e i resti di 2 divisioni. Montgomery però,
che si trova ad Agedabia, a meno di
100 km, prende tempo, oltre tre
settimane, per riorganizzare l’8à armata e riprendere l’offensiva.Il 13
dicembre, quando si deciderà ad attaccare,
Rommel si sarà già brillantemente sganciato.
In Tunisia,la 1à armata britannica
riceve l’ordine di avanzare su Tunisi, avendo come primi
obiettivi Tebourba e Mateur.
Estremo Oriente.Il generale americano Stilwell è informato
dal Dipartimento della Guerra USA che gli
Stati Uniti non potranno fornire
uomini e materiali, oltre quelli che
già forniscono, per alimentare la progettata offensiva per la riconquista
della Birmania.
Nuova Guinea.I nipponici respingono gli attacchi della XXV brigata
australiana contro Gona. Reparti
della 32à divisione USA seguitano
a premere su Sanananda (presso Gona, a ovest). Un attacco coordinato
viene lanciato nel pomeriggio contro il “Triangolo” dopo una breve
preparazione aerea e di mortai, ma i
nipponici lo respingono con facilità.
Pacifico.Isole Salomone.I giapponesi sbarcano alcuni reparti a Munda
nella Nuova Georgia, a ovest di Guadalcanal, dove intendono costruire
aeroporti. Nonostante il forte pattugliamento
navale americano, i nipponici riescono ugualmente a far
giungere via mare rifornimenti a
Guadalcanal. Veloci cacciatorpediniere lasciano nottetempo bidoni
galleggianti tenuti insieme da funi
presso la costa, dove in barca o a
nuoto i fanti vanno poi a prelevarli.
25 novembre
Africa settentrionale.In Tunisia, la
XXXVI brigata della 1à armata britannica avanza a nord da Djebel
Abiod verso Mateur. AI centro altre
truppe britanniche penetrano nelle
posizioni nemiche fra Mateur e Tebourba e un contingente della 1à div.
corazzata americana compie un’incursione contro
l’aeroporto di Djedeida, a 8 km da Tebourba, distruggendo 30 aerei tedeschi al suolo.
Nuova Guinea.Situazione di stallo
in ogni settore del fronte. Attività
di pattuglie e scambi di artiglieria.
Guadalcanal.Un cacciatorpediniere
americano sorprende e bombarda un
gruppo di 40 chiatte motorizzate
giapponesi a Tassafaronga. Si segnalano movimenti
nemici nell’Isola della Nuova Georgia e a Santa Isabel.
26 novembre
Tunisia.Scontri fra corazzati a sud
di Mateur.
Nuova Guinea.A Gona, australiani
e nipponici si fronteggiano senza
prendere iniziative. La 32à divisione
americana rinnova senza esito i tentativi di espugnare Sanananda con
attacchi frontali e laterali; i progressi sono limitatissimi, dell’ordine di
qualche centinaio di metri. Gli Alleati giungono fino a 700 metri dalla
pista di Killerton e conquistano un
deposito di viveri tenacemente difeso dai nipponici. Un robusto attacco,
dopo una lunga preparazione aerea
e di artiglieria, viene lanciato sul
fianco occidentale del “Triangolo”,
dove sono meno forti le difese nipponiche.
27 novembre
Francia.All’alba le SS invadono l’arsenale di Tolone. Per non cadere in
mano tedesca la flotta francese si
autoaffonda per ordine del suo comandante,
l’ammiraglio Jean de Laborde:
si tratta di 2 corazzate,1 incrociatore
da battaglia, 7 incrociatori,1 nave-trasporto aerei,
29 cacciatorpediniere, 2 sommergibili (altri
4 riescono a raggiungere il largo e la
libertà) e altro naviglio minore.
Viene sciolto l’esercito armistiziale
del governo di Vichy.
Tunisia.La 78à divisione britannica
occupa Tebourba, a 36 km da Tunisi, ma ne è scacciata dai tedeschi
appoggiati da carri armati e da Stukas.Il grosso della 1à div. corazzata
americana è trasferito dal settore di
Orano alla 1à armata britannica.
28 novembre
Fronte sovietico.Continua la tragedia di Stalingrado. Von Manstein,
all’insaputa e poi contro il parere
di Hitler, studia l’operazione “Tempesta d’inverno” diretta a rompere
l’accerchiamento della 6à armata.
Tunisia.L’XI brigata della 78à divisione britannica e reparti carristi
della 1à div. corazzata americana raggiungono la periferia di Djedeìda, a
24 km da Tunisi. E il punto più vicino a Tunisi che gli
Alleati raggiungono prima della fase conclusiva della campagna.
A sud, i tedeschi evacuano Pont-du-Fahs.
Somalia francese.Un terzo della
guarnigione di Gibuti, finora ligia
al governo di Vichy, passa nella Somalia britannica e
aderisce alla causa degli Alleati.
Italia.Altro bombardamento notturno della RAF su Torino:
15 vittime e gravi danni nel centro storico.
Pacifico.L’ex viceammiraglio William
F. Halsey, promosso ammiraglio
due giorni prima, sostituisce il contramm. Kinkaid con il contramm. C.
H. Wright al comando della Task
Force 67, incaricata di pattugliare
l’Ironbottom Sound tra Savo e Guadalcanal per impedire
l’arrivo di rifornimenti ai nipponici. La Task Force 67
comprende 5 incrociatori (Minneapolis, Honolulu, Northampton,
Pensacola e New Orleans) e 4 cacciatorpediniere.
29 novembre
Fronte sovietico.I sovietici seguitano
a guadagnare terreno nel settore di
Stalingrado, e von Manstein incomincia ad avvertire il pericolo per le sue
stesse armate.
Tunisia.L’XI brigata della 78à divisione britannica
è bloccata a Djedeida dalla ferma resistenza tedesca.
Due battaglioni della I brigata paracadutisti inglese
sono lanciati a Depienne. 15 km a nord-est di Pontdu-Fahs,
con il compito di conquistare l’aeroporto di Oudna, ma sono
respinti e devono battere in ritirata.
Pacifico.Guadalcanal.Tre battaglioni di fanteria e
di Marines incompleti e un nuovo contingente di Seabees
vengono sbarcati nella zona di Punta Koli dove
gli americani progettano la costruzione
di un nuovo aeroporto.
I comandi americani studiano l’eventualità di ritirare i Marines
da Guadalcanal affidando la responsabilità delle operazioni all’esercito,
di cui da oltre un mese sono giunti
nell’isola sempre nuovi reparti. Al
gen. Vandegrift, che finora ha diretto le operazioni,
dovrebbe subentrare il gen. Alexander M. Patch.
Nuova Guinea.Bombardieri alleati
intercettano 4 cacciatorpediniere nipponici
nello Stretto di Vitiaz e li attaccano costringendoli a invertire la
rotta. Le quattro unità trasportavano
rinforzi da Rabaul.
30 novembre
Tunisia.Gli italo-tedeschi sono riusciti a far giungere in Tunisia, fino a
questo momento, circa 15.500 combattenti,
che contengono senza eccessivo sforzo le puntate offensive
della 1à armata britannica, nonché
delle divisioni americane e francesi.
Pacifico.Battaglia navale di Tassafaronga(Guadalcanal).
La Task Force 67 del contramm. Wright intercetta e impegna una squadriglia di 8
cacciatorpediniere nipponici, comandati dal
contramm. Tanaka, che trasporta truppe e
materiali a GuadaIcanal. Nello scontro notturno 1 cacciatorpediniere
nipponico è affondato e un altro danneggiato. La squadriglia deve ritirarsi senza effettuare
lo sbarco, ma infligge gravi danni alle unità americane,
silurando gli incrociatori pesanti Pensacola, New
Orleans, Minneapolis e Northampton. Quest’ultimo affonderà alle ore
3,04 del giorno dopo a causa delle
grandi falle aperte nello scafo.
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