![]() L’intenzione di Montgomery era di far eseguire alle forze americane una grande conversione a sinistra, facendo perno su Caen. Essa era ugualmente importante per i tedeschi: se le loro linee fossero state sfondate in quel punto l’intera 7à armata germanica sarebbe stata costretta a ripiegare verso sud-est in direzione della Loira, lasciando un varco tra essa e la i 5à armata dislocata più a nord. In tal caso la strada di Parigi sarebbe stata aperta. Per questo Caen divenne nelle settimane successive teatro di attacchi incessanti da parte degli Alleati e della più ostinata difesa da parte dei tedeschi, che vi fecero affluire gran parte delle loro divisioni, soprattutto corazzate. Tale concentramento era in parte un vantaggio, ma anche un ostacolo ai loro movimenti. I tedeschi, se avevano serbate ancora intatte a nord della Senna le divisioni di riserva della j 5à armata, avevano però inviato rinforzi da altre direzioni, tanto che il 12 giugno avevano in linea 12 divisioni, 4 delle quali corazzate. La gigantesca offensiva aerea aveva ostacolato seriamente le comunicazioni tedesche: tutti i ponti sulla Senna a valle di Parigi e i principali ponti sulla Loira erano ormai distrutti. ![]() Simultaneamente avanzarono verso nord e, dopo aspri combattimenti, il giorno 22 arrivarono dinanzi alle difese esterne di Cherbourg. I tedeschi resistettero con decisione sino al 26 cosi da poter procedere alle demolizioni; l’opera di distruzione fu cosi' completa che sino alla fine di agosto il porto non poté smistare carichi pesanti. Il 17 giugno, a Margival, presso Soissons, Hitler s’incontrò con von Rundstedt e Rommel. I due generali sostennero energicamente con lui la tesi che era una pazzia impegnare l’esercito tedesco in Normandia sino al dissanguamento. Chiedevano che la 7à armata, prima di farsi distruggere, si ritirasse in buon ordine verso la Senna, dove, insieme con la i 5à armata, avrebbe potuto sostenere una battaglia mobile di copertura con almeno qualche speranza di successo. Ma Hitler non acconsenti: anche stavolta, come in Russia e in Italia, ordinò di non cedere neppure un palmo di terreno e che tutti combattessero sul posto sino all’ultimo. I generali avevano certamente ragione: il metodo di Hitler di combattere sino all’ultimo sangue contemporaneamente su tutti i fronti violava il principio fondamentale della scelta degli obiettivi. ![]() Gli attacchi lanciati verso est, dalle basi tedesche, specie da quella di Le Havre, furono tutti sventati; a occidente una squadra navale da bombardamento alleata collaborò più tardi con l’armata americana alla conquista di Cherbourg. I progressi compiuti oltre Manica erano buoni. Nei primi sei giorni vennero sbarcati 326.000 uomini, 54.000 automezzi e 104.000 tonnellate di rifornimenti. Nonostante le gravi perdite subite dai mezzi da sbarco, una gigantesca organizzazione logistica fu messa in piedi con rapidità. In media, più di 120 navi di tutti i tipi arrivavano giornalmente a destinazione cariche di rifornimenti. Il problema enormemente complesso di far muovere un tonnellaggio di navi tanto elevato fu aggravato dalle avverse condizioni meteorologiche; notevoli progressi furono ciò nonostante attuati. La marina mercantile ebbe una parte di primissimo piano:i suoi marinai accettarono di buon animo tutti i rischi della guerra e del maltempo, la loro costanza e la loro lealtà contribuirono in notevolissima misura al successo della grande impresa. Il 19 giugno erano già a buon punto i due porti “Muiberry”, uno ad Arromanches e l’altro una quindicina di chilometri più a ovest, nel settore americano. L’oleodotto sottomarino (“Pluto") sarebbe entrato in attività più tardi, ma nel frattempo si stava apprestando Port-enBessin per farne la principale base per il rifornimento della benzina. Senonché proprio allora cominciò una burrasca durata ben quattro giorni, che impedi' quasi interamente lo sbarco degli uomini e dei materiali e arrecò gravi danni ai frangiflutti appena affondati. Parecchi galleggianti che non erano concepiti per simili condizioni si staccarono dagli ormeggi e andarono a infrangersi contro altri frangiflutti e contro le navi all’ancora. Il porto costruito nel settore americano fu distrutto e le parti di esso ancora utilizzabili vennero impiegate per riparare quello di Arromanches. ![]() Il settore meridionale del fronte britannico fu attaccato per due volte da parecchie divisioni corazzate germaniche; dopo violenti combattimenti i tedeschi subirono una grave disfatta, con perdite assai forti a opera dell’aviazione e della potente artiglieria alleata.L’8 luglio un poderoso attacco contro Caen venne lanciato da nord e da nord-ovest.Preparò la strada il primo di quei bombardamenti tattici eseguiti dai bombardieri pesanti, che divennero da allora in poi un elemento caratteristica di ogni offensiva Alleata.Dopo che i bombardieri pesanti della RAF ebbero lanciato più di 2000 tonnellate di bombe sulle difese tedesche, all’alba la fanteria britannica, inevitabilmente ostacolata dai crateri dei proiettili e dalle macerie degli edifici distrutti, poté compiere una notevole avanzata Il 10 luglio tutti i quartieri di Caen situati sulla loro riva del fiume erano stati espugnati e Churchill potevo telegrafare a Montgomery:«Molte congratulazioni per la conquista di Caenx». Giunse l’ora del grande sfondamento americano operato agli ordini del generale Omar Bradley. Il 25luglio il VII corpo d’armata americano attaccò da Saint-Lò verso sud e il giorno successivo anche l’VIlI corpo d’armata schierato alla sua destra, intervenne nella battaglia. Il bombardamento effettuato dall’aviazione americana era stato micidiale, sgombrando cosi il cammino alla fanteria per buon tratto. Entrarono quindi in azione le forze corazzate, che spazzarono la strada sino al nodo strategico di Coutances. La ritirata, lungo quella costa della Normandia, era con ciò tagliata ai tedeschi, cosi' come l’intero sistema difensivo tedesco a ovest della Vire era in pericolo e in via di disfacimento. Le strade erano ingombre di truppe in ritirata cosi' che i bombardieri e i cacciabombardieri alleati poterono infierire su uomini e automezzi.L’avanzata alleata continuò. Avranches fu conquistata il 31 luglio e poco dopo venne aggirata l’insenatura che apriva la strada della penisola di Bretagna. ![]() I canadesi, agli ordini del generale Crerar, attaccarono contemporaneamente da Caen lungo la strada che portava a Falaise, ma l’attacco fu efficacemente contenuto da 4 divisioni corazzate tedesche. Montgomery, che ancora comandava l’intero fronte d’invasione, trasferi' perciò il peso dell’attacco britannico sull’altro fianco e ordinò alla 2à armata britannica, agli ordini del generale Dempsey, di attaccare nuovamente da Caumont verso Vire. Preceduto ancora una volta da un pesante bombardamento aereo, l’attacco cominciò il 30 luglio: Vire fu raggiunta alcuni giorni più tardi. La 3à armata americana, agli ordini del generale Patton, era stata intanto costituita ed era entrata in azione. Patton distaccò due divisioni corazzate e tre divisioni di fanteria per una doppia puntata verso ovest e verso sud, destinata a ripulire la penisola di Bretagna. Le truppe nemiche isolate si ritirarono immediatamente verso i porti fortificati in loro possesso. Il Movimento di resistenza francese, che nella zona contava 30.000 uomini, contribui' attivamente alle operazioni; la penisola fu rapidamente conquistata. Entro la fine della prima settimana d’agosto tutti i tedeschi sfuggiti alla cattura in tale settore, ossia i 45.000 uomini delle guarnigioni e i resti di quattro divisioni, erano stati costretti a ripiegare entro il perimetro delle difese dei porti di Saint-Malo, Lorient e Saint-Nazaire.Qui gli Alleati poterono bloccarli e lasciarli intristire, evitando cosi' le perdite non strettamente necessarie che operazioni immediate di attacco avrebbero richiesto. I danni provocati a Cherbourg erano enormi; dopo tale esperienza era certo che i porti della Bretagna, quando pure fossero stati rapidamente espugnati, avrebbero richiesto molto tempo prima di venir rimessi in efficienza. L’elevato rendimento del porto "Mulberry” di Arromanches, gli ancoraggi naturalmente protetti, insieme con l’imprevisto sviluppo dei porti minori della costa normanna, avevano diminuito l’urgenza della conquista dei porti bretoni, che tanto rilievo aveva avuto nei piani iniziali Alleati. Inoltre, procedendo le cose tanto favorevolmente,essi potevano contare d’impadronirsi entro breve tempo dei porti francesi, assai migliori, tra Le Havre e il confine belga. Brest, che era presidiata da una forte guarnigione agli ordini di un comandante intraprendente, costituiva però un pericolo da eliminare: si arrese il 19 settembre sotto l’incalzare di violenti attacchi lanciati da tre divisioni americane. Mentre le forze tedesche di Bretagna venivano in tal modo respinte o isolate, il resto della 3à armata di Patton puntava verso est, iniziando quella manovra a “lungo ferro di cavallo” che doveva portarla al varco tra la Loira e Parigi, e poi, lungo la Senna, in direzione di Rouen. La città di Lavai fu conquistata il 6 agosto, Le Mans il giorno 9. Ben pochi tedeschi furono incontrati in questa vasta zona e la maggiore difficoltà fu quella di rifornire le truppe americane avanzanti, superando distanze sempre maggiori. Salvo che per limitate quantità di rifornimenti trasportate per via aerea, tutto doveva ancora arrivare dalle spiagge dove aveva avuto luogo il primo sbarco e raggiungere il fronte, passando per la Normandia occidentale attraverso Avranches. Avranches diventò pertanto una specie di “collo di bottiglia”, offrendo ai tedeschi l’occasione tentatrice di un attacco che dai dintorni di Falaise muovesse verso ovest. L’idea colpi la fantasia di Hitler, che subito ordinò che una colonna, forte del maggior numero di effettivi possibile, attaccasse Mortain, si aprisse il cammino sino ad Avranches e tagliasse in tal modo le comunicazioni di Patton. I comandanti tedeschi furono unanimi nel condannare il progetto: comprendendo che la battaglia per la Normandia era già perduta, desideravano impiegare le quattro divisioni della 15à armata, appena arrivate in linea, a nord, per effettuare un ordinato ripiegamento verso la Senna. ![]() Più a sud, un corpo d’armata della 3 armata americana era stato dirottato verso nord attraverso Alencon in direzione di Argentan, dove giunse il 13 agosto. ![]() ![]() De Gaulle arrivò il giorno stesso e gli venne assicurato dal comandante supremo alleato che, quando fosse venuto il momento — cosi' come era stato concordato da tempo — le truppe di Leclerc sarebbero state le prime a entrare a Parigi. Quella sera stessa, la notizia di combattimenti per le vie della capitale decise Eisenhower ad agire: Leclerc ricevette l’ordine di marciare. Alle ore 19,15 il generale Bradley impartiva queste istruzioni al comandante francese, la cui divisione era allora dislocata nella zona di Argentan.L'ordine di operazioni, in data 23 agosto, comincia con le parole: «Mission: s’emparer de Paris...». Leclerc scrisse a De Gaulle: «Ho avuto l’impressione... di rivivere la situazione del 1940 rovesciata: completo disordine nelle file nemiche, le cui unità sono state colte completamente di sorpresa». Egli decise di agire con audacia, proponendosi di evitare — piuttosto che sforzarsi di ridurre — i concentramenti di forze tedesche. Il 24 agosto i primi reparti mossero verso il cuore della capitale da Rambouillet, dove erano arrivati dalla Normandia il giorno precedente. La colonna principale, comandata dal colonnello Billotte, figlio del comandante del I gruppo d’armate francese ucciso nel maggio 1940, parti da Orléans. ![]() |