Gli antefatti nel Pacifico

19 settembre 1931 Forze giapponesi invadono la Manciuria e entro gennaio dell’anno seguente ne completano l’occupazione.

27 marzo 1933 Condannato come aggressore dalla Società delle Nazioni e dagli USA, il Giappone esce dalla Lega.
7 luglio 1937 Avviene una sparatoria contro soldati giapponesi a Pechino.E' il "casus belli" per i nipponici.

26 luglio 1937 I giapponesi aprono senza preavviso le ostilità contro la Cina;il mese seguente sbarcano a Shanghai e di li marciano su Nanchino.

14 dicembre 1937 Nanchino cade in mano agli invasori e in breve tutta la Cina settentrionale è occupata. Le truppe di Chiang Kai-shek continuano tuttavia a combattere, rifornite di armi dalle potenze occidentali. Nel marzo dell’anno successivo riescono a infliggere una dura sconfitta ai nipponici. Questi costituiscono un governo fantoccio denominato “Governo centrale della Repubblica Cinese” e decidono di isolare completamente Chiang bloccandogli le vie di rifornimento, che sono la ferrovia dello Yiinnan (dal Tonchino fran- cese), la ferrovia da Canton (in- glese) e la strada della Mongolia (sovietica).

Ottobre 1938 I nipponici sbarcano a Canton: inglesi e francesi, succubi della politica dell’appeasement, si limitano a una nota di protesta. Gli inglesi però aprono una nuova via, attraverso la Birmania e le montagne dello Yùnnan, per rifornire il Generalissimo e capo del Kuo-min-tang, mentre i sovietici accrescono il volume delle loro forniture attraverso la Mongolia. Anche Washington aiuta il legittimo governo cinese con un credito di 25 milioni di dollari.

11 giugno 1940 L’ambasciatore nipponico a Londra dichiara che un eventuale mutamento di governo nel suo paese non comporterà l’abbandono della politica di neutralità nel conflitto europeo.

13 giugno 1940 Viene raggiunto un accordo di compromesso fra britannici e giapponesi a proposito delle concessioni inglesi a Tientsin. Ma di li a pochi giorni, a seguito del crollo della Francia, gli oltranzisti nipponici impongono al governo un atteggiamento più duro verso gli Occidentali. Tokyo avanza una serie di richieste, la più importante delle quali è la chiusura della famosa ‘‘strada della Birmania’’ la pista di rifornimento di Chiang Kai-shek. Londra trrgiversa, ma, temendo azioni nipponiche in Oriente cui è del tutto impreparata, acconsente a chiudere per tre mesi la “strada della Birmania”. La decisione ha effetto dal 18 luglio (d’altronde, fino a ottobre la pista è quasi impraticabile a causa delle piogge monsoniche).

Fine giugno 1940 I giapponesi chiedono al governo di Vichy di chiudere la frontiera fra Indocina e Cina, e agli olandesi concessioni economiche. Roosevelt decreta l’embargo sulla esportazione di alcune merci al Giappone.Ma fra le merci vietate non figura il petrolio.

22 luglio 1940 A Tokyo sale al potere un nuovo governo, nettamente più intransigente nei confronti degli Occidentali, guidato dal principe Fumimaro Konoye. Il Ministero degli Esteri è affidato a Yosuke Matsuoka. In stretta collaborazione con lo Stato Maggiore Imperiale, il nuovo governo decide di chiedere all’indocina la concessione di basi militari, all’Inghilterra la cessazione di ogni atteggiamento ostile. Le richieste, si lascia intendere con velata minaccia, potrebbero essere appoggiate dalla forza delle armi. Tokyo volge i suoi piani di espansione verso il Sud-Est asiatico e le Indie Olan- desi.E' previstò a più o meno breve scadenza uno scontro con l’inghilterra, mentre ci si propone di evitare, se possibile, quello con gli Stati Uniti. Il 1° agosto, il nuovo governo dichiara che il fine della politica giapponese e “la costruzione di un nuovo ordine nella grande Asia Orientale".

30 agosto 1940 L’ambasciatore di Vichy a Tokyo sottoscrive coi responsabili nipponici un accordo in base al quale i francesi assicurano la loro collaborazione nel raggiungimento degli scopi politici ed economici del Giappone in Asia, e acconsentono all’uso del territorio dell’Indocina settentrionale ai giapponesi per le loro operazioni militari contro la Cina di Chiang Kai-shek.

23 settembre 1940 Dopo aver inviato, il 15, un ultimatum a Saigon dove le autorità di Vichy paiono rimangiarsi l’accordo, i giapponesi sbarcano truppe nel Tonchino. I rappresentanti di Vichy non possono far altro che accettare la situazione.

27 settembre 1940 Il Giappone aderisce al Patto Tripartito.

13 aprile 1940 A Mosca viene firmato un patto di non aggressione nippo-sovietico della durata di cinque anni. Ciò rafforza a Tokyo la fazione dei “falchi”, contrari alla politica di Konoye verso gli Stati Uniti, giudicata arrendevole.

12 luglio 1941 I nipponici sbarcano 50.000 uomini in Cocincina; in tal modo l’intera Indocina passa sotto la loro egemonia.

26 luglio 1941 Washington reagisce al nuovo atto espansionistico di Tokyo congelando i depositi giapponesi negli Stati Uniti e vietando la fornitura al Giappone di benzina per aerei. Anche la Gran Bretagna e l’Olanda seguono l’esempio americano.

16 ottobre 1941 L’arrendevole principe Konoye è costretto alle dimissioni. Gli succede un oltranzista, il gen. Hideki Tojo. Le settimane successive trascorrono in parvenze di trattative fra Tokyo e Washington, ricordate in precedenza, finché il 29 novembre lo Stato Maggiore Imperiale decide che l’attacco contro gli Stati Uniti sarà sferrato il ‘7 dicembre. Ispiratore del magistrale “colpo” di Pearl Harbor è l’amm. Isoroku Yamamoto, comandante in capo della flotta imperiale.


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