Nasce nel 1885 inTexas da una famiglia tedesca. Diplomatosi all’Accademia navale nel 1905, nella prima guerra mondiale presta servizio su un sommergibile.Alla testa dell’Ufficio navigazione del governo americano, entra in contatto con il presidente Roosevelt che ne apprezza subito le qualità. Nimitz valuta ottimisticamente il disastro di Pearl Harbor e, promosso ammiraglio, inizia(coadiuvato da uno staff di uomini di prim’ordine)la ricostruzione della flotta americana. Più tardi dirà: “Dobbiamo alla misericordia di Dio il fatto che la nostra flotta si trovasse a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941”. Uomo affabile e dai modi informali, ma quando l’occasione lo richiede, determinato e inflessibile, nell’aprile 1942 è nominato comandante della flotta americana del Pacifico. Pianifica nei minimi dettagli le battaglie aeronavali del Mar dei Coralli e di Midway e la conquista di Guadalcanal, puntando sull’attendibilità delle informazioni dei servizi di intelligence americani. Dopo Guadalcanal elabora la stategia offensiva basata sulla guerra anfibia con la successione di sbarchi nelle isole del Pacifico. È lo stratega della guerrasottomarina che annienta la flotta mercantile giapponese e culmina nello strangolamento dell’economia del Sol Levante agli inizi del 1945. Deve piegarsi al volere di Roosevelt che, accolto il parere del rivale MacArthur, opta per la riconquista delle Filippine e abbandona l’ipotesi di puntare su Formosa e la Cina. Nell’ottobre 1944 distrugge la Flotta combinata giapponese nella battaglia di Leyte. Dall’isola di Guam, che gli americani conquistano nell’agosto 1944, dirige le operazioni di sbarco a Iwo Jima e Okinawa. Il suo merito storico è di aver vinto(in meno di quattro anni) una guerra navale con una flotta che all’inizio delle ostilità era numericamente e militarmente inferiore a quella dell’avversario. Nel novembre 1945, al momento del ritiro dell’ammiraglio Ernest J. King, è nominato comandante supremo della marina. Muore nel 1966. |