Operazione "Salvezza Malta"
All’alba del 20 marzo 1942,lascia il porto di Alessandria
d’Egitto un convoglio inglese formato da 4 piroscafi, il
Breconshire, il Clan Campbell, il
Talabot e il Pampas. Destinazione Malta,
dove la situazione è divenuta insostenibile per la
mancanza assoluta di rifornimenti e
per il continuo martellamento
dell’aviazione italo-tedesca che ha
ridotto al lumicino la capacità di
resistenza delle forze che la difendono.Il convoglio che viene ora
inviato da Alessandria fa parte
dell’operazione “Salvezza di Malta” che si propone di far giungere
a tutti i costi dei rifornimenti nell’isola:
è la condizione indispensabile perché la base resti in mano
inglese.
La scorta del convoglio è affidata agli incrociatori Dido, Eurya-
lus e Cleopatra (che reca le insegne del comandante, l’ammiraglio
Philip Vian), all’incrociatore leggero Carlisle e
a 17 cacciatorpediniere: a questa squadra si sarebbero successivamente aggiunti
il cacciatorpediniere Legion e l’incrociatore Penelope salpati da
Malta. Si tratta, secondo le disposizioni del Ministero
della Guerra britannico, di tutte le unità da
guerra disponibili al momento nel
Mediterraneo. Ma i movimenti
delle unità britanniche non sfuggono alla ricognizione
aerea italotedesca e presso il Comando Supremo si desume che gli inglesi
stiano per effettuare un tentativo
per rifornire Malta. Le forze navali italiane ricevono
quindi l’ordine di lasciare i porti per buttarsi sul convoglio e impedirgli di
raggiungere l’isola.
Nella notte del 21 l’ammiraglio Iachino
lascia Taranto a bordo della corazzata Littorio, scortata da 4
cacciatorpediniere.
Dal canto loro, alla stessa ora
escono da Messina, al comando
dell’ammiraglio Parona, gli incrociatori Gorizia,
Trento e Bande Nere e 4 cacciatorpediniere.
Le unità italiane dirigono verso la
Sirte, nella zona di mare dove si
presume debba avvenire l’incontro con la squadra nemica.
Il 22 marzo
nel Mediterraneo,aerosiluranti italiani S-79 attaccano la formazione
britannica che dirige verso
Malta, ma senza colpire i bersagli.
Alle ore 12,40 il pilota di un ricognitore lanciato dal Trento
comunica di aver avvistato la squadra nemica e che questa
non dispone di protezione aerea. Nella
sua relazione l’ammiraglio Iachino scriverà che “per la prima
volta le nostre forze navali si trovarono il 22 marzo 1942 di fronte
ad una forza avversaria priva di protezione aerea e(come si vedrà)di
qualsiasi forma di cooperazione aeronavale”.
Ore 14,40: gli incrociatori dell’ammiraglio Parona, spediti in
avanscoperta da Iachino, avvistano gli incrociatori britannici e
aprono il fuoco. Il convoglio, ben
protetto da cortine fumogene, non
viene colpito e poco dopo le 15
l’ammiraglio italiano sospende il
fuoco.
Alle ore 16,3 1 un incrociatore inglese viene avvistato dalla Littorio,
ma le condizioni meteorologiche e
del mare non sono cosi' favorevoli
come qualche ora prima. Per di
più le navi nemiche sono “difese” da un’efficace
cortina nebbiogena nella quale è inutile e pericolosissimo addentrarsi essendo
le navi italiane non provviste
di radar. La squadra italiana apre
comunque il fuoco contro gli incrociatori nemici che ogni tanto
compaiono nella nebbia: viene
colpito proprio l’incrociatore dell’ammiraglio britannico Vian, il
Cleopatra.
Alle 18,35 le unità italiane raggiungono la posizione prefissata
per impedire definitivamente al
convoglio nemico di raggiungere
Malta. L’ammiraglio Vian tenta
il tutto per tutto e lancia i suoi
cacciatorpediniere alla disperata
contro la Littorio per tentare di
colpirla con i siluri. La corazzata
italiana riesce ad evitare i proiettili avversari ma,
temendo un secondo attacco e a causa anche dell’incipiente oscurità (sono ormai
le 19), si disimpegna con tutta
la squadra italiana puntando verso nord.
La battaglia navale è finita; irrilevanti i danni ad alcune delle
unità che vi hanno partecipato
(un colpo da 120 mm sulla Littono, un proiettile al Cleopatra,
all’Euryalus e al Kingston), incolumi i 4 mercantili del convoglio.
Vian ha quindi portato a termine
la sua missione e può lasciare liberi i piroscafi di
raggiungere l’obiettivo col favore delle tenebre.
Il 23 marzo
nonostante abbiano forzato al
massimo i motori, i 4 mercantili
del convoglio inglese non riescono
a raggiungere la salvezza prima
dell’alba, quando vengono attaccati dagli aerei
dell’Asse in agguato.Il Talabot e il Pampas sono colpiti
quando già hanno raggiunto il porto e
affondano prima di poter scaricare.Il Breconshire cola a picco,
anch’esso entro il porto, dopo esservi stato rimorchiato.
Infine, il Clan Campbell viene affondato a 50 miglia
da Malta. Delle 26.000 t di nafta
che il convoglio ha trasportato ne
vengono recuperate solo 5000,
una ben misera cosa (e l’ammiraglio Cunningham lo annotò: “Le
forze dell’Asse avevano in gran
parte raggiunto l’obiettivo di impedire il rifornimento dell’isola”).
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