La Linea Maginot
Fra il 1930 e il 1937 i
francesi costruiscono un grandioso
sistema fortificato lungo i propri confini
orientali. L’opera prende il nome di "Linea
Maginot", in onore di André Maginot,
ministro della Guerra dal 1929 al 1931,
che ne ha concepita l’idea di fondo. Il
sistema, progettato nel corso degli anni
Venti, risponde a idee militari che sono
ancora basate sulla lezione della guerra
del 1914-18,e non tengono conto dei
più recenti sviluppi della tecnologia
militare, in cui diventa determinante
l’estrema mobilità dei reparti
meccanizzati: le fortificazioni sono
funzionali a una guerra difensiva di
sbarramento. Nel 1934 è il giovane
ufficiale Charles De Gaulle, che ha intuito
le potenzialità della guerra di movimento,
a denunciare la costruzione della
grandiosa opera come un colossale
errore; a suo avviso gli sforzi devono
concentrarsi sulla creazione di unità
blindate appoggiate dall’aviazione (sarà
proprio questa la strategia vincente
seguita dai tedeschi).Anche il generale
inglese Fuller definisce la linea Maginot
“la pietra tombale della Francia”.
La
costruzione delle fortificazioni richiede
una forza lavoro enorme e ingenti
risorse finanziarie. Una volta completata,
la linea di difesa si snoda per circa 400
chilometri lungo la frontiera franco-
tedesca (dal confine con la Svizzera a
quello con il Lussemburgo, all’altezza di
Montmédy) a protezione di importanti
regioni industriali e minerarie.Il risultato
è una enorme città in cemento e acciaio,
che si sviluppa nel sottosuolo.
Un sistema
di gallerie, ascensori, impianti di
ventilazione e strade ferrate consente le
comunicazioni fra i quartieri per gli
alloggi, gli ospedali, le mense, i depositi di
armi e munizioni, i magazzini per i viveri
e per l’acqua. In alcuni punti queste
strutture sono collocate a sei diversi
livelli sotterranei. Il sistema comprende
inoltre centrali per l’energia elettrica, per
le comunicazioni telefoniche e
telegrafiche, apparecchiature per il
controllo della pressione atmosferica per
la difesa da eventuali attacchi con i gas. In
superficie viene collocata una catena di
casematte dotate di moderni sistemi di
artiglieria puntati verso i confini orientali.
L’opinione pubblica francese si illude che
la linea Maginot costituisca un baluardo
di assoluta sicurezza.Alla vigilia della
disfatta, vi è ancora la fiducia nella solidità
delle opere difensive dislocate sul
territorio belga, che vengono considerate
come una sorta di prolungamento della
Maginot. Lo stato maggiore francese
confida nella forza numerica del proprio
esercito e nella qualità della propria
artiglieria, che nel complesso appare
superiore a quella tedesca. Fino all’ultimo
i capi militari francesi insisteranno in una
strategia che si rivelerà disastrosa. Nelle
sue istruzioni ai comandanti il generale
Huntzinger, capo della Il armata francese
nel settore di Sedan, conferma che la
priorità è quella di assicurare
l’inviolabilità della linea Maginot e di
impedirne l’aggiramento. Gran parte degli
effettivi dell’esercito vengono così
concentrati dietro la linea di difesa,
privando di forze preziose i settori più
critici, dove l’inferiorità numerica dei
francesi spianerà la strada all’avanzata
tedesca. È così che i tedeschi possono
dare un colpo mortale alle illusioni
francesi, aggirando la linea Maginot
presso Sedan e aprendosi la strada verso
Parigi.
lI 22 giugno 1940, aI momento
della firma dell’armistizio, le fortificazioni
della linea Maginot sono ancora,
paradossalmente, intatte.
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