L'invasione nazista in Italia

L'annuncio dell’armistizio tra l’italia e gli anglomericani non colse impreparati i comandi tedeschi, che da tempo, con l’elaborazione del piano Alarico e del piano Achse, avevano messo a punto le strategie utili a far fronte a una simile eventualità o comunque a un possibile sbarco sulle coste italiane. Già la sera dell'8 settembre i tedeschi passarono all’azione contro lo sbandato esercito italiano.
Un ruolo piuttosto importante venne giocato in tale contesto dalle popolazioni sudtirolesi, esasperate da vent’anni di politica fascista settaria e discriminante nei loro confronti. Esse sin dal luglio 1943 collaboravano con le forze armate naziste nascondendo nei pagliai, nelle stalle e nelle case carri armati, depositi di munizioni e soldati della Wehrmacht e delle SS, mentre la XXVI divisione Panzerdivision venne trionfalmente accolta dalla popolazione di Bolzano. Linvasione tedesca (in Italia settentrionale le truppe erano comandate da Rommel, che si mosse in modo fulmineo nonostante non potesse contare su un gran numero di effettivi) venne favorita inoltre dall'aiuto di molti ufficiali italiani, troppo compromessi con il regime mussoliniano e di altri, sfiduciati e deboli di fronte alla determinazione dei comandi tedeschi.


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