Guerra alla Grecia

Una nuova provocazione di Mussolini, benché non del tutto inaspettata, apportatrice di gravi problemi e di vaste conseguenze a tutti i nostri già complicati affari, irruppe nella scena mediterranea.
Il duce prese la decisione definitiva di attaccare la Grecia il 15 ottobre 1940. Quella mattina si tenne a Palazzo Venezia una riunione dei capi militari italiani. Egli apri la seduta con le parole seguenti: «Lo scopo di questa riunione è quello di definire le modalità dell’azione (nel suo carattere generale)che ho deciso di iniziare contro la Grecia. Questa azione, in un primo tempo, deve avere obiettivi di carattere marittimo e di carattere territoriale. Gli obiettivi di carattere territoriale ci debbono portare alla presa di possesso di tutta la costa meridionale albanese, quelli cioè che ci devono dare la occupazione delle isole ioniche(Zante, Cefalonia, Corfù)e la conquista di Salonicco. Quando noi avremo raggiunto questi obiettivi, avremo migliorato le nostre posizioni nel Mediterraneo nei confronti dell’Inghilterra. In un secondo tempo, o in concomitanza di queste azioni, l’occupazione integrale della Grecia, per metterla fuori combattimento e per assicurarci che in ogni circostanza rimarrà nel nostro spazio politico economico.
Precisata cosi' la questione, ho stabilito anche la data, che a mio parere non può essere ritardata neanche di un’ora: cioè il 26 di questo mese. Questa è un’azione che ho maturata lungamente da mesi e mesi; prima della nostra partecipazione alla guerra e anche prima dell’inizio del conflitto... Aggiungo che non vedo complicazioni al nord. La Jugoslavia ha tutto l’interesse di stare tranquilla... Complicazioni di carattere turco le escludo, specialmente da quando la Germania si è impiantata in Romania e da quando la Bulgaria si è rafforzata. Essa può costituire una pedina nel nostro gioco, e io farò i passi necessari perché non perda questa occasione unica per il raggiungimento delle sue aspirazioni sulla Macedonia e per lo sbocco al mare...»
Il 19 ottobre Mussolini scrisse a Hitler per annunciargli la decisione presa. Hitler era allora in viaggio per Hendaye e Montoire. Sembra che la lettera (il cui testo non è venuto alla luce) lo abbia seguito torno torno. Quando essa finalmente lo raggiunse egli propose subito a Mussolini un incontro per discutere la situazione politica generale in Europa. Questo incontro ebbe luogo a Firenze, il 28 ottobre. La mattina stessa era cominciato l’attacco italiano contro la Grecia. Sembra però che Hitler non abbia voluto discutere sull’avventura greca. Egli disse cortesemente che la Germania era d’accordo con l‘azione italiana in Grecia, e poi passò a raccontare come si erano svolti i suoi incontri con Franco e Pétain. Non ci può essere alcun dubbio chc non gli piaceva quello che il suo socio aveva fatto. Poche settimane dopo, quando l’attacco italiano era già stato bloccato, egli scrisse a Mussolini il 20 novembre:
«Quando io vi pregai di ricevermi a Firenze iniziai il viaggio con la speranza, di potervi esporre i miei pensieri prima che avesse inizio la minacciosa controversia con la Grecia, di cui avevo sentore solo in generale». In complesso però egli accettò la decisione del suo alleato.
Prima dell’alba del 28 ottobre il ministro d’italia a Atene presento' un ultimatum al generale Metaxas, Primo Ministro greco. Mussolini chiedeva che tutta la Grecia venisse aperta alle truppe italiane. Contemporaneamente l’armata italiana d’Albania invase la Grecia in vari punti. il Governo greco, che aveva forze pronte alla frontiera, respinse l’ultimatum. Esso invoco' anche la garanzia data da Chamberlain il 13 aprile 1939.Dietro consiglio del Gabinetto di Guerra e per impulso del suo cuore stesso Sua Maestà rispose al Re degli Elleni: «La vostra causa è la nostra causa,noi combatteremo contro un nemico comune”.Churchill rispose all’appello del generale Metaxas: «Noi vi dare- mo tutto l’aiuto che è in nostro potere. Noi combatteremo contro un nemico comune e condivideremo una vittoria unita». Questo impegno fu mantenuto dopo molte traversie.
L' invasione italiana della Grecia fu un altro severo scacco per Mussolini. Il primo assalto fu respinto con gravi perdite e i greci contrattaccarono immediatamente. Nel settore nord (quello macedone) i greci avanzarono in Albania, e presero Goritza il 22 novembre. Nel settore centrale del Pindo settentrionale una divisione di alpini italiani fu distrutta. Nella zona costiera, dove gli italiani erano riusciti in un primo tempo a fare profonde penetrazioni, si ritirarono poi in fretta dal fiume Kalamas.
L’esercito greco, agli ordini del generale Papagos, dimostrò superiore abilità nella guerra di montagna, nel battere il nemico in manovra e in aggiramento. Alla fine dell’anno la prodezza greca aveva ributtato gli italiani trenta miglia al di là della frontiera albanese su tutto il fronte. Per parecchi mesi 27 divisioni italiane furono inchiodate in Albania da sedici divisioni greche. La notevole resistenza greca contribui' molto a rincuorare gli altri Paesi balcanici, e il prestigio di Mussolini calò alquanto.La Flotta italiana non aveva in alcun modo reagito alla nostra occupazione di Creta, ma l’ammiraglio Cunningam da un po’ di tempo ambiva a colpirla nella base di Taranto con la propria aviazione di Marina ora accresciuta.
L'attacco fu eseguito l’11 novembre quale culmine di una ben concertata serie di operazini, nel corso delle quali Malta ricevette truppe, ulteriori rinforzi navali, compresi la corazzata Barham, due incrociatori e tre caccia, raggiunsero Alessandria. Taranto si trova nel tallone d’Italia a trecentoventi miglia da Malta. Il suo magnifico porto era munitissimo contro tutte le forme moderne di attacco. L’arrivo a Malta di alcuni ricognitori veloci mise gli inglesi in grado di scrutare il nemico. Il piano britanico era di lanciare dalla Illustrious due ondate di aeroplani, la prima di dodici e la seconda di nove, dei quali undici dovevano portare siluri e gli altri bombe o razzi. La Illustrious lancio' i suoi apparecchi poco dopo il tramonto da un punto distante circa centosettanta miglia da Taranto. Per un’ora la battaglia infuriò tra fiamme di distruzione in mezzo alle navi ita liane. A onta della forte reazione contraerea solo due dei nostri apparecchi furono abbattuti. Gli altri tornarono incolumi alla Illustrious. Con questo solo colpo il rapporto delle forze navali nel Mediterraneo fu decisamente modificato. Le fotografie aeree mostrarono che tre navi da battaglia, tra cui la nuovissima Littorio, erano state silurate, e inoltre un incrociatore era stato colpito e molti danni erano stati inflitti alle attrezzature portuali.
Metà della flotta da battaglia italiana era fuori combattimento per almeno sei mesi, e l’aviazione di Marina poteva essere fiera di aver afferrato con la sua valorosa impresa una delle rare occasioni che le si fossero presentate. Questo avvenimento riceve sapore di ironia dal fatto che in quel giorno stesso l’Aviazione italiana, per espresso desiderio di Mussolini, aveva partecipato all’attacco aereo sulla Gran Bretagna. Un raggruppamento di bombardieri italiani, scortati da circa sessanta caccia, tentò di bombardare convogli alleati nella Medway. Furono intercettati dai caccia inglesi, che abbatterono otto bombardieri e cinque caccia. Questa fu la prima e ultima volta che essi intervennero in un attacco aereo all'Inghilterra. Sarebbero stati impiegati molto meglio se avessero difeso la loro flotta a Taranto.

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