Politico italiano,nato a Mordano nel 1895, fù tra i fondatori del fascismo e militante nelle azioni squadristiche compiute in Emilia contro uomini e sedi del movimento socialista. Fu sottosegretario agli Interni e agli Esteri (1924-1929), quindi ministro degli Esteri (1929-1932), ambasciatore a Londra fino al 1939 e infine ministro della Giustizia. Esponente moderato del regime, nel 1943 orchestrò la caduta di Mussolini, la cui posizione era indebolita dagli insuccessi militari dell'esercito italiano. Fu Grandi a presentare al Gran Consiglio del fascismo (nella seduta tra il 24 e il 25 luglio) l'ordine del giorno che invitava il re a riprendere pienamente le sue funzioni di capo dell'esercito, di fatto sfiduciando Mussolini: il documento, approvato a maggioranza, offrì a Vittorio Emanuele III l'appoggio politico per far dimettere e arrestare Mussolini. Grandi riuscì a sfuggire alla condanna a morte inflitta ai responsabili della caduta del fascismo dal tribunale di Verona della Repubblica di Salò nel 1944. Morì a Bologna 1988. |